SPOT DI VESPA DURANTE "CENERENTOLA""CHI PROTEGGE I NOSTRI FIGLI?"DURANTE IL FILM DISNEY IN PRIMA SERATA SU RAI1 IL TRAILER SULLA PUNTATA DI PORTA A PORTA DEDICATA ALLA SCOMPARSA DI ADOLESCENTI. L'OSSERVATORIO SUI DIRITTI DEI MINORI: "INTERRUZIONE NEFASTA, IN POCHI SECONDI HA GENERATO APPRENSIONE IN PICCOLI E ADULTI". IL CONDUTTORE REPLICA: "ALLARME INGIUSTICATO"
ROMA - La scena romantica del ballo di Cenerentola era appena finita quando ieri sera, nel film Cenerentola in onda su Rai1, è comparsa la pubblicità. Aperta da un trailer di Porta a Porta (in onda a seguire) con Bruno Vespa che annunciava il tema della puntata, dedicata alla scomparsa della giovane Yara e alla morte di Sarah Scazzi. Con parole di questo tipo: molte ragazzine si saranno commosse davanti a fiabe come quella di Cenerentola ma poi la loro vita è stata spezzata, come successo nei recenti casi di cronaca. Poi il film è proseguito, lasciando però una forte inquietudine in molti spettatori, tra cui presumibilmente tanti bambini. Il caso è stato stigmatizzato dall'Osservatorio per i diritti dei minori a cui si sono rivolti molti genitori oggi: "L'interruzione di Cenerentola con il trailer di Bruno Vespa sulla puntata di Porta a Porta dedicata alla scomparsa di Yara e Sarah è da considerarsi nefasta", denuncia il presidente dell'associazione Antonio Marziale, consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia. "Allarme ingiustificato", replica il conduttore in una nota."Spot inquietante". "Non è ammissibile - spiega Marziale - che una delle sempre più rare occasioni di intrattenimento dedicate ai bambini e alle famiglie debba essere funestata da uno spot inquietante, intitolato "Chi protegge i nostri figli?", un condensato di pochi secondi ad effetto in grado di generare apprensione tra i minorenni e gli adulti intenti a seguire il capolavoro disneyano". Il presidente dell'Osservatorio continua: "Esistono leggi, per la verità alquanto ambigue, che suggeriscono addirittura il divieto di messa in onda di spot pubblicitari durante i cartoni animati, ma laddove non arriva la legge dovrebbe sopraggiungere il buonsenso, la cui latitanza costituisce un segnale di deriva etica che nuoce gravemente alla salute del servizio pubblico radiotelevisivo". Per Marziale, infine: "Sarebbe indispensabile conoscere dal presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, on. Sergio Zavoli, la differenza che intercorre tra servizio pubblico ed emittenza privata".La replica di Vespa. "Siamo stati sempre molto vicini alle posizioni dell'Osservatorio sui diritti dei minori, ma stavolta riteniamo non giustificato l'allarme del presidente Marziale", dice Bruno Vespa in una nota. "Proprio perché sapevamo di essere ascoltati da un pubblico particolarmente sensibile abbiamo accuratamente evitato ogni riferimento forte alle vicende che hanno coinvolto Yara e Sarah. Il titolo dello spot era: 'Come difendere i nostri figli'. E questo purtroppo è un tema all'ordine del giorno di tutte le famiglie con figli pre-adolescenti e adolescenti che hanno visto abbassarsi in modo inatteso le soglie di sicurezza verso limiti sempre più difficilmente gestibili. Un tema squisitamente da servizio pubblico, sul quale, come accaduto già in passato, saremo lieti di coinvolgere lo stesso presidente Marziale".