martedì 12 gennaio 2010

BERLUSCONI, NUOVO ASSALTO AI PROCESSI

Entra nel vivo in Parlamento il dibattito sulla giustizia. Nella complessa partita sulla riforma della giustizia il governo si appresta a calare un tris di assi: dopo il processo breve, in aula al Senato, e il legittimo impedimento, in commissione alla Camera, arriverà una norma che bloccherebbe immediatamente, tra gli altri, anche il processo Mills. A confermarlo è stato il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. «Dobbiamo adeguarci alla sentenza della Corte Costituzionale del 14 dicembre», ha spiegato Caliendo. In quella sentenza la Consulta ha dichiarato illegittimo che, di fronte a una nuova contestazione del pm, non sia possibile riaprire i termini per consentire eventualmente all'imputato di chiedere il rito abbreviato. I processi interessati sarebbero sospesi per tre mesi. Caliendo però non ha chiarito se si agirà per decreto o con un emendamento ai due testi sulla giustizia all'esame delle Camera: il legittimo impedimento e il processo breve. Il Pd tenterà dal canto suo di fare le barricate. Se la maggioranza e il governo procederanno sul processo breve come è stato annunciato in questi giorni il Pd “si metterà di traverso con tutte le sue forze”, ha chiarito il segretario Pier Luigi Bersani, “se Berlusconi pensa di essere uno statista lo può dimostrare ora. È evidente anche a un bambino che non si può discutere allo stesso tempo di processo breve e di riforme”. Anna Finocchiaro ha chiesto che il ddl sul processo breve torni in commissione. Subito è arrivato il no del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: “Non è necessario”, ha detto. Duro il giudizio di Antonio Di Pietro. “Magari fossi prevenuto quando penso che la riforma tributaria è il miele sul cucchiaino per l'olio di ricino del processo breve e del legittimo impedimento”, ha commentato. E Luigi De Magistris, sempre dell'Idv, ha rivolto un appello alla 'resistenza'. “Il tempo della resistenza pacifica e costituzionale è l'oggi. Il suo spazio? Ogni luogo”, ha detto. «Le parole del sottosegretario Caliendo sono la conferma che l'esecutivo sta impegnando le proprie energie nella ricerca di tutti i cavilli possibili per consentire l'immediato blocco dei processi del Premier, anche ricorrendo ad artificiose interpretazioni degli effetti delle pronunce della Corte costituzionale che riguardano norme processuali penali». Così la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti commenta l'annuncio del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo di un nuovo intervento legislativo conseguente alla sentenza della Corte costituzionale del 14 dicembre. «Le ragioni per un nuovo decreto non possono essere quelle evidenziate oggi da Caliendo - aggiunge - per il semplice fatto che le sentenze della Corte costituzionale sono immediatamente efficaci 'erga omnes' e non abbisognano di arzigogoli giuridici. Evidentemente il Governo ha in mente di strumentalizzare la sentenza della Corte costituzionale che amplia i diritti dell'imputato per bloccare i processi del premier. Tutto questo evidenzia l'assoluta mancanza di rispetto nei confronti del lavoro parlamentare e il continuo ricorso a provvedimenti 'ad personam'. «Qui in Senato siamo già di traverso, abbiamo chiesto che il provvedimento torni in commissione perchè questi emendamenti presentati dalla maggioranza introducono delle parti assolutamente nuove rispetto al testo discusso in commissione. Abbiamo presentato dieci tra pregiudiziali e sospensive e se non verrà accolta la nostra richiesta di tornare in commissione faremo ostruzionismo e presenteremo centinaia e centinaia di emendamenti». Ha ribadito la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. «Al danno si è aggiunta la beffa, Berlusconi ha introdotto l'ennesima norma ad personam» Lo dice il leader di Idv, Antonio Antonio Di Pietro, riferendosi all'emendamento presentato dalla maggioranza sul processo breve. «Per assicurare l'impunità ad una persona sola - ha aggiunto Di Pietro - si assicura l'impunità a migliaia di delinquenti e migliaia di delitti resteranno senza processi».

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