ABORTO, CONSULTA BOCCIA RICORSO: «LA LEGGE 194 NON SI
TOCCA»
Nella seduta odierna della Camera di Consiglio la Corte
costituzionale ha dichiarato manifestamente inammissibile, la questione di
legittimità costituzionale dell'art. 4 della legge 22 maggio 1978, n. 194,
sollevata dal Giudice Tutelare del Tribunale di Spoleto. È quanto si legge in
una nota della Consulta. L'ARTICOLO 4 DELLA LEGGE SULL'ABORTO- A sollevare
incidente di costituzionalità, con ordinanza del 3 gennaio scorso, era stato un
giudice tutelare di Spoleto nell'ambito di una vicenda che coinvolge una minore
intenzionata a interrompere la gravidanza senza informare i genitori della sua
decisione. L'articolo oggi passato al vaglio della Consulta è il numero 4,
nocciolo della legge. Qui si stabilisce, infatti, che per l'interruzione
volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, «la donna che accusi
circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la
maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o
psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni
economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il
concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito» può
rivolgersi a un consultorio». Il giudice tutelare aveva sollevato incidente di
costituzionalità partendo da un pronunciamento della Corte di giustizia europea
in materia di brevettabilità dell'embrione che definisce l'embrione quale
«soggetto da tutelarsi in maniera assoluta». Su questa base il giudice tutelare
riteneva che l'articolo 4 della legge 194 si ponesse in conflitto con i
principi generali della Costituzione ed in particolare con quelli della tutela
dei diritti inviolabili dell'uomo (art. 2) e del diritto fondamentale alla salute
dell'individuo (art. 32 primo comma della Costituzione).Altre obiezioni erano
state formulate con riferimento agli articoli 11 (cooperazione internazionale)
e 117 (diritto all'assistenza sanitaria e ospedaliera) della Costituzione. Ma
La Consulta non ha accolto questa tesi e ha dichiarato «manifestamente
inammissibile, la questione di legittimità costituzionale». Il pronunciamento
della Consulta non è stato preceduto da udienza pubblica: i giudici si sono
direttamente riuniti in Camera di Consiglio per discutere, anche perchè nessuna
parte si era costituita e in questo caso il regolamento della Corte prevede che
si possa andare subito a pronunciamento. A difesa della legge in vigore è
intervenuto l'avvocato dello Stato, Maria Gabriella Mancia. Relatore della
causa è stato il giudice Mario Rosario Morelli . m.s.p.r.d.c.