venerdì 14 giugno 2013

MARINO NON VA AL GAY PRIDE PRIMA POLEMICA DA NEOSINDACO
Ignazio Marino domani non va al Gay Pride a Roma «per stare in famiglia». Gli organizzatori: «Una risposta irrispettosa e offensiva»

Ignazio Marino non partecipa al Gay Pride di Roma, in programma domani, e incappa nella prima polemica da neosindaco. Il primo cittadino ha comunicato che non parteciperà «per stare qualche giorno in famiglia» e gli organizzatori della manifestazione contestano: «Una risposta irrispettosa e offensiva - attacca il Comitato Roma Pride - nei confronti di una comunità che si batte da anni e domani scenderà in piazza proprio per vedere riconosciuti i diritti, la visibilità e la dignità delle proprie famiglie. Il sindaco di Roma ha il dovere di offrire alla città una disponibilità diversa rispetto al passato e di dimostrare più attenzione alle richieste di una grande manifestazione per i diritti civili, la democrazia e la libertà». Gli organizzatori si dicono «molto delusi da questa scelta che denuncia una grave sottovalutazione di cosa sia il Pride per Roma e siamo fiduciosi che il Sindaco sappia comprendere l'importanza che avrebbe la sua presenza per una comunità che troppo spesso non riceve risposte credibili dalle Istituzioni e dai suoi più importanti rappresentanti». Rincara il Circolo Mario Mieli: «Ci sembra una falsa partenza e un brutto segnale nei confronti di Roma e di una comunità importante che ha contribuito in modo rilevante alla sua vittoria e che si aspettava un chiaro e visibile segnale di vicinanza in netta discontinuità col passato» - afferma il Presidente Andrea Maccarrone. «Già ieri il Sindaco Marino aveva schivato con imbarazzo una richiesta diretta rivoltagli in piazza Campidoglio da una nostra attivista. Oggi spiega alla stampa di voler trascorrere del tempo in famiglia senza rendersi conto, forse, che questa motivazione rischia di essere persino offensiva nei confronti di chi le proprie famiglie non le vede in alcun modo riconosciute e si trova costretto a scendere in piazza e a lottare giorno per giorno per rivendicare pari diritti e dignità».
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giovedì 13 giugno 2013

IL COLLE STRIGLIA I PARTITI «NO CALCOLI DI CONVENIENZA»

«Il governo operi serenamente, il parlamento faccia costruttivamente e con lungimiranza la sua decisiva parte. Le forze politiche non ricadano in meschini e convulsi calcoli di convenienza di qualsiasi specie: ne va della credibilita del nostro paese, della credibilità della politica e della democrazia in Italia». Così il presidente ella Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo alla Conferenza dei prefetti. «Il rinnovamento istituzionale non è separabile dal rinnovamento politico e quest'ultimo non può prescindere da un rinnovamento morale che l'estensione della piaga antica della corruzione nella vita politica e nella vita amministrativa impone categoricamente», ha affermato il presidente. La sfida delle riforme istituzionali richiede stabilità politica e istituzionale, nonchè la «continuità del governo» - ha sottolineato Napolitano. «La sfida cruciale che ha davanti l'Italia», dice il capo dello Stato, è quella di «procedere a revisioni costituzionali» a condizione che «ci sia stabilità politica e istituzionale. Non c'è bisticcio o contraddizione tra stabilità e riforme». Per Napolitano le riforme, concretamente quelle che la commissione di studio appena insediata si prospetterà e subito dopo il comitato parlamentare metterà in cantiere, sono ovviamente l'opposto di un approccio conservatore, di una, comunque motivata o camuffata, difesa dell'esistente, ma potranno realizzarsi solo se non sarà messa in questione la continuità del governo e del Parlamento». «Oggi alle difficoltà per molti aspetti drammatiche di imprese e mondo del lavoro si accompagnano tensioni da affrontare con forte attitudine al confronto e all'ascolto. Ma non c'è dubbio che vi si legano anche il rincrudirsi di certe tipologie di delinquenza comune, sia il manifestarsi di focolai di esasperazione estremistica e perfino di violenza eversiva». Napolitano poi sottolinea che «quello delle ricadute della grave recessione che purtroppo persiste e di un conseguente ampio disagio sociale è il fronte principale su cui dispiegare oggi l'impegno delle Prefetture e dei Prefetti» senza trascurarne altri.
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martedì 11 giugno 2013

