giovedì 8 marzo 2012

RESTANO I SACCHETTI DI PLASTICA IN VENDITA FINO A TUTTO IL 2012

Gli shopper di plastica potranno essere commercializ zati sino al 31 dicembre 2012, termine entro cui il governo dovrà emanare un decreto che regolamenta i sacchetti monouso ecologici. Lo ha stabilito la commissione Ambiente della Camera in un emendamento al decreto sui rifiuti in Campania. Il decreto, al secondo articolo, stabiliva che "il divieto di commercializzazione di sacchi per l'asporto merci" era prorogato fino all'emanazione da parte del governo di un decreto che definisca le caratteristiche tecniche dei sacchetti monouso ecologici, ovvero i criteri di biodegradabilità degli stessi. Tale decreto andava emanato entro il 31 luglio prossimo, termine prolungato al 31 dicembre dalla commissione con il parere favorevole del sottosegretario Tullio Fanelli. In più è stata spostata in avanti la data in cui scatteranno le sanzioni contro chi contravviene a questi divieti: non più il 31 luglio di quest'anno, bensì il 31 dicembre del 2013. Fino a quel giorno dunque niente multe per chi viola la legge. Inoltre la commissione ha introdotto una misura per aiutare le industrie che producono i sacchetti di plastica; sono state infatti previste "forme di promozione della riconversione degli impianti esistenti", con risorse da attingere dal cosiddetto Fondo Kyoto.In ogni caso, spiega Ermete Realacci del Pd, il divieto per i sacchetti non biodegradabili, entrato in vigore il primo gennaio del 2011, rimane (anche per quelli che diventano 'bio' grazie agli additivi). La plastica è consentita soltanto per "determinate categorie" di buste "riutilizzabili" con precise "grammature e sagome". Queste, secondo il testo del decreto, vengono definiti sulla base di alcune indicazioni: "maniglia esterna e spessore superiore a 200 micron" se destinati ad uso alimentare e "100 micron" se per altri usi; "maniglia interna" con spessore superiore ai "100 micron" se destinati ad uso alimentare e "60 micron" per altri usi. Una novità apportata dalla commissione, osserva Realacci, è "l'apertura per i piccoli produttori di accedere a fondi appositi, essenzialmente il Fondo rotativo per Kyoto, per agevolare la riconversione dei processi dell'azienda".                                                             
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mercoledì 7 marzo 2012


