martedì 20 novembre 2012
SPINELLI, MA IL DOSSIER SU FINI E DE BENEDETTI, SILVIO L’HA VISTO?SEQUESTRO-LAMPO PER IL RAGIONIERE DI BERLUSCONI: VOLEVANO 35 MILIONI PER DOCUMENTI SUL LODO MONDADORI. IL FATTO DENUNCIATO CON 24 ORE DI RITARDO: 6 ARRESTI. GIALLO SU 8 MLN DI EURO DI RISCATTO
«Dissi a Berlusconi che il filmato con Fini e i magistrati era autentico e che queste persone erano disposte a cederlo in cambio di una grossa somma di denaro, 35 milioni, il 6% di 560 milioni di euro la cifra che la Fininvest era stata condannata a pagare». Ecco chi è Spinelli, il "bancomat" delle "olgettine". Giuseppe Spinelli viene sentito dalla polizia giudiziaria il 17 ottobre e srotola un verbale di sei pagine che fa acqua da tutte le parti, per la dinamica dei fatti e per il contenuto del misterioso dossier anti De Benedetti. Un verbale, e una storia, che racconta l’ennesimo ricatto estorsione con relativa offerta di materiale esplosivo di cui è costellata la vita dell’ex premier negli ultimi anni. I dossier di Lavitola su Fini, il giro di donne di Tarantini, le pen drive e le intercettazioni rubate sul caso Unipol offerte sotto l’albero di Natale dall’imprenditore Fabrizio Favata: tutte vicende per cui sono in corso processi e indagini e dove il Cavaliere in un modo o nell’altro è sempre parte offesa. Bersaglio di faccendieri senza scrupoli e di appetiti illegali. Un uomo costantemente sotto ricatto. Questo volta tocca al fedelissimo Spinaus, come lo chiamavano Nicole Minetti e le altre olgettine, inesauribile bancomat di vizi, molti, e virtù (meno). Il dossier di turno riguarda il nemico storico del Cavaliere, l’ingegner Carlo De Benedetti. E sfiora un altro assillo del Cav, Gianfranco Fini. Racconta Spinelli che il Capo della banda «mi ha fatto vedere un foglio A4 un po’ ingiallito e sgualcito su cui c’era scritto in alto Lodo Mondadori, De Benedetti, l’indicazione di due avvocati di cui una donna, i nominativi dei magistrati di primo grado, il dottor Forno, questo nome lo ricordo bene, secondo grado, c’era il nome di un presidente e di un giudice a latere ma non ricordo i nomi dei magistrati indicati». Nello stesso foglio, una sorta di indice che rinvia a un materiale più corposo, è scritto anche «di una cena di Fini con i magistrati e i nominativi». Il testo del foglio A4 - l’unica cosa realmente vista dal ragioniere - finisce qua. «Mentre leggevo - racconta ancora Spinelli - il terzo uomo mi dice a voce che nel corso di questa cena Fini avrebbe parlato ai magistrati pregandolo di aiutarlo a mettere in difficoltà Berlusconi e che per questo (Fini, ndr) gli sarebbe stato grato tutta la vita». Mentre parla, il Capo della banda «estrae dalla tasca e appoggia sulla testata del divano una chiavetta e un Dvd dicendomi che in quei supporti informatici c’erano sette ore e 41 minuti di registrazione di cose che avrebbero danneggiato De Benedetti sempre in relazione alla vicenda del Lodo Mondadori». Il verbale prosegue con l’esilarante racconto di come la banda e il ragionieri non siano riusciti in alcun modo a visionare né la pen drive nè il dvd. A casa Spinelli non esistono computer o altro in grado di leggere quel materiale. Gli albanesi riescono, notte tempo, e mentre fanno riposare i coniugi nella loro camera da letto «rimboccando loro la coperta (sic), ad accendere il computer della figlia. Tutto inutile. Il dossier è lì con tutto il suo carico di prova dal valore di 35 milioni ma nessuno riesce a vederlo. Almeno così sembra. Ma la verità potrebbe essere diversa. Spinelli racconta che Berlusconi e Ghedini «si mettono a ridere per quella frase riportata e cioè che Fini avrebbe dichiarato che sarebbe stato grato a vita se i magistrati lo avessero aiutato». Dicono che «non è nello stile di Fini» e che dunque tutta sta roba «poteva essere un falso». Spinelli riferisce ai sequestratori che «l’operazione si può fare ma prima bisogna vedere le carte». Vedere cammello, la prima regola di ogni commercio. «Mi spesi molto con il Cavaliere dicendo che si doveva fidare di me, che quello che avevo visto (ma in realtà Spinelli non ha mai visto nulla, ndr) era valido e che conveniva pagare. Per questo mi convocò ad Arcore e lui avrebbe rinviato i suoi impegni». Fin qui lo stentato verbale di Spinelli. Il punto è che il ragioniere va ad Arcore la mattina del 16. A mani vuote, però. Almeno così risulta. È vero anche che Berlusconi annulla per quel giorno e quello a seguire tutti i suoi impegni. Che per 24 ore Spinelli sparisce in località segreta con la scorta del Cavaliere. Che la denuncia del sequestro arriva 36 ore dopo i fatti. E che nelle cassette di sicurezza della banda compaiono 8 milioni di euro. C’è parecchio da scoprire, ancora. d.c.r.m.p.s.
lunedì 19 novembre 2012
SEQUESTRO-LAMPO PER SPINELLI, CASSIERE DI SILVIO E' GIALLO, PERCHÉ LA DENUNCIA DOPO 48 ORE?
