martedì 20 marzo 2012


SI VOTA IN TUTTA ITALIA E SI VOTA IN TUTTA ITALIA E LA DESTRA ORA HA PAURA...

A Oltre undici milioni di italiani alle urne, tutte le Regioni, tranne il Trentino Alto Adige, interessate al voto alle consultazioni amministrative del 6 e 7 maggio (il ballottaggio è previsto il 20 e 21) per l’elezione del sindaco. Una sfida temuta dal centrodestra, dopo la separazione annunciata, unilateralmente, dalla Lega e leggermente ammorbidita ieri proprio dal Senatur: «Io so fare il mio mestiere - dice Umberto Bossi rivolto ad Angelino Alfano - . Se ci sono le condizioni per la deroga, allora la concederò. Però diciamo che in linea di massima andiamo da soli». Questa circostanza, unita al crollo vertiginoso dell’appeal del Pdl tra gli elettori, potrebbe essere la vera incognita di questa tornata elettorale che arriva con un governo tecnico al timone e il Cavaliere sempre meno in vista sui media. Ma anche per il centrosinistra sarà una prova importante, intanto per cercare di superare quel magro risultato del 2007 quando riuscì ad aggiudicarsi soltanto sette sindaci su ventisei, e per il Pd in particolare, che deve lasciarsi alle spalle le tante spine conficcate nel fianco dalle primarie. le sfide Quattro città capoluogo di Regione (Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo) e 28 Comuni capoluogo di Provincia, la Sicilia al primo posto per numero di amministrazioni interessate, ben 148. Ma è evidente che le partite che avranno risonanza nazionale si giocano proprio nelle quattro grandi città. «Noi siamo ottimisti perché, malgrado le polemiche, a Genova il Pd è riuscito a ricostruire immediatamente l’unità intorno al candidato sindaco, Marco Doria, mentre il centrodestra ha fatto una gran fatica a trovare un nome - dice Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd- mentre a Palermo la situazione è notoriamente più complicata. Ma anche lì siamo stati chiari: il Pd non può non riconoscere il vincitore delle primarie e quindi qualunque decisione deve essere presa d’accordo con Fabrizio Ferrandelli». Malgrado la chiarezza le fibrillazioni restano e la partita, per il centrosinistra, dopo la sconfitta di Rita Borsellino alle primarie per una manciata di voti, ancora non è conclusa. «Oggi occorre chiudere questo capitolo delle primarie e voltare pagina, mettere Palermo in cima alle priorità – dice Borsellino – . Serve una seria presa di responsabilità da parte del centrosinistra per trovare una candidatura forte e unitaria, che sia espressione di vera discontinuità e credibilità sul piano valoriale e programmatico». Immediata al replica di Ferrandelli: «Chiedo la convocazione urgente di un tavolo programmatico e progettuale con tutte le forze del centrosinistra e con tutti i candidati alle primarie. Ribadisco, con molta serenità, il bisogno di sintonizzarsi con la voglia di cambiamento che si respira da mesi in città. Non si può tradire il voto di 30.000 palermitani che il 4 marzo hanno scelto il loro candidato a sindaco. Invito tutti ad abbassare i toni e a fermare questo gioco al massacro che inevitabilmente porta vantaggio ai nostri avversari». Intanto Pdl, Udc e Grande Sud puntano su Massimo Costa, ex presidente del Coni regionale, Fli e Mpa su Alessandro Aricò, attuale coordinatore provinciale palermitano di Futuro e libertà. Altro clima a Genova dove Marco Doria, l’outsider sponsorizzato da Sel che si è aggiudicato le primarie staccando le due candidate Pd, lavora con tutta la coalizione per aggiudicarsi la partita già al primo turno. Avrà come avversari per il Pdl il vicepresidente della Fondazione Carige, Pierluigi Vinai, e per il Terzo Polo Enrico Musso. A L’Aquila il sindaco uscente Massimo Cialente ha stravinto le primarie e raccolto intorno a se una coalizione di centrosinistra senza l’Idv ma con un dialogo aperto con i centristi, il Pdl - dopo aver archiviato le primarie - punta sull’architetto Pierluigi Properzi, mentre a Catanzaro - solida roccaforte del centrodestra - stavolta il centrosinistra potrebbe giocarsi una bella partita con il giovane Salvatore Scalzo, (Pd), dopo che il sindaco Traversa ha mollato la sedia di primo cittadino optando per quella di onorevole a Roma.A La Spezia e Massa Carrara il centrosinistra si presenta con l’Udc, mentre a Belluno senza Sel e a Rieti senza l’Idv ma con l’Udc. Per le prove tecniche di alleanze tra progressisti e moderati, grande attenzione va indirizzata verso città come Parma (dove Vincenzo Bernassoli, Pd, raccoglie intorno al suo nome tutto il centrosinistra classico più alcune liste civiche moderate), Piacenza e Gorizia; ancora da definire i candidati di Trapani e di Agrigento, in Sicilia. Su ventisei comuni capoluogo i candidati del Pd sono 17, uno di Sel a Rieti (Simone Petrangeli), uno della Federazione della sinistra a Cuneo (Luigi Carelli) e due espressione della società civile (a Isernia il candidato è Ugo De vivo mentre a Taranto è Stefano Ippazio). Ma questo sarà anche l’appuntamento elettorale che non vedrà il rinnovo dei nove consigli provinciali in scadenza (come deciso nel decreto Salva Italia) ma sarà segnato dall’applicazione, per la prima volta, delle norme di contenimento delle spese che prevedono il 20% in meno di consiglieri e assessori comunali.                                                   r.d.c.p.s.
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