DOVE SONO LE TABACCHINE VITA DA OPERAIE DALLO PSICANALISTA

Discendiamo a ritroso il fiume di un’ epopea di famiglia imperniata su tre generazioni di figure femminili. Celeste, sposata con il mezzadro Filippo, scende dai declivi del Monte Nero per trasferirsi nella città in pianura, dove non li attende la libertà agognata, ma la grande manifattura di tabacchi. Una mostra sulle "tabacchine" a Roma. Tre delle figlie di Celeste entrano appena quindicenni per imparare la difficile cernita del Bright da sigarette e del Kentucky da sigari, attente che non si ponga su di loro lo sguardo di un direttore «tutta coda come il baccalà», ultime nelle gerarchie subalterne femminili. Il lavoro delle «tabacchine» è stagionale, tutele sindacali non esistono. Ma sulla stirpe di Celeste grava qualcosa di più pesante della fatica in fabbrica. La morte sembra aver prescelto quella famiglia, per quanto le figlie siano belle e piene di vita, o forse è proprio questo a stuzzicarla. Se la sua ala non gettasse un’ombra così larga e durevole, il libro avrebbe potuto avere un altro titolo, evocativo di una radiosità e dolcezza non perduta, una continuità elastica come la pasta delle tagliatelle, nonostante la memoria di povertà e di lutti. Invece il romanzo di Stefania Scateni si chiama semplicemente Dove sono (Nottetempo, euro 13,50).La narratrice deve entrare in gioco, deve sdoppiarsi addirittura per tendere una manovra a tenaglia contro l’antica avversaria di cui si sente erede. Da un lato è Chiara, nipote di Celeste, strappata al grembo materno con un pionieristico cesareo che compromette per sempre il legame con la madre. Dall’altro è una voce che dice «io» e convoca quelle storie di un mondo contadino e operaio in uno dei luoghi più lontani dal suo immaginario: lo studio di uno psicoanalista. Ma attenzione, qui si apre la trappola che rende questo libro piuttosto unico. Raccontare non rappresenta un procedimento terapeutico al termine del quale la tela del destino rammendata possa essere messa da parte. L’analisi è destinata a fallire perché vi incombono parole indicibili, parole di reciproca attrazione tra medico e paziente che finiscono annotate in segreto. «Era una cartellina da lavoro di una grande azienda pubblica piena zeppa di fogli. Stampate di computer. Il contenuto però non era aziendale. Una volta rilessi quei fogli e mi vergognai: un vero e proprio delirio. A volte deliriamo. Capita a tutti. Ero anche sicura che quelle lettere, quel diario, documentavano un periodo di forte regressione, e anche questo capita nella vita».La figlia ribelle che ha cercato la fuga in avanti, si guarda indietro per la prima volta, quando ciò che ha davvero urgenza di comunicare non le esce che tramite il linguaggio irreprimibile dei gesti. Per quanto contenga tutto quel passato, per quanto sia vera e profondamente sua, la narrazione non è che un pegno e un inganno per prolungare quella malia amorosa, di cui finisce prigioniera più di prima. Questo vale, naturalmente, per la cornice in cui in romanzo colloca la storia di famiglia, non per Celeste, Tosca, Delfa, Assunta e Veronica che incontriamo nelle sue pagine.Una Lingua Che Profuma.Lì ci troviamo, anzi, a contatto con una lingua ricca di tonalità e profumi, delicata e flessuosa, e al contempo, capace di far rivivere un tempo in cui il lavoro, oggi sempre più miraggio, era accessibile al costo di piegarsi all’arbitrio padronale e di avere, tutti i giorni festivi, le mani giallo-brune. Del femminismo frequentato come antidoto al senso di ineluttabilità delle sorti femminili, l’autrice-narratrice ha assimilato che il privato è pubblico ma anche il contrario: la condizione condivisa si iscrive in ogni singolo corpo di chi la vive. Non è con le parole dell’analisi né con quelle della scrittura che l’oppressione radicale della morte viene allentata, ma attraverso i sensi e il corpo. «E cresceva in me la voglia, il bisogno, di muovere un piede dopo l’altro, senza sapere se il passo sarebbe stato corto, lungo, dritto, storto, in salita, in discesa, in piano o tutto questo insieme. Amare, racconta una vecchia storia, è ballare con la morte, motore del movimento dell’universo: ogni cosa svanisce e quel che rimane rinasce in altri modi per confondersi ancora con la polvere dell’universo ed essere di nuovo concepito». C’ è una parola che non bisogna aver paura di pronunciare per questo romanzo: commovente. Ma quel che forse conta di più è che riesce a commuovere senza essere consolatorio. La letteratura non è medicamento per chi legge né strumento di salvezza per chi scrive, neanche se per un breve tempo sottrae i morti all’oblio, nemmeno quando vibra dall’inizio alla fine dell’urgenza di condensarsi sulla pagina. Come si definisce un libro necessario? Forse si potrebbe dire che, leggendolo, non viene proprio da chiedersi Cosa ci faccio qui? E nemmeno Dove sono? Quel punto interrogativo, infatti, non lo troviamo sulla copertina. Dove sono di Stefania Scateni Pagine 192, 15 euro, Nottetempo editore.Una Mostra Sulla Fabbrica Tabacchi. Alla Casa Delle Letterature A Roma. Nei 150 anni dell’Istituzione dei Monopoli di stato, una mostra e il libro  "Dove sono" libro aprono uno squarcio, attraverso le vicende delle tabacchine, sul lavoro e sulla condizione delle donne nella metà del secolo scorso. Le pagine del romanzo di Stefania Scateni, che dirige le pagine culturali de l'Unità dal 2001, vengono lette oggi mercoledì 7 alle 18.30 presso la casa delle Letterature diRoma da quattro scrittrici italiane: Teresa Ciabatti, Gaia Manzini, Sandra Petrignani, Giuseppina Torregrossa. Contemporaneamente si inaugura la mostra «Delle donne e del lavoro», proposta dalla  Fattoria Autonoma Tabacchi di Città di Castello, che documenta il lavoro dagli anni 30 ai 70 delle operaie della Manifattura tabacchi (fino al 6 aprile).
                                                                                                              r.d.c.p.m.s.
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martedì 6 marzo 2012