TRACOLLO PDL, CRISI DI NERVI E ALFANO ATTACCA IL PREMIER
Il Cav: «Se non ci metto la faccia si perde». I falchi contro Angelino che affonda contro Letta: «Smetta di scusarsi e dia una mission all’esecutivo»

Era prevista la sconfitta, non il cappotto. Undici ballottaggi su undici al centrosinistra. Sedici capoluoghi su sedici. Con Gianni Alemanno archiviato al primo mandato, un unicum per la capitale degli ultimi vent’anni: 28 punti in meno dello sfidante Ignazio Marino, soli 10mila voti in più tra il primo turno e il ballottaggio, un tesoretto di consensi dimezzato rispetto a cinque anni fa. Il Pdl con Roma (e tutti i suoi municipi) ha perso l’ultima delle grandi città e ha raggiunto i minimi storici del suo bilancio di governo locale. A Imperia l’ex feudo di Claudio Scajola si è liquefatto. L’asse del Nord con la Lega è polverizzato nella débacle simbolo dell’ottuagenario ex sindaco sceriffo Gentilini che correva per il terzo mandato, ma anche nella mancata affermazione in nove ballottaggi su nove, Brescia in cima. Altro che «riflessione forte» da avviare, come si è congedato mestamente il sindaco capitolino uscente. Al fianco, in conferenza stampa, aveva sua moglie Isabella Rauti, assunta dal vicepremier Alfano come consulente un minuto prima che il risultato elettorale fosse ufficializzato. «È finita che il prezzo di questo governo lo paghiamo noi, mica il Pd» si sfoga sconfortato un dirigente berlusconiano. Anche se l’astensionismo record penalizza certamente più il centrodestra del centrosinistra (che ha un elettorato più disciplinato e «dedito alla causa»), per il partito azzurro resta una catastrofe. Che non può non chiamare in causa la gestione di via dell’Umiltà. Silvio Berlusconi è furibondo amareggiato per il risultato complessivo. Ma non ha intenzione, per il momento, di mettere in discussione il governo: «È una sconfitta annunciata. Se non ci metto la faccia io finisce così. Ma il vero sconfitto è Grillo, perché lui la faccia ce l’ha messa. Ma valuteremo l’esecutivo alla prova delle misure economiche e dell’impegno in Europa» ha ripetuto in queste ore. Resiste la linea del «niente fallo di reazione». Anche perché, a Palazzo Grazioli, c’è la consapevolezza che staccare la fatidica spina potrebbe non equivalere a tornare alle urne: con lo smottamento in corso del M5 S, il Cavaliere è preoccupato che possa formarsi una «maggioranza alternativa» lasciandolo con il cerino in mano. Tutto questo non vuol dire che per l’ex premier questo voto non sia stato un campanello d’allarme. «Dobbiamo fare più attenzione al territorio - ha detto ai suoi - Non possiamo sbagliare candidati». Il punto più dolente, ovviamente, è Roma. Dove ha cercato di evitare fino all’ultimo - sondaggi alla mano - la ricandidatura di Alemanno, ed è convinto che i fatti gli abbiano dato ragione. Non a caso Maurizio Gasparri ha messo subito le mani avanti: «Giorgia Meloni non avrebbe preso più voti». Segno che nella destra romana, travolta e tutta da ricostruire, si è già aperto il processo agli sconfitti. Mentre la lista Fratelli d’Italia, con l’ex ministra, La Russa e Crosetto, ha triplicato i voti rispetto alle politiche di febbraio. Ma più in generale il Cavaliere è tornato a dubitare del futuro del Pdl: dell’acronimo che «non scalda i cuori» e della classe dirigente incapace di farcela da sola. È l’ennesimo tassello che rafforza il suo desiderio di mettere mano al partito per renderlo «liquido», agile, leggero. Poco costoso e ancor meno impegnativo. A questo punto il ritorno a Forza Italia sembra davvero imminente. C’è chi lo assegna addirittura alla fine di giugno, una volta incassata la gragnuola di sentenze. Ma, anche se balla parecchio il triplo ruolo di Alfano, non è scontato che Berlusconi voglia dargli un plateale ceffone che indebolirebbe di riflesso anche il governo di larghe intese. E sul Foglio il vicepremier esclude contraccolpi sul governo dopo il voto di Roma, e attacca Letta: «Invece di discolparsi dia al governo una missione in Italia e in Europa». L’opzione più probabile sul tavolo è quella di un affiancamento del segretario con l’ex ministro Raffaele Fitto. Il coordinatore pugliese è molto stimato da Berlusconi (era con lui sul palco della manifestazione di Bari) ed è rimasto a bocca asciutta di incarichi nonostante il buon risultato della sua regione alle politiche. Il partito, però, è in subbuglio. Stavolta la novità è che la richiesta di rimettere mano all’organizzazione non arriva solo dai falchi alla Daniela Santanchè, ma anche dalle colombe. Sandro Bondi, e non solo lui, mette al riparo il potere salvifico del capo: senza Berlusconi in campo, senza il traino forte del leader, il Pdl non esiste. «Si vince grazie al carisma e alle qualità politiche del presidente». Ma qualcuno nel partito comincia a pensare al dopo-Silvio, a intravvedere la fine di un ciclo. Bondi avvisa: «Senza un confronto interno non saremo mai in grado di produrre candidati dotati di forza propria». Anche Fabrizio Cicchitto, facendo sempre salvo il «carisma di Silvio», invoca un «salto di qualità» a livello locale: «Costruire un partito democratico, radicato sul territorio, che sceglie i dirigenti locali con i congressi e i candidati sindaci con le primarie». Santanchè attacca: «Ora si cambi l’organizzazione del partito».
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lunedì 10 giugno 2013


