sabato 20 ottobre 2012


FINI/ LA CRISI IN FAMIGLIA IPOTECA IL SUO FUTURO IN POLITICA 

Si sente intimamente «raggirato». Ma, come politico, Gianfranco Fini ha passato la giornata in tour politico in Sicilia, ripetendo le sue proposte e le sue convinzioni e sforzandosi di dirsi di nuovo «sereno» - dopo ore passate in uno stato equivalente a quello di una «coltellata allo stomaco». Un ritorno in campo, come a dimostrare coi fatti ciò che aveva scritto nella nota diramata il giorno prima: «Continuerò il mio impegno politico a testa alta». Il tutto, in completa scissione con le ultime rivelazioni dell’Espresso sull’affaire della casa di Montecarlo - carte che chiamano in campo Elisabetta Tulliani negli affari del fratello Giancarlo, oltreché dimostrare una connessione diretta tra lui e James Walfenzao, il fiduciario della Printemps che acquistò da An il famoso appartamento lasciato in eredità dalla contessa Colleoni - e con le ripercussioni difficili, per non dire drammatiche, che pure hanno sulla sua vita familiare (piatti tirati, per dire). Separare il pu bblico dal privato è la strategia messa in campo (per ora) dal presidente della Camera. Che derubrica a «normali comportamenti da campagna elettorale» gli attacchi che sono provenuti ieri dal Pdl, e anzitutto da Fabrizio Cicchitto, il capogruppo a Montecitorio che lo ha invitato a «non arroccarsi e compiere un gesto di responsabilità», verso una «Camera dei deputati coinvolta in una situazione incresciosa e negativa». Conferma, infatti, Fini, di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Non solo perché ritiene irrilevanti e sostanzialmente già note le circostanze raccontate dall’Espresso. Anche perché, fanno notare, lasciando la terza carica dello Stato «finirebbe per ammettere implicitamente responsabilità che non ha» (come ha sottolineato ieri Domenico Scilipoti, in una paradossale dichiarazione pro-Fini). Conferma, insomma, la strategia che scelse due anni fa, quando registrò il videomessaggio che metteva sul piatto le sue dimissioni. Eppure, rispetto ad allora, c’è una novità. Che, in famiglia, Fini si sente «raggirato»: e non più soltanto dal cognato di fatto, Giancarlo Tulliani (piatti tirati e quasi rissa, raccontano le cronache di due anni fa). Ma pure dalla sua compagna Elisabetta. La madre delle sue due figlie piccole. La donna che le perquisizioni della guardia di finanza – con il ritrovamento del fax del suo passaporto – hanno dimostrato un coinvolgimento negli affari del fratello che lei, a Fini, aveva sempre negato.Èquesta, per il leader di Fli, l’unica vera novità saltata fuori dalla lettura dell’inchiesta del settimanale. Una novità dolorosissima, e di non facile soluzione. Tale è, infatti, la ragnatela in cui è impigliato. Tutto ciò che formalmente giudica insufficiente per le proprie dimissioni (le carte su Montecarlo), sa essere sufficiente per segnare pesantemente - per lo meno in potenza - o la sua carriera politica o la sua vita familiare. Far politica, soprattutto di questi tempi, ed avere una compagna che fa aprire conti correnti in paradisi fiscali – ancor peggio se li fa aprire di nascosto – è un equilibrio ben difficile da tenere. D’altra parte, scindere solo moralmente la propria posizione da quella di lei, come ha fatto Fini nella nota di risposta all’articolo dell’Espresso, può essere una mossa efficace nell’immediato – mainefficace alla lunga, trattandosi della sua compagna. Soprattutto se, come è, giù per li rami di conoscenze e affari, si finisce a nomi e circostanze che sono oggetto di indagini della magistratura (i nomi dei due Tulliani sono saltati fuori durante una perquisizione nello studio di Francesco Corallo, re delle slot-machine, indagato per corruzione e tutt’ora latitante). Eppoi, ed è la questione che gli sta naturalmente più a cuore, c’è il futuro delle figlie piccole cui pensare. In tale apparentemente insolubile rebus si dibatte il leader di An, mentre batte il territorio siciliano in attesa delle elezioni, sperando di non farsi troppo male.                                p.c.s.m.r.d.
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