mercoledì 14 marzo 2012

QUANTO CI COSTERÀ LA NUOVA IMU? FORTI AUMENTI RISPETTO ALL'ICI 

Non sarà facile per i sindaci trovare il giusto punto di equilibrio per evitare salassi alle famiglie e garantire entrate sufficienti per l’amministrazione. Senza contare che per i primi cittadini c’è un’altra pesantissima grana: l’Imu degli immobili comunali. A Roma si parla di una spesa di circa 100 milioni. Tornando alle abitazioni, da indiscrezioni che filtrano dal Campidoglio, le prime simulazioni sui possibili effetti nella Capitale non dicono nulla di buono per la maggior parte dei proprietari. Scarica e leggi le analisi d'impatto.I tecnici del Comune hanno preso in considerazione due unità immobiliari tipo: un’abitazione civile (A2), che a Roma rappresenta la tipologia più ricorrente coprendo il 48,68% del patrimonio immobiliare abitativo, e un’abitazione popolare (A4), cioè un immobile di minor pregio, che a Roma rappresenta il 16,68 del totale. In tutti e due i casi si sono ipotizzati 5 vani. Oltre alla tipologia dell’immobile, gli uffici hanno ipotizzato tre diverse collocazioni:zona centrale (dentro le mura Aureliane), zona semicentrale (immediatamente al ridosso delle mura) e infine zona periferica, costituita dall’ edilizia dell’ultimo trentennio. La simulazione ipotizza quattro aliquote: dal 4 per mille (aliquota ordinaria), al 4,6, al 5 ed al 6 per mille. Ebbene: il raffronto con l’ ultimo versamento Ici è preoccupante. Tutti gli immobili mostrano aumenti, salvo quelli periferici, che in alcuni casi riescono addirittura ad azzerare il prelievo grazie alla detrazione di 200 euro prevista per le prime case. Senza contare che i 200 euro possono aumentare di 50 euro per ciascun figlio, fino a un massimo di 400 euro. Il prelievo resta comunque pesante, non tanto per l’aliquota, quanto per il moltiplicatore deciso per gli estimi con cui si definisce il valore base a cui applicare l’aliquota. Con l’Imu il moltiplicatore è 160, rispetto a 100 della vecchia Ici. A mostrare gli aumenti più consistenti sono le case residenziali del centro storico, che con l’aliquota più alta arrivano ad aumentare di oltre 800 euro. In termini percentuali, però, nel centro storico aumentano di più le case popolari: con l’aliquota più alta il prelievo sale del 113,64% (ma «solo» di 357 euro). Sempre considerando un’aliquota al 6 per mille. Con un prelievo al 4,6 gli aumenti per le due tipologie di immobili sono di circa 408 euro per il residenziale e 154 per la casa popolare. Nella zona semicentrale gli aumenti maggiori con l’aliquota più alta arrivano a oltre 600 euro per il residenziale, e 255 per l’abitazione popolare. Con l’aliquota intermedia del 4,6 per mille gli aumenti calano decisamente: circa 290 euro per l’alloggio residenziale e meno di 100 per quello popolare. In periferia la fotografia cambia. In quasi tutti i casi le abitazioni popolari avranno una riduzione del prelievo rispetto alla vecchia Ici. Soltanto con l’aliquota al 6 per mille anche per queste si prevede un incremento, pari a circa il 155%, equivalente a 52 euro. Con la stessa aliquota, l’aumento per un alloggio residenziale sarà di oltre 167 euro. Nel caso di un’aliquota al 4 per mille (la più bassa) anche le residenziali in periferia mostrano una riduzione, anche se è solo una limatura dell’1%. Per la casa popolare in questo caso c’è l’azzeramento del prelievo. Con un’aliquota al 4,6 per mille, invece, la tipologia residenziale aumenta il prelievo rispetto alla vecchia Ici di circa 50 euro, con un aumento del 35%, mentre la popolare scende di 14 euro, cioè del 42,45%.                                          p.r.c.s.d.m.
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