NAPOLITANO: «LA CRISI IMPONE RAZIONALIZZAZIONE SPESE MILITARI» Il messaggio del capo dello Stato al Capo di Stato Maggiore della Marina, in occasione dell' anniversario dell' impresa di Premuda


L'attuale difficile contingenza economica «impone un sostanziale ridimensionamento della spesa pubblica» e in questo contesto «la Marina ha intrapreso, in sinergia con Esercito, Aeronautica e Arma dei Carabinieri, un fondamentale processo di riforma volto alla razionalizzazione delle strutture in senso interforze e alla loro progressiva integrazione in ambito europeo, secondo i lineamenti definiti dalla legge delega». Lo sottolinea il Presidente della Repubblica Giogio Napolitano in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, in occasione della ricorrenza del 95° anniversario dell'impresa di Premuda. MARINA MILITARE: NAPOLITANO, HA COMPITI SEMPRE PIÙ COMPLESSI
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi, il seguente messaggio: «Nella ricorrenza del 95° anniversario dell'impresa di Premuda, rivolgo il mio deferente pensiero ai marinai caduti nell'adempimento del dovere e saluto la bandiera della Marina Militare, simbolo di coraggio e di dedizione al servizio. In questa giornata, un commosso ricordo va alle vittime del recente tragico incidente nel porto di Genova. L' azione brillante e temeraria di Luigi Rizzo e dei suoi valorosi equipaggi costituisce altissima espressione degli ideali di abnegazione e amor di Patria e limpido esempio delle virtù professionali ed umane del marinaio italiano. In un mondo sempre più interdipendente in cui il mare, fonte di risorse e di sviluppo per l'umanità, è tornato a svolgere pienamente le sue funzioni di collegamento tra i popoli, la Marina Militare - prosegue Napolitano - è destinata ad assolvere, unitamente alle altre Forze Armate, compiti sempre più qualificati e complessi per la sicurezza delle vie di comunicazione e dei commerci, per il rispetto della legalità e per la stabilizzazione delle aree di crisi».