PANARIELLO: «BERLUSCONI DETTE IL MIO VINO AI CANI»

Giorgio Panariello racconta ai giornalisti quando andò a casa da Silvio Berlusconi e lui gli aprì la porta in tuta. Snobbando il vino portato dal comico. Dal comico toscano però non aspettatevi critiche all' ex premier, ai suoi interessi, ai suoi processi: Panariello se ne tiene alla larga. La satira politica la lascia a Paolo Rossi, Sabina Guzzanti e via dicendo. Nella conferenza stampa per il suo varietà «Panariello non esiste», in onda in diretta su Canale 5 in prima serata da lunedì 5 marzo per quattro settimane. Panariello ai cronisti ricorda: «Tornavo da fuori e mi fermai a un autogrill a comprare due bottiglie di Chianti, visto che mi hanno insegnato che non si va mai a casa della gente per la prima volta a mani vuote. Mi aprì la porta Berlusconi, era in tuta. Mi squadrò da capo a piedi e quando gli consegnai le bottiglie disse: 'queste le diamo ai cani'. A cena mi venne offerto del vino di riserva, di non so che epoca... nel corso della serata cominciò a parlare male di tutti i comici in tv. Mi ricordo ho pensato: ecco ora tocca a me, mi sa che da questa casa esco male...».                                                                               p.r.c.d.m.s.
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lunedì 5 marzo 2012


