lunedì 8 novembre 2010

FAZIO-SAVIANO E "VIENI VIA CON ME": AL VIA STASERA CON LA MACCHINA DEL FANGO


Restare in Italia o andare via? È questo il tema della prima puntata di «Vieni via con me», il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano di cui va in onda su RaiTre stasera il primo di quattro appuntamenti. A poche ore dall'inizio del programma Fazio osserva: «Chiunque non sia un mistificatore sa che questo è diventato un paese invivibile. Il disagio è diffuso, andarsene può essere un segno di resa, oppure l'unica via di uscita». Ma non è un invito a gettare la spugna. «Il nostro è un programma patriottico, quando si ama si dice la verità».

Quattro puntate, in cui si racconterà dell'Italia di oggi: delle sue contraddizione, dei suoi problemi e delle speranze per cambiare questo Paese.
Quasi nulla trapela sull'annunciato monologo, di 30 minuti circa, di Roberto Benigni: «Farà sbellicare dalle risate. Non ha provato nulla, viene gratuitamente», si limita a dire Fazio «e quindi sarà ancora più libero del solito». Poi dice: «Ho un grande entusiasmo verso questo programma. Lavoro per la Rai e ho sempre riconosciuto a chi la dirige il diritto di decidere se fare o meno qualcosa. Se però si decide di fare, allora si fa. A un certo punto, per poter andare avanti, ci siamo molto aiutati da soli».
E su Saviano: «Il servizio pubblico ha senso perché manda in onda una persona come lui. Rappresenta l'idea della legalità, è giusto che oltre alla protezione fisica goda della protezione morale della tv di Stato».
Nell'arena di un anfiteatro greco che è lo studio di Raitre, al fianco di Fazio ci sarà Roberto Saviano, Roberto Benigni, Claudio Abbado, Nichi Vendola, Angela Finocchiaro, Daniele Silvestri, altri esponenti della società civile e persone comuni.
Con andamento teatrale porteranno il loro contributo di monologhi, di storie ma anche degli «elenchi» che la trasmissione chiede a tutti di raccontare nel sito, piccoli frammenti di storie quotidiane per un grande progetto. Il governatore della Puglia farà un elenco sui modi di dire gay.
Intanto lo scrittore napoletano interviene oggi con una dura requisitoria contro i vertici Rai per dire, «vorrei rivolgermi ai giovani stasera per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi ma lavora da tempo». In altri termini: «se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia: delegittimare» il rivale agli occhi dell'opinione pubblica.
Una «disinformazione che è più sottile della semplice calunnia». E insomma, sottolinea Saviano, «la macchina del fango è il tema della prima puntata». A cominciare a quanto pare dai meccanismi Rai: Saviano parte con un j'accuse alla dirigenza relativo alle difficoltà che hanno circondato l'avvio del programma. «Se fossimo stati in silenzio accettando le condizioni che la Rai di Masi ci stava dando» scrive Saviano, avrebbero realizzato un programma che non era quello che avevano in mente. E parla del «nuovo meccanismo della censura»: «Porre difficoltà alla realizzazione di un progetto, ma nell'ombra» e «poi far parlare i fatti»: andate male, non vi guarda nessuno, avete fatto ascolti da terza serata».
Il sistema secondo Saviano prevede «togliere i mezzi perché la qualità si affermi, ridurre luce perchè resti in ombra il discorso, questo il nuovo modo per far morire in televisione tutto ciò che può essere cultura». E la requisitoria prosegue parlando delle «balle sui compensi dette in un Paese come il nostro, che campa con stipendi da fame». E ancora: in ultimo «le prove durante le quali, per quanto blindate, cercano di ficcarsi persone pronte a riportare il minimo dettaglio». E conclude: »È per questo che siamo qui, per provare a raccontare quella parte del paese, che è la più grande, che ha voglia di ridisegnare questa terra».
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