giovedì 3 novembre 2011

NAPOLITANO STOPPA IL DECRETO A NATALE LA FINE DEL GOVERNO?

Una giornata di ricognizione che quest’oggi, al termine delle “consultazioni” con le forze politiche di maggioranza e di opposizione, consentirà al presidente della Repubblica di fare il punto su una situazione sempre più drammatica. Dal punto di vista dell’economia ma non solo. Seguendo la strada tracciata dalla nota dell’altro giorno nella quale confermava come un suo «dovere» il «verificare le condizioni per il concretizzarsi di una prospettiva di ampia condivisione» e davanti alla necessità improrogabile di prendere decisioni efficaci per allontanare il paese dal baratro. Il presidente Napolitano ha incontrato gli esponenti del Terzo Polo e del Pd. Il segretario del Pdl, impelagato in una complessa riunione di partito, e gli esponenti della Lega saliranno al Colle quest’oggi. Anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti è stato ricevuto per un colloquio già programmato da tempo in cui si è parlato di legge di stabilità al di là della situazione contingente. Dunque, mentre nei palazzi di governo si cercava di trovare una soluzione presentabile da far portare da Berlusconi al G20 di Cannes, e mentre si cercava, con altrettanta difficoltà, di mettere d’accordo le diverse anime della maggioranza che ormai sono in guerra aperta anche di secessione, il presidente ha continuato nelle sue “ consultazioni”. Con l’intento di comprendere come vogliono procedere le diverse forze politiche, di opposizione, che hanno chiaramente definito i loro paletti, e di maggioranza che sono cosa altra rispetto governo, dato che Berlusconi conferma ad ogni piè sospinto di essere inamovibile mentre nel suo partito c’è chi si dice disponibile al confronto senza ormai negare più la possibilità della fine del governo più o meno verso Natale. Al Quirinale sono anche arrivate le diverse e contrastanti ipotesi su cui il governo stava lavorando per cercare di portare a Cannes qualcosa in più di un pezzo di carta. Maxiemendamento o decreto. La giornata è andata avanti con queste due ipotesi di risposta all’Europa che arrivavano da palazzo Chigi. Ma il decreto che il governo avrebbe voluto proporre conteneva tutta una serie di decisioni che entravano con nettezza su argomenti di troppa importanza per essere decisi in quella forma. Uno per tutti la regolamentazione dei licenziamenti. Impossibile su queste norme trovare la «condivisione» auspicata anche l’altro giorno da Napolitano. La disponibilità possibile delle opposizioni al dialogo sarebbe finita davanti ad un muro invalicabile fatto di decisioni d’imperio prese da un governo sempre più in difficoltà. La situazione è tale che non può essere ancor più pregiudicata da misure che possono solo contribuire a lacerare la situazione Il presidente ha ascoltato. Ha apprezzato la disponibilità dell’opposizione a fare la propria parte pur mantenendo ferma la pregiudiziale su Berlusconi, un macigno sulla strada di qualunque soluzione. I partiti di governo saranno ascoltati oggi mentre il G20, la prova del nove della credibilità dell’Italia in Europa, sarà già iniziato. La necessità delle consultazioni viene dalla volontà di conoscere le possibili risposte a qualunque situazione si possa verificare nell’immediato e nei prossimi giorni. E’ evidente che non può al momento esserci alcuna interpretazione della posizione del presidente. «Nessuno chieda al Capo dello Stato alcun intervento, egli registra i fatti e le decisioni delle forze parlamentari» ha detto Rutelli. «Come ha confermato oggi alla delegazione del Terzo Polo, l’Italia può contare sul suo servizio di garante delle regole della nostra democrazia parlamentare».                                                                             m.c.s.p.
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