ROMA IN PIAZZA PER L'ACQUA «ALEMANNO CAMBIA BILANCIO...»
C’è tutta una città che si ribella alla propria
privatizzazione, pezzo per pezzo. Questa volta riguarda Acea, l'azienda
energetica capitolina, che gestisce acqua, gas, elettricità e fognature, e oggi
è di proprietà del Comune per il 51% e dei privati per il 49%. Alemanno ha
proposto di vendere ai privati un altro 21%, al prezzo di 250 milioni di euro.
Ignorando la volontà popolare che si era chiaramente espressa con i referendum
di neanche un anno fa. Neanche a dirlo a Roma era stato record di votanti. Ora
è battaglia di video. Il fronte del no schiera l’attore Mastandrea con “Roma
non si vende”, Alemanno per tutta risposta ci mette la faccia ma con l’effetto
di sembrare la sua imitazione che tanta fortuna sta ottenendo nel programma di
Serena Dandini. Il Pd, dopo aver tappezzato la città di manifesti, passa al
concreto: assieme alla Lista Civica e all’Udc del Campidoglio ha presentato una
proposta alternativa di bilancio. «Oggi abbiamo dimostrato come con tre
semplici manovre è possibile recuperare 430 milioni di euro, ben 230 milioni in
più di quanto previsto dall'assurda svendita di Acea - afferma Umberto Marroni,
capogruppo PD di Roma Capitale - con una proficua collaborazione tra il PD,
l’UDC e la Lista Civica, abbiamo esaminato il bilancio proposto dalla Giunta
Alemanno ed individuato senza grandi sforzi una serie di proposte alternative
che mirano a rimettere in moto lo sviluppo di Roma salvaguardando le fasce più
deboli della città». Questi i punti individuati dalle opposizioni: innanzitutto
le alienazioni. Attraverso processi di alienazioni di diritti edificatori ed
immobili di proprietà comunale non funzionali all'attività istituzionale Roma
potrebbe ricavare 270 milioni di euro tra alienazione di beni previsti dai
Programmi Urbanistici già approvati (40 milioni); alienazione parziale dell'ex
Centro Carni (120 milioni); alienazione ERP (100 milioni di euro, di cui 50 mln
da destinare sugli investimenti e 50 mln per un nuovo fondo per le case popolari);
alienazione di immobili di proprietà comunale nel patrimonio disponibile di
Roma attraverso procedura d'asta (circa 15 milioni di euro). Poi una variazione
delle tariffe attraverso la quale sarebbero reperibili 120 milioni di euro:
introduzione contributo di istruttoria, recupero somme per i passi carrabili,
adeguamento procedure di riscossione tassa di soggiorno e revisione del gettito
IMU sottostimato nel bilancio Lamanda. L’ ultimo capitolo analizzato dal
Pd-Udc-Lc riguarda la spending review attraverso procedimenti di
efficientamento della spesa, dalle consulenze esterne nelle aziende alla
riduzione degli incarichi esterni nell'amministrazione, «dal taglio dei fondi
previsti dalla manovra economica di Alemanno per l'Assessorato della Sensi, oggi
inutilmente allocati dopo la bocciatura della candidatura olimpica, alla
riduzione dei fondi inseriti in bilancio per un generico e non specificato
programma, dal sapore elettoralistico, di sostegno ai giovani». E poi una
migliore gestione delle mense scolastiche. E aggiunge Marroni «appaiono un vero
schiaffo in faccia alla situazione difficile che vivono i romani i 36 milioni
previsti per il Gabinetto del Sindaco, una cifra che appare palesemente
finalizzata per l'ultimo anno prelettorale e dovrà necessariamente essere
drasticamente ridimensionata».Ma oltre alle proposte il partito democratico
manifesta anche. Sempre stamattina i consiglieri Athos De Luca, Paolo Masini e
Dario Nanni, insieme ad alcuni militanti del partito, si sono arrampicati sulle
più famose statue parlanti di Roma e con cartelli e scotch, hanno espresso le
loro posizioni affiggendo dei cartelli sui monumenti. «Alemanno scialacqua e
Roma resta senz'acqua» e «Sindaco maramaldo vende l'acqua a saldo».«La nostra è
una battaglia molto popolare - ha spiegato De Luca - come dimostrano i
moltissimi cittadini romani (oltre 1 milione e 200.000) che hanno votato contro
la privatizzazione dell'acqua. Toccare l'Acea senza alcun motivo salvo quello
di fare cassa è una cosa che i romani non capiscono. Ci siamo rivolti quindi
alle statue parlanti, che si sarebbero ribellate anche loro ma naturalmente
stiamo facendo una battaglia anche in Campidoglio - ha proseguito il
consigliere del Pd - in questo momento privatizzare Acea sarebbe veramente una
svendita, perché le azioni sono crollate al minimo storico, senza contare che
le passate esperienze di privatizzazione dell'acqua hanno avuto tutte degli
esiti disastrosi». Oggi altra giornata di lotta: movimenti e associazioni
saranno in piazza «in difesa dell'acqua e dei servizi pubblici locali, per i
diritti dei lavoratori e la democrazia». Il corteo, organizzato, tra gli altri
da Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Cgil, sindacati di base, Legambiente,
Rete della Conoscenza, Action, i centri sociali romani, Pd, Sel, Fds, partirà
da piazza Vittorio alle 15. «Alemanno vuole fare cassa per coprire i buchi di
bilancio provocati dalla sua stessa mala gestione - spiegano i promototi
dell'iniziativa - Vuole privatizzare la gestione di un bene essenziale,
nonostante e contro la volontà dei cittadini. Vuole pregiudicare il futuro
della città, dei suoi beni comuni e dei suoi servizi pubblici». E anche l’Anpi
parteciperà alla manifestazione. «Siamo contrari alla vendita di Acea e alla
privatizzazione dei servizi pubblici locali, l'operazione voluta dal Comune,
oltre ad essere contraria all'interesse dei lavoratori e dei cittadini, viola
anche la Costituzione per la quale hanno combattuto i partigiani, visto il
risultato del referendum, col quale 27 milioni di italiani e 1,2 milioni di
romani hanno espresso la propria contrarietà alla vendita dell'acqua». d.c.r.p.m.s.