sabato 5 maggio 2012


 ROMA IN PIAZZA PER L'ACQUA «ALEMANNO CAMBIA BILANCIO...»

C’è tutta una città che si ribella alla propria privatizzazione, pezzo per pezzo. Questa volta riguarda Acea, l'azienda energetica capitolina, che gestisce acqua, gas, elettricità e fognature, e oggi è di proprietà del Comune per il 51% e dei privati per il 49%. Alemanno ha proposto di vendere ai privati un altro 21%, al prezzo di 250 milioni di euro. Ignorando la volontà popolare che si era chiaramente espressa con i referendum di neanche un anno fa. Neanche a dirlo a Roma era stato record di votanti. Ora è battaglia di video. Il fronte del no schiera l’attore Mastandrea con “Roma non si vende”, Alemanno per tutta risposta ci mette la faccia ma con l’effetto di sembrare la sua imitazione che tanta fortuna sta ottenendo nel programma di Serena Dandini. Il Pd, dopo aver tappezzato la città di manifesti, passa al concreto: assieme alla Lista Civica e all’Udc del Campidoglio ha presentato una proposta alternativa di bilancio. «Oggi abbiamo dimostrato come con tre semplici manovre è possibile recuperare 430 milioni di euro, ben 230 milioni in più di quanto previsto dall'assurda svendita di Acea - afferma Umberto Marroni, capogruppo PD di Roma Capitale - con una proficua collaborazione tra il PD, l’UDC e la Lista Civica, abbiamo esaminato il bilancio proposto dalla Giunta Alemanno ed individuato senza grandi sforzi una serie di proposte alternative che mirano a rimettere in moto lo sviluppo di Roma salvaguardando le fasce più deboli della città». Questi i punti individuati dalle opposizioni: innanzitutto le alienazioni. Attraverso processi di alienazioni di diritti edificatori ed immobili di proprietà comunale non funzionali all'attività istituzionale Roma potrebbe ricavare 270 milioni di euro tra alienazione di beni previsti dai Programmi Urbanistici già approvati (40 milioni); alienazione parziale dell'ex Centro Carni (120 milioni); alienazione ERP (100 milioni di euro, di cui 50 mln da destinare sugli investimenti e 50 mln per un nuovo fondo per le case popolari); alienazione di immobili di proprietà comunale nel patrimonio disponibile di Roma attraverso procedura d'asta (circa 15 milioni di euro). Poi una variazione delle tariffe attraverso la quale sarebbero reperibili 120 milioni di euro: introduzione contributo di istruttoria, recupero somme per i passi carrabili, adeguamento procedure di riscossione tassa di soggiorno e revisione del gettito IMU sottostimato nel bilancio Lamanda. L’ ultimo capitolo analizzato dal Pd-Udc-Lc riguarda la spending review attraverso procedimenti di efficientamento della spesa, dalle consulenze esterne nelle aziende alla riduzione degli incarichi esterni nell'amministrazione, «dal taglio dei fondi previsti dalla manovra economica di Alemanno per l'Assessorato della Sensi, oggi inutilmente allocati dopo la bocciatura della candidatura olimpica, alla riduzione dei fondi inseriti in bilancio per un generico e non specificato programma, dal sapore elettoralistico, di sostegno ai giovani». E poi una migliore gestione delle mense scolastiche. E aggiunge Marroni «appaiono un vero schiaffo in faccia alla situazione difficile che vivono i romani i 36 milioni previsti per il Gabinetto del Sindaco, una cifra che appare palesemente finalizzata per l'ultimo anno prelettorale e dovrà necessariamente essere drasticamente ridimensionata».Ma oltre alle proposte il partito democratico manifesta anche. Sempre stamattina i consiglieri Athos De Luca, Paolo Masini e Dario Nanni, insieme ad alcuni militanti del partito, si sono arrampicati sulle più famose statue parlanti di Roma e con cartelli e scotch, hanno espresso le loro posizioni affiggendo dei cartelli sui monumenti. «Alemanno scialacqua e Roma resta senz'acqua» e «Sindaco maramaldo vende l'acqua a saldo».«La nostra è una battaglia molto popolare - ha spiegato De Luca - come dimostrano i moltissimi cittadini romani (oltre 1 milione e 200.000) che hanno votato contro la privatizzazione dell'acqua. Toccare l'Acea senza alcun motivo salvo quello di fare cassa è una cosa che i romani non capiscono. Ci siamo rivolti quindi alle statue parlanti, che si sarebbero ribellate anche loro ma naturalmente stiamo facendo una battaglia anche in Campidoglio - ha proseguito il consigliere del Pd - in questo momento privatizzare Acea sarebbe veramente una svendita, perché le azioni sono crollate al minimo storico, senza contare che le passate esperienze di privatizzazione dell'acqua hanno avuto tutte degli esiti disastrosi». Oggi altra giornata di lotta: movimenti e associazioni saranno in piazza «in difesa dell'acqua e dei servizi pubblici locali, per i diritti dei lavoratori e la democrazia». Il corteo, organizzato, tra gli altri da Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Cgil, sindacati di base, Legambiente, Rete della Conoscenza, Action, i centri sociali romani, Pd, Sel, Fds, partirà da piazza Vittorio alle 15. «Alemanno vuole fare cassa per coprire i buchi di bilancio provocati dalla sua stessa mala gestione - spiegano i promototi dell'iniziativa - Vuole privatizzare la gestione di un bene essenziale, nonostante e contro la volontà dei cittadini. Vuole pregiudicare il futuro della città, dei suoi beni comuni e dei suoi servizi pubblici». E anche l’Anpi parteciperà alla manifestazione. «Siamo contrari alla vendita di Acea e alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, l'operazione voluta dal Comune, oltre ad essere contraria all'interesse dei lavoratori e dei cittadini, viola anche la Costituzione per la quale hanno combattuto i partigiani, visto il risultato del referendum, col quale 27 milioni di italiani e 1,2 milioni di romani hanno espresso la propria contrarietà alla vendita dell'acqua».                  d.c.r.p.m.s.
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