CASA A MONTECARLO, BOSSI: FINI NON LASCIA NEANCHE SE GLI
SPARI IL COMMENTO DEL SENATÙR SUL PRESIDENTE DELLA CAMERA DOPO LA PUBBLICAZIONE
DI NUOVE CARTE SULLA CASA A MONTECARLO
«Quello non si dimette neanche se gli spari, è inutile
parlarne». Così il presidente della Lega Umberto Bossi risponde ai giornalisti
che a Montecitorio gli chiedono se ritiene che il presidente della Camera debba
lasciare la sua carica dopo le ultime rivelazioni di stampa sulla casa a
Montecarlo. Le nuove rivelazioni sono contenute in un'inchiesta che il
settimanale 'Espresso' pubblicherà domani, ma ampiamente anticipata nella
versione on line. L' acquirente formale della casa nel Principato è stato
infatti un tale James Walfenzao. Ora 'l'Espresso' asserisce di aver scoperto
«che questo signore era un fiduciario dello stesso Tulliani: che ha usato i
suoi servizi per aprire proprio una società di compravendite immobiliari a
Saint Lucia, nei Caraibi (17 ottobre 2012)». Con una serie di documenti
inediti, sequestrati al re delle slot machine Francesco Corallo, riapre il
mistero della casa di Montecarlo. Nell' inchiesta si rivela che nel gennaio
2008 Giancarlo Tulliani aprì nel paradiso fiscale di Saint Lucia una società
rimasta finora sconosciuta, la Jayden Holding, che aveva come attività le
compravendite immobiliari. E che, per farlo, si appoggiò a James Walfenzao, lo
stesso fiduciario che figura come rappresentante legale della Printemps, la
società di Saint Lucia che nel luglio 2008 acquistò da An l'appartamento di
Montecarlo. I documenti sono emersi durante la perquisizione effettuata
nell'abitazione romana di Corallo, nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti
concessi dalla Banca Popolare di Milano al proprietario del gruppo Betplus (ex
Atlantis World). Si tratta di una serie di fax inviati durante i primi mesi del
2008 dagli uffici di Corallo allo studio di Montecarlo di Walfenzao, che tra i
suoi molti ruoli ricopre anche quello di rappresentante legale del trust a cui
sono intestate le quote del gruppo Atlantis. Tra il marzo e il giugno del 2008,
Corallo mandò a Walfenzao una copia del passaporto di Giancarlo Tulliani, una
copia di quello della sorella Elisabetta e un modulo per l'apertura di un conto
corrente a Saint Lucia intestato alla Jayden Holding. Nel modulo, l'effettivo titolare
della società viene indicato proprio in Giancarlo Tulliani. La Jayden Holding,
costituita nel mese di gennaio del 2008, aveva come attività la compravendita
di unità immobiliari. Come ha potuto ricostruire »l'Espresso«, la società
offshore di Tulliani è stata chiusa nel maggio 2011 ed era rappresentata da un
legale di nome Cathy Walfenzao, con uffici allo stesso indirizzo di Montecarlo
del più famoso James. Nelle carte sequestrate non ci sono però altri elementi
che permettano di capire quali operazioni immobiliari abbia effettuato nei suoi
tre anni e mezzo di vita la Jayden Holding. La perquisizione che ha portato al
ritrovamento dei documenti è quella di cui si parlò parecchio per l'intervento
del deputato Amedeo Laboccetta, che portò via un computer portatile che venne
restituito ai magistrati solo in seguito, quando i contenuti erano stati
manomessi. Nell'ambito dell'inchiesta sui finanziamenti della Bpm, la procura
ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Corallo, accusato del reato di
corruzione e oggi latitante. m.s.r.c.p.d.