ROMA,BUS E METRO PIÙ CARI L’ULTIMA STANGATA DI ALEMANNO
La giunta Alemanno le chiama in pompa magna «nuove
agevolazioni». In realtà dietro l’uso fantasioso della parola si nasconde
l’ennesima stangata per le famiglie a basso reddito della Capitale, per i pensionati,
per gli studenti. Dal 5 maggio partiranno le nuove tariffe per il trasporto
pubblico locale, lo dice la delibera n.53 del 29 febbraio 2012. In questi
giorni stanno arrivando lettere ai residenti che annunciano le novità: il
biglietto dell’Atac passerà a un euro e 50 centesimi (il 50% in più) e se già
qui l’esborso quotidiano degli utenti è evidente, considerato che con la crisi
sono sempre di più i romani che negli ultimi mesi hanno lasciato a casa l’auto
preferendo i mezzi pubblici per risparmiare su assicurazione e benzina, è sugli
abbonamenti che si rivela la vera politica sulla mobilità del centrodestra
capitolino. Incentivare il trasporto pubblico in una città già congestionata
dall’inquinamento, aiutando nel contempo le famiglie in crisi? Neanche per
idea. Non più abbonamenti mensili ma solo annuali, in pratica gli utenti si
troveranno a sborsare in una volta sola quello che era dilazionato in 12 mesi.
A prezzo maggiorato. E addio alle agevolazioni per studenti e anziani. Ora fa
fede l’Isee, cioè le detrazioni avverranno in base alle fasce di reddito. Ma
chi ci guadagna e chi ci perde? Con un Isee superiore ai 20 mila euro non si
avrà diritto a nessuna agevolazione, ma se pensiamo che gli indicatori stimano
che una famiglia media indica circa 35 mila sul modello, capiamo come intorno
ai 20 un nucleo sia già nella fascia “povera”. Dunque, per fare esempi pratici,
per una pensionata che prende 800 euro al mese l'abbonamento Atac annuale
passerà da 100 euro a 120. Gli anziani con Isee fino a 15mila euro pagheranno
130 euro, tutti gli altri 150 euro. Da pagare in una unica rata. Finora costava
per tutti gli over 65 18 euro al mese. «La delibera va ritirata subito, è solo
un modo per ripianare i debiti di Atac sulle spalle delle persone a basso reddito
- è netta Teti Croci, segretaria generale Spi Cgil - gli sconti sono una finta,
ma come fa un pensionato con la minima a farsi un abbonamento annuale, ma poi
gli serve? Anche un biglietto da 1,50 euro è uno sforzo. Noi abbiamo chiesto un
incontro al Campidoglio ma siamo pronti anche a fare presidi». Altrettanto
penalizzati gli studenti e con essi le loro famiglie. Sparito l’abbonamento
mensile da 18 euro si ritrovano a pagare un servizio di 12 mesi quando ne
usufruiscono per 9. Ed è facile immaginare il dramma che si creerà a settembre
quando i genitori con più figli si troveranno ad affrontare oltre alle spese di
libri e accessori anche quella di più abbonamenti per bus e metro da centinaia
di euro. Insostenibile per gli studenti medi, impensabile per gli universitari
a basso reddito. Che a Roma non sono pochi considerato che la capitale ha una
popolazione universitaria di 260 mila studenti. LE PROTESTE DEGLI STUDENTI
Link, rete che raccoglie gli universitari degli atenei di 14 città, ha già
scatenato la protesta con una articolata campagna che rifà il verso a quella
dell’Atac (se quella ufficiale è “«Roma viaggia con te», gli studenti hanno
ripreso la stessa grafica ma con lo slogan «Roma viaggia senza di noi»), con
banchetti in ogni facoltà e con una raccolta firme digitale che in meno di 24
ore ha già raggiunto le mille adesioni. «E’ una beffa. Noi da 4 anni chiediamo
che anche i fuorisede devono avere le stesse agevolazioni sui trasporti dei
residenti e ora Alemanno le toglie a tutti – dice Diana, coordinatrice Link
Roma – la distanza con le altre capitali europee diventa sempre più abissale».
Identica la posizione dei Giovani Democratici. E anche in consiglio comunale è
guerra. L’opposizione non dimentica gli ultimi scandali che hanno visto
l’azienda dei trasporti al centro delle cronache: parenti e amici di sindaco,
consiglieri e giunta oltre a elementi dell’estrema destra capitolina assunti a
pioggia mentre le finanze dell’Atac andavano allo sfascio per un servizio certo
non all’altezza di una capitale europea. «La Giunta non può far pagare ai
cittadini le conseguenze di Parentopoli e di anni di gestione fallimentare di
Atac», commenta il consigliere provinciale Gianluca Peciola di Sel. E giovedì
il Pd dell’Aula Giulio Cesare ha presentato un ordine del giorno per
ripristinare i pagamenti mensili. «In un momento di crisi non si può chiedere a
pensionati e studenti di pagare quelle cifre - spiega il consigliere del Pd
Paolo Masini - è la cartina di tornasole della famosa politica per famiglia di
cui si riempie la bocca il Pdl ad ogni udienza papale ma intende tartassare le
famiglie più deboli e favorire quelle dei loro amici con posti di lavoro in
Atac e Acea». r.d.c.p.s.m.