NAPOLITANO: STOP EMENDAMENTI FUORI TEMA
Il presidente del Consiglio, sottolineano fonti governative,
ha apprezzato molto l'intervento del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che
oggi ha inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato invitandoli a 'stoppare'
gli emendamenti non attinenti ai decreti. L'intervento viene considerato un
aiuto prezioso, proprio perchè il premier vuole in ogni modo raggiungere il
risultato: ammodernare il Paese, renderlo più competitivo.Mario Monti questa
mattina ha parlato di due cantieri, liberalizzazioni e mercato del lavoro,
spiegando, dopo aver sottolineato il senso di responsabilità dimostrato dalle
forze politiche, di essere aperto al dialogo in Parlamento ma di volere un
accordo 'alto'. Il premier, durante la conferenza stampa con il primo ministro
spagnolo Mariano Rajoy, si è soffermato a lungo sulla necessità che prevalga
«l'interesse generale» perché «è in gioco il bene del paese». Ma, secondo
quanto viene riferito, sul primo fronte il Professore è 'nettò: «si accettano
solo miglioramenti» al decreto liberalizzazioni, non altre modifiche che
possano peggiorare o stravolgere il testo. Discorso diverso, viene fatto
notare, sul mercato del lavoro: sulla riforma il Professore, secondo quanto si
apprende, è aperto al dialogo, pronto ad ascoltaresuggerimenti.Sulle
liberalizzazioni non c'è alcun arretramento, viene ribadito. Anzi: Monti, viene
fatto ancora osservare, tira dritto. Certo, ha più volte spiegato di
considerare legittime le richieste delle categorie e di valutare positivamente
il lavoro delle forze parlamentari, ma non è intenzionato a cambiare il
provvedimento, se il testo dovesse essere peggiorato. «Si accetteranno solo
miglioramenti», è la posizione di palazzo Chigi che respinge così qualsiasi
'assalto alla diligenzà. Sulla riforma del mercato del lavoro, invece, il
Professore è impegnato a trovare una soluzione condivisa. Per questo in serata
Monti ha ricevuto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Ieri Berlusconi ha
invitato il premier ad andare avanti, ad avere coraggio. Il presidente del
Consiglio sulla riforma del mercato del lavoro ha scelto la strada del
confronto ed intende, viene sottolineato, percorrerla fino in fondo.
LA GIORNATA POLITICA- Oggi il Governo Monti ha incassato sul
decreto Milleproroghe l'ottava fiducia dall'inizio del suo mandato. Le prime
due, quelle programmatiche, le ha ottenute il 17 e il 18 novembre dello scorso
anno segnando (con 281 sì al Senato e 556 alla Camera) il record dei consensi
mai ottenuti prima da un Esecutivo. Ecco il quadro dei voti di fiducia,
compresi i due iniziali, e i relativi risultati:
Senato 17/11/2011 governo 281 sì, 25 no, 1 astenuto.
Camera 18/11/2011 governo 556 sì, 61 no, 0 astenuti.
Camera 16/12/2011 manovra 495 sì, 88 no, 4 astenuti.
Senato 22/12/2011 manovra 257 sì, 41 no, 0 astenuti.
Camera 26/01/2012 Milleproroghe 469 sì, 74 no, 5 astenuti.
Camera 09/02/2012 Svuotacarceri 420 sì, 78 no, 35 astenuti. Senato 15/02/2012
Milleproroghe 255 sì, 34 no, 0 astenuti. Camera 23/02/2012 Milleproroghe 477 sì,
75 no, 7 astenuti. Governo battuto su odg del Pd, Governo battuto in aula alla
Camera su un ordine del giorno al decreto Milleproroghe, presentato da Antonino
Russo del Pd. Il testo, su cui il governo aveva reso parere contrario, è
passato con 257 sì, 213 no e sei astenuti. Pd, Lega e Idv hanno votato a
favore; contro si sono espressi Pdl, Fli e Udc.Dopo essere stato battuto su un
ordine delgiorno presentato dal Pd, il governo è andato sotto alla Camera anche
su un ordine del giorno della Lega, sul quale pure aveva espressoparere
contrario.L'ordine del giorno impegnava ilgoverno a stilare un elencodegli
apparecchi soggetti al pagamento del canone Rai.