giovedì 23 giugno 2011

CITTADINANZA E VOTO AGLI STRANIERI 50MILA FIRME PER LA NUOVA LEGGE



Dietro ai banchi della maturità, in queste ore, sembrano tutti uguali: parlano e scrivono la stessa lingua, hanno studiato Dante e Leopardi, il Risorgimento e il Fascismo. Solo che una parte di quel mezzo milione di ragazzi (che magari hanno studiato l’articolo 3 della Costituzione), nati in Italia come i loro compagni di classe o comunque cresciuti in Italia anche se di genitori stranieri, compiuti i 18 anni, devono ancora conquistare la cosa più importante, per gli altri è scontata dalla nascita: la cittadinanza. Quasi 8 ragazzi su 100 nella scuola italiana - un milione di minori stranieri che stanno crescendo in Italia, mezzo milione che in Italia sono nati -, vivono questa ingiustizia. E certo che l’Italia sono anche loro. «L’Italia sono anch’io», come recita la campagna per i diritti di cittadinanza e il diritto di voto promossa nel 150mo dell’Unità d’Italia da un cartello di associazioni così vasto da ricordare il fronte messo insieme in occasione del referendum per l’acqua. Si va dall’Arci alle Acli, dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione alla Caritas, dal Centro Astalli alla Cgil, dall’editore Carlo Feltrinelli alla Sei Ugl, dal Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani alla Federazione Chiese Evangelinche, dalla Rete delle Seconde generazioni a Libera, alla Tavola per la Pace. E poi il Cnca, il Comitato 1mo Marzo, Emmaus Italia, Fondazione Migrantes,Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Terra del Fuoco. Obiettivo: lanciare, a partire da settembre, una raccolta di firme a sostegno di due proposte di legge di iniziativa popolare. La prima riguarda la cittadinanza e corregge lo «ius sanguinis» con lo «ius soli» per cui «chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente in Italia da un anno è italiano». Mentre possono ottenere la cittadinanza anche i minori che sono andati a scuola in Italia. E gli adulti che siano legalmente soggiornanti da 5 anni (e non da 10). La seconda riguarda il diritto al voto alle amministrative. E di firme ne servono 50mila perché gli stranieri residenti in Italia, che «italiani di fatto» lo sono già, possano essere «italiani di diritto». Lo dicono anche i numeri che le cose così non vanno. In Portogallo ottengono la cittadinanza quasi 6 stranieri ogni 100, in Italia su 4,2 milioni di stranieri solo 1,5 ogni 100. Invertire la rotta è una grande battaglia civile per il 150mo dell’Unità d’Italia.Senza gli stranieri che vi parteciparono, neppure la spedizione dei Mille sarebbe stata la stessa, come ricorda Andrea Camilleri, testimonial della campagna, che invoca un nuovo Risorgimento per l’Italia. Impossibile senza gli stranieri. «Sentirsi cittadini a casa propria è un bene non meno essenziale dell’acqua», ricorda il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, presidente del comitato promotore. In rappresentanza dei sindaci, che hanno un ruolo centrale nella proposta di legge, visto che sono loro e non il Viminale a presentare istanza al presidente della Repubblica per la cittadinanza. «Riforme a costo zero, senta bene Maroni, che creano coesione sociale», avverte il presidente delle Acli, Andrea Olivero. «Basta con la paura, gli immigrati sono una risorsa», ripete Vera Lamonica, della Cgil, che si impegna a portare questa battaglia «nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro».

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