RIFIUTI, NAPOLITANO AL GOVERNO: IL DECRETO NON BASTA
Napolitano firma il decreto ma lo giudica non risolutivo ed evidenzia i limiti del provvedimento non rispondete alle attese.Incalza il governo sullo scottante dossier rifiuti il capo dello Stato: «Il governo non si fermi qui». Il provvedimento varato non è risolutivo, il governo deve adottare ogni ulteriore necessario intervento.Il capo dello Stato chiede un nuovo intervento del governo per un effettivo superamento dell'emergenza nazionale. «Nel rilevare i limiti di contenuto del provvedimento- si legge in una nota del Quirinale - che nel testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo, il Capo dello Stato auspica che il Governo adotti ogni ulteriore intervento necessario per assicurare l'effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania». Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si è detto «molto soddisfatto delle parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano» che ha definito il decreto rifiuti approvato ieri «non risolutivo» della situazione della città. È quanto si apprende da fonti di Palazzo San Giacomo.Il sindaco anche oggi ha ribadito che il decreto così come è stato approvato è «deludente e pilatesco». Dopo il via libera del decreto bluff con il voto contrario della Lega, ieri è intervenuto il cardinale Sepe. «Delusione e amarezza. Napoli ancora umiliata e tradita nella sua dignità, nelle sue attese e soprattutto nei suoi diritti. Di fronte al dramma che continua a vivere, come pure parte della provincia, ogni parola appare ormai fuori posto. I rifiuti nelle strade sono la tragica eloquenza di una situazione intollerabile non solo da oggi, ma dal momento stesso in cui si è originata». Così in una nota, l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, che invita a dimenticare le polemiche per lavorare insieme più intensamente e liberare la città anche da una cattiva immagine.«Quella che da troppo tempo viene definita emergenza è, in realtà, il segno di una sconfitta senza fine che riguarda tutti - dice - ma che oggi rischia di abbattersi come un colpo mortale su una Napoli già duramente provata su altri versanti. Anche nelle situazioni più difficili, esistono tempi diversi rispetto le varie fasi dell'impegno richiesto a ciascuno. Come pastore, avverto il dovere di sottolineare che questo è il momento della responsabilità comune, del serrare le fila e mettere da parte ogni forma di polemiche che la dolorosa e assurda vicenda rifiuti può originare».«Non si tratta di spargere veli pietosi sul passato, nè di chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità maturate a livello politico e amministrativo, senza neppure escludere manifestazioni di scarsa cura per il bene comune messe in atto a livello individuale - spiega il presule - per non parlare della morsa con la quale la criminalità organizzata tenta di stringere ai suoi criminali interessi anche questa ennesima crisi».Il momento delle analisi e della ricerca delle colpe verrà, ora l'emergenza è «quella di salvare non solo il buon nome della città, ma la città stessa: la salute, il decoro, la dignità della sua gente e, primi fra tutti, dei più deboli. Se la Chiesa avverte ora la necessità di riprendere la parola, lo fa unicamente per segnalare una tale urgenza: si faccia presto! Non si indugi per mettere in atto tutto ciò che occorre per liberare Napoli da una vergogna che rischia di sovrastarla. Nessuna comunità civile può mai meritare ciò che sta sopportando da troppo tempo. Ma basta con misure che non risolvono. Basta con gli attendismi. Basta anche con gli scambi di accuse che servono solo ad allontanare la soluzione. La triste vicenda dei rifiuti è questione morale per tutti. Di fronte a chi continua a rifugiarsi negli egoismi e non riesce a liberarsi da visioni settarie della realtà, non ci può essere risposta. Nessuno può pensare di vivere una vita sana e al riparo da infezioni se nel corpo c'è comunque una patologia. Napoli ha bisogno di guardare avanti e di recuperare una speranza che rischia di restare sepolta sotto i cumuli di rifiuti». c.p.s.m.