martedì 15 febbraio 2011

CAMUSSO: «PER BERLUSCONI È L'INIZIO DELLA FINE»

«Da oggi chiunque voglia dare una prospettiva alla straordinaria energia che ha attraversato le piazze di domenica dovrà far questo: mettere le donne al centro della politica. Più donne nella politica e più politica per le donne. Il punto fondamentale, come sempre, è l’ascolto. La comprensione: quel che è accaduto domenica è un segnale precisissimo e potente, bisogna coglierlo. La reazione patetica del presidente del Consiglio e il silenzio di chi lo circonda mi fa pensare che a destra l’abbiano capito benissimo. Alle opposizioni di centrosinistra la piazza - questa piazza che non è di nessuno - chiede concretezza, risposte chiare, cambiamento. Una bella sfida. Comincerei a pensare a due o tre cose da fare, fossi un leader politico, poche perché se no non sono vere. Da leader sindacale questo intendo fare, di questo abbiamo discusso stamani in segreteria Cgil: mostrare che c’eravamo e abbiamo capito, dare un segno nell’attività quotidiana. Faremo una grande campagna contro le discriminazioni sulla maternità,riprenderemo la legge sulle dimissioni in bianco, metteremo la donna al centro del discorso sul lavoro precario». Susanna Camusso, partiamo dalla piazza. È stata una sorpresa la dimensione del successo? «No, non è stata una sorpresa la quantità di persone. Piuttosto la diffusione, la presenza contemporanea in tutte le piazze d’Italia e in molte nel mondo. È il segno di un sentire diffuso, una novità anche per il movimento delle donne. Una richiesta corale, collettiva che giustamente gli osservatori stranieri interpretano come una grande svolta: la differenza di lettura dei giornali stranieri da quelli italiani, ieri, era impressionante. La trasversalità l’avevamo cercata. Quel che è accaduto è che la trasversalità ha portato in piazza non solo persone che si riconoscono in uno o nell’altro schieramento politico ma moltissima gente che a manifestare in strada non va mai, e che probabilmente si è nel tempo allontanata - delusa - dall’impegno collettivo. È stata la manifestazione meno organizzata che io abbia mai visto, non c’erano autobus né raduni, era una monumentale somma di persone singole. Molte donne mi hanno fermata per dirmi: io lo votavo. Ecco, c’erano tutte: anche quelle che al principio lo hanno votato...».

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