Rutelli: il sindaco parla troppo e non risolve nulla
ROMA- Il sindaco di Roma Gianni Alemanno chiede lo stato di calamità naturale per il violento nubifragio che si è abbattuto sulla Capitale. Una richiesta «più che supportata» anche secondo la presidente della Regione Lazio Renata Polverini che resta in attesa del conto dei danni per presentarla alla Presidenza del Consiglio. La polemica intanto resta alta dopo la paralisi della città. I tempi per la richiesta di Calamità naturale «sono legati alla definizione dei danni provocati dal nubifragio, che ancora non sono stati quantificati: quando i danni superano un certo livello, ci sono le condizioni per la Calamità naturale», ha detto oggi il sindaco. «I nostri centralini stanno ancora ricevendo chiamate e segnalazioni», ha aggiunto motivando l'assenza, al momento, di un bilancio definitivo sui danni provocati dal maltempo ieri che la Cna ha stimato in milioni di euro. «I poteri di provocare un nubifragio ancora non gli ho. Le parole di che me ne da la colpa si commentano da sole», ha poi aggiunto il sindaco, rispondendo a chi gli chiedeva delle accuse delle opposizioni dopo la paralisi della città. «L'allerta meteo parlava solo di temporali e non di piogge torrenziali come quelle di questa mattina - ha sostenuto ieri Alemanno -. E l'intensità è stata imprevista». Dalla Protezione Civile replicano: la perturbazione era stata «già annunciata nell'avviso di condizioni meteorologiche avverse diramato nella giornata di ieri». L'avviso di allerta meteo diramato ieri dalla Protezione civile, si fa notare, però non parlava di nubifragio, ma solo di forti temporali: «Dalle primo ore di domani e per le successive 24-36 ore, si prevedono: precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale localmente di forte intensità, su Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Campania e Lazio», si legge. Ma la polemica viaggia sulle quantità. «Le previsioni sono state stravolte dall'emergenza - afferma Alemanno -. Il riconoscimento dello stato di calamità naturale varrà come giustificazione per tutti i cittadini che non sono riusciti a raggiungere il posto di lavoro per l'interruzione dei servizi pubblici locali». «Quando c'è un nubifragio significa che la pioggia supera le medie stagionali e le fogne, per quanto possano essere mantenute, risultano insufficienti - ha spiegato Alemanno -. Per evitarlo bisognerebbe fare fogne di dimensioni enormi, a prescindere, con costi inarrivabili per la città». L'opposizione intanto va all'attacco. In Campidoglio, in apertura di seduta dell'Assemblea capitolina, le opposizioni hanno protestato aprendo gli ombrelli contro «l'indifferenza del sindaco e della Giunta per i gravi disagi patiti dai cittadini e per la mancata manutenzione preventiva». «Il bilancio drammatico del nubifragio di questa mattina a Roma esige un momento della verità. Il sindaco Alemanno parla troppo ma non risolve nulla». Lo ha detto il leader dell'Api, Francesco Rutelli, e sfidante sconfitto di Alemanno alle ultime elezioni. L'ex sindaco di Roma considera quanto accaduto «una pagina indelebile, non solo per il bilancio tragico delle vite umane perdute e per gli enormi danni alla città, ma perché è la prova di una disorganizzazione disastrosa». «Il giorno dopo il nubifragio, Alemanno chiede lo stato di calamità per pagare i danni e si sforza di liberarsi da ogni responsabilità. Ma la vera calamità naturale è proprio Alemanno. Non sapeva, anche se la protezione civile lo aveva avvertito, non poteva farci niente, anche se da tempo è scattato l'allarme sullo scarso funzionamento degli impianti fognari». Lo dichiara in una nota il segretario regionale dell'Italia dei Valori, Vincenzo Maruccio. «Niente di sorprendente, visto che da quando è stato eletto, Alemanno non governa la città ma al massimo la utilizza per il suo tornaconto politico. Quello che sorprende, semmai, è che Alemanno non abbia speso una parola per evocare interventi strutturali che facciano in modo che, al prossimo temporale, Roma non si ritrovi nella stessa emergenza. O anche peggio, tenendo conto dell'ulteriore colata di cemento che sta per scendere sulla città, per effetto del piano casa». «Oggi, il giorno dopo l'emergenza a Roma, appaiono chiare, anche alla luce della lettura del Dispaccio della Protezione Civile diffuso qualche giorno fa e colpevolmente ignorato, quali siano le responsabilità del Comune di Roma e delle altre istituzioni come la Regione, nella tragedia che ha visto la morte per annegamento di Sarang Perera che viveva all'Infernetto in uno scantinato». Lo dichiara il Angelo Bonelli, presidente nazionale e capogruppo in Regione dei Verdi, che annuncia un esposto alla procura di Roma per disastro colposo. «Roma - prosegue - è una città abbandonata a se stessa, nella quale i cittadini devono fare manutenzione fognaria fai da te e sono incredibili le parole del sindaco Alemanno che nella giornata di ieri affermava di non essere stato avvertito quando in realtà la Protezione Civile aveva inviato una nota dettagliata ed estremamente circostanziata». Secondo Bonelli la responsabilità delle istituzioni non è solo quella di aver ignorato l'allarme ma «attiene anche alla pianificazione urbanistica. È noto da anni, infatti, che la zona di Acilia, CasalPalocco e dell'Infernetto ha delle grandi criticità dal punto di vista idrogeologico poiché è al di sotto del livello del mare ed è su un terreno alluvionale impermeabile all'acqua . Nonostante ciò, mentre oggi tutti fanno mea culpa per l'accaduto, da domani sono pronti a rimettere in moto le betoniere, anche grazie allo scriteriato Piano Casa varato dal Centrodestra regionale. È prevista in quella zona, infatti, un'edificazione folle - conclude - da ben due milioni di metri cubi che renderà, alle prime piogge, quel territorio una vera e propria trappola per chi ci vive». p.c.s.