PEPPE SERVILLO:«NUCLEARE? ABBIAMO GIÀ VOTATO NO...»
“Il nucleare spaventa. Abbiamo già detto no. Dobbiamo trovare un'alternativa”. “L'acqua va difesa, è un diritto primario”. “A Napoli che tutto il centro sinistra si adoperi per De Magistris”. Anche parlando di politica e diritti al telefono Peppe Servillo conserva un timbro caldo e capace di improvvise modulazioni. Niente a che vedere con le sue tenere acrobazie vocali e con la sua mimica quando canta, comunque parlare di argomenti che investono la vita di tutti e il futuro accende a tratti la sua voce. Il cantante degli Avion Travel passato di recente per “Passione”, il docu-film di Turturro sulla Napoli vissuta attraverso le canzoni partenopee, oggi alle 19.30 è al Caffè letterario in via Ostiense 95 a Roma con il Solis String Quartet e Valentina Lupi per un concerto promosso dal Pd nella due giorni di musiche a favore dei referendum contro la privatizzazione dell’acqua e contro il nucleare. Perché partecipa a un’iniziativa così schierata? Al di là del concerto partecipo come avrei partecipato ad altre occasioni avendone modo. Innanzi tutto i referendum sono uno strumento fondamentale, ne ho vissuti altri anche da ragazzo ed erano importanti. Negli anni 70 iniziarono a venir usati con una relativa frequenza che creava per la prima volta la coscienza affinché gli elettori possano esprimersi direttamente su certe scelte. Ricordo i primi due: furono sul divorzio e sull’ aborto. Sul nucleare come la pensa? Ho votato anni fa come tanti per il no quindi c'è già una volontà precedente espressa e di cui bisogna tener conto. Considerando gli anni che ci vogliono per smaltire le scorie, per chiudere o per aprire centrali, gli anni passati non sono tanti. Perché no all’energia nucleare? Condivido le ansie e le paure di tutti ma coltivo una speranza: cercare una via diversa. Non solo una soluzione a questo problema ma uno stimolo per creare un circolo virtuoso che porti ad altri benefici, all’occupazione, a uno stile di vita e a una mobilità per usare energie più pulite. Inoltre si parla di Europa unita e di mondo globalizzato, allora perché non guardare a esperienze di paesi come la Germania che porta avanti certe politiche per energie alternative? Passando all’acqua, addirittura la Cei l’ha definita un bene comune. Non direi “addirittura” la Cei, su certi temi la chiesa si è sempre espressa in modo molto condivisibile: non mi meraviglia questa posizione, anzi. E ho visto che Bossi ha definito attraente il referendum sull’acqua, a dimostrazione che la coscienza è individuale. Per quale motivo la vuole in mano pubblica e non privata? L’acqua va difesa perché nei prossimi anni sarà oggetto di scontri a livello mondiale. Affermare che è pubblica significa prendere posizione nello scacchiere mondiale. E poi ritengo rientri nella sfera dei diritti primari come la sanità e altri servizi. Chi è per la privatizzazione argomenta che così si eviterebbero sprechi e si garantirebbe un’acqua migliore. Si può sostenere che gli sprechi esistono e l'acqua non ha la stessa qualità in tutto il territorio, ma è come rimediare a un male creandone un altro, invece bisogna risolvere un male all'origine. Anche perché, quando vedremo che la privatizzazione non porta buoni risultati, dovremo inventarci qualcos’altro. Lei è originario di Caserta: è contigua a Napoli. Al riguardo: cosa le piacerebbe, ora per il ballottaggio? Che tutta la sinistra condividesse il sostegno a un unico candidato. Purtroppo ci sono stati problemi ben noti alle primarie, ma in questo momento va lasciato alle spalle quanto è successo. Già con la prima votazione tanti napoletani hanno votato De Magistris al di là dei partiti: è un fatto che va considerato. De Magistris ce la può fare? Questo non lo so. Passiamo alla musica: che concerto è quello di oggi? Faccio uno spettacolo con canzoni napoletane con i Quartet String, un quartetto d'archi napoletano. Eseguiamo un repertorio classico: santa chiara, ca t'aggia a di, dicitincello vuje e altre. È un progetto nato da poco, lo abbiamo proposto per la prima volta al Teatro della Pergola a Firenze per le celebrazioni per i 150 anni dell’Italia in una serata con Anna Bonaiuto. Poi sono stato invitato al concerto del Primo maggio con la Sinfonietta di Roma per interpretare una canzone napoletana… è un percorso coerente anche senza volerlo. L’idea è considerare la canzone napoletana di tutti e che sta a monte della nostra cultura musicale. Diventerà un album? Può darsi, al momento non è un obiettivo. Viviamo questo progetto come una motivazione personale che si concretizza nei concerti, nelle prove, nell'arrangiare le canzoni. Il valore del nostro lavoro dipende dalla modalità con cui proponiamo questi brani, con sobrietà e con rispetto per la scrittura musicale.