Non torna nulla in questa storia il cui canovaccio supera di
gran lunga ogni immaginazione anche più fervida. E che vede in scena
addirittura il sequestro lampo del Ragiunatt (ragioniere in dialetto milanese),
quel Giuseppe Spinelli, collaboratore di fiducia di Silvio Berlusconi, al
centro dei processi Ruby e che tuttora stipendia le ragazze a vario titolo
ospiti delle serate eleganti ad Arcore. Ecco chi è Spinelli, il
"bancomat" delle "olgettine". Berlusconi in trappola tra
Ruby e Nicole. E il ragionier Spinelli paga...La notizia irrompe di prima
mattina, è il caso di segnalare, all'inizio di una settimana decisiva per il
futuro del Pdl. Sei persone, tre italiane e tre albanesi, sono state arrestate
con l'accusa di sequestro di persona a scopo estorsione in danno di Spinelli e
di Silvio Berlusconi. La sera del 15 ottobre, intorno alle 22, mentre Spinelli
tornava a casa, a Bresso, hanno fatto irruzione armati con due pistole
nell'appartamento dove il ragioniere vive con la moglie. Li hanno
immobilizzati, "con modi rudi", spiega Alessandro Giuliano capo della
squadra mobile di Milano, e hanno proposto un patto tanto incredibile quanto
scellerato: la richiesta di 35 milioni di euro in cambio di un dossier in
possesso della banda in base al quale Berlusconi potrebbe ribaltare il verdetto
in sede civile, di cui si attende a settimane il giudizio della Cassazione, che
lo ha già condannato in primo e secondo grado a risarcire oltre 560 milioni di
euro alla CIR di Carlo De Benedetti per il Lodo Mondadori. "Non abbiamo
ancora trovato il dossier e non ci risulta essere stata pagata alcuna
cifra" precisa Giuliano in conferenza stampa con il vice questore Marco
Ciacci, responsabile della polizia giudiziaria presso la procura di Milano. Le
indagini sono in corso e in queste ore gli investigatori stanno eseguendo
decine di perquisizioni.I fatti, prima di tutto. Con due premesse fondamentali:
gli unici testimoni al momento sono le due vittime le cui dichiarazioni, in
questo mese di indagini, sono state riscontrate da verifiche sulla rete
cellulare e immagini tratte da telecamere; passano 48 ore dai fatti alla
denuncia degli avvocati di Berlusconi in procura. La sera del 15 ottobre, intorno
alle 22, Spinelli torna a casa. Sul pianerottolo viene aggredito da tre persone
a colto coperto e armate di due pistole. Lo costringono ad entrare in casa dove
c'è la moglie di Spinelli. Le prime ore sono molto convulse. Mai, però, si
spiega, viene usata violenza. La banda, che intorno alle due di notte viene
raggiunta dal capo, Francesco Leone, nome noto agli archivi come
"inventore" specializzato nei sequestri lampo. La richiesta - per
come è stata ricostruita sinora la faccenda - è di contattare Berlusconi per
spiegare l'esistenza del dossier e la relativa richiesta economica. Il dossier,
va precisato, andrebbe a favore del Cavaliere. Spinelli spiega ai sequestratori
che fino alla mattina dopo non può contattare il Cavaliere. La notte trascorre
tranquilla, i sequestratori mangiano e riposano, in attesa della mattina. Solo
alle nove del mattino del 16 ottobre Spinelli contatta Berlusconi e, alla
presenza dei banditi, illustra l'esistenza del dossier. L'ex premier, si spiega
in questura, "riceve la richiesta e quasi sicuramente capisce che Spinelli
è sotto minaccia".Primo mistero: dopo la telefonata, i quattro lasciano
l'abitazione di Spinelli e restano d'accordo di risentirsi. Il contabile del
Cavaliere a quel punto lascia la sua abitazione di Bresso dove farà ritorno
solo nel pomeriggio del 17 quando riceve una seconda telefonata della banda.
Solo dopo quella telefonata Spinelli, tramite i legali, fa la prima
segnalazione in questura. Segnalazione che sarà formalizzata il giorno dopo, il
18, dai legali dell'ex premier. Da quel momento scattano le indagini. Che
portano agli arresti di oggi. il capo della banda è Francesco Leone,
"inventore" in Italia dei sequestri lampo. Suoi stretti collaboratori
sono Alessio Mayer, precedenti per traffico di auto rubate, e Pierluigi
Tranquilli. I tre albanesi sarebbero il bracco operativo. Le indagini sono in
corso. Spinelli afferma di aver visto il dossier che però non è stato ancora
trovato. Ma non aggiunge altro. Così come afferma che "mai c'è stato
passaggio di denaro". E allora, è la prima domanda, perché attendere così
tanto la denuncia? E poi, cosa è successo in quelle 24 ore trascorse tra la
telefonata a Berlusconi il 16 mattina e la seconda ricevuta da Spinelli il 17?
E dove è stato Spinelli in quelle 24 ore? Le indagini sono affidate alla
direzione distrettuale antimafia e coordinate dall'aggiunto Ilda Boccassini.
L'ex premier è stato sentito come teste.Nonostante la professionalità, sono le
facce stese degli investigatori che mostrano perplessità e incredulità. Non
torna nulla in questa storia. Che definire un giallo è sin troppo poco.SEI
ARRESTI,IL CAPOBANDA TRADITO DALLE SCARPE DEL MILAN- A permettere agli
investigatori della Squadra Mobile di Milano di individuare (e poi arrestare) i
presunti autori del misterioso sequestro lampo del «contabile» di Silvio
Berlusconi, Giuseppe Spinelli, sono stati un'impronta del presunto capobanda
Francesco Leone lasciata nella casa sequestrati e delle vistose scarpe da
ginnastica rosse con i lacci neri che l'ex collaboratore di giustizia barese,
tifoso milanista, indossava durante il sequestro. Gli agenti le hanno ritrovate
questa mattina nel corso della perquisizione nella sua abitazione di Paliano
(Frosinone), al termine di un lungo lavoro di osservazione e pedinamento che tra
l'altro li aveva portati a seguire Leone anche allo stadio Meazza di Milano
dove il 51enne si era recato il pomeriggio dell'11 novembre scorso per
assistere a Milan-Fiorentina. Dato che i sequestratori indossavano i
passamontagna, le scarpe erano l'unico elemento che aveva attirato l'attenzione
del ragioniere e di sua moglie, che le avevano descritte agli investigatori.
Decisivi sono stati anche gli accertamenti sulle sim intestate a nomi di
fantasia utilizzate dai membri della banda e i filmati delle telecamere di
sicurezza nei pressi di casa Spinelli, dai quali gli investigatori sono
riusciti a risalire alla targa di un'auto. Ad Alessio Maier, per esempio, i
poliziotti sono risaliti grazie allo studio del traffico di sms che inviava con
una sim intestata ad un cittadino straniero a Leone che si trovava nella
abitazione di Spinelli. Per quanto riguarda i tre pregiudicati albanesi
arrestati per il sequestro, Marjus Anuta (residente a Follonica, nel
grossetano) e i fratelli Laurenc e Ilirjan Tanko, residenti nel trevigiano,
sono stati tutti arrestati a Rovato (Brescia) presso le abitazioni dove vivono
le sorelle dei Tanko.
m.r.s.p.d.c.
domenica 18 novembre 2012
UNA STRADA LUNGA UN SECOLO
È un racconto. È il respiro di una memoria, la sua, di
Francesco De Gregori, in un disco già in circolazione, Sulla strada, nove
canzoni che fluiscono suggestive e irrompono a passo marziale. «È il Novecento,
ci sono piantato dentro, sono nato a metà del secolo (nel ‘51)». Una narrazione
che usa molti materiali espressivi per un tempo che «ci ha portato la guerra
dentro casa e ci ha coccolato con l’arte, la musica, le comodità, il progresso.