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giovedì 25 aprile 2013

SIAMO IN MANUTENZIONE

GLI AGGIORNAMENTI DEL SITO E LA PUBBLICAZIONE DEI COMMENTI RIPRENDERANNO MOLTO PRESTO





E COSÌ L'IMU GIÀ DIVIDE GLI 'ALLEATI' MONTI E BERLUSCONI



Silvio Berlusconi, a Dallas per l'inaugurazione della 'Presidential Library' chiede un governo che «possa approvare quei provvedimenti di cui abbiamo assolutamente bisogno per uscire dalla crisi recessiva in cui ci ha cacciato la politica dell'austerità e per riprendere la via della crescita e dello sviluppo» e pur ritenendo questo passo come «cosa molto in dubbio», dai microfoni del TgCom ribadisce che «abbiamo preparato otto disegni di legge che sono ciò che secondo noi è indispensabile e urgente fare» e annuncia che «noi diamo il via e sosterremo qualunque governo possa essere in grado di far approvare questi disegni di legge che sono ciò di cui l'Italia ha assolutamente bisogno». Il leader Pdl si dice «molto preoccupato ma, essendo un ottimista di natura, continuo ad essere fiducioso e a combattere». Va ricordato che il primo degli otto punti voluti da Berlusconi recita così: 1) l'abrogazione dell'Imu sulla prima casa, sui terreni e sui fabbricati funzionali alle attivita' agricole e la restituzione degli importi versati nel 2012. Un tema che però già divideva le forze politiche in campagna elettorale e che continua a dividerle adesso. Anche quelle che dovrebbero appoggiare il nascente governo Letta. Passano pochi minuti, infatti, e a presentarsi davanti alle telecamere è il manipolo di delegazione che rappresenta Scelta Civica e che dice chiaramente: «L' Imu è un tema da affrontare ma una sua abolizione o restituzione, come chiede il Pdl, non rappresenta una strada percorribile».Lo dice Andrea Olivero, coordinatore di Scelta Civica, parlando a 'Sky Tg24', al termine dell'incontro alla Camera con il presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta. Secondo Olivero, bisogna «utilizzare molta saggezza. Possiamo da oggi andare a proporre una forte riduzione dell' Imu, che vada sostanzialmente a cancellarla, ad esempio per la prima casa per i ceti medio-bassi e medi fino a una certa soglia. Ma la cancellazione complessiva e la restituzione credo sia un po' troppo, si creerebbero dei problemi di copertura non indifferenti. Se ci saranno delle risorse disponibili, e penso che ci saranno, penso sia meglio utilizzarle per dare uno slancio sul mercato del lavoro».











mercoledì 24 aprile 2013



VENDOLA: «INDECENTE CHI DICE SEL TRADITRICE DEL PD»
IL LEADER DI SEL: «CINICO FINO ALL'INDECENZA CHI PARLA DI NOSTRO TRADIMENTO» VERSO IL PD. SU LETTA: «OPPOSIZIONE COSTRUTTIVA, MA PER LA PRIMA VOLTA HO SENTITO CRITICHE SULLE POLITICHE DI AUSTERITY»

