domenica 6 novembre 2011

MICROSOFT: «CREDIAMO NELL’ITALIA MA SERVE IL 'SALTO DEL CANGURO'»



Un «salto del canguro» salverà l’Italia. In tempi di crisi e grandi incertezze economiche le ricette proposte per risalire la china sono molte e spesso in contrasto tra loro. Ma c’ è una «parola magica» che sembra trovare tutti d’accordo: innovazione. Ne abbiamo parlato con chi di innovazione se ne intende e, grazie a web e computer, ogni anno mette insieme fatturati superiori al Pil di molti Stati del pianeta: Microsoft. VIDEO JOVANE
VIDEO COURTOIS- L’immagine del «salto del canguro» viene fuori durante il colloquio con Jean Philippe Courtois, presidente di Microsoft international, e Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato di Microsoft Italia, in occasione della presentazione di “KitXKids” la nuova applicazione per facilitare l’utilizzo del pc da parte degli studenti delle scuole primarie: «I ritardi tecnologici accumulati dall’Italia possono essere superati con un balzo in avanti che porti il paese a saltare al- cuni passaggi e ad adottare l’innovazione ad un livello più avanzato». Privato e pubblico. «Guardando alcuni dati come la diffusione di Internet e l’alfabetizzazione digitale, l’Italia sembrerebbe indietro, ma io non ho questa impressione. Vedo un quadro più frastagliato con molte punte d’eccellenza e altre aree che beneficerebbero di una iniezione di tecnologia», spiega Courtois giudicando livello di innovazione italiano paragonato a quello dei tanti paesi con i quali lavora. «Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% dei posti di lavoro in Italia, sono un po’ indietro. C’ è molto che potrebbero fare per vendere meglio i propri prodotti all’estero, per migliorare in efficienza, per ridurre i loro costi». Il futuro visto da Microsoft ha la forma di una nuvola, ma resta comunque luminoso. «Microsoft sta in vestendo molto nello sviluppo del “cloud computing” in Italia per consentire a tutte le aziende, anche quel- le piccolissime, di accedere a servizi informatici di alto livello (come e.commerce, e.mail, vendite on line, ecc...) pagando solo per le prestazioni richieste». Diverso l’approccio per l’innovazione nel settore pubblico. «Lì le nuove tecnologie, oltre a rendere migliori i servizi per i cittadini, posso portare grandi risparmi per lo Stato e, di questi tempi, è una priorità». Digital divide. Ma, alla voce risparmio nella pubblica amministrazione, Microsoft e suoi programmi con licenza a pagamento, vengono spesso messi sul banco degli imputati e in tanti invocano il free software dei programmi open source. «E’ sempre stato un dibattito intellettuale molto accesso», spiega Scott Jovane, il giovane amministratore di Microsoft Italia, forse ripensando al polverone sollevato dall’accordo di qualche mese fa tra la sua compagnia e il governatore della Puglia Nichi Vendola per l’innovazione nella P.A. «Ma rischia di essere un dibattito sterile - continua - Chi fa impresa o gestisce la macchina pubblica fa una valutazione dei costi complessivi. A volte l’open source non costa come licenze ma costa come sviluppo. Noi, nel frattempo, abbiamo imparato a convivere e collaborare con quel mondo e per i programmi per le scuole, per esempio, abbiamo adoperato un sistema open source perche’ in quel caso era preferibile un modello che potesse essere riutilizzato e rimodulato su altre scuole». Giustizia, sanita’, scuola, questi i settori su cui si potrebbe intervenire per colmare il “digital divide” italiano, ma in queste ore è la crisi economica a dettare l’agenda. «Microsoft non può ridurre il debito pubblico, almeno non direttamente - dice ancora Scott Jovane - ma abbiamo un piano triennale di investimenti per 130 milioni di euro che, per esempio, potrebbe dare una scossa ai giovani disoccupati del sud. Le ricerche ci dicono che dove non c’ e’ lavoro, c’e’ piu’ disponibilità a crearselo e noi andremo incontro alle prime mille start-up giovani fornendo un completo supporto tecnologico per i primi tre anni di vita dell’azienda». «Crediamo nell’Italia ma serve il 'salto del canguro'» Un «salto del canguro» salvera’ l’Italia. In tempi di crisi e grandi incertezze economiche le ricette proposte per risalire la china sono molte e spesso in contrasto tra loro. Ma c’e’ una «parola magica» che sembra trovare tutti d’accordo: innovazione. Ne abbiamo parlato con chi di innovazione se ne intende e, grazie a web e computer, ogni anno mette insieme fatturati superiori al Pil di molti Stati del pianeta: Microsoft. VIDEO JOVANE