Un secolo contraddittorio, al quale sarò sempre affezionato: ho vissuto gli
anni sessanta, quelli che passavano a cento all’ora, poi i settanta, cupi,
pesanti. I nostri genitori hanno conosciuto il fascismo, i nostri figli la
leggerezza degli ultimi decenni. Ognuno alimentato da un carburante culturale
diverso. Ma sono anni che resteranno». Per Eric Hobsbawm fu un «secolo breve»:
lo bloccò dentro due date, l’inizio della Grande Guerra e la caduta del muro.
Nel mezzo «un fallimento dei programmi vecchi e nuovi per gestire e migliorare
la condizione del genere umano». Profetico (oggi) dove allora sembrava
partigiano e marxista. Questo lo storico, che deve tracciare una riga, e
concludere. L’autore di canzoni si ferma prima della riga: spesso a De Gregori
viene chiesta una supplenza: «Parlaci di politica, cosa ne pensi, cosa
faresti», o peggio ancora: parliamo dei politici. «Mi annoiano. Non corro ad
accendere la televisione per ascoltarli a ogni ora, ogni trasmissione,
rimpallarsi responsabilità. Ma non è un disimpegno: non gonfio certo le truppe
dell’ antipolitica. E tutti sanno da che parte sto». Per questo i suoi occhi
sono fondamentali, la sua testimonianza da ascoltare, a volte più diffidente
che ammirata, altre volte più dolce che storica. Il punto di vista - «sereno» -
è quello del protagonista di una canzone di un giovane e sfortunato diamante
del secolo breve, «quel verso di Otis Redding in Sittin’ on the dock of the
bay: seduto sulla banchina di un molo a passare e sprecare il tempo». Un
personaggio già emerso in Calypsos, nella magnifica canzone In onda, e che
traghetta dentro questo disco ispirato e importante. La prima canzone è quella
che intitola tutto il lavoro, Sulla strada, affiorata dall’omonimo libro di
Jack Kerouac che De Gregori ha letto «a sessant’anni, e sono contento di averlo
fatto ora, ho potuto soffermarmi su altre cose, al di là dell’ impudenza
giovanile». È una canzone promettente e forse fasulla e sicuramente spavalda
come un viaggio senza arrivo, «non si vede granché / ma dev’ essere strada». La
misura e la velocità del disco sono indicate in Passo d’uomo, «altro passo non
conosco / altra parola non sono». Una cometa di inizio Novecento attraversa la
Belle époque, una camminata nel disordine d’inizio secolo, per strade che
brindano alla nostalgia, così distratte da non accorgersi di covare i tempi
dell’odio. Uno dei simboli di quegli anni era il Titanic (dipinto nei quadri,
fotografato, salutato dal molo), che De Gregori trent’anni fa elevò a simbolo
«del fallimento di un’idea ottusa di progresso, di una modernità che non può
essere sacra. La rete - oggi - può dare molto ma non può essere il totem della
civiltà. Ha toccato le nostre vite, ha stravolto il mio lavoro, ma se il
mercato discografico si è arreso di fronte a questa invasione di musica è solo
perché non ha saputo reinventarsi. Le novità obbligano a cambiare, a ripensare,
a trasformare, a maneggiare con il proprio talento tutte le possibilità. Faremo
più concerti e meno dischi: non è per forza negativo. In generale, c’è troppa
musica intorno, a tutte le ore, c’è una distrazione continua: non scegliamo più
cosa ascoltare, ma siamo scelti come ascoltatori di ciò che altri vogliono. Non
è una preoccupazione ma solo un dato di fatto». Belle époque, ancora: il
sergente che si perde nel freddo e nei bordelli è il poeta Dino Campana. I
genitori - afflitti dalle sue stranezze - pensarono d’inquadrarlo dentro
un’accademia militare. «Come sempre, Dino fuggì». La canzone è cruda come una
vita perduta, incompresa, dentro e fuori dai manicomi, «un dolore che
l’elettroshock ha portato fin dentro l’anima e le ossa di Campana»: è la
barbara elettricità che illumina la Belle époque, il trapasso di due secoli, ed
è «un omaggio a un poeta spiantato, al suo pellegrinaggio, alla sua tomba
bombardata, come il suo ricordo e la sua opera volutamente dimenticata,
combattuta dai coetanei (Giovanni Papini che lo tenne a distanza, e Ardengo
Soffici, che ne perse - o nascose - il manoscritto dei Canti Orfici)». Come e
più ancora di Pasolini, altro irregolare cantato da De Gregori ma più capace di
manifestarsi nelle sue doti, Campana è «una figura disallineata rispetto al suo
panorama, al suo sfondo». Cammina al ritmo rebetiko, l’intellettuale: ci sono
nel disco molti generi che si contaminano. «Ho assimilato tutto, da ragazzo mi
sono nutrito di musica anglosassone, Dylan e i Beatles, e anche caraibica... al
Folkstudio ho conosciuto Caterina Bueno (sue erano «le spalle da uccellino» di
Caterina) e Giovanna Marini, e mi sono innamorato della musica popolare
italiana, quelle strofe storiche, significative che paiono disadorne e poi
d’improvviso prendono fuoco, esplodono». Eccola, quella semplice potenza: è nel
ritornello di La guerra, vista accanto a sentimenti disperati del soldatino,
che lascia sola a casa una moglie «disarmata», che ripensa «al suo rancio
disgraziato», che non può mai vincerla, la guerra, perché la violenza vuole
qualcosa in cambio (la perdita della pietà), anche quando è legittima. La
guerra è una rapina. Il Novecento, ripete De Gregori, «ce l’ha portata nelle
stanze». La canzone è una marcia ad orologeria, un meccanismo emozionante e
perfetto. Poi nel disco arriva Omero. «Proprio lui, cieco, immenso. Pensavo a
questo raduno musicale, festoso, una specie di sagra e allora ho ricordato il
Cantagiro, anche questo è un impulso del mio vissuto: lo guardavo in
televisione, Morandi, Caterina Caselli...». E Omero: «Volevo che salisse sul
palco un cantante qualsiasi con quel curioso soprannome. Poi suonando la