COP E BETTA SANCASSANI FIRMANO LA 7A EDIZIONE DEL MEMORIAL DON ANGELO VILLA

di Paola Maurizio

ORTA SAN GIULIO- Sono Iztok Cop e Elisabetta Sancassani (Fiamme Gialle) i vincitori della 7° edizione dell’ Italian Sculling Challenge-Memorial Don Angelo Villa, la regata organizzata dalla Canottieri Lago d’ Orta in memoria del padre spirituale del canottaggio italiano scomparso nel 2004. Lo sloveno campione olimpico a Sydney 2000 parte subito fortissimo, stacca tutti i suoi avversari e imposta nel migliore dei modi le curve: primo a Pettenasco, consolida il proprio vantaggio e vince, al termine dei sei chilometri di percorso a Regione Bagnera, in 23’57’’20 con un margine di 13’’50 su Elia Luini (Aniene) e 19’’40 su Franco Sancassani (Marina Militare). Seconda vittoria per Cop a Orta San Giulio, la prima nel 2010: un anno fa dovette accontentarsi della terza posizione, alle spalle di Luini e Federico Gattinoni.Alquarto posto,Stefano Basalini (Forestale), oggi atleta ma nei mesi precedenti impegnato a seguire tutti gli aspetti dell’organizzazione del Memorial. Per lui gli applausi dei tanti ortesi presenti per seguire la regata. Nell’albo d’oro femminile, a Laura Schiavone succede Betta Sancassani che fa segnare il tempo di 26’42’’20: podio tutto azzurro, con Alessandra Patelli (Can. Sile Treviso) al secondo posto e Valentina Calabrese (Can. Gavirate) al terzo. Brava, in questo caso, l’atleta delle Fiamme Gialle a trovare il giusto allungo poco prima di metà percorso. Alessandro Oneto (Can. Elpis) è il primo atleta nella categoria Junior con il tempo di 25’58’’20:lo seguono, in classifica, due gioielli della Canottieri Orta (Simone Congiu e Alberto Giacomini). Alessandro Ramoni (Cannero Sportiva) firma la categoria Ragazzi precedendo Riccardo Peretti (Lago d’Orta) e Daniele Badagliacca (Elpis Genova). In campo femminile primo posto per Arianna Noseda (Can. Lario) davanti ad Alessandra Apone (Can. Elpis) e Carlotta Foroni (Cannero Sportiva). Ecco i vincitori delle categorie Master. A: Zibung (Seeclub Lucerna). B: Galetta (Can. Varese). B Femm: Siletto (Armida). C: Prina (Can. Varese). D: Cecconi (VVF Billi). D Femm: Cameron (Can. Varese). E: Marchisio (Can. Esperia). E Femm: Chiappino (Can. Armida). F: D’Alba (Can. Varese). G: Gubetta (Cerea). In premiazione, sono intervenuti il Presidente federale Enrico Gandola, il Presidente del Comitato Regionale Piemonte Stefano Mossino, il Presidente della Canottieri Lago d’Orta Antonio Soia ed il Sindaco di Orta San Giulio Cesare Natale.
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domenica 4 marzo 2012


«BUON COMPLEANNO, LUCIO» IN 60MILA PER L’ULTIMO SALUTO SEI SEMPRE CON NOI

di Paola Maurizio

