martedì 18 settembre 2012

IL SALUTO ROMANO RESTA REATO SE S'INNEGGIA A RAZZISMO O A FASCISMO SENTENZA DELLA CASSAZIONE: CONDANNATO UN 50ENNE CHE DURANTE UNA «PUBBLICA RIUNIONE», AVEVA EFFETTUATO IL SALUTO ROMANO SCANDENDO «SLOGAN INNEGGIANTI AL RAZZISMO E AL REGIME FASCISTA»

 Va condannato chi fa il saluto romano, inneggiando al razzismo e al fascismo. La sesta sezione penale della Cassazione ha per questo confermato la pena inflitta dalla Corte d'appello di Firenze ad un 50enne che, in concorso con altre persone, durante una «pubblica riunione», aveva effettuato il saluto romano scandendo «slogan inneggianti al razzismo e al regime fascista». La Suprema Corte, con la sentenza n.35549 depositata oggi, ha dichiarato inammissibile il ricorso dell'uomo, secondo cui non vi era certezza che il soggetto ritratto nelle foto da cui era scaturita l'indagine fosse proprio lui. Nelle fotografie, infatti, era raffigurato un uomo con il «capo coperto da un cappello, una sciarpa sul volto e un giubbotto imbottito»: il riconoscimento dell'imputato si era basato sulla testimonianza di un poliziotto, che aveva dichiarato di conoscerlo «dal 1990». La Cassazione, confermando la condanna, ha rilevato che «il giudice d'appello ha fondato il proprio convincimento sulla circostanza che gli imputati erano soggetti già noti alle forze di Polizia (in particolare alla Digos e alle Questure della Toscana) per la loro partecipazione ad altre manifestazioni del genere» e che il ricorrente «era pluripregiudicato e, perciò, anche sotto questo profilo, era noto alle forze di Polizia». I giudici del merito, conclude la Suprema Corte, «hanno poi posto in rilievo come l'imputato avesse la parte inferiore del volto (dal naso in giù) coperta da una sciarpa, che non ne impediva il riconoscimento da parte di chi già lo conoscesse».                       m.c.p.s.r.d
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