canzone, ascoltandola...mi è parso bello che per miracolo apparisse veramente
Omero e cantasse l’Odissea, commuovendo il pubblico». Omero al Cantagiro è «la
rivendicazione del ruolo di una canzone, del turbamento che sa provocare», in
qualunque forma, colta, popolare, ricercata o semplice. È anche un prodigio di
creatività, un dono che ancora fortunatamente tormenta De Gregori, dopo tanta
musica. «Succede, nemmeno io so come e perché. Chissà: sento un ritmo, provo
tre note, rammento l’impressione di un libro. Poi accade». Verso la fine c’ è
una presa di distanza, guarda che non sono io. Dieci anni fa, con sempre e per
sempre De Gregori marcò la sua presenza - privata - e la sua rintracciabilità,
«dalla stessa parte / mi troverai». Adesso racconta la sua separazione
pubblica. «Non sono io / quello che ti spiega il mondo». Percepisce lo sgomento
dell’ ammiratore. E rassicura: «È l’altra faccia della stessa medaglia. Ho un
patto d’ amore con gli altri. Ed è onesto essere sinceri: mi riconoscono per
una canzone, non per quello che sono. Divento un loro sentimento, una loro
immagine, mi fermano mentre rincaso con le buste della spesa in mano e mi
dicono: ho chiamato mia figlia Alice, in suo onore. E posso solo rispondere:
credi di conoscermi / ma guarda che non sono io». Lui è sul molo, che batte il
tempo con il piede: questo è il punto di osservazione. È una bella
dichiarazione di privilegio. Alcune canzoni arrivano immediate, altre vogliono
un ripasso. Sono scritte con superbia stilistica, e straordinaria ricchezza,
esattamente limate, punteggiate di immagini affascinanti. Sul molo, appunto, ma
con le spalle al mare. De Gregori guarda piccoli o grandi corsi d’acqua
risalire l’enorme montagna, le espressioni preferiscono la complessità del
falso piano. Vorrebbe un compagno accanto, con cui passare il tempo e ricordare
il suo secolo infinito. «Vorrei ci fosse Fellini. L’artista autentico, puro,
che sapeva raccontare se stesso e allacciarsi al suo tempo e al suo mondo, e
renderlo, rappresentarlo con tenerezza e ferocia, raccontarlo con soavità e
senza sconti».
r.d.c.p.m.s.
sabato 17 novembre 2012
CANCELLIERI FISCHIATA DAGLI STUDENTI CARABINIERI:
FUMOGENI DA STRADA
Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, è stata
contestata poco fa dagli studenti, al Palazzetto dello Sport di Rimini, dove è
in corso la Giornata della Legalità. Fischi, urla, proprio quando il ministro
cominciava a parlare spiegando quello che il Governo intende fare per chiarire
quanto avvenuto durante gli scontri, nella massima trasparenza, e dalle ultime
file del palazzetto è comparso lo striscione 'stop violenze Polizia, identificativi
sulle divise'. Alle contestazioni la Cancellieri ha reagito chiedendo agli
studenti: «Sapete cos'è il fascismo, cosa sono le forme di squadrismo?». La
situazione è poi tornata alla normalità e i giovani hanno continuato a tenere
aperto lo striscione. All'incontro di Rimini nel palazzetto sono presenti circa
2mila studenti. Sul palco del palazzetto dello sport è poi salita una ragazza
di un collettivo studentesco che ha tenuto un appassionato intervento: «Noi
siamo qui perchè per noi è inaccettabile che il ministro Cancellieri che ha
ordinato di manganellare gli studenti oggi sia qui a parlarci di democrazia» ha
detto, «Chiediamo numeri identificativi per gli agenti affinchè non rimangano
impuniti; l'Italia è uno dei pochi paesi europei che non hanno sulle divise i
numeri identificativi degli agenti». Cancellieri è infine tornata sull'episodio
dei lacrimogeni forse lanciati dal Ministero della Giustizia a Roma: «Sul caso
ci sono due inchieste: una tecnica del ministro Severino,l'altra nostra che
riguarda l'identificazione delle persone che appaiono particolarmente violente.
Ci vuole del tempo per concludere, in ogni caso io vorrei dare dei segnali per
quelli che hanno mostrato capacità di tenuta». Intanto, i carabinieri del Racis
nella relazione sui lacrimogeni al ministero della Giustizia affermano: «La
gittata degli artifizi è dell'ordine di 100-150 metri, coincidente con il
posizionamento delle Forze di polizia all'altezza di Ponte Garibaldi, come
osservabile dal video acquisito». «È di tutta evidenza che la traiettoria
ondeggiante può essere prodotta solo in fase di ricaduta e non in fase
ascendente». È un passaggio della relazione dei carabinieri del Racis sul
lancio di lacrimogeni al ministero della Giustizia.
r.d.c.p.m.s.
venerdì 16 novembre 2012
DARIO FO: «BRAVO GRILLO, RENZI NO, MEGLIO BERSANI»
«Io governatore della Lombardia? Una boutade. Ma conosco
Grillo da vent'anni e guardandomi intorno preferisco lui agli altri. Non ha
difetti, vedo solo pregi. Ha coraggio, si informa, non parla a vuoto. Siamo
fortunati ad avere Grillo il tirchione». Lo dice Dario Fo alla 'Zanzara' su
Radio 24. Sul Pd esclama: «Renzi? Il toscano non lo sopporto, è un 'ciancione'
pieno di sé. Il ciancione è un personaggio della commedia dell' arte, un
parolaio che parla con troppe certezze, mai un dubbio. E non è di sinistra, con
quel finanziere Serra fanno proprio una bella coppia». Il premio Nobel insiste:
«Non mi ricorda Berlusconi che era troppo banale, invece questo è intelligente,
sa quello che dice, ma è un liberaloide molto ambiguo. Se andassero al
ballottaggio voterei per Bersani, che ha tanti difetti ma è più umano mentre
Renzi lo sento artificiale». Quanto all'editto anti -tv del leader del
movimento 5 Stelle, «Grillo fa bene a vietare i talk show ai suoi ragazzini. In
tre battute se li mangiano vivi, non hanno esperienza e furbizia. Il punto G?
Ce l'abbiamo anche noi maschi, non era una cosa contro le donne». E Di Pietro?
