venerdì 14 giugno 2013

MARINO NON VA AL GAY PRIDE PRIMA POLEMICA DA NEOSINDACO
Ignazio Marino domani non va al Gay Pride a Roma «per stare in famiglia». Gli organizzatori: «Una risposta irrispettosa e offensiva»

Ignazio Marino non partecipa al Gay Pride di Roma, in programma domani, e incappa nella prima polemica da neosindaco. Il primo cittadino ha comunicato che non parteciperà «per stare qualche giorno in famiglia» e gli organizzatori della manifestazione contestano: «Una risposta irrispettosa e offensiva - attacca il Comitato Roma Pride - nei confronti di una comunità che si batte da anni e domani scenderà in piazza proprio per vedere riconosciuti i diritti, la visibilità e la dignità delle proprie famiglie. Il sindaco di Roma ha il dovere di offrire alla città una disponibilità diversa rispetto al passato e di dimostrare più attenzione alle richieste di una grande manifestazione per i diritti civili, la democrazia e la libertà». Gli organizzatori si dicono «molto delusi da questa scelta che denuncia una grave sottovalutazione di cosa sia il Pride per Roma e siamo fiduciosi che il Sindaco sappia comprendere l'importanza che avrebbe la sua presenza per una comunità che troppo spesso non riceve risposte credibili dalle Istituzioni e dai suoi più importanti rappresentanti». Rincara il Circolo Mario Mieli: «Ci sembra una falsa partenza e un brutto segnale nei confronti di Roma e di una comunità importante che ha contribuito in modo rilevante alla sua vittoria e che si aspettava un chiaro e visibile segnale di vicinanza in netta discontinuità col passato» - afferma il Presidente Andrea Maccarrone. «Già ieri il Sindaco Marino aveva schivato con imbarazzo una richiesta diretta rivoltagli in piazza Campidoglio da una nostra attivista. Oggi spiega alla stampa di voler trascorrere del tempo in famiglia senza rendersi conto, forse, che questa motivazione rischia di essere persino offensiva nei confronti di chi le proprie famiglie non le vede in alcun modo riconosciute e si trova costretto a scendere in piazza e a lottare giorno per giorno per rivendicare pari diritti e dignità».
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