VIDEO COURTOIS- L’immagine del «salto del canguro» viene fuori durante il colloquio con Jean Philippe Courtois, presidente di Microsoft international, e Pietro Scott Jovane, presidente e amministratore delegato di Microsoft Italia, in occasione della presentazione di “KitXKids” la nuova applicazione per facilitare l’utilizzo del pc da parte degli studenti delle scuole primarie: «I ritardi tecnologici accumulati dall’Italia possono essere superati con un balzo in avanti che porti il paese a saltare al- cuni passaggi e ad adottare l’innovazione ad un livello più avanzato».Privato e pubblico. «Guardando alcuni dati come la diffusione di Internet e l’alfabetizzazione digitale, l’Italia sembrerebbe indietro, ma io non ho questa impressione. Vedo un quadro più frastagliato con molte punte d’eccellenza e altre aree che beneficerebbero di una iniezione di tecnologia», spiega Courtois giudicando livello di innovazione italiano paragonato a quello dei tanti paesi con i quali lavora. «Le piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% dei posti di lavoro in Italia, sono un po’ indietro. C’ e’ molto che potrebbero fare per vendere meglio i propri prodotti all’estero, per migliorare in efficienza, per ridurre i loro costi». Il futuro visto da Microsoft ha la forma di una nuvola, ma resta comunque luminoso. «Microsoft sta in vestendo molto nello sviluppo del “cloud computing” in Italia per consentire a tutte le aziende, anche quel- le piccolissime, di accedere a servizi informatici di alto livello (come e.commerce, e.mail, vendite on line, ecc...) pagando solo per le prestazioni richieste». Diverso l’approccio per l’innovazione nel settore pubblico.«Lì le nuove tecnologie, oltre a rendere migliori i servizi per i cittadini, posso portare grandi risparmi per lo Stato e, di questi tempi, è una priorità». Digital divide. Ma, alla voce risparmio nella pubblica amministrazione, Microsoft e suoi programmi con licenza a pagamento, vengono spesso messi sul banco degli imputati e in tanti invocano il free software dei programmi open source. «E’ sempre stato un dibattito intellettuale molto accesso», spiega Scott Jovane, il giovane amministratore di Microsoft Italia, forse ripensando al polverone sollevato dall’accordo di qualche mese fa tra la sua compagnia e il governatore della Puglia Nichi Vendola per l’innovazione nella P.A. «Ma rischia di essere un dibattito sterile - continua - Chi fa impresa o gestisce la macchina pubblica fa una valutazione dei costi complessivi. A volte l’open source non costa come licenze ma costa come sviluppo. Noi, nel frattempo, abbiamo imparato a convivere e collaborare con quel mondo e per i programmi per le scuole, per esempio, abbiamo adoperato un sistema open source perche’ in quel caso era preferibile un modello che potesse essere riutilizzato e rimodulato su altre scuole». Giustizia, sanità, scuola, questi i settori su cui si potrebbe intervenire per colmare il “digital divide” italiano, ma in queste ore è la crisi economica a dettare l’agenda. «Microsoft non può ridurre il debito pubblico, almeno non direttamente - dice ancora Scott Jovane - ma abbiamo un piano triennale di investimenti per 130 milioni di euro che, per esempio, potrebbe dare una scossa ai giovani disoccupati del sud. Le ricerche ci dicono che dove non c’è lavoro, c’è più disponibilità a crearselo e noi andremo incontro alle prime mille start-up giovani fornendo un completo supporto tecnologico per i primi tre anni di vita dell’azienda».

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