«Quello che è successo è tutta colpa sua - continua il premio Nobel - non ne ha
azzeccato uno di candidato, è come uno che va raccogliere i frutti e si accorge
dopo averli comprati che sono tutti marci. Gli dici di fare attenzione, lui
dice di sì, ma sbaglia ancora. Ma fai un'inchiesta, sei un ex poliziotto! Lui
la fa, ma sbaglia ancora prendendo un altro bandito...».
r.d.c.p.m.s.
giovedì 15 novembre 2012
SPECIALE
PRIMARIE DEL CENTROSINISTRALE PRIME CINQUEMILA FIRMEGRILLO: «FIDUCIA A SALSI E
FAVIA? POCHE
DECINE DI PERSONE»
La polemica
del «punto G» sollevata da Beppe Grillo contro Federica Salsi, la consigliera
comunale del Movimento 5 stelle a Bologna colpevole di aver partecipato come
ospite a Ballarò, non era all'ordine del giorno. Ma anche se dopo la sua
apparizione a Ballarò non ha più la fiducia di Beppe Grillo, Federica Salsi, la
consigliera comunale bolognese del Movimento 5 Stelle che il comico genovese
aveva attaccato, ha quella dei militanti bolognesi. È stata infatti, per lei,
un successo l'assemblea periodica con la quale i consiglieri del M5s rendono
conto ai loro elettori.Così, nel giorno in cui i deputati dell'Assemblea
regionale siciliana decidono di restituire i rimborsi elettorali, chi a Bologna
si attendeva un processo alla Salsi, ha dovuto prendere atto del sostegno che,
nonostante le parole di Grillo, gode ancora fra i militanti. L'assemblea, alla
fine, non si è chiusa con una votazione, ma il clima, gli applausi e il fatto
che i critici siano stati pochi ed isolati hanno segnato un indiscutibile
apprezzamento per Federica Salsi. «Ritengo importante - ha detto - far
conoscere la collegialità del nostro movimento. Da un lato c'è Beppe che è il
megafono e dà la sveglia, dall'altro ci siamo noi che lavoriamo nelle
istituzioni. Il movimento è uno e spero che vada avanti unito anche con
opinioni diverse e ritengo sia doveroso avere un confronto anche su opinioni
diverse». Ma l'assemblea è stata anche un sostanziale ricompattamento del gruppo, dopo che gli altri due consiglieri,
Massimo Bugani e Marco Piazza, la avevano lasciata da sola in consiglio
comunale. I militanti, in compenso, hanno ricoperto di urla ('vergogna,
vergogna'), i giornalisti presenti, accusati di raccontare solo i dissidi
interni al movimento. L'altro 'ribelle' bolognese, il consigliere regionale
Giovanni Favia, non c'era, impegnato nell'assemblea semestrale per il rinnovo
della fiducia a Ferrara. Ma dopo la vicenda del fuorionda con rispettiva
denuncia di mancanza di democrazia dentro il movimento, che ha scatenato le ire
di Grillo, ha lanciato una nuova iniziativa destinata a far discutere: ha infatti chiesto ai militanti,
via Facebook, cosa ne pensassero del fatto di aver chiesto una 'sponda
parlamentare', al deputato Idv Barbato.Non si è fatta attendere la replica del
leader del Movimento 5 Stelle: «I leader del M5S non li decide la stampa. Anzi,
i «pennivendoli» ai quali Beppe Grillo conferma la 'presa' sul Movimento spiegando
che, nonostante le voci fuori dal coro che hanno tanta presa sui media, questo
sembra essere lo spirito del post di oggi, 5 Stelle non è il mitico «asilo
Mariuccia». «I giornalisti insistono con la fiducia a questo o a quell'altro
esponente del M5S data con l'applausometro o con il voto per alzata di mano di
poche decine di persone la cui l'iscrizione al M5S non viene certificata
formalmente», mette i puntini sugli i. «I ragazzi del M5S - ricorda ancora
Grillo - da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la
fiducia va gestita in modo formale». «Non siamo all'asilo Mariuccia, cari
pennivendoli», è il nuovo ruvido appunto di Grillo ai media che riporta un
articolo dello 'statuto' M5S: «R come Remissione del mandato: il consigliere, il
sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi).
Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un'informazione pubblica e
dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a
tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell'intero
corpo elettorale in caso del Parlamento».Anche ieri, Grillo ha guardato con
grande attenzione all'esito
dell'incontro bolognese, in una regione che ormai è un feudo elettorale
del M5s, ma anche il luogo da dove sono partite le principali polemiche interne. E intanto se l'è presa
con il candidato alle primarie Bruno Tabacci, «un uomo così smaccatamente di
destra, centro destra, destra centro,
in Parlamento per quattro legislature, non
poteva che diventare una risorsa per la sinistra. Tabacci è il badante
politico di Pisapippa». Nel suo blog ha montato un filmato in cui compaiono fotomontaggi del candidato alle
primarie del centrosinistra in immaqini
della propaganda sovietica con
l'Internazionale come colonna sonora. E ha commentato anche gli scontri
nelle varie manifestazioni, lanciando un appello ai poliziotti: «Togliti il
casco e abbraccia chi protesta, cammina
al suo fianco». m.d.c.r.p.s.d.
mercoledì 14 novembre 2012
SCIOPERI E CORTEI/SCONTRI IN TUTTA ITALIA GUERRIGLIA
URBANA, FERITI E DECINE DI FERMI TRE ARRESTI, 14 FERMATI. TENSIONE ANCHE A
MILANO: DANNEGGIATE VETRINE BANCHE. A TORINO GRAVE UN POLIZIOTTO
Giornata di scioperi segnata da scontri di piazza in tutta
Italia. A Roma e Torino i più violenti. Feriti agenti delle forze dell'ordine.
