mercoledì 6 luglio 2011

DELIBERA AMMAZZA-WEB: AGCOM FA PASSO INDIETRO


L'Agcom ha approvato con sette voti a favore un astenuto e un voto contrario lo schema di regolamento sul diritto d'autore che nell'attesa dei giorni scorsi aveva scatenato la protesta della rete, e che viene posto ora ad una consultazione pubblica di 60 giorni. Lo schema prevede che per la rimozione dei contenuti coperti da copyright, «la procedura dinanzi all'Autorità è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria e si blocca in caso di ricorso al giudice di una delle parti».La procedura, inoltre «non prevede alcuna misura di inibizione dell'accesso ai siti internet».«Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell'Autorità e sul rapporto tra l'intervento amministrativo e i preminenti poteri dell'Autorità giudiziaria». Questo il commento del presidente dell'Agcom Corrado Calabrò, dopo l'approvazione da parte dell'Autorità dello schema di delibera sul diritto d'autore. «L'articolato verrà ora sottoposto a una nuova consultazione pubblica che prevede un ampio termine per far pervenire osservazioni e suggerimenti - ha aggiunto il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò dopo l'approvazione da dello schema di delibera sul diritto d'autore -. È nostra intenzione stimolare un dibattito approfondito e aperto a tutti i contributi e a tutte le voci della società civile, del mondo web e di quello produttivo, della cultura e del lavoro. In questo spirito ho anche dato la mia disponibilità a un'audizione presso le competenti Commissioni parlamentari sullo schema di regolamento qualora il Parlamento lo ritenga opportuno». LE REAZIONI «Aspettiamo di conoscere il testo definitivo per un giudizio più compiuto. Se è vero che è stata attenuata la sovrapposizione con il potere giudiziario, rimangono comunque enormi perplessità». Lo afferma il senatore Vincenzo Vita, vicepresidente Pd della commissione Cultura. «Con il solo voto contrario di Nicola D'Angelo e l'astensione di Michele Lauria - prosegue Vita -, l'Agcom ha approvato lo schema di regolamento sul diritto d'autore. Qualche modifica c'è stata, parrebbe. Per rimuovere i contenuti verrebbero fatti alcuni 'warning'. Il periodo del contraddittorio passa a 10 giorni, anzichè i 5 previsti. Poi, però, incombe il rischio censura». «E rimane intatto l'abnorme problema delle competenze, profilandosi un vero e proprio conflitto di attribuzione - aggiunge Vita - Chi di noi lavorò sulla legge 249 del 1997, istitutiva dell'Autorità, sa bene che sul tema dei diritti un organismo di alta amministrazione ha dei limiti intrinseci, se manca una legge primaria». «Abbiamo chiesto - conclude il senatore - di poter ascoltare in Parlamento Corrado Calabrò per spiegare alle Camere quali sono le intenzioni reali alla fine della consultazione. Comunque, oggi è un brutto giorno per la libertà della Rete. E a quest'ultima ora - e al Parlamento - che deve passare la parola». Non conosciamo il testo integrale della decisione dell' Agcom ma solo un comunicato che la riassume. A me sembra un'operazione di maquillage che non cambia la sostanza delle cose. È stato fatto qualche piccolo aggiustamento ma rimane, in capo all'Autorità, un potere di rimozione dai siti web dei contenuti, sulla base di valutazioni fortemente discrezionali, con pesantissime sanzioni che possono arrivare fino a 250 mila euro».È quanto afferma in una nota il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, che aggiunge: «Resto convinto che, quando si incide su diritti riconosciuti e tutelati dalla Carta Costituzionale, è bene che gli interventi a difesa del diritto d'autore siano nelle mani dell'autorità giudiziaria che, per indipendenza e autonomia, può offrire ai cittadini un quadro forte di garanzia». «È bene che la parola su questa materia torni al Parlamento - conclude Di Pietro - infatti, una consultazione di 60 giorni, fatta durante il periodo estivo, non può certo essere sostitutiva del ruolo e della funzione delle Camere».                                                                     c.p.s.m.


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