lunedì 5 settembre 2011

CAMUSSO: VIOLATA COSTITUZIONE LO SCIOPERO E’ NECESSARIO



«Il governo sta violando la Costituzione». Susanna Camusso arriva alla Festa del Pd in corso a Pesaro poche ore dopo che a Roma è stato approvato un emendamento della maggioranza che introduce deroghe aziendali a leggi e contratti nazionali anche sul licenziamento. Per il segretario della Cgil si tratta di modifiche che «indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama». Il tono è pacato ma i giudizi che dà del governo sono molto duri, soprattutto sul ministro del Lavoro Sacconi, che «ha come unico scopo la vendetta contro i lavoratori e i loro diritti». Prima di salire sul palco principale della Festa per un faccia a faccia col senatore del Pd Franco Marini, Camusso viene circondata da una piccola folla che la applaude e la incoraggia ad andare avanti, a non ascoltare chi dà alla Cgil la responsabilità della divisione del fron te sindacale. Raccomandazione vana, lei sorride, finalmente, perchè da quando è arrivata a Pesaro ha una faccia scura che mal si concilia con la maglietta della Cgil rosso acceso che indossa. «Di minuto in minuto le ragioni dello sciopero generale della Cgil crescono», dice. La giornata di lotta di domani è stata criticata da più parti, da governo e Cisl e Uil ma non solo per i tempi, per i modi. «Il tratto della manovra economica è di profonda iniquità sociale. Si continuano a far pagare i soliti noti, non si chiede un contributo a chi ha di più. Non c' è attenzione al lavoro, non c'è nulla per la crescita e quindi la disoccupazione continuerà ad aumentare. Cosa dobbiamo aspettare ancora?». E’ ora di salire sul palco, ma continua. «Il governo, sconfitto sulle pensioni, vuole ora distruggere l'autonomia e l'autorevolezza del sin- dacato e, così come per le pensioni, i segretari di Cisl e Uil non si accorgo- no di quello che sta succedendo e parlano d'altro» Ragionamenti che ribadisce dal palco della Festa Pd, accusando il governo di avere come obiettivo quello di «dividere i sindacati e isolare completamente la Cgil» e non accettando di vedere addossata a Corso Italia la responsabilità di aver diviso il fronte sindacale (ieri è anche il segretario Cisl Raffaele Bonanni a dire che «Camusso fa il doppio del governo per dividere il sindacato»). Lo dice anche a Franco Marini, con il quale trova un punto d'intesa soprattutto sulla necessità di eliminare l'articolo 8 della manovra. Il senatore del Pd , distinguendosi in questo dalla Cisl che chiede soltanto di modificare quell'articolo, dice chiaro e tondo che «va stralciato». Poi però Marini aggiunge che «il governo avrebbe sofferto di più una grande manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil», che la scelta dello giornata di lotta di domani è stata “precipitosa” e forse si poteva fare di più per cercare una convergenza (Lama, per l'ex segretario della Cisl, avrebbe fatto di più) e soprattutto che un minuto dopo lo sciopero i sindacati dovranno lavorare per ricucire. La replica di Camusso fa scattare un primo lungo applauso: «E’ chiaro che un sindacato diviso è più debole e tutto ciò che posso fare per restituire unità lo farò, ma stando a fianco dei lavoratori». Ancora applausi quando si domanda retoricamente «che senso ha fare sindacato se non si scende in piazza, se non si cerca di cambiare i provvedimenti che vanno contro i lavoratori» e che «tutti devono avere rapporti trasparenti col governo». Un riferimento agli incontri individuali avuti da Sacconi con gli altri leader sindacali. Marini dice che sono stati smentiti, facendo rumoreggiare la platea. «Li ha confermati Angeletti», fa notare Camus- so. «E comunque se si vuole ricostruire tutti i firmatari dell'accordo del 28 giugno dicano che non applicheranno l'articolo 8 della manovra, non si possono tenere i piedi in due scarpe». E ancora una volta la platea dimostra con un lungo applauso di condividere. c.p.s.m.