Occupate sedi e binari, lancio di uova contro banche. La Cgil, che ha indotto
lo sciopero generale di 4 ore, ha condannato "tutti gli episodi di
violenza che si sono registrati oggi". A Torino tre poliziotti feriti
dagli autonomi, occupato il Palazzo della Provincia. A Roma sassi e bombe carta
dagli studenti contro le forze dell' ordine, cariche e lacrimogeni in risposta:
schierati anche i blindati. Scontri studenti-polizia anche a Milano, dove sono
state prese di mira le banche. A Padova tre agenti feriti da bombecarta. A
Brescia tre giovani arrestati per avere incendiato copertoni, a Bologna blitz
in una sede della Cisl. Ad Ancona e Firenze uova e vernice contro Bankitalia, a
Napoli occupati i binari della stazione. A Genova bloccati il varco per
l'accesso ai traghetti al porto e la sopraelevata. ROMA - Un fitto lancio di
pietre e bottiglie ha preceduto gli scontri tra forze dell'ordine e il corteo
degli studenti sul Lungotevere della capitale. I manifestanti prima di essere
caricati si sono chiusi a "testuggine" con scudi di gommapiuma e
caschi, poi il lancio di oggetti e la carica. Per disperdere il corteo lanciati
anche lacrimogeni. Divelti molti piccoli cassonetti di ghisa usati contro
le forze dell'ordine. Non si è fatta attendere la reazione. Le forze
dell'ordine sono avanzate con alcuni blindati mentre i manifestanti arretravano
verso la Sinagoga. I manifestanti sono stati contenuti dalle forze dell'ordine
anche con i lacrimogeni che però sono stati rilanciati assieme a numerose bombe
carta. Per disperdere il corteo degli studenti sono state usate anche delle
jeep blindate che hanno tentato di aprire la testa del corteo e disperdere
cosi' i manifestanti. Nel corteo erano presenti molte studentesse minorenni,le
piùspaventate. Molte piangono. Ed è stata vera e propria guerriglia tra le
auto. I manifestanti hanno cercato di ritirarsi tra le strade circostanti e
lanciato di tutto: pali segnaletici, bombe carta e bottiglie. Molti gli
automobilisti spaventati.Fischi e contestazioni da parte dello spezzone del
corteo degli studenti universitari al passaggio davanti alla Sinagoga di Roma.
Il Tempio Maggiore era presidiato da alcuni agenti delle forze dell'ordine. Le
contestazioni, accompagnate da inequivocabili gesti, sono partite dalla testa
dello spezzone partito dall'Università La Sapienza. Gli studenti sfilavano
dietro lo striscione: "Siamo l'Europa ribelle. Non vi dobbiamo
niente". L'intenzione dei manifestanti era confluire a piazza della
Repubblica nel corteo dei Cobas, ma hanno affermato anche di essere
intenzionati a raggiungere Montecitorio. "Siamo in 50.000", hanno
detto gli studenti.Dopo gli scontri, almeno una cinquantina di manifestanti
risultano bloccati dalle forze dell'ordine. A decine sono stati perquisiti sul
ponte del controviale nel porto di Riva Grande, dove si sono concluse le scene
di guerriglia. I manifestanti, che sono stati identificati e perquisiti uno ad
uno prima di essere rilasciati, hanno accennato cori come "tutti
liberi". Tra di loro diversi minorenni. Dietro di loro hanno lasciato auto
con specchietti rotti, segnali stradali e cassonetti in ghisa divelti. E una
strada piena di bottiglie, sassi e residui di petardi. Sempre a Roma, tensione
tra forze dell'ordine e militanti di Blocco studentesco: i manifestanti
volevano forzare un cordone di sicurezza a via Ripetta per arrivare a Palazzo
Chigi. Dopo un lancio di sassi contro le forze dell'ordine c'è stata una carica
di alleggerimento. I manifestanti di Blocco studentesco erano circa un
centinaio e si erano radunati a Piazza del Popolo all'altezza di vai di Ripetta
per tentare di raggiungere Palazzo Chigi. Ma hanno trovato un cordone delle
forze dell'ordine a sbarrargli il passo. I manifestanti hanno risposto con un
lancio di oggetti e sassi. Poi la carica di alleggerimento per disperderli.Tre
arresti dopo gli scontri, due eseguiti dalla Digos e uno dai carabinieri. Tra
questi un operaio di 39 anni arrestato dai militari sul Lungotevere dei
Tebaldi: è accusato di resistenza a pubblico ufficiale. I fermati sono per ora
14. Oltre 140 sono stati identificati e 16 feriti tra le forze dell'ordine. Tra
i feriti 10 poliziotti, 5 carabinieri e un funzionario di Polizia."Mi
chiedo cosa altro deve accadere per indurre il Governo e le autorità di
pubblica sicurezza a dare una vera regolamentazione alle manifestazioni nella
Capitale d'Italia. Non si può continuare su questa strada che rischia di
travolgere la vita della nostra città". Così il sindaco di Roma Gianni
Alemanno commenta gli scontri, il blocco del traffico e le scene davanti al
Sinagoga al passaggio del corteo degli studenti.TORINO - Un poliziotto è stato
gravemente ferito dagli autonomi davanti alla sede della Provincia di corso
Inghilterra a Torino. E' stato accerchiato da una ventina di giovani, armati di
bastoni e mazze da baseball, che lo hanno colpito alla testa spaccandogli il
casco e a un braccio. Il poliziotto è stato portato all'ospedale Mauriziano.
Altri due poliziotti risultano feriti.Uova e fumogeni contro la sede
dell'agenzia delle Entrate di Torino. Dopo il blitz alla sede del ministero
dell'Economia e delle finanze, gli studenti si sono infatti spostati nei vicini
uffici dell'agenzia delle Entrate, in corso Bolzano. Sulla facciata è comparsa
la scritta, realizzata con spray rosso, "usurai strozzini".Un gruppo
di oltre cento persone mascherate e armate di bastoni e fumogeni ha fatto
irruzione al piano nobile di Palazzo Cisterna, sede della Provincia di Torino e
ha distrutto alcuni arredi. Gli autonomi hanno occupato per diversi minuti i
balconi che affacciano su via Maria Vittoria e hanno issato la bandiera No Tav
al posto di quella europea. Hanno divelto un cancello e hanno portato via sedie
e mobili, accatastandoli in strada. Alcuni autonomi, uno dei quali stava per
dare fuoco alla bandiera italiana, sono stati fermati dalla polizia.Alcune
decine di manifestanti sono entrate nel cantiere del grattacielo di Intesa
Sanpaolo, compiendo atti di vandalismo: sono state rotte vetrate dei container,
bagni chimici, tirate uova. Le forze dell'ordine hanno allontanato i
manifestanti. La protesta è proseguita sulle strade attorno al cantiere, vicino
alla stazione ferroviaria di Porta Susa, dove sono stati rovesciati alcuni
cassonetti dei rifiuti. Molti manifestanti si sono poi diretti verso il Palazzo
di Giustizia, presidiato da polizia e carabinieri.Due manifestanti sono stati
fermati dalla polizia. Facevano parte del gruppo che hanno abbandonato il corteo
organizzato dai Cobas per introdursi nel cantiere del grattacielo dell'istituto
San Paolo.MILANO - Scontri con le forze dell'ordine, gravi problemi per il
traffico a Milano per le manifestazioni di Cgil, studenti e lavoratori del San
Raffaele. Nel corso del corteo degli studenti danneggiamenti a banche, una sede
Enel e lancio di sassi, bottiglie e fumogeni nella stazione di Porta Genova
dove ci sono stati momenti di caos coi passeggeri coinvolti negli scontri. Una
decina gli agenti contusi. Nessun problema, invece, negli altri due cortei.Uno
dei due tronconi del corteo degli studenti si è scontrato in due occasioni con
un cordone di agenti in tenuta anti sommossa in corso Magenta, a due passi
dalla rappresentanza del Parlamento europeo a Milano. I ragazzi hanno tentato
di sfondare il cordone ma sono stati respinti entrambe le volte dalla polizia.
