lunedì 28 novembre 2011

MARONI: «PD, PDL E UDC LA NUOVA «TRIPLICE», DOPO CGIL, CISL E UIL»

A Pd, Udc e Pdl sono «la nuova triplice» che sostiene la maggioranza. Lo ha detto l'ex ministro leghista dell'Interno Roberto Maroni. «Non siamo più in questa maggioranza - ha detto a margine di un incontro a Varese - di cui il Pdl fa parte assieme al Pd e all'Udc. È la nuova triplice. Non è più Cgil, Cisl e Uil ma Pd, Pdl, Udc». «Noi siamo all'opposizione - ha aggiunto Maroni - Quindi mi sembra difficile pensare che niente sia successo. È successo. E credo sia stato un errore quello del Pdl di aderire a questa maggioranza. Bisognava andare ad elezioni». Secondo l'esponente leghista, «si sarebbero potute fare in poco tempo. La democrazia avrebbe riaffermato i suoi principi, che sono quelli di un governo eletto. Soprattutto nei momenti di difficoltà come questo ci vuole un grande consenso popolare, altrimenti si rischia di andare a sbattere». L'ex ministro ha quindi gelato Silvio Berlusconi, che ieri aveva dato per certa l'alleanza del Pdl con la Lega per le prossime amministrative. «No, non è così - ha detto Maroni - Si deciderà caso per caso. Come abbiamo sempre fatto peraltro. Ma l'alleanza formale è finita con il passaggio della Lega all'opposizione di questo governo». Quindi, ha aggiunto Maroni, «con il Pdl siamo su fronti opposti. Quello che succederà è da vedere, non c'è nessun automatismo, nessun accordo che possa essere salvaguardato rispetto ad alleanze future». Per l'ex ministro dell'Interno il governo Monti è in difficoltà e la Lega tornerà nell'esecutivo dopo le prossime elezioni. «Le difficoltà che il governo Monti ha incontrato e incontra sono evidenti - ha detto Maroni - Doveva essere il governo che faceva tutto subito. A distanza di tre settimane non ha ancora completato la squadra di governo. Mi sembra davvero incredibile». Ai rappresentanti delle istituzioni, presenti alla cerimonia di consegna di un immobile sequestrato alla criminalità organizzata e destinato a una «casa protetta», l'ex capo del Viminale ha detto: «Continuate in questa direzione anche perché questa parentesi dura un anno, un anno e mezzo al massimo, poi torneremo». E ha aggiunto: «Non ho detto che tornerò io come ministro, ho già dato. Ma che torneremo dopo le elezioni».                 c.p.s.m.

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