venerdì 18 dicembre 2009

REGALO DI NATALE DI FINI A FELTRI UNA BOCCETTA DI TRANQUILLANTE

Un flacone di Valium con un biglietto di auguri di Buon Natale. Questo il regalo che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha inviato ieri al direttore del Giornale Vittorio Feltri, secondo quanto riferisce la Velina Rossa di Pasquale Laurito. «Egregio Direttore - si legge nel messaggio riferito dalla Velina - per festività "serene" senza ossessioni e allucinazioni». Firmato: Gianfranco Fini. Gli auguri sono stati inviati ieri dopo che sul Giornale era comparso un editoriale di Feltri che sosteneva che con l'aggressione di Milano a Berlusconi era crollato il progetto di ribaltone di Fini. Da ciò l'invio del flacone del noto tranquillante con annesso biglietto di auguri. Ma la Velina Rossa «si sente anche in dovere di precisare quali possano essere, eventualmente, gli effetti indesiderati dell'assunzione di Valium. È noto infatti, che questo farmaco serve a rilassare, a calmare. Ma può avere anche effetti indesiderati, che certamente il presidente della Camera non augura al Direttore del Giornale. Purtuttavia - prosegue la Velina rossa - il buon Feltri, seguendo la "terapia" indicata dalla terza carica dello Stato rischia sonnolenza, cefalea, vertigini, ottundimento delle emozioni, confusione. Persino amnesia. Si ricorderà Feltri, di insistere nei suoi strali contro il "compagno" Fini?». L'ennesimo attacco di Feltri a Fini era arrivato proprio questa mattina, sempre dalle pagine del Giornale. «Avere un Fini che rema contro non è più una risorsa per il Pdl, ma un problema. Da risolvere in fretta». Così Feltri aveva risposto a una lettera aperta del deputato del Pdl Amedeo Laboccetta nella quale il parlamentare sosteneva che non sarebbe in vista nessun divorzio tra Fini e Berlusconi visto che Fini non è «un nemico» del Cavaliere ed è «uno che non tradisce». «Nella testa di Fini - ribatte Feltri - è successo qualcosa che ha trasformato l'uomo e lo ha reso distante dal partito a cui appartiene». La difesa del presidente della Camera da parte dei suoi fedelissimi non si è fatta attendere. «Fini non è diventato un pazzo comunista che vuole far cadere il Governo, ma una persona che pone ragionevolmente delle questioni al suo partito e al suo Governo». Così la pensa Italo Bocchino, deputato del Popolo della Libertà, commentando questa mattina su «Omnibus» su LA7 la posizione politica del presidente della Camera. E poi ha spiegato: «Fini pone innanzitutto la questione sulla partecipazione alle decisioni all'interno del Pdl; in secondo luogo il Presidente della Camera vuole un governo che si occupi della politica economico-sociale cercando di rispettare il programma elettorale alla luce degli avvenimenti economici che ci sono stati. In ultimo - ha concluso Bocchino - non vuole lo scontro con gli organi dello Stato ma anzi il loro massimo rispetto.Su altre questioni come quella della cittadinanza, ciò che dice Fini - ha ricordato Bocchino - è scritto nei programmi elettorali di signori che si chiamano Sarkozy, Merkel e Cameron».
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