venerdì 3 giugno 2011

PARTITE TRUCCATE, 4-5 ANCHE DI SERIE A DANIELE DE ROSSI: DEL TUTTO ESTRANE ALTRE PARTITE NEL MIRINO



«Il Milan...Massimo...sta giocando...te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero». Dalle carte dell'inchiesta sul calcioscommesse cominciano a spuntare i nomi di squadre della serie A, anche se, ribadiscono gli inquirenti, al momento non c'è alcuna prova di un loro coinvolgimento nel giro che ha portato all'arresto di 16 persone tra cui Beppe Signori. L'ultima novità è contenta in uno degli atti depositati oggi in procura a Cremona, un'informativa da cui poi è scaturita l'ordinanza del Gip Salvini. Si tratta di due intercettazioni tra Massimo Erodiani e quel Mario Pirani che proprio nel corso dell' interrogatorio di garanzia ha parlato di altre 3 partite truccate e cinque squadre coinvolte, anche di serie A. Le telefonate sono del 28 febbraio 2011, il giorno di Milan-Napoli a San Siro (all'epoca le due squadre sono prima e seconda in classifica), una nel pomeriggio, alle 14.42 e una in serata, alle 21:12 a incontro in corso. Nella prima i due parlano di cosa giocare e ad un certo punto Erodiani dice: «io penso...1 X Milan...vai...io penso 1 X Milan...siamo più al coperto». Più avanti Pirani aggiunge: «Io dico per me Milan-Napoli questa sera è una partita da stare lontano...perchè è da tripla...al Napoli manca Lavezzi, va bè, però...sulla carta c'è l' 1 x, il Milan non può perdere ne ha perse già due con la Roma e con la Juve!». I due discutono cosa giocare. Erodiani: «per me è 1...cioè, manco l'1 x». E Pirani: «per me 1 non è, per me è più x». Erodiani ancora: «Per me è 1...e ti dico che segna pure Ibrahimovic...». I due continuano a discutere e cominciano a parlare di cifre. «Se non lo becchiamo il milan 1 x cosa succede?» chiede Pirani. «Marco...- risponde Erodiani - che hai buttato 10 mila euro al vento». La seconda telefonata avviene durante l'incontro, quasi al termine del primo tempo quando le due squadre sono ancora sullo 0-0. Pirani chiama Erodiani e all'inizio i due parlano della partita Benevento-Cosenza (una di quelle finite nell'inchiesta perchè «aggiustate») sempre del 28 febbraio, con Erodiani che dice «sì sì già sta a posto». Poi il discorso va sul Milan. Erodiani: «ma il Milan come sta a giocà?». Pirani: «Il Milan...Massimo...sta giocando...te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far lo zero a zero» Erodiani: «addirittura» Pirani: «Se gliene fa uno...il Milan gliene fa quattro...il Napoli si difende il Milan attacca ma non...non attacca veramente». Il primo tempo si chiude zero a zero ma nel secondo tempo il Milan segna tre gol e vince la partita. La prima rete la segna proprio Ibrahimovic, al 4/o minuto. Poi arrivano i gol di Boateng e Pato.Sono tre le partite all'esame del pm di Cremona e coinvolgono complessivamente cinque squadre, alcune delle quali di serie A. Questo almeno secondo quanto emerso dall' interrogatorio di Marco Pirani, il medico odontoiatra arrestato, interrogato oggi dal gip di Cremona Guido Salvini. A quanto si è appreso Pirani e l'altro indagato che oggi ha deciso di rispondere alle domande del giudice, Massimo Erodiani, avrebbero parlato, in particolare, del ruolo di Cristiano Doni e Beppe Signori, dando «indicazioni significative». Il medico Marco Pirani, nel suo interrogatorio, avrebbe fatto riferimento ad altre quattro o cinque partite, anche di serie A, oltre alle 18 contestate nell'ordinanza di custodia cautelare. Partite che non risalirebbero solo al campionato scorso. Circostanze, queste, che saranno approfondite martedì prossimo in un interrogatorio davanti al pm Roberto Di Martino. A quanto si è saputo, Pirani avrebbe in qualche modo preso le distanze dagli altri indagati, minimizzando il suo ruoloall'interno della presunta organizzazione. L'IRA DI DE ROSSI «Sono indignato, sono stati fatti dei riferimenti falsi alla mia persona per una vicenda alla quale sono detto tutto estraneo. È mia intenzione sottolineare tutta la mia indignazione per quanto apparso su alcuni organi di stampa e, peraltro, immediatamente smentito da autorevoli fonti giudiziarie, riguardo una vicenda che mi vede del tutto estraneo». Così Daniele De Rossi ha risposto alle voci sul suo presunto coinvolgimento nello scandalo del Calcioscommesse. «Sono stati fatti - ha aggiunto - riferimenti alla mia persona del tutto falsi ed inventati, e per questo tutelerò la mia immagine e la mia onorabilità in sede giudiziaria contro chiunque assocerà il mio nome a questa vicenda». A smentire il coinvolgimento del centrocampista della Roma e della Nazionale anche lo stesso procuratore di Cremona, Roberto Di Martino: «Quella di De Rossi è una sciocchezza - ha detto il magistrato - ho chiesto informazioni ai miei ufficiali di polizia giudiziaria