BOLOGNA- "Buon compleanno Lucio". Un lunghissimo, commosso applauso ha salutato la salma di Lucio Dalla che lasciava la basilica di San Petronio dove si sono conclusi i funerali solenni del cantautore bolognese morto il primo marzo a Montreux. Gremita la basilica di San Petronio, gremita piazza Grande- Maggiore dove migliaia di persone hanno assistito alle esequie. Un lunghissimo applauso aveva accolto l'ingresso prima in piazza e poi in basilica della salma di Lucio dopo la chiusura della camera ardente. Con tanta gente che aspettava in piazza.'Oggi, parafrasando una frase dello stesso Lucio Dalla, si apre il secondo tempo della sua vita''. Cosi' Gabriele Cavina, provicario della Diocesi, ha aperto la celebrazione. ''Oggi - ha proseguito - anche la basilica di San Petronio e' troppo piccola per lui, domenica scorsa era qui per la messa, oggi siamo qui per lui. Oggi avrebbe compiuto gli anni, la morte e' il definitivo compimento dei nostri anni". Durante l'omelia del confessore di Lucio Dalla, padre Bernardo Boschi ha detto: "Lucio Dalla veniva da un colloquio con Dio incredibile, la sua fede passava attraverso l'uomo e rifletteva la sua umanità. Lucio con la parola e con la musica scolpiva nelle nostre anime, attingeva dalla profondità con la suja sete di Dio e dell'assoluto". Lucio, un figlio di Bologna. "Tutta Bologna ti vuole bene - sono sempre parole di padre Boschi -, tu hai amato tutti, questo popolo ti capisce, dalle autorità agli ultimi. Bologna ha perso un figlio vero. Lucio trasmetteva serenità e gioia, l'eredità che che ci lascia è proprio questa, l'insostenibile leggerezza dell'essere. Ti abbraccio, saremo sempre con te perché tu sarai in mezzo a noi. Buon compleanno Lucio, sarai con lei a festeggiare il tuo compleanno", dice. Poi padre Boschi si rivolge alla folla: "Non dobbiamo essere tristi".La chiesa era già piena quando a mezz'ora all'inizio delle esequie. Nelle prime file della basilica c'era tutto il mondo della musica italiana e dello spettacolo: Gianni Morandi, Renzo Arbore, Gigi D'Alessio, i Pooh al completo, Eros Ramazzotti, Jovanotti, Ligabue, Luca Carboni, Roberto Vecchioni, Samuele Bersani, Renato Zero, Ornella Vanoni, Gianluca Grignani, Cesare Cremonini, Enrico Lo Verso, Alessandro Bergonzoni. L'amico Andrea Mingardi. E tantissimi altri.Tra i politici presenti il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, il sindaco di Bologna Virginio Merola, la presidente della Provincia di Bolgona, Beatrice Draghetti, il leader Udc Pierferdinando Casini. Presenti anche il presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi Monaco, il rettore dell'Alma Mater Ivano Dionigi, Luca Cordero di Montezemolo col figlio. Numerosi i gonfaloni in chiesa: quelli del Comune di Bologna e del Comune di Manfredonia, della Provincia di Foggia.Un momento toccante verso la fine della cerimonia quando l'amico di Lucio Marco Alemanno ha recitato il testo di Rondini con la voce rotta dalla commozione. Poi la benedizione finale. Sulla bara,  portata sul carro funebre al termine dei funerali, è stata posata una corona di fiori inviata dalla Presidenza della Repubblica. Sulla bara, inoltre, c'erano incoltre una foto del cantante scomparso oltre ad una rosa, un cornetto portafortuna e un portacenere con dentro una sigaretta. La salma di Lucio è sta tumulata nel cimitero della Certosa vicino a quella della mamma.
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sabato 3 marzo 2012


