sabato 28 aprile 2012


ROMA,BUS E METRO PIÙ CARI L’ULTIMA STANGATA DI ALEMANNO

La giunta Alemanno le chiama in pompa magna «nuove agevolazioni». In realtà dietro l’uso fantasioso della parola si nasconde l’ennesima stangata per le famiglie a basso reddito della Capitale, per i pensionati, per gli studenti. Dal 5 maggio partiranno le nuove tariffe per il trasporto pubblico locale, lo dice la delibera n.53 del 29 febbraio 2012. In questi giorni stanno arrivando lettere ai residenti che annunciano le novità: il biglietto dell’Atac passerà a un euro e 50 centesimi (il 50% in più) e se già qui l’esborso quotidiano degli utenti è evidente, considerato che con la crisi sono sempre di più i romani che negli ultimi mesi hanno lasciato a casa l’auto preferendo i mezzi pubblici per risparmiare su assicurazione e benzina, è sugli abbonamenti che si rivela la vera politica sulla mobilità del centrodestra capitolino. Incentivare il trasporto pubblico in una città già congestionata dall’inquinamento, aiutando nel contempo le famiglie in crisi? Neanche per idea. Non più abbonamenti mensili ma solo annuali, in pratica gli utenti si troveranno a sborsare in una volta sola quello che era dilazionato in 12 mesi. A prezzo maggiorato. E addio alle agevolazioni per studenti e anziani. Ora fa fede l’Isee, cioè le detrazioni avverranno in base alle fasce di reddito. Ma chi ci guadagna e chi ci perde? Con un Isee superiore ai 20 mila euro non si avrà diritto a nessuna agevolazione, ma se pensiamo che gli indicatori stimano che una famiglia media indica circa 35 mila sul modello, capiamo come intorno ai 20 un nucleo sia già nella fascia “povera”. Dunque, per fare esempi pratici, per una pensionata che prende 800 euro al mese l'abbonamento Atac annuale passerà da 100 euro a 120. Gli anziani con Isee fino a 15mila euro pagheranno 130 euro, tutti gli altri 150 euro. Da pagare in una unica rata. Finora costava per tutti gli over 65 18 euro al mese. «La delibera va ritirata subito, è solo un modo per ripianare i debiti di Atac sulle spalle delle persone a basso reddito - è netta Teti Croci, segretaria generale Spi Cgil - gli sconti sono una finta, ma come fa un pensionato con la minima a farsi un abbonamento annuale, ma poi gli serve? Anche un biglietto da 1,50 euro è uno sforzo. Noi abbiamo chiesto un incontro al Campidoglio ma siamo pronti anche a fare presidi». Altrettanto penalizzati gli studenti e con essi le loro famiglie. Sparito l’abbonamento mensile da 18 euro si ritrovano a pagare un servizio di 12 mesi quando ne usufruiscono per 9. Ed è facile immaginare il dramma che si creerà a settembre quando i genitori con più figli si troveranno ad affrontare oltre alle spese di libri e accessori anche quella di più abbonamenti per bus e metro da centinaia di euro. Insostenibile per gli studenti medi, impensabile per gli universitari a basso reddito. Che a Roma non sono pochi considerato che la capitale ha una popolazione universitaria di 260 mila studenti. LE PROTESTE DEGLI STUDENTI Link, rete che raccoglie gli universitari degli atenei di 14 città, ha già scatenato la protesta con una articolata campagna che rifà il verso a quella dell’Atac (se quella ufficiale è “«Roma viaggia con te», gli studenti hanno ripreso la stessa grafica ma con lo slogan «Roma viaggia senza di noi»), con banchetti in ogni facoltà e con una raccolta firme digitale che in meno di 24 ore ha già raggiunto le mille adesioni. «E’ una beffa. Noi da 4 anni chiediamo che anche i fuorisede devono avere le stesse agevolazioni sui trasporti dei residenti e ora Alemanno le toglie a tutti – dice Diana, coordinatrice Link Roma – la distanza con le altre capitali europee diventa sempre più abissale». Identica la posizione dei Giovani Democratici. E anche in consiglio comunale è guerra. L’opposizione non dimentica gli ultimi scandali che hanno visto l’azienda dei trasporti al centro delle cronache: parenti e amici di sindaco, consiglieri e giunta oltre a elementi dell’estrema destra capitolina assunti a pioggia mentre le finanze dell’Atac andavano allo sfascio per un servizio certo non all’altezza di una capitale europea. «La Giunta non può far pagare ai cittadini le conseguenze di Parentopoli e di anni di gestione fallimentare di Atac», commenta il consigliere provinciale Gianluca Peciola di Sel. E giovedì il Pd dell’Aula Giulio Cesare ha presentato un ordine del giorno per ripristinare i pagamenti mensili. «In un momento di crisi non si può chiedere a pensionati e studenti di pagare quelle cifre - spiega il consigliere del Pd Paolo Masini - è la cartina di tornasole della famosa politica per famiglia di cui si riempie la bocca il Pdl ad ogni udienza papale ma intende tartassare le famiglie più deboli e favorire quelle dei loro amici con posti di lavoro in Atac e Acea».              r.d.c.p.s.m.
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