domenica 27 maggio 2012


CICLISMO/HESJEDAL VINCE IL GIRO D’ ITALIA: IL MARCHIGIANO SCARPONI È QUARTO


Per la prima volta in oltre cento anni di storia, il Giro d'Italia è vinto da un canadese: Ryder Hesjedal conquista la Corsa Rosa 2012 davanti a Joaquin Rodriguez e Thomas De Gendt. Scarponi dà tutto, ma è giù dal podio. La crono di Milano è vinta da uno straordinario Marco Pinotti

Dall’ inviato Sergio Conti

MILANO- Hesjedal, Rodriguez e De Gendt. Questi i primi tre del Giro d'Italia 2012: podio tutto straniero, così come non si verificava dal 1995 (Rominger, Berzin, Ugrumov) e come prima ancora era successo solo altre tre volte, nel 1972, nel 1987 e nel 1988. Il primo degli italiani è Michele Scarponi, che perde il podio proprio l'ultimo giorno. Sempre in occasione dell'ultima cronometro cambia anche la maglia rosa, che passa dalle spalle di Rodriguez a quelle del primo canadese di sempre vincitore del Giro d'Italia, Ryder Hesjedel. E anche questo è un fatto storico, con il simbolo del primato che cambiò padrone solo in un'altra occasione prima di questo 2012: era il 1987 quando Francesco Moser vinse la crono finale di Verona e passò Fignon proprio nell'ultima tappa. IL GIRO D'ITALIA DI RYDER HESJEDAL- Per la prima volta nella storia del Giro d'Italia, la Corsa Rosa va a un canadese, bravissimo nel resistere in salita e abile nel gestirsi nella cronometro di Milano, per specialisti sì, ma solo nella parte iniziale. Hesjedal, che aveva già vestito la maglia rosa in occasione della 15esima tappa, chiude la tappa milanese in 34'15'', sesto posto a 1'09'' da Pinotti e - soprattutto- 47'' più veloce di Joaquin Rodriguez. Lo spagnolo lotta fino alla fine, ma non può nulla, su un terreno non "suo" che comunque lo vede combattere per tutti i 28.2 km previsti dal tracciato. SCARPONI GIU' DAL PODIO: 3^ DE GENDT - Milano assegna la rosa, ma non solo. La cronometro conclusiva del 95esimo Giro d'Italia della storia è decisiva anche per la composizione del podio, che per la prima volta dal 1995 non vede nemmeno un italiano tra i primi tre. Scarponi, il migliore tra i nostri portacolori, completa la prova in 35' tondi tondi, ma De Gendt- autore di una vera e propria impresa sullo Stelvio  tetto del giro un giorno prima- si conferma ottimo cronoman con il quinto posto assoluto alle spalle di specialisti del calibro di Thomas, Sergent e Rasmussen. Per il belga, che aveva iniziato la prova anche con qualche speranza di vittoria della generale, alla fine arriva il terzo posto: il Belgio torna così sul podio di un grande giro dopo 17 anni, l'ultima volta nel 1995 con Bruyneel terzo alla Vuelta. Per l'ultima volta al Giro d'Italia bisogna invece andare ancora più indietro: al 1978 con il trionfo di Johann De Muynck. GLI ALTRI: BASSO E CUNEGO- Partivano da Milano rispettivamente con la quinta e la sesta posizione: piazzamenti invariati in classifica generale per Ivan Basso e Damiano Cunego dopo la cronometro di Milano. Il varesino chiude 28esimo, a 2'06'' dal vincitore, mentre Cunego è 49esimo a 2'37''. Poco male, la posizione nella generale è salva, con Rigoberto Uran (maglia bianca) che chiude al settimo posto, a 5'57'' da Hesjedal e poco prima di Domenico Pozzovivo: lo scalatore tascabile della Colnago, vincitore a Lago Laceno ma a cui sono mancate le gambe nelle ultime due tappe dolomitiche, è ottavo, a 6'28'' dalla maglia rosa. Quattro italiani nei primi otto: un buon bilancio, se non fosse che nessuno di loro è finito sul podio. MILANO E' DI PINOTTI - L'aspettava da oltre un anno. Il successo di Milano è desiderato, atteso e coccolato: impossibile non centrarlo, soprattutto per un ingegnere come lui. Calcolatore e maniaco della perfezione, Pinotti copre i 28.2 km previsti in 33'06'' a oltre 51km/h di media. Il secondo, Geraint Thomas (Sky), è lontano 39'', il terzo (Jesse Sergent) addirittura 53''. Dal neozelandese della RadioShack in poi sono minuti per tutti. La ruota, nello sport così come nella vita, gira. E quella di Pinotti è una grande