«Solo chi è cinico fino all'indecenza può parlare di tradimento di Sel» rispetto all'alleanza con il Pd. Lo dice il leader del partito, Nichi Vendola, alla direzione nazionale di Sel. «È vero che noi senza l'alleanza di 'Italia bene comune' non saremmo in parlamento - ha aggiunto - ma nemmeno il Pd, senza di noi, avrebbe ottenuto quel risultato e quella mole copiosa di parlamentari. Cari compagni del Pd - continua Vendola - prima si archivia questa polemica e meglio è per tutti». «Per la prima volta sento parlare con accenti critici delle politiche di austerity difese in un anno di governo Monti. Politiche che hanno devastato l'Italia e l'Europa», dice ancora il leader di Sel a margine della direzione nazionale del partito, riferendosi alle parole pronunciate oggi dal presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta. «Auguri a Enrico Letta, noi faremo opposizione costruttiva e responsabile al Governo con azionisti gli autori dello sfascio e cioè la destra berlusconiana». Ma per il governatore della Puglia l'ipotesi di un esecutivo di larghe intese Pd-Pdl «inizia un ciclo di governo di restaurazione, il governissimo che si sta cercando di mettere in piedi è un ritorno inaccettabile alla prima Repubblica». «L'intesa fra Pd e Pdl per dar vita ad un governissimo – aggiunge alla direzione del partito - porta a riesumare il cadavere della prima Repubblica con la blindatura di un'intera nomenclatura». FRANCHI TIRATORI, TUTTI SANNO CHI SONO «Tutti sanno chi è Bruto, chi sono i 101» franchi tiratori che hanno impallinato la candidatura al Colle di Prodi. «Questa investigazione è la più ridicola del mondo: non c'è bisogno di impronte digitali, è chiaro sotto i nostri occhi», osserva Vendola. «A tutti i tentativi di trascinarci da una parte e dell'altra, noi abbiamo detto Romano Prodi. Il centrosinistra poteva essere rilanciato dalla ricomposizione della frattura del '98». Quanto alle prospettive, il leader di Sel chiude le porte all'evenutalità che «il nuovo soggetto di sinistra» possa allargarsi «agli sconfitti e ai reduci della sinistra italiana». Lo dice lui stesso alla direzione nazionale del partito. «Vogliamo costruire - dice - una sinistra anti-ideologica per coniugare i temi dei beni comuni dei diritti e del lavoro. Ma è sbarrata la strada a eventuali rassemblement di sconfittismi e reduci della sinistra. Non sommeremo le fragilità di ciascuno altrimenti andremmo a schiantarci».
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martedì 23 aprile 2013


70% FAMIGLIE TAGLIA CIBO E SANITA' ISTAT, QUASI ELIMINATE VISITE MEDICHE, ANALISI E RADIOGRAFIE. RESTA SPESA PER MEDICINE

Oltre sette famiglie su 10 (71%) negli anni della crisi hanno modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati, sono state poi quasi eliminate le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie, mantenendo quella incomprimibile per i medicinali. Lo ha detto il presidente Istat Enrico Giovannini in audizione.62% FAMIGLIE A DISCOUNT,+9% IN 12 MESI - Più di 6 famiglie su 10 fanno la spesa al discount e nell'ultimo anno tale quota è aumentata di quasi 9 punti percentuali. Lo ha detto il presidente Istat Enrico Giovannini sottolineando come negli ultimi 5 anni, la crisi stia modificando profondamente i modelli di consumo delle famiglie. AD APRILE RISALE FIDUCIA CONSUMATORI-Ad aprile 2013 l'indice del clima di fiducia dei consumatori segna un rialzo, aumentando a 86,3 da 85,3 di marzo. Lo rileva l'Istat. Il miglioramento arriva dopo il calo del mese precedente e vede l'indice posizionarsi al livello più alto dallo scorso luglio, ovvero da nove mesi. Nel dettaglio, il clima economico e quello futuro salgono ai massimi da oltre un anno (da marzo 2012). L'Istituto nazionale di statistica, infatti, rileva un aumento della componente riferita al quadro economico (il relativo indice passa da 69,2 a 73,5), mentre diminuisce quella sul clima personale (da 91,4 a 90,5). Invece, gli indicatori del clima futuro e corrente, ovvero attuale, sono entrambi in aumento (rispettivamente da 80,3 a 80,8 e da 89,2 a 90,1). In particolare, guardando alla situazione economica del Paese, i giudizi e le attese sono in miglioramento. Non è però così per le aspettative sulla disoccupazione, vista in crescita. A livello personale, le valutazioni sulla condizione economica della famiglia migliorano, ma diminuisce il saldo dei giudizi sul bilancio familiare (da -23 a -28). Inoltre, l'Istat segnala come le opinioni sull'evoluzione dei prezzi nei prossimi dodici mesi indichino un'attenuazione della dinamica inflazionistica. Su base territoriale, il clima di fiducia complessivo aumenta nel Nord-ovest nel Centro e nel Mezzogiorno, mentre diminuisce nel Nord-est.
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lunedì 22 aprile 2013




