martedì 11 dicembre 2012


ECCOLA, LA "CRESCITA" BY SILVIO TAGLI A MEDIASET, VOCE PER VOCE

La sforbiciata più grossa, quella da cento milioni di euro, interessa le produzioni, gli appalti e le risorse artistiche. E pazienza se i dirigenti e i big della televisione vedranno diminuire sensibilmente i loro cachet. Non saranno soli: a soffrire la spending review di casa Mediaset ci sono anche il cinema, gli investimenti in tecnologia,la televisione a pagamento, la distribuzione cinematografica, il costo del lavoro e i consulenti.Il Biscione l’ha annunciato da tempo: l’obiettivo è la riduzione dei costi per 450 milioni di euro in tre anni. Ma i dettagli del piano sono emersi solo adesso in un documento sindacale. Si tratta di una cura da cavallo che serve a far fronte al drastico calo del mercato pubblicitario (meno 15 per cento in nove mesi) e più in generale ad una perdita netta, la prima del gruppo, di circa 45 milioni di euro nei primi nove mesi del 2012. Il confronto con il 2011 è pesante: a settembre di un anno fa, quando ancora il Cavaliere era premier il bilancio era positivo per 164 milioni di euro. Quest’ anno invece la crisi si è spinta fino a Cologno Monzese. Da qui la necessità di tagliare le spese.I DETTAGLI- I risparmi arriveranno per settanta milioni di euro dai cosiddetti «diritti Library», che comprendono anche la compravendita di prodotti come i film per la televisione. Stessa cifra verrà sottratta agli investimenti tecnici. In cinquanta milioni è calcolato il taglio in casa Medusa, che prevede di produrre solo venti film nei prossimi quattro anni. E ancora: altri cinquanta milioni dall’ ottimizzazione dei costi del segmento Premium, la pay tv. Revisione di 44 milioni per le spese destinate alla tecnologia e di 24 milioni per quelle legate alla struttura della holding. Straordinari e ferie incideranno (meno) per venti milioni, mentre il restyling delle strutture delle concessionarie di pubblicità, permetterà risparmi per 13 milioni di euro. Infine le consulenze e le collaborazioni, più leggere per nove milioni di euro. Totale: 450 milioni. Il piano è già in atto. Ne fanno parte anche la cessione avvenuta nel luglio scorso delle dieci sedi regionali di Videotime, la controllata di Rti che realizza i programmi per le reti del gruppo televisivo, ad una newco che ha riassorbito i 74 dipendenti della struttura. E la decisione di trasferire da Roma a Milano altri 77 impiegati amministrativi della controllata Rti. Una scelta, quest’ultima, osteggiata dai sindacati - Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom- Uil e organizzazioni di base - che leggono il trasferimento come un invito alle dimissioni. La partita è ancora aperta e un nuovo confronto dovrebbe partire da gennaio. Finora i sindacati hanno riconosciuto l’impegno dell’azienda a non restringere il perimetro aziendale né licenziare: addirittura, commentava poche settimane fa il segretario nazionale della Slc-Cgil, Riccardo Ferraro, «fino ad un anno fa Mediaset non avrebbe intrapreso iniziative come il trasferimento dei dipendenti da Roma a Milano». Ma è chiaro che in clima come questo le cose possano cambiare in fretta: secondo quanto trapela dall’ultimo faccia a faccia azienda sindacati, a fine anno il costo del lavoro peserà per 356 milioni di euro.Dalla stessa riunione sarebbe emerso inoltre che nel corso dell’ anno diversi investitori stranieri interessati ad acquisire quote del gruppo si sarebbero fermati per paura della crisi e di un fallimento dell’ Italia. «L’azienda si dichiara aperta a nuovi partner purché industriali e con tecnologie da condividere - si legge nell’ultimo comunicato sindacale - e smentisce categoricamente la necessità di vendere asset o parti del patrimonio». Forse un riferimento alle indiscrezioni circolate nelle scorse settimane sulla possibile cessione di canali come Mediashopping e Boing, mentre di recente si è parlato anche del possibile lancio di un nuovo canale tematico. Staremo a vedere. Se il 2012si chiude come l’annus horribilis, il 2013 si preannuncia comunque difficile. Chissà che il ritorno in campo politico del Cavaliere non faccia bene anche al Biscione. Del resto, ieri, alla prima occasione utile dopo l’annuncio della prossima candidatura a presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi, in controtendenza con il resto del parterre di piazza Affari il titolo Mediaset ha chiuso in rialzo di oltre due punti percentuali.                                                                            p.r.c.d.s.m.
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