REFERENDUM, ALTA AFFLUENZA: L'11,6% ALLE ORE 12
L’ottimismo e l’indignazione. Raccontano tra i comitati referendari e i partiti d’opposizione che entrambi si sono impennati pressoché nello stesso istante, all’ora di pranzo. Dalle 8 alle 22 e poi dalle 7 alle 15 di domani si votano i referendum su nucleare, acqua, legittimo impedimento. E quando ieri l’annunciatrice delle previsioni meteo del Tg1 se n’è uscita con «un consiglio, meglio organizzare una giornata al mare perché in montagna sarà più facile trovare ancora un po’ di pioggia», l’indignazione di quanti si sono battuti per raggiungere il quorum è salita alle stelle. «Nulla da ridire sulla qualità del tempo di domani,che non dipende certo dal telegiornale pubblico, ma sarebbe forse meglio evitare di consigliare agli italiani di “andare al mare”, o se non altro di farlo dopo avere esercitato il proprio diritto al voto», è sbottato il senatore del Pd Achille Passoni. Magari la poverina l’avrà fatto in buona fede, una battuta così, come le sarà uscita decine di altre volte. E però dopo che Tg1 e Tg2 hanno sbagliato le date del referendum, nel fronte no-nuke, contrario all’acqua ai privati e al legittimo impedimento il sospetto è inevitabilmente venuto. Insieme però a un altro ragionamento: se arrivano a tanto, sicuramente anche i loro sondaggi danno il quorum a portata di mano. Effettivamente, anche nel centrodestra, che da Silvio Berlusconi in giù ha portato avanti una campagna tutta pro-astensionismo, circolano rilevazioni preoccupanti per il governo. L’ultima arrivata al Pd non dava la certezza che andranno a votare i 25 milioni 209 mila 345 elettori necessari per abrogare la legge ad personam e quelle che consentono di privatizzare l’acqua e di costruire in Italia centrali atomiche. Ma al Nazareno sanno che il numero dei votanti, da quando è stato condotto quel sondaggio, può solo aumentare. E una bella spinta, è l’altra parte del ragionamento che fanno in casa Pd, la potrà dare il dato dell’affluenza che verrà comunicato dai Tg di oggi all’ora di pranzo.Non a caso da Bersani a Di Pietro, da Vendola a Casini, tutti i leader dell’opposizione andranno a votare attorno alle 10 di questa mattina, con il segretario del Pd che ha lanciato l’appello a militanti e simpatizzanti del suo partito a fare altrettanto «per incoraggiare al voto anche chi ha titubanze e pigrizie». Se l’affluenza registrata alle 12 di oggi sarà tra il 15 e il 20%, è il ragionamento, scatterà un effetto traino che può essere decisivo per la riuscita dell’impresa (nei referendum falliti negli ultimi 16 anni il dato di tarda mattinata è sempre stato inferiore a quelle percentuali). L’opposizione, sapendo che per raggiungere il quorum è necessario il voto anche di un’ampia fetta di elettorato di centrodestra (alle scorse politiche i voti incassati da Pd, Idv, Udc e sinistra erano attorno ai 17 milioni) in questa campagna referendaria è stata attenta a non politicizzare il voto. Ma è chiaro che conseguenze politiche ci saranno. Berlusconi, che passerà la giornata in Sardegna, ha già fatto sapere che in ogni caso non si farà da parte. Ma nell’opposizione sanno anche che il centrodestra farà di tutto per non incassare un altro colpo, dopo la batosta delle amministrative. E l’invito ad andare al mare potrebbe essere il minimo. Ai comitati referendari e alle sedi dei partiti di centrosinistra sono arrivate nelle ultime ore segnalazioni di elettori alle prese con disagi e difficoltà derivanti dalla scoperta all’ultimo momento che la sezione in cui solitamente hanno votato è stata spostata in una sede diversa, distante anche diversi chilometri. Lo denuncia tra gli altri il consigliere capitolino del Pd Dario Nanni. «Come se non bastasse, alle richieste dei cittadini è stato risposto sommariamente che debbono recarsi prima all'ufficio centrale di piazza Marconi all'Eur per ritirare un cedolino che gli consenta di poter votare nel nuovo seggio», racconta. Un’interrogazione al sindaco Alemanno è già partita. E l’attenzione per casi analoghi è alta in tutta Italia. r.d.c.