mercoledì 6 gennaio 2010

BERLUSCONI ANNUNCIA:«RIFORMEREMO IL FISCO»DOPO TRE ORE SMENTISCE

«Il proposito di Berlusconi di ridurre le tasse nel 2010 ha avuto vita decisamente breve: circa tre ore. Dopo aver annunciato, nel primo pomeriggio, che il 2010 sarebbe stato l'anno della riforma fiscale, già all'imbrunire, per bocca del portavoce Bonaiuti, il premier ha fatto una precipitosa retromarcia». Lo dichiara Marco Meloni, della segreteria del Partito Democratico, responsabile Riforma dello Stato. «Tra l'annuncio e la smentita - continua Meloni - Berlusconi deve aver probabilmente sentito il ministro Tremonti, che più volte si era detto contrario all'ipotesi, senza riuscire a convincerlo». «Assodato che nel 2010 il governo non ridurrà le tasse - conclude il componente della segreteria del Pd - ci auguriamo almeno che, al contrario di quanto fatto nell'ultimo anno, l'esecutivo non le aumenti ulteriormente». Non solo il varo del pacchetto giustizia, che è una priorità, ma anche riforme istituzionali, della scuola e una "riforma del fisco" aveva detto il premier all'inizio del pomeriggio. Sono i propositi enunciati da Silvio Berlusconi nel corso di un collegamento telefonico con alcuni europarlamentari riuniti dal capo delegazione Mario Mauro poco fuori Torino, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti. Secondo quanto riferito da chi ha ascoltato la telefonata, Berlusconi ha parlato degli impegni relativi all'anno appena iniziato, citando fra le altre cose la riforma fiscale. Secondo alcuni, il premier avrebbe detto che l'obiettivo è quello di far pagare meno tasse ai cittadini. Secondo altri, invece, si sarebbe limitato a citare una generica "riforma del fisco", senza aggiungere se per abbassare le imposte o per razionalizzare le norme in vigore. Appare certo invece, almeno stando alle ricostruzioni fornite, che il premier ha molto insistito sulla riforma della giustizia: è la prima cosa da fare, è stato il suo ragionamento. Il premier ha citato anche le riforme istituzionali, sottolineando l'esigenza di procedere in questa direzione, così come la riforma della scuola. A questo proposito, Berlusconi ha affrontato anche il tema del dialogo. In primo luogo ha sottolineato la necessità che tutti i parlamentari e gli eurodeputati si impegnino perché il 2010 sarà un anno denso di appuntamenti, anche se , ha aggiunto, non particolarmente difficile. Quindi, il presidente del Consiglio ha proseguito con un ragionamento che è stato così riassunto: noi siamo contro l'odio, tutti voi dovete essere in prima fila, lavorare e impegnarvi; faremo le riforme con gli altri se ci stanno, ma se, come è possibile, non ci dovessero stare dovremo farle da soli. Il Cavaliere ha detto di chiamare dalla casa della figlia Marina. In effetti, a quanto si apprende, il presidente del Consiglio è volato in Provenza, facendo scalo a Nizza, per tornare nel primo pomeriggio ad Arcore. Berlusconi ha poi rassicurato sul proprio stato di salute dicendo di stare molto bene, di lavorare già parecchio ed ha confermato che il rientro a Roma avverrà nei prossimi giorni. Gli eurodeputati erano riuniti a casa del parlamentare europeo Vito Bonsignore, a la Mandria, un parco alle porte di Torino.«Ecco la prova del nove delle ragioni per cui Berlusconi vuole fare le riforme. Il Presidente del Consiglio sostiene di voler riformare innanzi tutto la giustizia per poi intervenire sulla scuola e sul fisco. In un paese normale e in un momento di profonda crisi economica come quella che sta attraversando l'Italia, le priorità dovrebbero essere invertite». È quanto sostiene il leader dell'Italia dei Vaori Antonio Di Pietro. «Prima si dovrebbe intervenire su fisco, lavoro e scuola - sottolinea - e poi sulla giustizia. In realtà a Berlusconi non interessa il bene della collettività ma solo la sua impunità. Spero che lo capisca anche quella parte dell'opposizione che si dice pronta a sedersi al tavolo del dialogo».
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