LEGA, LA 'SVOLTA' DEL LINGOTTO MARONI, RIVOLUZIONE IN 12
PUNTI
Sette ore di dibattito, confronto e analisi dei problemi del
mondo produttivo del Nord. Al Lingotto di Torino, la Lega affronta la prova
della "maturità" e lancia il nuovo manifesto: dodici «progetti
concreti», dall'euro-regione del Nord ai tagli «drastici» alla politica, oltre
allo stop agli incentivi di Stato per le «aziende decotte». Dalla due giorni di
confronto (la kermesse è iniziata molto presto, alle 8.30 - «orario padano» -
ha scherzato Maroni) con gli imprenditori del nord al Lingotto di Torino esce
«la Lega che ascolta e che si rinnova» e che vuole continuare le sue battaglie
investendo «su nuove proposte e sulla concretezza». Con lo stato maggiore della
Lega al gran completo in platea e l'anziano ex leader Bossi in prima fila ma
silente, è questo il segnale Roberto Maroni, segretario federale della Lega dal
primo luglio scorso, ha voluto dare, esplicitamente, al primo importante
appuntamento «politico» del nuovo corso.Il neo leader ha ostentato
soddisfazione per l'esito degli «Stati generali del nord» di ieri e oggi, con
cui ha messo a confronto imprenditori del nord, un centinaio, e rappresentanti
delle Fondazioni e delle associazioni per trovare, assieme ai dirigenti del
nuovo corso leghista, proposte «concrete» per il nord, come ha più volte
sottolineato lo stesso Maroni, in una manifestazione per una volta senza
simboli leghisti. Dopo la giornata di ieri, sei tavoli di lavoro di
elaborazione di proposte su temi economici, Maroni ha incassato stamattina il
riconoscimento, da parte del ministro per lo Sviluppo economico Corrado
Passera, della giustezza di quella che lo stesso Maroni ha più volte definito
la «novità», cioè la scelta del confronto aperto con la società civile. «Grazie
per il metodo - ha detto Passera nel 'question time' con gli imprenditori
condotto dallo stesso Maroni - credo nella politica che ascolta e che cerca di
fare il meglio». Un apprezzamento ricambiato dall'ex ministro dell'Interno:
«Sappiamo distinguere chi all'interno del governo intende assumere impegni per
la crescita, il ministro Passera per esempio, rispetto a chi ha altre
preoccupazioni». Dal canto suo, il ministro, ha anche affermato, tra gli
applausi, che di federalismo «c'è bisogno». Maroni ha poi chiamato« a
pronunciarsi sulle dodici »proposte concrete« presentate in tarda mattinata
anche gli altri due »big« tra gli ospiti presenti: il segretario generale della
Cisl Bonanni, che ha riconosciuto al Nord il ruolo di principale produttore di
ricchezza del Paese e condiviso diverse delle proposte indicate dalla Lega; il
leader di Confindustria Giorgio Squinzi, che ha condiviso la proposta di
tagliare i sussidi alle imprese »decotte« in cambio di una riduzione del carico
fiscale, senza la quale le imprese »stanno morendo«. Tra le altre proposte, il
taglio di un milione di dipendenti pubblici delle regioni non virtuose, che
però ha trovato il disaccordo di Bonanni, che ha giudicato l'idea »non
verosimile: bisogna piuttosto riorganizzare il pubblico impiego«. Contrario
all'introduzione delle gabbie salariali invece Giorgio Squinzi. Entrambi però
si sono dichiarati a favore dell'eliminazione dell'Irpef per l'assunzione di
giovani sotto i 35 anni. Tra riformulazioni di vecchi cavalli di battaglia e
qualche idea nuova di zecca, Maroni ha snocciolato il frutto del lavoro
congiunto: dimezzamento dei parlamentari, sistema scolastico su base regionale,
Euroregione del nord, trattenere 75 per cento del fisco a livello regionale,
fiscalità di vantaggio, commissariare le banche che non fanno credito alle
imprese, rispettare i termini di pagamento da parte del pubblico e
infrastrutture integrate con regole semplici e tempi certi. Tutte proposte,
comunque, aperte a critiche e modifiche, e ch costituiranno »il patrimonio di
azioni che la Lega intende sviluppare« perché »partiamo dal presupposto che il
nord soffre« e che questa è »una sensazione diffusa dagli abitanti di chi vive
al nord«, dove otto cittadini su dieci si ritengono »ingiustamente
penalizzati«. Maroni ha promesso di replicare l'esperimento con il mondo
dell'agricoltura, dell'ambiente, delle energie rinnovabili. Ma per il momento,
l'appuntamento, è per domenica prossima con la »tradizione« leghista: la Festa
dei popoli padani a Venezia. r.p.c.