«TRIBUTI ITALIA HA RUBATO I SOLDI ICI IN 400 COMUNI»
Arrestato, in esecuzione di un'ordinanza di custodia
cautelare in carcere del tribunale di Chiavari, Giuseppe Saggese,
l'amministratore delegato della società chiavarese di riscossione «Tributi
Italia». Secondo il procuratore Franco Cozzi, che ha visto accolta dal gip
Fabrizio Garofalo la sua richiesta di custodia per Saggese e quattro altre
persone, da ieri agli arresti domiciliari, la società, avrebbe sottratto
illecitamente alle casse dei Comuni per cui prestava servizio circa 100 milioni
di euro, presi da Ici, Tarsu, Tosap e altre tasse.Le ordinanze sono state
eseguite dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Genova che hanno
portato a termine nove perquisizioni e sequestrato denaro e beni mobili e
immobili per circa nove milioni di euro. Le perquisizioni sono state effettuate
in abitazioni ed uffici situati in varie località, in particolare in provincia
di Genova, nella zona del Tigullio, a Roma ed in provincia di Piacenza. Le
indagini hanno portato ad accertare gravi irregolarità gestionali da parte di
Tributi Italia che esercitava la propria attività a livello nazionale,
occupandosi della riscossione di tributi locali (Ici, Tosap ed altre entrate),
per incarico ricevuto da oltre 400 Comuni, distribuiti in varie regioni del
territorio nazionale. «L'azienda - spiegano in una nota i finanzieri - una
volta introitate le somme provenienti dalla riscossione tributaria, anzichè
riversarle agli enti a cui spettavano, al netto dell'aggio di sua competenza,
le tratteneva sui propri conticorrenti,appropriandosene.I fondi, poi,
attraverso rapporti, privi di effettive ragioni economiche, con altre società,
riconducibili a Saggese,vero'dominus'e artefice di tutta l’operatività
aziendale, venivano distratte a suo beneficio». Gli approfondimenti investigativi, considerato il
meccanismo attraverso il quale i fondi uscivano dalla società di riscossione,
sono stati concentrati sulle operazioni con le 'imprese collegatè, spesso
documentate come consulenze o piani di riorganizzazione aziendale, verificando,
altresì, alcune operazioni societarie di natura straordinaria, come aumenti di
capitale e costituzione di nuove società, risultate funzionali, anche queste, a
distrarre ingenti somme. Una delle consulenze, per le quali è stato corrisposto
un compenso di circa 2 milioni di euro, ha riguardato l'acquisizione di una
società di riscossione brindisina, già indebitata per circa 43 milioni di euro;
tale operazione ha comportato un irreparabile pregiudizio per il patrimonio
della stessa società. L?impresa di riscossione, inoltre, a causa di una cattiva
gestione e delle numerose denunce presentate nei suoi confronti per la
scorretta attività gestionale, da parte di vari Comuni vittime delle
sottrazioni di fondi, che gli avevano revocato le concessioni per l'esazione
tributaria, è entrata in stato d'insolvenza, venendo, conseguentemente,
dichiarata fallita dal Tribunale di Roma, dove l'azienda ha la sede legale e
dove la competente Procura procede per violazioni della legge fallimentare.
L'indagine avrebbe consentito, sinora, di provare, in modo certo, l'avvenuta
appropriazione di fondi per un ammontare di circa 20 milioni di euro; i
soggetti indagati,in tutto 9, cioè quelli sottoposti alle misure cautelari, più
altri 4 perseguiti 'a piede liberò, sono accusati, dall'autorità giudiziaria.
chiavarese, di peculato e reati fiscali. p.s.m.r.d.c.