giovedì 17 novembre 2011

RIBELLI PDL NON VOGLIONO VOTARE: SPUNTA L'IPOTESI GOVERNO OMBRA


La cerimonia della campanella, l’addio al mai amato (se non simbolicamente) Palazzo Chigi sulle note di una sirena - annota irrispettosa l’Agi - «smosciata in rantolo dopo il primo baldanzoso ululato». E dalla folla una manina accompagna un «ciao Silvio!» che non sembra detto con nostalgia. Berlusconi ha passato le consegne al suo successore Mario Monti. E nei resoconti ufficiali sulla solennità dell’occasione prevaleva la mestizia. In sintonia, è l’opinione di chi ci ha parlato, con l’umore dell’ormai ex premier. Auguri e in bocca al lupo tra l’imprenditore e il professore. Idem tra i rispettivi numeri due, Letta e Catricalà. Il Pdl con il suo leader sta alla finestra. Da Cicchitto ad Alemanno ripetono tutti che «il livello è molto alto». Poi bisognerà vedere il programma, i singoli provvedimenti, l’accoglienza dei mercati. Lo spread è l’ultimo totem. Ma per ora Berlusconi da via libera: «Con Monti siamo in buone mani. Giudizio positivo, pronti a collaborare anche se valuteremo caso per caso». Non basta una cabina di regia: serve un vero e proprio “governo ombra” anche se la parola fa troppo teatrino politico e non gli piace. Il punto è che il Pdl è appena risalito nei sondaggi: «Non dobbiamo mollare adesso. Farò l’imprenditore del partito». La road map prevede vertici in abbondanza per confortare chi vuole sedi di discussione; i congressi; tesseramento per «raddoppiare il milione di iscritti». Infine la grande manifestazione di piazza che l’ex premier vuole a tutti i costi. Ma stanno i suoi cercando in tutti i modi di fargli cambiare idea. Il tutto, naturalmente, se il Pdl non esplode. Per quanto «distante» dagli ultimi sviluppi, il Cavaliere non resterà senza cose da fare. Ieri mattina vertice a Palazzo Grazioli, in serata ufficio di presidenza del partito. E oggi incontrerà i gruppi parlamentari convocati d’urgenza per recuperare maldipancia e sedare malumori. Molti, infatti, i deputati che lamentano di venire informati degli affari del partito dai giornalisti. Il timore è quello di una fronda sul voto di fiducia a Monti: da Martino a Rotondi, dagli ex An che fanno capo a Matteoli ai forzasudisti di Micciché. Magari non voti contrari ma assenze mirate. I due ex ministri Martino e Rotondi hanno già annunciato scranni vuoti. Al punto che Alfano ha lanciato un appello all’unità interna: «Non è il momento di creare gruppetti, siamo un partito, no alla balcanizzazione e a gruppetti di astensioni. Altrimenti sarebbe difficile ritrovare l’unità». Lo spettro vero che turba Via dell’umiltà è che la “frondina” sia il preludio a una o più scissioni. «Nei prossimi giorni ne vedremo delle belle - pronostica un senatore - A Palazzo Madama non ci saranno dissensi sul voto ma nasceranno nuovi gruppi». Proprio quello che Berlusconi e i suoi vogliono impedire. Al vertice hanno partecipato il delfino Alfano, i capigruppo, gli ex ministri Frattini e Matteoli, i triumviri La Russa e Bondi, e il vicepresidente della Camera Lupi. Sul tavolo criteri e limiti di appoggo al tecno-governo ma anche, appunto, la situazione (e ricostruzione del partito). Prima spina: l’iperattivismo di La Russa che, fallito il pressing per restare in forze all’esecutivo Monti, è tornato all’attacco per fare il capogruppo. Ma nessuno, in questo momento, è disposto a mettere mano agli assetti “gratis”, anche se la gestione Cicchitto è da tempo bersaglio di critiche. Del resto, i problemi da affrontare non mancano. I calcoli mostrano che l’addio al governo riporterà in Parlamento una 40ina di onorevoli vip. Affamati di spazio: pare che le richieste totali arrivino a 51 stanze. Disponibili sull’unghia, non ci sono. E nessuno vuole finire relegato a Palazzo Marini considerato il cimitero degli elefanti. Nel governo ombra dovrebbero entrare quasi tutti i ministri uscenti, più Lupi (che avrebbe dovuto essere la testa d’ariete dell’assalto, rientrato, allo scranno di Fini). Ottimo sistema anche per tenere dentro Matteoli e La Russa. Il problema è uno: dove collocarli tutti?                                                                             m.c.p.s.
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