IL SUPERMARECROSS TRANSITA IN ABRUZZO CON UN PUBBLICO DA MONDIALE

di Sergio Conti

FRANCAVILLA AL MARE- Un bagno di folla ha accompagnato la seconda prova dei Campionati Internazionali d'Italia Supermarecross. Fin dal mattino, al primo rombo dei motori, la lunga terrazza sul lungomare di Francavilla al Mare si è popolata di tanto pubblico. L'arrivo della tappa del Supermarecross è un evento molto atteso per la cittadina abruzzese e come da tradizione il calore delle persone si è fatto sentire. Questo luogo è una parte di storia del Supermarecross. I protagonisti sono arrivati da ogni parte d'Italia oltre alla presenza di qualche straniero. Le gare sono state belle e ricche di colpi di scena, fasi spettacolari e agonismo sportivo di alta qualità hanno divertito tutti i presenti, sicuramente oltre 6000 spettatori. Il tempo ottimo ha premiato gli sforzi organizzativi del Moto Club Ferentum Francavilla che ha saputo ben gestire l'evento grazie al suo gruppo affiatato e collaudato.Dopo le crono che hanno visto emergere col miglior tempo Emilio Scuteri nella Minicross, Joakin Furbetta nella 125, Samuel Zeni in MX2 e Marco Maddii in MX1, si è subito capito che le gare sarebbero state incerte sui probabili vincitori e di sicuro molto combattute. Così poi si è rilevato nel pomeriggio con il susseguirsi delle manche tutte belle e avvincenti. Un po' misero il cancello della Minicross ma con al via diversi piloti che hanno tutte le qualità di poter essere i protagonisti del futuro. Questi hanno scelto il Supermarecross per “farsi le ossa” sulla difficile ed insidiosa sabbia di questo campionato. A Francavilla era assente il vincitore di Bibione, si sono presentati Lugana e Zanotti ma dal sud sono saliti Santapaola e Scuteri con l'intenzione di guadagnare punti importanti per rimettersi in corsa al torneo che vedrà proprio le due prove conclusive in Calabria e Sicilia. Sarà l’emiliano Andrea Zanotti ad imporsi in entrambe le frazioni. Nella prima ha avuto la vittoria servita su di un piatto d’argento quando Scuteri, dopo un avvio perentorio, tenendo la testa per buona parte della manche finché una caduta ha dato via libera a Zanotti che ha vinto, poi in gara 2, sempre Zanotti, si è andato a guadagnare la vittoria nel corso dei due giri conclusivi. Migliore prestazione tra gli Junior per il calabrese Emilio Scuteri.In gara 1 della 125 parte bene Alessandro Lentini (KTM-Scuderia Milani) ma a metà gara Giuseppe Tropepe (KTM-Team Maida Offroad) forza il ritmo e si prende la prima posizione fino alla bandiera a scacchi, dietro una bella battaglia dove ad emergere è Lentini davanti al pilota del Team Castellari, Thomas Marini. La seconda manche è ad appannaggio del pilota canadese del Team Castellari Kade Tinkler Walker che è molto determinato e nonostante i piloti avversari tentino ogni strada per stargli davanti, vince gara 2 con merito; seconda posizione per il suo compagno di squadra Thomas Marini, terzo Furbetta e quarto Tropepe. Giuseppe Tropepe con questo risultato si è aggiudicato la vittoria assoluta della 125 davanti all'ottimo Thomas Marini, sul terzo gradino del podio Tinkler Walker.Nella MX2-gara 1 si assiste subito ad un colpo di scena: parte in testa il pilota della Sherco, Nicola Recchia, dopo alcuni giri si spegne la moto, riparte ma dopo breve deve abbandonare definitivamente la gara per un guasto