Di Pietro si sente ormai quotidianamente con i colleghi di Pd e Sinistra e libertà convinto che il berlusconismo sia al capolinea. «La settimana prossima - racconta in una intervista al quotidiano 'La Stampà- ci incontreremo anche per buttare giù la nostra lettera all' Europa». È la mossa del centrosinistra unito. Ma cosa ci sarà in questa missiva dell' opposizione all'Europa di diverso rispetto a quella di Berlusconi? «Garantiremo all' Europa i saldi, ma il modo di trovare i soldi sarà assolutamente differente. Nessuna macelleria sociale. E se qualcuno dice che il programma di Berlusconi è una chimera, io aggiungo: 'per fortuna'». Per il leader dell'Idv certo la soluzione «non è la demonizzazione dell'euro»: «La vera soluzione è nella riconquista della fiducia dei cittadini verso lo Stato e dei partner europei verso l'Italia». Alla domanda «Sicuri di avere la ricetta giusta per questa doppia riconquista?», l'ex magistrato risponde: «Abbiamo dato la nostra disponibilità a farci carico di un governo d'emergenza». E precisa: «Io dico: noi del Patto di Vasto e oltre. Va coinvolto anche il Terzo Polo. D'altra parte vedo che Casini è disponibile anche lui. Ma non è facile accorrere al capezzale di un morituro. E badate che se noi dell' opposizione ragionassimo cinicamente, sarebbe meglio aspettare. Vinceremmo facilmente le elezioni per il plebiscito negativo che seppellirà questo governo». «Siamo pronti a rispondere costruttivamente al monito delle istituzioni europee. Ma la pre-condizione è il cambio di governo» assicura Di Pietro. Ma con quale programma di governo?. «Qui - ammette il leader dell'Idv - ci giochiamo tutta la nostra credibilità perché ci è chiaro che gli italiani non hanno soltanto sfiducia in Berlusconi quanto nell'intero sistema politico». Entrando nel vivo delle proposte di governo per tirare fuori dal guado l'Italia, Di Pietro ha la sua ricetta, che illustra così: «Il nuovo governo dovrà varare un provvedimento urgente contro i costi della politica. Non sarà la soluzione dei nostri problemi economici, ma è difficile chiedere sacrifici se non si dà per primi l'esempio». «E dunque: dimezzamento dei contributi elettorali - è il lungo elenco del leader dell'Idv - riduzione dei parlamentari, abolizione delle province, accorpamento nelle funzioni dei Comuni, accorpamento e scioglimenti di società a capitale pubblico, abolizione dei consigli di amministrazione negli enti locali a beneficio dell'amministratore unico, taglio drastico a comunità montane, consorzi di bonifica e quant'altro... c'è un mare di cose da fare... Taglio alle spese militari, rientro dei soldati dall' estero... Dove mi giro vedo spese da tagliare». Capitolo pensioni, così delicato per l'equilibrio nel centrodestra nei rapporti con la Lega, ma non facile anche per il centrosinistra. Lo affronterà o no l'opposizione, questo nodo? «Non mi sottraggo alla domanda.- risponde Di Pietro - È un Moloch da affrontare. La questione dell'allungamento della vita è un dato di fatto. Ma prima di arrivare a toccare l'età della pensione ci sono altre cose da fare: creare un reato specifico per chi si appropria dei contributi pensionistici; lo sa che mancano 25 miliardi di euro? Sono soldi dei lavoratori». «Fusione tra Inps, Inail e Inpdap - prosegue il leader dell'Idv illustrando le proposte sulla riforma previdenziale -. Separare assistenza da previdenza. Le casse autonome dei professionisti devono camminare con le loro gambe, non attaccandosi alle mammelle dello Stato. E si vedrà che il sistema pensionistico regge. Poi, se proprio ci vuole un contributo straordinario, lo diano quelli che hanno usufruito dello scudo fiscale». «Ma prima di tutto - conclude Di Pietro - bisogna parlare al Paese». La risposta della maggioranza non si è fatta attendere: «L'annuncio dato da Di Pietro è un altro strappo molto grave al rispetto delle regole della democrazia, visto che in Italia non vi sono due governi e vi è anzi un governo e un parlamento pienamente legittimati a regolare e disciplinare il confronto politico». Lo afferma il senatore del pdl e coordinatore del partito, Sandro Bondi. «A questo punto sarà per lo meno curioso vedere che cosa scriveranno i tre esponenti dell'opposizione, in che modo risponderanno alle sollecitazioni che l'Europa rivolge all'Italia affinchè proceda nella realizzazione di riforme strutturali, e infine quale concreto programma emergerà dalla stesura di questa inusuale lettera all'Europa», conclude Bondi. c.p.s.