MARINO NON VA AL GAY PRIDE PRIMA POLEMICA DA NEOSINDACO
Ignazio Marino domani non va al Gay Pride a Roma «per
stare in famiglia». Gli organizzatori: «Una risposta irrispettosa e offensiva»
Ignazio Marino non partecipa al Gay Pride di Roma, in
programma domani, e incappa nella prima polemica da neosindaco. Il primo
cittadino ha comunicato che non parteciperà «per stare qualche giorno in
famiglia» e gli organizzatori della manifestazione contestano: «Una risposta
irrispettosa e offensiva - attacca il Comitato Roma Pride - nei confronti di
una comunità che si batte da anni e domani scenderà in piazza proprio per
vedere riconosciuti i diritti, la visibilità e la dignità delle proprie
famiglie. Il sindaco di Roma ha il dovere di offrire alla città una disponibilità
diversa rispetto al passato e di dimostrare più attenzione alle richieste di
una grande manifestazione per i diritti civili, la democrazia e la libertà».
Gli organizzatori si dicono «molto delusi da questa scelta che denuncia una
grave sottovalutazione di cosa sia il Pride per Roma e siamo fiduciosi che il
Sindaco sappia comprendere l'importanza che avrebbe la sua presenza per una
comunità che troppo spesso non riceve risposte credibili dalle Istituzioni e
dai suoi più importanti rappresentanti». Rincara il Circolo Mario Mieli: «Ci
sembra una falsa partenza e un brutto segnale nei confronti di Roma e di una
comunità importante che ha contribuito in modo rilevante alla sua vittoria e
che si aspettava un chiaro e visibile segnale di vicinanza in netta discontinuità
col passato» - afferma il Presidente Andrea Maccarrone. «Già ieri il Sindaco
Marino aveva schivato con imbarazzo una richiesta diretta rivoltagli in piazza
Campidoglio da una nostra attivista. Oggi spiega alla stampa di voler
trascorrere del tempo in famiglia senza rendersi conto, forse, che questa
motivazione rischia di essere persino offensiva nei confronti di chi le proprie
famiglie non le vede in alcun modo riconosciute e si trova costretto a scendere
in piazza e a lottare giorno per giorno per rivendicare pari diritti e
dignità».