tecnico. I velocissimi Mancuso e Bertuccelli intanto hanno preso il comando della situazione. La gara è molto bella, Giovanni Bertuccelli (Honda-Pardi Racing) passa in testa, Antonio Mancuso (Honda-SRS Racing) ci prova ben due volte a passarlo ma niente da fare, dietro i due inseguono i piloti del Cevolani Racing, Muratori e Moroni che viaggiano fortissimo e poi Zeni che non è da meno; Bertuccelli si aggiudica la prima manche mentre la seconda posizione a fine gara è di Muratori seguito dal suo compagno di squadra Moroni, quarto Zeni, quinto Mancuso e sesto Lamponi. Al via di gara 2 è Antonio Mancuso a partire in testa, Recchia secondo, Zeni terzo, Bertuccelli parte un po' indietro. Recchia intanto rompe gli indugi e passa al comando al terzo giro, Zeni non lo molla  e al settimo giro rileva il comando. Mancuso non si dà per vinto e transita secondo, Bertuccelli  guadagna la terza posizione. Mentre Zeni vince la gara, Mancuso combina un guaio all'ultimo giro:  cade, si rialza perdendo due posizioni mentre Bertuccelli dopo una caparbia e determinata rimonta si piazza in terza posizione; Recchia riconferma il suo potenziale piazzandosi secondo. Bertuccelli grazie a quest’ultimo risultato si aggiudica l’assoluta e il gradino più alto del podio, secondo assoluto Samuel Zeni (Yamaha-Scoccia Racing), terzo Luca Moroni (KTM-Cevolani Racing). Infine spettacolo anche in MX1 con l’avvio imperioso di Marco Maddii (KTM-Maddii Racing) che rimane al comando fino alla bandiera a scacchi, seconda posizione per Danilo Amodeo (Yamaha-Scoccia Racing) molto veloce sulla spiaggia di Francavilla, terza posizione per il neozelandese Joel Doeksen. Il secondo via vede l’hole shot di Danilo Amodeo che resiste ripetutamente agli attacchi di Maddii. Siamo ormai vicino a fine gara quando nel tratto delle whoops un pilota doppiato si intraversa occupando buona parte della pista Amodeo, complice forse la stanchezza, non riesce ad evitarlo, cade e Maddii né approfitta subito vincendo anche gara 2. Amodeo si rialza velocemente e taglia il traguardo secondo, terzo giunge un ottimo Antonio Gizzi che la spunta su Doeksen. Assoluta di giornata a Marco Maddii con punteggio pieno, seconda posizione assoluta per Danilo Amodeo e terza per Joel Doeksen. SUPERCAMPIONE TROFEO COAST TO COAST-Tutti i migliori prendono il via, solo Marafioti decide di non partire già soddisfatto dei risultati validi per il campionato. La gara come sempre è molto attesa, alla prima curva il primo colpo di scena: un mucchietto di piloti a terra toglie dalla gara Tropepe. Maddii è davanti a tutti ed impone il suo ritmo ma Bertuccelli, come in ogni tappa del Supercampione sfodera una grinta e una determinazione incredibile. La lotta si fa spettacolare, verso fine gara Bertuccelli incappa in un errore che lo costringe a uscire di pista rischiando una caduta, un attimo in cui Maddii riesce a scollarselo di dosso andando a conquistare la manche che chiude la giornata, terzo conclude Recchia. Gara dunque emozionante  mentre il pubblico attribuisce un applauso a tutti i protagonisti a conclusione di una giornata fantastica di sport. Ora la carovana si sposterà nelle Marche per il prossimo appuntamento di giovedì 25 aprile sulla spiaggia di Lido di Fermo, tappa che segnerà il giro di boa del campionato.
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venerdì 19 aprile 2013


