TENSIONE A PESCARA ULTRA' CONTRO I ROM CORTEO BLOCCATO, PUNTAVA VERSO
QUARTIERE RANCITELLI
PESCARA- C'e' forte tensione a Pescara dove una
manifestazione di un migliaio di persone - gruppi di ultra' e semplici
cittadini - e' stata bloccata mentre, minacciosa, puntava verso il quartiere
rom di Rancitelli. A scatenare la rabbia dei tifosi l'uccisione dell'ultra'
Domenico Rigante per mano del rom Massimo Ciarelli. Nella comunita' si e'
diffusa la preoccupazione e molti sono fuggiti dalla zona. Alla testa del
corteo ci sarebbe stato anche Marco Forconi, candidato sindaco a Montesilvano
(Pescara) nelle liste di Forza Nuova. Con lui anche molti esponenti di Forza
Nuova sia di Pescara sia di Montesilvano alla testa dei facinorosi bloccati
prima dall'intervento degli stessi capi ultra' e dal gemello della vittima
Antonio Rigante: la Questura sta vagliando immagini e testimonianze. Il
fratello gemello di Domenico Rigante, Antonio, ha detto: "Bene le forze
dell'ordine, ora devono prendere i complici se no sono guai". Nel
quartiere di Rancitelli c'e' dunque tensione e preoccupazione. Al momento sono
in arrivo le forze dell'ordine per presidiare la zona ma pare che molti della
comunita' si stiano allontanando in tutta fretta. ''I rom? Sono spariti...'',
conferma il questore Paolo Passamonti. ''Ma vorrei ricordare che sono cittadini
italiani a tutti gli effetti - ha detto il questore - stanziali dagli anni '40,
e che non tutti sono dei delinquenti''. Molti in queste ore se ne sono andati
da Pescara, altri se ne stanno rintanati a casa, e si parla insistentemente di
comunita' spaccata specie tra i due quartieri dove sono piu' insediati,
Rancitelli e i Colli. Le forze dell'ordine hanno confermato che l'attenzione e'
alta e che aumenteranno i controlli. Il sindaco della citta', Luigi Albore
Mascia, e' stato piu' di una volta contestato.
''Gli zingari dovete emarginarli voi'', si e' sentito urlare. ''E' dal
tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro'', ha continuato
la gente. Un brutto clima si e' istaurato quindi a Pescara anche perche' al
sindaco, apparso piu' di una volta in difficolta', sono state ricordate tutte
le 'malefatte' della comunita' rom pescarese, a cui vengono imputate una serie
di delitti insoluti, e criminalita' diffusa. ''Io la faccia ce l'ho messa'', ha
detto alla folla il sindaco, ma alla fine a portare un po' di calma e' stato il
padre di Domenico Rigante, Pasquale, che rivolto alla folla molto eccitata ha
detto: ''io vi ringrazio, ora torni la calma, scioglietevi perche' quello che
dovevate fare lo avete fatto''. "Pescara violenta? Da sindaco la cosa mi
preoccupa - ha confermato Luigi Albore Massa
- bene le forze dell'ordine ora bisogna arrestare gli altri del
commando". "E' il mio ultimo giorno da uomo libero'', ha detto
Massimo Ciarelli, il rom arrestato per la presunta uccisione del tifoso, quando
e' stato arrestato. Lo hanno rivelato
gli inquirenti che hanno negato anche ogni possibile trattativa. ''In due
giorni l'avremmo comunque preso, si e' arreso'', ha confermato il capo della
Mobile Muriana che ha poi spiegato che nella sua latitanza e' stato coperto da
qualche familiare che gli portava vestiari e alimenti e quindi ''al prossimo
rifornimento lo avremmo preso''.''Chi sa, parli'', ha detto senza mezzi termini
il capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana. Il questore Passamonti -
preoccupatissimo per l'ordine pubblico - ha spiegato che non ci sono dubbi che
a sparare sia stato Massimo Ciarelli, ancora da chiarire pero' chi facesse
parte con lui del gruppo rom. ''Ma noi i nomi li sappiamo tutti - ha poi
confermato Muriana - e sono sei persone: ora ci aspettiamo che chi era presente
confermi''. Per gli eventuali complici l'accusa eventuale sarebbe concorso in
omicidio: ''Chi era presente nella casa racconti quello che ha visto'', ha
insistito Muriana, confermando che assieme alla vittima nella casa vicino a
piazza Grue c'erano altre 4 persone. Non solo: alcune confidenze dicono che
Ciarelli prima di sparare abbia detto a uno dei capi ultra' presente
nell'appartamento ''te scansati, non lo ammazzo solo perche' ci sei te...''.
Purtroppo pero' il colpo esploso con la calibro 38 si e' rivelato fatale e ha
perforato la aorta. Secondo una ulteriore ricostruzione dei fatti, Ciarelli
sarebbe fuggito subito, anche se non si sarebbe reso conto di aver ucciso
Rigante. m.c.p.r.s.d.