I ragazzi, schierati in formazione a testuggine con scudi e caschi, hanno
tentato due volte di sfondare il cordone di agenti che ha reagito caricandoli.
Durante i due momenti di confronto dal corteo sono volati, in direzione delle
forze dell'ordine, sassi, sampietrini, fumogeni e grossi petardi. Dopo il
secondo tentativo di superare l'ostacolo che li frappone all'obiettivo, i
ragazzi (principalmente dei collettivi universitari) sono indietreggiati,
proseguendo il lancio di oggetti e petardi in direzione degli agenti.E poi
ancora scontri dopo mezzogiorno tra studenti e forze dell'ordine, questa volta
all'interno della stazione ferroviaria Porta Genova di Milano. I ragazzi, una
volta entrati nella stazione, si sono scontrati con un cordone di carabinieri
in tenuta antisommossa. Fitto il lancio di sampietrini, sassi, bottiglie di
vetro e fumogeni contro le forze dell'ordine nell'androne della stazione.La
protesta degli studenti contro le politiche di austerity si è rivolta anche
contro le vetrine delle banche e in particolare contro quelle del Punto Enel di
via Broletto, nel centro città. Qui, come nella filiale Unicredit poco prima,
le vetrine vengono colpite e mandate parzialmente in frantumi, oltre a subire
la consueta dose di vernice spray.Un ragazzo di 17 anni è stato aggredito a
Milano dai manifestanti pare a scopo di rapina, ed è stato 'salvato'
dall'intervento di 2 passanti, due lavoratori sudamericani. "Abbiamo visto
quel ragazzino venire picchiato con dei pugni da alcuni altri giovani proprio
durante i blitz contro le vetrate del Punto Enel - racconta uno dei due - siamo
riusciti ad evitare che gli portassero via il portafogli e che non ci fossero
conseguenze peggiori, ma poi abbiamo dovuto desistere perché dei manifestanti
hanno cominciato a tirarci contro dei petardi".NAPOLI - I binari della
Stazione centrale di Napoli sono stati occupati dagli studenti delle scuole
medie e superiori che hanno sfilato per le strade della città. I manifestanti
sono entrati nella stazione e si sono sistemati alla testa dei binari. Non ci
sono stati incidenti. Dopo aver liberato i binari, gli studenti si sono poi
allontanati, sempre in corteo, dalla Stazione.BRESCIA - Tre studenti sono stati
arrestati dalla polizia locale questa mattina dopo che avevano incendiato
alcuni copertoni in via Triumplina, a Brescia. Incendio doloso e travisamento
le accuse. In segno di solidarietà, il corteo della manifestazione studentesca
ha deviato il proprio percorso per dirigersi verso il comando di polizia
locale. Successivamente gli studenti hanno raggiunto la stazione ferroviaria di
Brescia, dove per circa mezz'ora hanno occupato alcuni binari. Si sono
registrate alcune cariche da parte della polizia per tentare di allontanarli
dai binari. Il corteo studentesco si è poi diretto verso il centro
cittadino.PADOVA - Tre agenti feriti, un manifestante denunciato, ed un'altra
trentina di dimostranti che saranno deferiti alla magistratura: è il bilancio
degli scontri verificatisi stamane a Padova in occasione della giornata di
sciopero che ha visto sfilare studenti, lavoratori e appartenenti all'area no
global. Diversi i momenti di tensione, con la polizia costretta ad alcune
cariche di alleggerimento per il tentativo di alcune decine di giovani dei
centri sociali di entrare nella stazione ferroviaria. Uno dei tre agenti feriti
è già stato dimesso; gli altri due sono sotto osservazione. Uno di questi ha
riportato ferite ad una gamba provocate dallo scoppio di una bomba-carta.PISA -
Il corteo contro la crisi in corso a Pisa ha raggiunto piazza dei Miracoli e
qui un gruppo di manifestanti ha forzato il blocco della vigilanza riuscendo a
salire sulla Torre pendente da dove ha calato uno striscione con la scritta:
"Rise up. Non paghiamo la vostra crisi". L''occupazione' è finita
dopo circa un'ora.Macerie davanti all'ingresso del palazzo della Provincia
lasciate da un gruppo di studenti medi superiori per denunciare "lo stato
disastroso delle nostre aule e delle nostre scuole". Un gruppo di ragazzi,
circa una decina, si è staccato dal corteo che sta percorrendo le vie del
centro per raggiungere la Provincia e mettere in atto il blitz di protesta. I
giovani hanno acceso fumogeni e scaricato le macerie oltre ad affiggere uno
striscione subito tolto dagli addetti alla vigilanza. L'azione è durata pochi
minuti, seguita a distanza dalle forze dell' ordine, e si è conclusa senza
disordini.FIRENZE - Uova piene di vernice contro la sede di Bankitalia a
Firenze sono state lanciate al passaggio del corteo di Cobas e di studenti
questa mattina. Il corteo ora é arrivato alla sua destinazione finale di piazza
Annigoni e, al momento, non si registrano altre tensioni. Mentre il corteo
sfilava sono stati lanciati anche alcuni petardi. Lasciate poi alcune scritte
sui muri dei palazzi. In uno stabile, vicino a Bankitalia, c'é scritto "No
al Governo delle banche e alle sue politiche", e anche "la cultura
non si vende". Oltre 3.000, secondo gli organizzatori, i manifestanti.
