FINI/ LA CRISI IN FAMIGLIA IPOTECA IL SUO FUTURO IN POLITICA
Si sente intimamente «raggirato». Ma, come politico,
Gianfranco Fini ha passato la giornata in tour politico in Sicilia, ripetendo
le sue proposte e le sue convinzioni e sforzandosi di dirsi di nuovo «sereno» -
dopo ore passate in uno stato equivalente a quello di una «coltellata allo
stomaco». Un ritorno in campo, come a dimostrare coi fatti ciò che aveva
scritto nella nota diramata il giorno prima: «Continuerò il mio impegno
politico a testa alta». Il tutto, in completa scissione con le ultime
rivelazioni dell’Espresso sull’affaire della casa di Montecarlo - carte che
chiamano in campo Elisabetta Tulliani negli affari del fratello Giancarlo,
oltreché dimostrare una connessione diretta tra lui e James Walfenzao, il
fiduciario della Printemps che acquistò da An il famoso appartamento lasciato
in eredità dalla contessa Colleoni - e con le ripercussioni difficili, per non
dire drammatiche, che pure hanno sulla sua vita familiare (piatti tirati, per dire).
Separare il pu bblico dal privato è la strategia messa in campo (per ora) dal
presidente della Camera. Che derubrica a «normali comportamenti da campagna
elettorale» gli attacchi che sono provenuti ieri dal Pdl, e anzitutto da
Fabrizio Cicchitto, il capogruppo a Montecitorio che lo ha invitato a «non
arroccarsi e compiere un gesto di responsabilità», verso una «Camera dei
deputati coinvolta in una situazione incresciosa e negativa». Conferma,
infatti, Fini, di non aver alcuna intenzione di dimettersi. Non solo perché
ritiene irrilevanti e sostanzialmente già note le circostanze raccontate
dall’Espresso. Anche perché, fanno notare, lasciando la terza carica dello
Stato «finirebbe per ammettere implicitamente responsabilità che non ha» (come
ha sottolineato ieri Domenico Scilipoti, in una paradossale dichiarazione
pro-Fini). Conferma, insomma, la strategia che scelse due anni fa, quando
registrò il videomessaggio che metteva sul piatto le sue dimissioni. Eppure,
rispetto ad allora, c’è una novità. Che, in famiglia, Fini si sente
«raggirato»: e non più soltanto dal cognato di fatto, Giancarlo Tulliani
(piatti tirati e quasi rissa, raccontano le cronache di due anni fa). Ma pure
dalla sua compagna Elisabetta. La madre delle sue due figlie piccole. La donna
che le perquisizioni della guardia di finanza – con il ritrovamento del fax del
suo passaporto – hanno dimostrato un coinvolgimento negli affari del fratello
che lei, a Fini, aveva sempre negato.Èquesta, per il leader di Fli, l’unica
vera novità saltata fuori dalla lettura dell’inchiesta del settimanale. Una
novità dolorosissima, e di non facile soluzione. Tale è, infatti, la ragnatela
in cui è impigliato. Tutto ciò che formalmente giudica insufficiente per le
proprie dimissioni (le carte su Montecarlo), sa essere sufficiente per segnare
pesantemente - per lo meno in potenza - o la sua carriera politica o la sua
vita familiare. Far politica, soprattutto di questi tempi, ed avere una
compagna che fa aprire conti correnti in paradisi fiscali – ancor peggio se li
fa aprire di nascosto – è un equilibrio ben difficile da tenere. D’altra parte,
scindere solo moralmente la propria posizione da quella di lei, come ha fatto
Fini nella nota di risposta all’articolo dell’Espresso, può essere una mossa
efficace nell’immediato – mainefficace alla lunga, trattandosi della sua
compagna. Soprattutto se, come è, giù per li rami di conoscenze e affari, si
finisce a nomi e circostanze che sono oggetto di indagini della magistratura (i
nomi dei due Tulliani sono saltati fuori durante una perquisizione nello studio
di Francesco Corallo, re delle slot-machine, indagato per corruzione e tutt’ora
latitante). Eppoi, ed è la questione che gli sta naturalmente più a cuore, c’è
il futuro delle figlie piccole cui pensare. In tale apparentemente insolubile
rebus si dibatte il leader di An, mentre batte il territorio siciliano in
attesa delle elezioni, sperando di non farsi troppo male. p.c.s.m.r.d.