NO A FILM POLITICI AL MAXXI IL GIORNALISTA EMMOT:
"CENSURA"
Il museo Maxxi ha revocato la premiere, prevista il 13
febbraio, del documentario «Girlfriend’s in a Coma». A scriverlo, su twitter,
il giornalista inglese Bill Emmot, già direttore dell'Economist e molto critico
di Berlusconi, uno degli autori del documentario sul declino dell'Italia
insieme alla giornalista Annalisa Piras. Emmot accusa esplicitamente il
ministero per i beni culturali di “censura”, la neo presidente del museo d’arte
contemporanea Giovanna Melandri si è presa la piena responsabilità dichiarando
che un’istituzione retta tutta da fondi pubblici non può ospitare
manifestazioni dal risvolto politico finché c’è la campagna elettorale. «INCREDIBLE! MAXXIRome, on Culture
Ministry orders, has revoked Girlfriend in a Comàs Feb 13Italy premiere
booking. CENSORSHIP. STUPIDITY», scrive su twitter, con le maiuscole,
Emmot. E accusa il ministero per i beni culturali. Il documentario è reduce da
un pre-screening internazionale a Londra, New York, Bruxelles, tra le altre
capitali, che ha suscitato sia applausi sia attacchi da parte di chi lo
considera uno schiaffo alla società italiana. Emmott annuncia: «chiederemo al
pubblico di insistere per riavere la libertà erosa. Stiamo vedendo le
modalità». E cita una comunicazione dal museo: “Disposizioni della presidente
della fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose
dateci dal Mibac - socio unico della fondazione ed autorità vigilante sul
nostro operato - non ci consentono di ospitare nello spazio del museo qualunque
iniziativa che possa essere letta secondo connotazioni politiche,
nell'imminenza della competizione elettorale". La regista Piras invita gli
spettatori a «chiedere al Minculpop l'immediato rispristino dello screening».
Il Ministero per i beni e le attività culturali, in una nota. dichiara di «non
aver dato disposizioni in merito alla proiezione. Il Maxxi è una fondazione di
diritto privato le cui decisioni sono assunte dagli organi competenti». «Il
Maxxi – scrive a sua volta il museo in un comunicato - è un'istituzione
pubblica nazionale vigilata dal Ministero dei Beni Culturali e, secondo una
prassi consolidata e già attuata in altre occasioni, in campagna elettorale non
può ospitare manifestazioni che, seppur promosse da soggetti esterni, a
qualunque titolo potrebbero essere connotate di valenza politica. Dal 26
febbraio, finita la campagna elettorale, il Maxxi sarà ben felice di ospitare
qualunque manifestazione culturale, inclusa naturalmente la proiezione del documentario
di Bill Emmott».