martedì 13 novembre 2012
FRENATA
DELL'INFLAZIONE: A OTTOBRE SI FERMA AL 2,6% AL 4% IL CARRELLO
DELLA SPESA
Inflazione
in netta frenata a ottobre: l’indice nazionale dei prezzi al consumo per
l’intera collettività, comprensivo dei tabacchi, ha registrato una variazione congiunturale nulla e un
aumento tendenziale del 2,6% contro il +3,2% di settembre. Il dato definitivo
comunicato dall’Istat conferma la stima provvisoria.Il rallentamento della
crescita su base annua dei prezzi al consumo, spiega l’istituto di statistica,
coinvolge gran parte delle diverse
tipologie di prodotto, scontando sia effetti di riduzione
congiunturale in diversi comparti dei beni e dei servizi, sia un favorevole
confronto con ottobre 2011, mese caratterizzato da forti rialzi congiunturali
dei prezzi, ai quali aveva in parte contribuito l’aumento dal 20% al 21%
dell’aliquota Iva ordinaria. L’inflazione acquisita per il 2012 si conferma al
3%. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli
alimentari freschi, scende all’1,5% (dall’1,9% di settembre). Al netto dei soli
beni energetici, la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo
rallenta all’1,7% (+2% nel mese precedente). Rispetto a ottobre 2011 il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende
al 3,4%, dal 4,1% del mese precedente, e quello dei prezzi dei
servizi rallenta all’1,7% (era +1,9% a settembre). Di conseguenza, il
differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce di cinque decimi di
punto percentuale rispetto al mese di settembre. I prezzi dei prodotti acquistati
con maggiore frequenza dai consumatori risultano invariati su base mensile e il
tasso di crescita su base annua scende nettamente, passando al 4%, dal 4,7% di
settembre. Analizzando le voci dei prodotti della tavola, emerge il forte rialzo dei vegetali freschi (+2,7%,
+8,3% in termini tendenziali) e del cioccolato (+0,6%, +4,2% su base
annua). Nel capitolo energia invece cala
rispetto a settembre, oltre alla benzina e al diesel, anche il prezzo del
gasolio per riscaldamento (-0,3%), con una decelerazione del
tasso di crescita annuo (9,3%, dal 10,3% di settembre). Quanto al settore
regolamentato, l’Istat fa notare gli aumenti congiunturali dell’energia
elettrica (+1,4%), il cui rialzo tendenziale sale al 15,9% (dal 14,4%), e del
gas naturale (+1,1%), che registra un incremento su base annua del 9,2% (era
+13,2% a settembre). A ottobre si fa
sentire però il caro istruzione, con i prezzi in aumento
dell’1,7% su base mensile e del 3,1% a confronto con lo scorso anno (in
accelerazione rispetto al 2,0% di settembre). L’Istituto di statistica fa
notare il rialzo del 3,8% (sia congiunturale che tendenziale) dell’istruzione
universitaria. Tra l’altro sale anche
il prezzo dei servizi offerti dalle mense scolastiche e di
altri istituti di istruzione (+0,8% su settembre, +2,0% su base annua). In
generale costa di piu’ farsi una cultura anche semplicemente acquistando libri
di narrativa (+3,7% su base mensile, +2,7% a livello tendenziale).
lunedì 12 novembre 2012
NAPOLI: TENSIONE A MANIFESTAZIONE PER VISITA FORNERO LANCIO PIETRE CONTRO FORZE ORDINE. SPARATI LACRIMOGENI
Tensione a Napoli alla manifestazione contro il precariato
in occasione dell'incontro tra i ministri del Lavoro italiano e tedesco. A
Piazzale Tecchio, i manifestanti hanno forzato l'alt di polizia e carabinieri e
lanciato pietre e bottiglie verso le forze dell'ordine che hanno risposto con
lacrimogeni e cariche.Lievemente feriti un ufficiale dei carabinieri e due
poliziotti. Secondo gli organizzatori
del corteo anti precariato sono oltre 20 le persone rimaste ferite negli
scontri nel quartiere napoletano di Fuorigrotta tra forze dell'ordine e
manifestanti. "Hanno lanciato lacrimogeni ad altezza uomo-sostengono -e a
uno studente universitario di 19 anni hanno spaccato tutti i denti". Al
momento i manifestanti si trovano in piazza Sannazaro, controllati dall'alto da
un elicottero della polizia. Il corteo si dirigerà verso la sede
dell'Orientale, nel centro storico di Napoli. "Ho scelto Napoli per dare un
segnale, un messaggio positivo a una città dove il problema del giovani è molto
forte". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero parlando con un
gruppo di studenti dell'Iti Fermi Gadda di Napoli. Fornero, che oggi firma un
accordo con la collega tedesca Ursula Von Der Neyer,ha detto che"bisogna
puntare sull'apprendistato, che vuol dire apprendere perché a volte quando si
esce dalla scuola e si va in una azienda si può avere un momento di
difficoltà".Per il ministro del Lavoro, la sfida, in questa fase storica,
"non si esaurisce nel pur difficile compito di porre in atto tutte le
misure possibili per creare posti di lavoro per i giovani, ma anche - ha detto
Napoli - di offrire loro i mezzi e di creare le opportunità per trovare un
'buon' lavoro". Per Elsa Fornero, "il problema della creazione di
opportunità di lavoro per i giovani non è un problema circoscritto all'Italia,
essendo ampiamente presente e dibattuto nelle sedi europee e
internazionali". Fornero lo ha detto a Napoli nel corso del suo intervento
alla conferenza italo-tedesca sul lavoro. La riforma del mercato del lavoro
approvata ha "tra i suoi obiettivi primari il contrasto alla
disoccupazione dei giovani". Ha riobadito a Napoli Elsa Fornero, la quale
sottolinea che "gli obiettivi delle misure adottate sono quelli di
favorire l'instaurazione di rapporti di lavoro più stabili". "Nello
spirito e nella sostanza della riforma, l'apprendistato, in tutte le sue
tipologie, dovrà rappresentare, da un lato, la tipica modalità di ingresso dei
giovani nel mondo del lavoro, dall'altro, uno strumento importante per lo
sviluppo professionale dei lavoratori", ha detto il
ministro."L'apprendistato - ha spiegato durante la conferenza
italo-tedesca 'Lavorare insieme per promuovere l'occupazione dei giovanì - è
anche il terreno sul quale costruire un'efficace collaborazione tra i diversi
attori istituzionali e sociali del nostro Paese. La sua governance richiama
autorità locali, Regioni in particolare, e parti sociali a compiere tutti gli
sforzi per definire un quadro applicativo completo, omogeneo ed efficiente in
tutte le aree del Paese, orientato a offrire ai giovani concrete opportunità di
lavoro e crescita professionale".
m.c.r.d.p.s.
Iscriviti a:
Post (Atom)