SI VOTA IN TUTTA ITALIA E SI VOTA IN TUTTA ITALIA E LA
DESTRA ORA HA PAURA...
A Oltre undici milioni di italiani alle urne, tutte le
Regioni, tranne il Trentino Alto Adige, interessate al voto alle consultazioni
amministrative del 6 e 7 maggio (il ballottaggio è previsto il 20 e 21) per
l’elezione del sindaco. Una sfida temuta dal centrodestra, dopo la separazione
annunciata, unilateralmente, dalla Lega e leggermente ammorbidita ieri proprio
dal Senatur: «Io so fare il mio mestiere - dice Umberto Bossi rivolto ad
Angelino Alfano - . Se ci sono le condizioni per la deroga, allora la
concederò. Però diciamo che in linea di massima andiamo da soli». Questa
circostanza, unita al crollo vertiginoso dell’appeal del Pdl tra gli elettori,
potrebbe essere la vera incognita di questa tornata elettorale che arriva con
un governo tecnico al timone e il Cavaliere sempre meno in vista sui media. Ma
anche per il centrosinistra sarà una prova importante, intanto per cercare di
superare quel magro risultato del 2007 quando riuscì ad aggiudicarsi soltanto
sette sindaci su ventisei, e per il Pd in particolare, che deve lasciarsi alle
spalle le tante spine conficcate nel fianco dalle primarie. le sfide Quattro
città capoluogo di Regione (Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo) e 28 Comuni
capoluogo di Provincia, la Sicilia al primo posto per numero di amministrazioni
interessate, ben 148. Ma è evidente che le partite che avranno risonanza
nazionale si giocano proprio nelle quattro grandi città. «Noi siamo ottimisti
perché, malgrado le polemiche, a Genova il Pd è riuscito a ricostruire
immediatamente l’unità intorno al candidato sindaco, Marco Doria, mentre il
centrodestra ha fatto una gran fatica a trovare un nome - dice Davide Zoggia,
responsabile Enti locali del Pd- mentre a Palermo la situazione è notoriamente
più complicata. Ma anche lì siamo stati chiari: il Pd non può non riconoscere
il vincitore delle primarie e quindi qualunque decisione deve essere presa
d’accordo con Fabrizio Ferrandelli». Malgrado la chiarezza le fibrillazioni
restano e la partita, per il centrosinistra, dopo la sconfitta di Rita
Borsellino alle primarie per una manciata di voti, ancora non è conclusa. «Oggi
occorre chiudere questo capitolo delle primarie e voltare pagina, mettere
Palermo in cima alle priorità – dice Borsellino – . Serve una seria presa di
responsabilità da parte del centrosinistra per trovare una candidatura forte e
unitaria, che sia espressione di vera discontinuità e credibilità sul piano
valoriale e programmatico». Immediata al replica di Ferrandelli: «Chiedo la
convocazione urgente di un tavolo programmatico e progettuale con tutte le
forze del centrosinistra e con tutti i candidati alle primarie. Ribadisco, con
molta serenità, il bisogno di sintonizzarsi con la voglia di cambiamento che si
respira da mesi in città. Non si può tradire il voto di 30.000 palermitani che
il 4 marzo hanno scelto il loro candidato a sindaco. Invito tutti ad abbassare
i toni e a fermare questo gioco al massacro che inevitabilmente porta vantaggio
ai nostri avversari». Intanto Pdl, Udc e Grande Sud puntano su Massimo Costa,
ex presidente del Coni regionale, Fli e Mpa su Alessandro Aricò, attuale
coordinatore provinciale palermitano di Futuro e libertà. Altro clima a Genova
dove Marco Doria, l’outsider sponsorizzato da Sel che si è aggiudicato le
primarie staccando le due candidate Pd, lavora con tutta la coalizione per
aggiudicarsi la partita già al primo turno. Avrà come avversari per il Pdl il
vicepresidente della Fondazione Carige, Pierluigi Vinai, e per il Terzo Polo
Enrico Musso. A L’Aquila il sindaco uscente Massimo Cialente ha stravinto le
primarie e raccolto intorno a se una coalizione di centrosinistra senza l’Idv
ma con un dialogo aperto con i centristi, il Pdl - dopo aver archiviato le
primarie - punta sull’architetto Pierluigi Properzi, mentre a Catanzaro -
solida roccaforte del centrodestra - stavolta il centrosinistra potrebbe
giocarsi una bella partita con il giovane Salvatore Scalzo, (Pd), dopo che il
sindaco Traversa ha mollato la sedia di primo cittadino optando per quella di
onorevole a Roma.A La Spezia e Massa Carrara il centrosinistra si presenta con
l’Udc, mentre a Belluno senza Sel e a Rieti senza l’Idv ma con l’Udc. Per le
prove tecniche di alleanze tra progressisti e moderati, grande attenzione va
indirizzata verso città come Parma (dove Vincenzo Bernassoli, Pd, raccoglie
intorno al suo nome tutto il centrosinistra classico più alcune liste civiche
moderate), Piacenza e Gorizia; ancora da definire i candidati di Trapani e di
Agrigento, in Sicilia. Su ventisei comuni capoluogo i candidati del Pd sono 17,
uno di Sel a Rieti (Simone Petrangeli), uno della Federazione della sinistra a
Cuneo (Luigi Carelli) e due espressione della società civile (a Isernia il
candidato è Ugo De vivo mentre a Taranto è Stefano Ippazio). Ma questo sarà
anche l’appuntamento elettorale che non vedrà il rinnovo dei nove consigli
provinciali in scadenza (come deciso nel decreto Salva Italia) ma sarà segnato
dall’applicazione, per la prima volta, delle norme di contenimento delle spese
che prevedono il 20% in meno di consiglieri e assessori comunali. r.d.c.p.s.