POLEMICHE/ I MODENA A VASCO «MA TU HAI ASSEGNI DA
STACCARE...»
«Capisco Vasco quando mette in guardia dalla solidarietà
pelosa, ma lui può permettersi di staccare assegni di solidarietà corposi. Noi,
i Modena City Ramblers, no, e come noi tanti altri scendiamo in piazza per
cantare, perché questo sappiamo fare e ci viene dal cuore partecipare al coro
per i terremotati, perché questo abbiamo e questo sappiamo offrire». Franco D’
Aniello sta nei Modena dalla fondazione e spiega volentieri cosa ha spinto il suo
gruppo a partecipare al concerto bolognese del 25 giugno. Quindi, non vi siete
sentiti toccati da Vasco quando, declinando l’invito, ha detto che non ama
iniziative di solidarietà che profumano di autopromozione...«Per niente.
Ciascuno riflette dal suo punto di vista». È una polemica antica, questa. Tende
a scoprire, quando esiste, la doppiezza di comportamenti votati all’utile
mentre si vestono di generosità... «È vero. Ma il gioco è scoperto, direi.
Molti degli artisti che si avvicendano sui palchi d’Italia sono ben noti al
pubblico, la gente è in grado di rintracciare coerenza nei loro comportamenti.
Per esempio, se qualcuno accetta la gratuità solidale di tanto in tanto, è un
discorso. Ma se questa è la strada maestra di un impegno continuo, coerente,
appunto, il giudizio non è minato dal sospetto. Prendi Laura Pausini che ha
lasciato in beneficenza l’incasso di tre concerti a Verona: un gesto che non
lascia spazio alla diffidenza». E per quanto riguarda voi? «Da quando siamo
vivi stiamo gratis dove si soffre, lo sai. Abbiamo un ritmo accordato
sull’impegno e sulla testimonianza, senza presunzione. È una specie di
militanza politico-sociale orchestrata su un nostro impulso fondamentale. Il 25
saremo a Bologna, più avanti andremo a San Possidonio, tra i terremotati. Sarà
un concerto a costo zero. Serve, non serve? Ci pare che una serata di musica
possa aiutare il morale di chi sta male... ». È una notizia grande il fatto che
Cisco tornerà a cantare con voi... «Sì, ci siamo sentiti, tutti d’accordo, faremo
un paio di pezzi assieme, ma si tratta di una occasione unica, bellissima ma
unica, non prelude a niente... ». Tu sei emiliano, sai come stanno le cose,
come le vedi? «Gli emiliani è gente che sta in piedi e reagisce. Ma quel che
accade nelle tendopoli e attorno pone problemi nuovi, per niente facili. Si sta
mettendo alla prova la tenuta di una convivenza compressa tra religioni e
culture diverse. Poi, c’è una questione di potere da risolvere: si dovrebbe
mettere in pratica la strategia adottata nel Friuli, quando i soldi furono
gestiti dalle comunità locali e i risultati diedero ragione a questa
ricostruzione “dal basso”. Ma intanto, non c’è fiducia». Nello Stato, vuoi
dire? «Ovvio. Sulla Gazzetta di Modena c’è un video del 2008, è la
registrazione di un dibattito con Giovanardi e l’ex capo dell’Ingv, Boschi.
Quest’ultimo, appoggiando l’ipotesi di creare un deposito di stoccaggio di gas
nella zona, garantisce che mai alla gente di Mirandola sarebbe caduta la casa a
causa di un sisma».
m.c.p.r.d.s.