LUCIO DALLA TORNA IN PIAZZA GRANDE IN 40MILA ALLA CAMERA ARDENTE. LUNGHI E COMMOSSI APPLAUSI IN VIA D'AZEGLIO. DOMANI I FUNERALI.GIANNI MORANDI IN LACRIME: «CI HA FATTO UNO BRUTTO SCHERZO»
  
di Paola Maurizio

Una lunga fila di gente comune e vip alla camera ardente allestita per Lucio Dalla nel cortile di Palazzo D'Accursio. Sono state circa 40mila le persone che hanno reso omaggio al cantante. Ben 24 mila, invece, le firme di coloro che hanno voluto scrivere qualcosa sul libro delle partecipazioni. I funerali si svolgeranno domani, 4 marzo, giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni, nella Basilica di San Petronio alle 14.30. Come richiesto dalla Cei all'interno della chiesa non risuonerà alcuna canzone di Lucio Dalla. Unico strappo alla regola sarà la lettura del testo di "Le rondini", la canzone-poesia sul senso della vita scritta da Dalla nel 1990. Da casa alla camera ardente. Il feretro di Lucio Dalla è uscito dalla sua casa in via D'Azeglio 15 a Bologna intorno alle 9 di questa mattina. Il carro funebre lo ha trasportato nel cortile di Palazzo D'Accursio, dove è stata allestita la camera ardente. La piccola folla che attendeva l'uscita della bara ha reagito commossa e con un applauso. Subito dietro alla bara in lacrime l'attore Marco Alemanno e i collaboratori più stretti, insieme agli amici.Bandiera a lutto. In piazza Maggiore sventola la bandiera del Comune listata a lutto, mentre risuonano le note delle canzoni dell'artista che saranno diffuse in piazza per tutto il giorno.L’Ultima Cena dietro il feretro. Una immagine dell’Ultima cena, in una rivisitazione moderna con Gesù e gli Apostoli raffigurati da giovani uomini, campeggia su un pannello nero alle spalle del feretro. Sul feretro una rosa, una sigaretta e un cornetto portafortuna. Una sigaretta, un cornetto portafortuna e una rosa rossa. Questi gli oggetti che sono stati sistemati sopra al feretro di Lucio Dalla. Il cornetto è un regalo inviato da un suo amico professore di Napoli. La sigaretta, invece, era un oggetto che Dalla aveva spesso fra le mani. Ai piedi del feretro la corona di fiori inviata da Julio Iglesias. Ai lati il gonfalone del Comune di Bologna e quello dell'Università.In coda vip e gente comune. Tra i primi a rendergli omaggio il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha atteso l'arrivo del feretro dalla vicina via D'Azeglio, dove Dalla viveva. E poi Ron, l'amico di una vita, Bobo Craxi, l'ex primo cittadino Giorgio Guazzaloca, Romano Prodi e la moglie Flavia, Samuele Bersani, la vedova di Luciano Pavarotti, Nicoletta Mantovani, e Claudio Sabatini, il presidente della Virtus Bologna Basket, una delle grandi passioni del cantante scomparso. «Se ne va un pezzo di Bologna» il commento del ministro del Turismo, Piero Gnudi. E poi una coda interminabile di gente comune, giovani e meno giovani. «Veniamo da Prato - hanno spiegato padre e figlio, che per dire addio a Dalla hanno dovuto aspettare quasi due ore -. Non potevamo non venire: ci ha migliorato la vita con le sue canzoni». «È stato un re e lo è ancora, ancora nessuno lo ha battuto» ha detto Marco Masini. Morandi: ci ha fatto uno brutto scherzo. Con la sua morte «ci ha fatto un brutto scherzo. Lui ne faceva tanti di scherzi, ma questo era veramente inaspettato» ha detto commosso Gianni Morandi- «Stiamo vivendo delle giornate molto tristi - ha aggiunto - non solo noi che amiamo la musica e amiamo Lucio: mi sembra tutta la città di Bologna e tutta l'Italia. C'è un ondata di affetto meravigliosa - ha proseguito Morandi - per un uomo che ci ha lasciato tante cose belle, tante canzoni, tante suggestioni, tante emozioni». Il cantante di Monghidoro, per quasi mezzo secolo amico fraterno di Dalla, ha poi commentato l'ipotesi di tenere un concerto con grandi artisti in ricordo di Dalla. «Penso che siano tutte cose che si potranno fare, ma noi, in questo momento, non siamo contenti, non riusciamo a pensare a quello che faremo. Io - ha sottolineato ancora - sono venuto qui a salutare un amico che non c'è più». Ron: se ne è andato in leggerezza. «Quello che ha lasciato in eredità è la sua leggerezza nel prendere la vita ma anche la morte, non si è mai arrabbiato per qualcosa, ha vissuto la vita in maniera leggera e se ne è andato in leggerezza». Queste le parole del cantante Ron, che ha passato quasi tutto il giorno alla camera ardente. «Mi dicono che era di una felicità immensa -ha continuato Ron parlando con i cronisti nel cortile d'onore di palazzo d'Accursio - e se ne è andato come un fringuello, come faceva al ristorante quando si siedeva