AL VIA LE PRIME DENUNCE: «SIAMO STATI ABBANDONATI»
L'avvocato francese dei superstiti della nave Costa Concordia ha annunciato stamattina la presentazione di una denuncia contro il gruppo Costa Crociere, proprietario della nave naufragata, per omissione di soccorso, omicidio colposo e mancata osservanza delle norme di sicurezza. I suoi clienti, Patrice e Tatiana Vecchi, residenti a Cavalaire-sur-Mer, nel sud-est della Francia, hanno organizzato un collettivo di vittime al quale aderisce un centinaio di persone, ha spiegato il legale, Frederic Casanova. La denuncia, che sarà presentata questo pomeriggio alla procura di Tolone, nel sud della Francia, riguarda nello specifico il comandante della nave, Francesco Schettino «che non era al suo posto - precisa l'avvocato Casanova - tutto era nella più completa disorganizzazione, e Costa Crociere dovrà dare delle spiegazioni». Patrice Vecchi, impegnatissimo a trovare aderenti al collettivo, spiega da parte sua che «il gruppo sarà più forte se le persone saranno unite piuttosto che presentando denuncia separatamente». Al di là del fatto che la procedura di emergenza è scattata in ritardo - ha spiegato ancora Vecchi, passeggero della nave e organizzatore del collettivo - si è trattato solo di un'enorme confusione. Non è normale che parecchi di noi si siano trovati senza giubotto di salvataggio, mentre tutti quelli del personale di servizio ne avevano». Vecchi denuncia «mancanza di preparazione» dell'equipaggio, senza contare che «una volta sbarcati - spiega - quelli della Costa sono completamente spariti. Siamo stati abbandonati a noi stessi». Olivier Carrasco, superstite francese residente a Bordeaux, aveva annunciato domenica una sua denuncia contro Costa Crociere, accusando il gruppo di essere stato inadempiente. Clini: dichiareremo lo stato d'emergenza. «Lo stato di emergenza verrà dichiarato per consentire e attuare le misure necessarie in tempi rapidi, cioè corrispondenti alla sfida di evitare la dispersione in mare di oltre 2000 tonnellate di carburante stivate nei serbatoi. Abbiamo bisogno di procedere con urgenza, in tempo più brevi di quelli consentiti dalle procedure ordinarie». A dirlo il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, su Canale 5, a proposito del recupero della nave Costa naufragata all'isola del Giglio. «Bisogna fare in fretta perchè le condizioni meteoclimatiche stanno per cambiare e anche per evitare e per prevenire rischi ambientali, perchè l'eventuale rottura di serbatoi avrebbe effetti difficilmente valutabili», ha dichiarato Clini, riferendosi alla Costa Concordia. «C'è il rischio che la nave vada più in giù e non esistono mezzi meccanici per trattenerla - continua -. Stiamo operando in una situazione veramente al limite». C'è la possibilità di trovare altre persone vive a bordo della nave? «Considerando l'alto numero di dispersi non è da escludere, ma bisogna fare in fretta», ha poi aggiunto il ministro dell'Ambiente. «I subacquei stanno facendo un lavoro molto rischioso - spiega - operando in condizioni molto difficili, ma necessarie per cercare di recuperare eventuali altre persone. Ora la priorità è salvare le possibili vite umane». «Abbiamo chiesto alla Compagnia di darci entro domani il piano di lavoro per svuotare i serbatoi, ed entro 10 giorni quello per rimuovere la nave». Clini ha confermato che «c'è il rischio di scivolamento della nave verso un fondale più profondo e purtroppo non esistono mezzi meccanici per trattenere la nave». Tra le ipotesi in campo, quella più «favorevole sarebbe di tamponare la falla creata e portare la nave in linea di galleggiamento - continua Clini -.Questo consentirebbe di trascinare la nave lontano dal punto in cui si trova ora, per operare. Ma al momento non siamo di grado di dire se questa opzione è praticabile». E nell'ipotesi in cui la nave scivolasse più a fondo, bisogna distinguere. «Se scivolasse senza rotture - precisa - si potrebbe operare ugualmente per il recupero carburante senza il pericolo di disastro ambientale. Ma il rischio è che scivolando ci possano essere delle rotture dello scafo e dei serbatoi, e allora la situazione sarebbe veramente difficile». Quanto a lasciare la nave sul fondale marino, Clini chiarisce che «anche questa è un'altra ipotesi da valutare. Siamo in una situazione in cui ci sono diversi scenari, ma non siamo in condizione di dire quale è quello più probabile». p.c.s.m.