ECCOLA, LA "CRESCITA" BY SILVIO TAGLI A
MEDIASET, VOCE PER VOCE
La sforbiciata più grossa, quella da cento milioni di euro,
interessa le produzioni, gli appalti e le risorse artistiche. E pazienza se i
dirigenti e i big della televisione vedranno diminuire sensibilmente i loro
cachet. Non saranno soli: a soffrire la spending review di casa Mediaset ci
sono anche il cinema, gli investimenti in tecnologia,la televisione a
pagamento, la distribuzione cinematografica, il costo del lavoro e i
consulenti.Il Biscione l’ha annunciato da tempo: l’obiettivo è la riduzione dei
costi per 450 milioni di euro in tre anni. Ma i dettagli del piano sono emersi
solo adesso in un documento sindacale. Si tratta di una cura da cavallo che
serve a far fronte al drastico calo del mercato pubblicitario (meno 15 per
cento in nove mesi) e più in generale ad una perdita netta, la prima del
gruppo, di circa 45 milioni di euro nei primi nove mesi del 2012. Il confronto
con il 2011 è pesante: a settembre di un anno fa, quando ancora il Cavaliere
era premier il bilancio era positivo per 164 milioni di euro. Quest’ anno
invece la crisi si è spinta fino a Cologno Monzese. Da qui la necessità di
tagliare le spese.I DETTAGLI- I risparmi arriveranno per settanta milioni di
euro dai cosiddetti «diritti Library», che comprendono anche la compravendita
di prodotti come i film per la televisione. Stessa cifra verrà sottratta agli
investimenti tecnici. In cinquanta milioni è calcolato il taglio in casa
Medusa, che prevede di produrre solo venti film nei prossimi quattro anni. E
ancora: altri cinquanta milioni dall’ ottimizzazione dei costi del segmento
Premium, la pay tv. Revisione di 44 milioni per le spese destinate alla
tecnologia e di 24 milioni per quelle legate alla struttura della holding. Straordinari
e ferie incideranno (meno) per venti milioni, mentre il restyling delle
strutture delle concessionarie di pubblicità, permetterà risparmi per 13
milioni di euro. Infine le consulenze e le collaborazioni, più leggere per nove
milioni di euro. Totale: 450 milioni. Il piano è già in atto. Ne fanno parte
anche la cessione avvenuta nel luglio scorso delle dieci sedi regionali di
Videotime, la controllata di Rti che realizza i programmi per le reti del
gruppo televisivo, ad una newco che ha riassorbito i 74 dipendenti della
struttura. E la decisione di trasferire da Roma a Milano altri 77 impiegati
amministrativi della controllata Rti. Una scelta, quest’ultima, osteggiata dai
sindacati - Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom- Uil e organizzazioni di base - che leggono
il trasferimento come un invito alle dimissioni. La partita è ancora aperta e
un nuovo confronto dovrebbe partire da gennaio. Finora i sindacati hanno
riconosciuto l’impegno dell’azienda a non restringere il perimetro aziendale né
licenziare: addirittura, commentava poche settimane fa il segretario nazionale
della Slc-Cgil, Riccardo Ferraro, «fino ad un anno fa Mediaset non avrebbe
intrapreso iniziative come il trasferimento dei dipendenti da Roma a Milano».
Ma è chiaro che in clima come questo le cose possano cambiare in fretta:
secondo quanto trapela dall’ultimo faccia a faccia azienda sindacati, a fine
anno il costo del lavoro peserà per 356 milioni di euro.Dalla stessa riunione
sarebbe emerso inoltre che nel corso dell’ anno diversi investitori stranieri
interessati ad acquisire quote del gruppo si sarebbero fermati per paura della
crisi e di un fallimento dell’ Italia. «L’azienda si dichiara aperta a nuovi
partner purché industriali e con tecnologie da condividere - si legge
nell’ultimo comunicato sindacale - e smentisce categoricamente la necessità di
vendere asset o parti del patrimonio». Forse un riferimento alle indiscrezioni
circolate nelle scorse settimane sulla possibile cessione di canali come
Mediashopping e Boing, mentre di recente si è parlato anche del possibile
lancio di un nuovo canale tematico. Staremo a vedere. Se il 2012si chiude come
l’annus horribilis, il 2013 si preannuncia comunque difficile. Chissà che il
ritorno in campo politico del Cavaliere non faccia bene anche al Biscione. Del
resto, ieri, alla prima occasione utile dopo l’annuncio della prossima
candidatura a presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi, in controtendenza
con il resto del parterre di piazza Affari il titolo Mediaset ha chiuso in
rialzo di oltre due punti percentuali. p.r.c.d.s.m.