«PREOCCUPA IL FUTURO DE L'UNITÀ» L'FNSI: RILANCIO E NON TAGLI

«Profonda preoccupazione per le ipotesi di una drastica ristrutturazione e di un forte ridimensionamento l'Unità, anche alla luce di notizie riprese dalla stampa nei giorni scorsi, sono espresse in una lettera inviata dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dalle Associazioni regionali di stampa del Lazio, dell’Emilia-Romagna, della Lombardia e della Toscana, cioè delle zone nelle quali sono presenti redazioni dello storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci, alla società editrice del giornale». IL TESTO «Pur nella consapevolezza del delicato momento attraversato dall'intero comparto editoriale e della difficile situazione economica che si trova ad affrontare, in particolare, la Nuova Iniziativa Editoriale Spa, editrice del quotidiano – scrivono Fnsi ed Associazioni di stampa regionali nella lettera inviata all’azienda - ritengono che ogni intervento non possa prescindere da un'attenta analisi dei possibili effetti e delle potenziali conseguenze non soltanto sul versante del risparmio economico». La questione posta dalle strutture territoriali del Sindacato dei giornalisti concerne anche l’insediamento storico-culturale del giornale e la funzione da esso svolta. La lettera respinge eventuali ipotesi di chiusura o ridimensionamento del radicamento territoriale del giornale nella convinzione che questo abbia sempre rappresentato un valore aggiunto ed una caratteristica peculiare a cui sarebbe un errore rinunciare. Oggi l’Unità è presente sul territorio nazionale, oltre che con la redazione centrale di Roma, con l’Ufficio di corrispondenza di Milano e le redazioni locali di Bologna e Firenze. Il Sindacato dei giornalisti, pone, in sostanza, il problema di come salvaguardare una storia, quella de l’Unità, che s’intreccia con la storia del Paese che ha letto, nel corso dei decenni, da una riconoscibile posizione politico-culturale. «Il sindacato dei giornalisti – si legge ancora nella lettera – chiede, con forza, a tutta la compagine azionaria un impegno preciso affinché il piano di ristrutturazione aziendale sia al contempo un effettivo e vero piano di rilancio che consenta al quotidiano di affrontare le sfide del mercato». La lettera pone, con altrettanta forza, la questione dei collaboratori esterni del quotidiano che attendono ormai da oltre un anno il giusto pagamento delle loro spettanze nei tempi pattuiti. Una situazione che viene definita «non ulteriormente tollerabile». In questo caso la richiesta è quella di «di fornire al più presto anche un piano di rientro del debito nei loro confronti».
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mercoledì 17 aprile 2013

ISTAT:IL 44% DELLE PENSIONI SOTTO I MILLE EURO AL MESE

Quasi un pensionato su due (il 44,1%) riceve un assegno sotto i 1.000 euro al mese. È quanto rileva l'Istat. Nel dettaglio, il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese; il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro. Sono i dati rilevati dall'Istat. «La condizione dei pensionati purtroppo è destinata a peggiorare ulteriormente perché su di loro pesano il fortissimo prelievo fiscale e l'iniquo blocco della rivalutazione annuale delle pensioni introdotto con la riforma Fornero», dichiara il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone. «I pensionati continuano a pagare un prezzo altissimo nei confronti della crisi e sono stati tra i principali destinatari, insieme ai lavoratori e ai giovani, delle politiche di solo rigore adottate da chi ha governato negli ultimi cinque anni». «Bisogna tutelare le pensioni di chi ha lavorato duramente per quaranta anni, versando regolarmente i contributi, per questo è assolutamente impensabile che si continui a bloccare la rivalutazione annuale». Nel 2011 i pensionati hanno raggiunto quota 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010; in media ognuno percepisce (tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione) 15.957 euro all'anno, 486 euro in più del 2010. È la fotografia scattata dall'Istat sui trattamenti pensionistici. Inoltre, il 67,4% dei pensionati ha una sola pensione, il 24,8% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,4% è titolare di quattro o più pensioni. Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71, 6% della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,2%;le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l'1,7%. Il 47,9% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,6% nel Mezzogiorno. Il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese; il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro. Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 13.228 euro (contro i 19.022 euro degli uomini); oltre la metà delle donne (53,4%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli uomini. Il 27,8% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 49,2% ha un'età compresa tra 65 e 79 anni, il 23% ne ha più di 80. Nel 2011 in Italia c'erano 71 pensionati ogni 100 occupati, rileva ancora l'Istat sottolineando che nel Mezzogiorno il rapporto è di 82 pensionati ogni 100 occupati mentre nelle regioni settentrionali il rapporto è di 66 a 100. A livello nazionale, tra il 2001 e il 2006 il rapporto di dipendenza è diminuito, passando da 74 a 70 pensionati ogni 100 occupati, si è mantenuto costante nei successivi due anni ed è salito a 71 nell'ultimo triennio.
                                                                                                              m.r.c.p.d.s.
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