e mi è stato detto che il nome di De Rossi non c'è». La Roma in un comunicato ha annunciato che «supporterà in ogni modo il proprio tesserato nelle sedi competenti, nei confronti di chi ha leso l'immagine e l'onorabilità di Daniele De Rossi ed agirà, conseguenzialmente, anche a tutela della società stessa e dei propri azionisti». In difesa del giocatore è intervenuto anche Giancarlo Abete. «De Rossi è una colonna della Nazionale e sono certo che lo resterà ancora a lungo», ha detto il presidente della Figc, che si è dichiarato «amareggiato», osservando che sul tema delle intercettazioni «la giustizia sportiva non può intervenire, questo è un compito che spetta alla giustizia ordinaria». A De Rossi va anche la solidarierà della politica. Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone ha detto che «il mix di giustizialismo mediatico e sensazionalismo produce anche questo: danni enormi all'onore e alla reputazione perfino di persone che non c'entrano nulla. Occorrerà capire come sia nata questa voce. Ma quel che è più grave è il fatto che nel generico clima antigarantista italiano tutti possano essere tirati in ballo e infilati nel tritacarne mediatico». Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti manda invece un «abbraccio» simbolico suo e della sua amministrazione a De Rossi, definendolo «un ragazzo che merita rispetto e verso il quale sembra esserci in questo periodo un pericoloso e ingiustificato accanimento. Mi auguro che venga fatta al più presto piena luce su questo nuovo scandalo che ha investito il mondo del calcio, senza sconti per i responsabili ma evitando inutili sensazionalismi». Indignazione e rabbia tra i tifosi giallorossi, non tanto per il presunto coinvolgimento del loro vicecapitano nell'inchiesta della Procura di Cremona, quanto per le modalità con cui la notizia è stata divulgata. Su radio e web si è scatenato, per tutta la giornata, un tam-tam di proteste contro la stampa (alcuni quotidiani in particolare) per aver sbattuto senza alcun motivo il 'mostrò in prima pagina. Proteste cresciute nel pomeriggio dopo le dichiarazioni del pm Di Martino e dello stesso De Rossi. GLI INTERROGATORI- Intanto sono partiti questa mattina gli interrogatori di garanzia per alcuni dei giocatori e degli scommettitori finiti in cella per le partite truccate. Davanti al gip del tribunale di Cremona sono comparsi Marco Pirani, Massimo Erodiani e Antonio Bellavista. Pirani è il medico odontoiatra della provincia di Ancona accusato tra l'altro di aver firmato la ricetta usata dal portiere del Benevento Marco Paoloni per acquistare benzodiazepine. Erodiani, pescarese, è titolare di agenzie di scommesse ed è ritenuto tra i promotori dell'organizzazione. Bellavista è l'ex capitano del Bari. Sentito anche lo stesso Paoloni, accusato di aver dato i sonniferi ai compagni di squadra. Pirani, difeso dall'avvocato Alessandro Scaloni, sta rispondendo alle domande del gip. Come farà anche Beppe Signori, il bomber della nazionale finito ai domiciliari, che si presenterà davanti al giudice la settimana prossima. «Qualsiasi cosa deciderà il gip - spiega l'avvocato Silvio Caroli, legale dell'attaccante - anche se non ci sarà la convalida, comunque faremo richiesta al tribunale del riesame perché riteniamo che non ci sono elementi per dimostrare la partecipazione di Signori all'organizzazione di cui parla il pm. Crediamo - aggiunge il legale - che il gip rivaluterà gli indizi e siamo convinti che l'ordinanza non reggerà». Un «secondo livello» che si occupava della serie A, composto da personaggi che ruotano attorno al mondo del calcio ben più famosi e 'pesantì rispetto a quelli finiti in carcere ieri e nel quale non è escluso vi possa essere il coinvolgimento della criminalità organizzata: investigatori ed inquirenti che hanno scoperchiato l'ennesimo scandalo del pallone, hanno ben chiaro dove potrebbe portarli l'indagine sulle scommesse che ha già consentito di appurare quanto i campionati di B e Lega Pro siano stati falsati. Ma al momento non hanno le prove. Bloccato il meccanismo, dunque, l'obiettivo è ora quello di ricostruire con precisione cosa è accaduto in questi sei mesi e, soprattutto, in quelli precedenti la denuncia dell'ad della Cremonese Sandro Turotti, che ha dato il via all'indagine. Perchè, è la convinzione di chi indaga, il sistema era ben collaudato e funzionava da tempo. Ci sono situazioni, scrive non a caso il Gip Guido Salvini nell'ordinanza con cui ha disposto l'arresto per 16 tra calciatori, ex calciatori, titolari di agenzie di scommesse e scommettitori, «che pongono dubbi e implicano verifiche». Vi è, in sostanza, «l'esigenza di ricostruire quali altre partire siano state truccate» da un «meccanismo oliato» alla perfezione.
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