ADDIO A MENNEA/ GRAZIE PIETRO NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA
SABINA L'ULTIMO SALUTO ALL’ OLIMPIONICO DEI 200
di Sergio Conti
"Arrivederci a festeggiare la tua vittoria al traguardo
del cielo". Questo cartello e un lungo applauso hanno accolto nella basilica
romana di Santa Sabina il feretro di Pietro Mennea, poco prima della cerimonia
funebre, e officiata da padre Antonio Truda. Nell' antica basilica, per
l'ultimo saluto all' olimpionico scomparso a 60 anni, si sono ancora uniti ai
famigliari tanti altri campioni dello sport, amici, autorità. Tra le corone
accanto al feretro, quelle del ministero dello Sport della Regione Lazio, oltre
ai gonfaloni della Provincia di Barletta Andria e Trani, delle città di
Barletta e Formia. "Non era tutto vero quello che dicevi, che quando si
spengono le luci della ribalta non ti considerano; guarda la chiesa: ci sono
tante persone che ti vogliono bene. Sei stato un campione che a livello
mondiale era schivo sino a dare a tutti noi il senso del dovere da compiere e
la gioia del dovere compiuto" ha detto nell'omelia padre Truda."Hai
avuto tanti talenti e li hai fatti crescere fino a diventare un mito, un
campione. Hai saputo rendere grande la storia dell'It alia sportiva e umana –
ha detto Truda nel corso della messa officiata nella basilica romana di Santa
Sabina. Ho letto tante cose su di te ma come dice Papa Francesco se non c'é la
fede non si possono raggiungere traguardi". "Tutte le corse terminano
in una Patria dove non c'é più dolore e affanno", ha concluse il sacerdote."Grazie
Pietro, mi impegno che tutti i valori che ti hanno guidato in vita siano
trasmessi a più giovani. So che il tuo più grande desidero era quello di
raccogliere tutti i tuoi ricordi sportivi in un museo. Con Alfio Giomi pensiamo
di poterlo realizzare allo Stadio dei Marmi: potrebbe essere il luogo ideale
per tornare a respirare la pista" ha detto il presidente del Coni,
Giovanni Malagò, nella sua orazione. "Il Golden Gala di Roma diventerà
Memorial Pietro Mennea", ha annunciato Malagò tra gli applausi."Ho
pensato a tre momenti in cui ci ha voluto stupire – ha aggiunto il numero uno
dello sport italiano-: la prima volta segnando quel tempo che è rimasto
fantascienza, la seconda fermando i nostri cuori con un'emozione assurda a
Mosca con la medaglia d'oro. La terza volta, è stata l'altro ieri quando con il
coraggio con cui hai affrontato la malattia ci hai anni chilito". Malagò
ha anche ringraziato pubblicamente il campione per il sostegno nella sua
candidatura alla presidenza del Coni. "Dopo Muhammad Ali, seguivo Mennea
perché era fuori dagli schemi come il pugile - è stato invece il ricordo
dell'amico e giornalista Gianni Minà -. Ali e Mennea ono stati salvati da
risultati altrimenti sarebbero stati masticati via quando non sarebbero stati
più in grado di vincere"."Lo onorano le sue gesta leggendarie che
l'hanno fatto il più grande alteta dell' Italia e del mondo – ha detto l' ex
magistrato Ferdinando Imposimato nella sua orazione funebre -. Un simbolo di
purezza. Un Atleta leggendario e indomito ma anche scrittore, avvocato, docente
universitario e alfiere diritti umani. La sua ambizione più grande era la
conquista della gloria non per vanità ma per riscattare destino disagiati e
negletti".