«GRILLO VA SFIDATO, NESSUN BARATTO» VIVA
L’ITALIA
«Trovo
sbagliato e dannoso inseguire Beppe Grillo sul suo terreno, quello delle
dichiarazioni ad effetto. Quello della frase di tutti i giorni. Tanto lui
cambia idea su tutto, la storia di questi ultimi 30 anni lo dimostra. Grillo
non va rincorso, va sfidato. Sulle cose di cui parla, spesso senza conoscerle».
Lo scrive il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, sulla sua newsletter
settimanale.Bisogna «rimettersi in sintonia con gli italiani, non gi ocare al compro
baratto e vendo dei seggi grillini».
Per Renzi «quando durante le primarie, chiedevamo di abolire il
finanziamento pubblico ai partiti, o ai parlamentari e consiglieri regionali di
rinunciare ai vitalizi, fino alla richiesta di non considerare appestati quelli
che la volta prima avevano votato Lega o Pdl (le primarie si vincono
convincendo la tua gente, ma le elezioni si vincono convincendo anche quelli
fuori dal tuo recinto) o fino alla proposta di far uscire i partiti dalla Rai,
noi eravamo chiari. Ma non abbiamo avuto la capacità di convincere. Colpa mia,
l'ho detto». Il sindaco di Firenze ha poi aggiunto che «non abbiamo il
copyright su queste proposte: Mi piacerebbe - ha osservato - che li
rilanciassimo noi, non per raccogliere il voto di qualche parlamentare grillino
ma per recuperare un rapporto con il Paese, con gli italiani».«Pensiamo
di uscirne vivi offrendo a Grillo la Camera e a Berlusconi il Senato, secondo
gli schemi che hanno già fallito in passato?», si chiede il sindaco di
Firenze. Che poi commenta l'esito del voto: il centrosinistra «ha perso le
elezioni», è inutile tentare «giri di parole». «Le elezioni. Niente giri di
parole: il centrosinistra le ha perse. La vittoria numerica alla Camera non è
sufficiente e lo sappiamo. E non si dica: 'Ah, gli italiani si sono fatti
abbindolare, non ci hanno capito' come ha detto qualche solone dei nostri in tv
nelle ore della debacle. Gli italiani capiscono benissimo i politici: casomai
non sempre accade il contrario». «Io - ha precisato - quello che avevo da dire
l'ho detto alle primarie. Non ce l'ho fatta, mi sono preso la mia
responsabilità. Ho praticato la lealtà in tutta la campagna elettorale: non
perché mi convenisse, ma perché è giusto rispettare i risultati, sempre. Perché
credo che lo stile abbia un ruolo persino in politica. Oggi non dirò: »Ma io ve
l'avevo detto«. Quelli che sono stati zitti durante le primarie e che poi ci
spiegano che loro avevano capito tutto sono insopportabili: passi saltare sul
carro del vincitore, ma adesso affollare quello del perdente mi suona ridicolo.
Io ho combattuto Bersani a viso aperto quando non lo faceva nessuno,
guardandolo negli occhi. Non lo pugnalo alle spalle, oggi: chiaro? Nello zoo
del Pd ci sono già troppi tacchini sui tetti e troppi giaguari da smacchiare
per permettersi gli sciacalli del giorno dopo».Matteo Renzi non intende partecipare a «caminetti», ma si dice
«pronto a partecipare a una discussione vera su quello che serve al Paese». Il
sindaco di Firenze lo ha scritto nella sua newsletter: «Ma se devo andare ai
caminetti di partito sulle indiscrezioni della stampa o a partecipare al
festivalbar delle candidature, beh, scusate, ma da queste parti abbiamo da
lavorare. Mentre a Roma si discute, nelle città si affrontano i problemi, dalle
emergenze occupazionali fino alle buche nelle strade». Matteo Renzi non intende
partecipare a «caminetti», ma si dice «pronto a partecipare a una discussione
vera su quello che serve al Paese». Il sindaco di Firenze lo ha scritto nella
sua newsletter: «Ma se devo andare ai caminetti di partito sulle indiscrezioni
della stampa o a partecipare al festivalbar delle candidature, beh, scusate, ma
da queste parti abbiamo da lavorare. Mentre a Roma si discute, nelle città si
affrontano i problemi, dalle emergenze occupazionali fino alle buche nelle
strade».