CONTADOR SQUALIFICATO, PERDE VITTORIE A TOUR E GIRO D'ITALIA
di Sergio Conti
Il Tas di Losanna ha sospeso per doping per due anni, con effetto retroattivo, lo spagnolo Alberto Contador. Il campione della Saxo Bank perde così le sue vittorie al Tour de France 2010 e quelle al Giro d'Italia del 2010 e 2011. Il campione era stato trovato positivo al clenbuterolo nel luglio 2010 a un controllo antidoping nel Tour de France del 2010. Potrà tornare a correre ad agosto perché la sospensione ha effetto retroattivo. Per effetto della sentenza del tribunale sportivo lo spagnolo perde anche tutti i titoli conquistati dopo la positività al test: Contador, infatti, aveva continuato a correre in attesa della sentenza. Il ciclista della Saxo-Bank perde il Tour 2010 a beneficio del lussemburghese Andy Schleck, mentre il Giro 2011 passa all'italiano Michele Scarponi. Il Tas si pronuncerà in un secondo momento sulla richiesta dell'Uci di punire Contador con un'ammenda di quasi 2,5 milioni di euro. Lo stop comunque farà saltare allo spagnolo Giro d'Italia, Tour de France e Olimpiadi di Londra. Merckx: vogliono uccidere questo sport «È come se qualcuno volesse uccidere il ciclismo», commenta il cinque volte campione del mondo Eddy Merckx in merito alla squalifica di Contador. Oscar Pereiro, proclamato vincitore del Tour de France 2006 dopo la squalifica per doping dell'americano Floyd Landis, ha definito il verdetto «vergognoso» e sostiene che Contador «è innocente». Michele Scarponi: Prendo atto ma mi spiace .«Con la mia squadra, la Lampre-ISD, prendo atto delle decisioni degli organi preposti a valutare il caso Contador. Dal punto di vista umano mi dispiace molto per Alberto. Per quanto riguarda l' aspetto professionale, questa decisione non cambia il valore dei risultati ottenuti fino a ora e dei miei obiettivi futuri». Così commenta di Michele Scarponi, al quale la squalifica di Contador assegna la Maglia rosa del Giro d'Italia 2011 perché si era classificato secondo. Federciclismo: sentenza su Contador applica regole vigenti «La notizia è amara per tutti gli sportivi, ma evidenzia come il rispetto delle regole oggi è garantito al più alto livello da organi terziari e indipendenti, a prescindere dal nome e dalla fama degli atleti coinvolti». Lo scrive in una nota la Federazione Ciclistica Italiana.