venerdì 1 marzo 2013





 «GRILLO VA SFIDATO, NESSUN BARATTO» VIVA L’ITALIA

«Trovo sbagliato e dannoso inseguire Beppe Grillo sul suo terreno, quello delle dichiarazioni ad effetto. Quello della frase di tutti i giorni. Tanto lui cambia idea su tutto, la storia di questi ultimi 30 anni lo dimostra. Grillo non va rincorso, va sfidato. Sulle cose di cui parla, spesso senza conoscerle». Lo scrive il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, sulla sua newsletter settimanale.Bisogna «rimettersi in sintonia con gli italiani, non gi ocare al compro baratto e vendo dei seggi grillini».  Per Renzi «quando durante le primarie, chiedevamo di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, o ai parlamentari e consiglieri regionali di rinunciare ai vitalizi, fino alla richiesta di non considerare appestati quelli che la volta prima avevano votato Lega o Pdl (le primarie si vincono convincendo la tua gente, ma le elezioni si vincono convincendo anche quelli fuori dal tuo recinto) o fino alla proposta di far uscire i partiti dalla Rai, noi eravamo chiari. Ma non abbiamo avuto la capacità di convincere. Colpa mia, l'ho detto». Il sindaco di Firenze ha poi aggiunto che «non abbiamo il copyright su queste proposte: Mi piacerebbe - ha osservato - che li rilanciassimo noi, non per raccogliere il voto di qualche parlamentare grillino ma per recuperare un rapporto con il Paese, con gli italiani».«Pensiamo di uscirne vivi offrendo a Grillo la Camera e a Berlusconi il Senato, secondo gli schemi che hanno già fallito in passato?», si chiede il sindaco di Firenze. Che poi commenta l'esito del voto: il centrosinistra «ha perso le elezioni», è inutile tentare «giri di parole». «Le elezioni. Niente giri di parole: il centrosinistra le ha perse. La vittoria numerica alla Camera non è sufficiente e lo sappiamo. E non si dica: 'Ah, gli italiani si sono fatti abbindolare, non ci hanno capito' come ha detto qualche solone dei nostri in tv nelle ore della debacle. Gli italiani capiscono benissimo i politici: casomai non sempre accade il contrario». «Io - ha precisato - quello che avevo da dire l'ho detto alle primarie. Non ce l'ho fatta, mi sono preso la mia responsabilità. Ho praticato la lealtà in tutta la campagna elettorale: non perché mi convenisse, ma perché è giusto rispettare i risultati, sempre. Perché credo che lo stile abbia un ruolo persino in politica. Oggi non dirò: »Ma io ve l'avevo detto«. Quelli che sono stati zitti durante le primarie e che poi ci spiegano che loro avevano capito tutto sono insopportabili: passi saltare sul carro del vincitore, ma adesso affollare quello del perdente mi suona ridicolo. Io ho combattuto Bersani a viso aperto quando non lo faceva nessuno, guardandolo negli occhi. Non lo pugnalo alle spalle, oggi: chiaro? Nello zoo del Pd ci sono già troppi tacchini sui tetti e troppi giaguari da smacchiare per permettersi gli sciacalli del giorno dopo».Matteo Renzi non intende partecipare a «caminetti», ma si dice «pronto a partecipare a una discussione vera su quello che serve al Paese». Il sindaco di Firenze lo ha scritto nella sua newsletter: «Ma se devo andare ai caminetti di partito sulle indiscrezioni della stampa o a partecipare al festivalbar delle candidature, beh, scusate, ma da queste parti abbiamo da lavorare. Mentre a Roma si discute, nelle città si affrontano i problemi, dalle emergenze occupazionali fino alle buche nelle strade». Matteo Renzi non intende partecipare a «caminetti», ma si dice «pronto a partecipare a una discussione vera su quello che serve al Paese». Il sindaco di Firenze lo ha scritto nella sua newsletter: «Ma se devo andare ai caminetti di partito sulle indiscrezioni della stampa o a partecipare al festivalbar delle candidature, beh, scusate, ma da queste parti abbiamo da lavorare. Mentre a Roma si discute, nelle città si affrontano i problemi, dalle emergenze occupazionali fino alle buche nelle strade».
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