vittoria: lo scorso anno il suo Giro si era chiuso in barella, dodici mesi più tardi l'unico sorriso a Milano dell'Italia del pedale è invece proprio il suo. LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI Ryder Hesjedal (Garmin-Barracuda): "E' un'esperienza incredibile, una gioia troppo grande da poter esprimere, per me e per la squadra. Man mano che passavano i giorni ci abbiamo creduto sempre più, io mi sentivo sempre meglio e sono contento di aver centrato un risultato che all'inizio del Giro d'Italia sembrava impossibile. Ma devo ammettere che ho iniziato a credere nella maglia rosa solo negli ultimi 5km di Milano. Le lacrime sul podio? E' davvero il realizzarsi di un sogno. Ringrazio tutti, i tifosi e la squadra che mi hanno sempre sostenuto". Marco Pinotti (Bmc): " E' un anno che aspettavo di fare questa prova. L'anno scorso ho lasciato il Giro in barella quindi avevo molta voglia di fare bene. Nell'ultima settimana ho provato a recuperare le energie come ho fatto quattro anni fa. Nessun italiano sul podio? Da qualche anno la corsa è sempre più internazionale; ogni squadra ha portato corridori in ottime condizioni e questo forse è un bene per il Giro".Ivan Basso (Liquigas-Cannondale): "Hesjedal? Lo ha strameritato. Lui e Rodriguez sono stati gli atleti che hanno meritato maggiormente durante queste tre settimane. E' giusto così. Posso assicurare che questo non sarà il mio ultimo Giro d'Italia da protagonista; il mio funerale sportivo lo celebreremo tra un po'. Se sono mancato nel finale? Quando ho vinto, ho vinto con questa tattica quindi non potevo sapere che avrei avuto una flessione nel finale. Purtroppo non sono riuscito a stare con i migliori e questo ha determinato una classifica non in linea con le aspettative che c'erano alla vigilia. Il Tour de France? Sì, ci andrò. A prescindere da questo Giro d'Italia era già nei programmi. Io credo che Vincenzo (Nibali, ndr) possa puntare sicuramente al podio". Il marchigiano Michele Scarponi (Lampre-ISD): "Non sono venuto al Giro con l'ambizione di fare primo tra gli italiani. Ero partito con l'1 e oggi non volevo scendere dal podio. Volevo un Giro da protagonista, ho combattuto in tutte le tappe più importanti. Sono deluso. Non meritavo di scendere dal podio, con tutto il rispetto per Hesjedal e Rodriguez. Anche se nella tappa di Cortina, se non avessi avuto problemi, potevo guadagnare e non difendermi. Se ho qualcosa da recriminarmi? No, forse c'è qualcosa che poteva andare meglio, ma va bene lo stesso". Appuntamento al prossimo anno con la speranza che vada meglio. Thomas De Gendt (Vacansoleil): "Con Hesjedal a quasi 1'50'' era davvero impossibile andare a prendere la maglia rosa, anche perché poi Rodriguez è andato molto forte. Io sono molto soddisfatto del mio terzo posto, era inaspettato, e proprio per questo sono ovviamente contentissimo di questo risultato". Damiano Cunego (Lampre-ISD): "La Lampre ha disputato un Giro impeccabile, abbiamo movimentato la corsa come nessun'altra squadra ha fatto. Nella tappa dello Stelvio ho avuto ordine dall'ammiraglia di stare a ruota di De Gendt, poi lui sull'ultima salita ha avuto una marcia in più, niente da dire. Il mio sesto posto? Ho provato ad andare all'attacco per mettere in ginocchio gli avversari, ma non ce l'ho fatta. L'obiettivo era quello di fare colpo pieno con Michele (Scarponi, ndr), ma le corse sono così, a volte si vince e a volte si perde. Sul podio in un grande giro? Me lo auguro, ma il ciclismo di oggi ti impegna davvero tanto, bisogna scegliere le corse da fare". Mark Cavendish (Team Sky): "Il Giro d'Italia è un qualcosa di speciale per me, ho questo Paese nel cuore e sicuramente sarò qui anche l'anno prossimo. Il Duomo di Milano è bellissimo, la gente del Giro è fantastica. La maglia rossa? Peccato, ma le corse in bici vanno così. Sono contento per Rodriguez (vincitore della classifica a punti, ndr) perché oggi ha perso la rosa. Almeno con la rossa si consola".
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