e dopo 5 minuti si alzava e si spostava: così faceva e così ha fatto».Romano Prodi: manifestazione d'affetto impressionante. «Oggi il ricordo non lo fanno i singoli, c'è una manifestazione d'affetto impressionante». L'ex premier Romano Prodi ha parlato così di Lucio Dalla, visitando, insieme alla moglie Flavia, la camera ardente. «Queste cose - ha aggiunto Prodi - accadono non quando c'è solo ammirazione, ma quando c'è un grande affetto. Ci incontravamo sempre qui, il mio ricordo è legato a piazza Maggiore, piazza dei Celestini, Santo Stefano e il portico».Casini: è come se mancasse una delle Torri. «Essere qui senza Lucio è come essere qui senza la Torre degli Asinelli o la Garisenda, per questa città è una menomazione fortissima». Sono le parole del leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che ha reso omaggio alla salma di Dalla. «Lucio Dalla - ha aggiunto Casini - è uno degli ultimi simboli di Bologna, lo abbiamo molto amato per questo e anche per come era. Con me ha sempre solo avuto parole affettuose e carine e lo ringrazio anche per questo».Caterina Caselli. Visibilmente commossa la cantante Caterina Caselli ha portato il suo saluto al feretro dell'amico e collega Dalla. «Ricordo gli inizi, quando si cantava insieme, ricordo il suo ultimo messaggio alle 9 di mattina in cui mi scriveva 'sei sveglia?'» ha detto l'artista ricordando che si erano visti anche a Sanremo. Al Festival, ha aggiunto Caselli, «l'ho salutato e mi ha detto: "sono qui davanti al mare, sto benissimo, la giornata è meravigliosa"».L'omaggio della Virtus Basket. L'intera squadra della Virtus Basket ha portato il suo saluto al feretro. I ragazzi hanno deposto vicino alla bara una cannottiera della squadra con tutte le loro firme e con su la scritta "Grazie Lucio per averci regalato la tua musica e la tua passione". «Per me era un onore vederlo lì in parterre a tifarci - ha detto il playmaker Giuseppe Poeta- era una persona che ha firmato la colonna sonora di molte generazioni». «Abbiamo portato il saluto di tutta la squadra - ha aggiunto il giocatore - perché non ci ha mai fatto mancare la sua vicinanza. È un grande che se ne va, merita tutto questo e anche di più». I giocatori, tutti vestiti con i colori nero e bianco della Virtus, erano accompagnati dal patron Claudio Sabatini.La squadra del Bologna. Anche la squadra del Bologna calcio ha portato il suo ultimo saluto al feretro. «Abbiamo perso un amico, un pezzo di Bologna ed era anche un grande tifoso», ha detto il presidente del club Albano Guaraldi. «Abbiamo perso una persona che rappresentava Bologna nel mondo» ha aggiunto Guaraldi concludendo che «domani ci darà un posto vuoto allo stadio».Le canzoni scelte dallo staff. Su piazza Maggiore riecheggiano le note delle dieci canzoni scelte dall'entourage più stretto di Dalla, che andranno in loop tutto il giorno e anche domani mattina fino a quando inizieranno i funerali. Le canzoni sono nell'ordine “Tu parlavi una lingua meravigliosa”, “E non andar più via”, “Tango”, “Notte”, “Felicità”, “Cara”, “Ayrton”, “Apriti cuore”, “Le rondini” e infine “Caruso”.Ai funerali non ci saranno le sue canzoni. «Il modo migliore per ricordare un grandissimo come Lucio Dalla è quello di far suonare le sue canzoni in tutte le case, visto che sono state vietate in chiesa» ha affermato in una nota il responsabile diritti civili e associazionismo dell'Italia dei Valori, Franco Grillini, che esprime «perplessità per l'indicazione della Cei di non suonare le sue canzoni durante le esequie». «Una scelta dettata forse dalla paura dei riferimenti alla libertà d'amare di moltissime sue canzoni», aggiunge Grillini. «A differenza di altri, e di una certa ipocrisia che aleggia in questi giorni, noi non ci esimiamo - conclude - dall'esprimere condoglianze e vicinanza al suo compagno».Nella Basilica come per don Giuseppe Dossetti. A presiedere la cerimonia - come ha confermato anche Paolo Castaldini, responsabile dei servizi tecnici della Curia bolognese - sarà probabilmente il vicario generale della Diocesi, un segnale di grande rispetto da parte della Chiesa bolognese nei confronti di Lucio Dalla. Come lo è, del resto, l'apertura delle porte della Basilica di San Petronio: l'ultimo bolognese a cui era toccato l'onore di un funerale nella chiesa più importante della città è stato don Giuseppe Dossetti. L'omelia invece, come già annunciato, la farà il confessore di Lucio Dalla, Padre Boschi. Nella basilica ci saranno 550 sedie, riservate a familiari, amici ed autorità, a cui si aggiungeranno 6.500 posti in piedi. Gli altri potranno invece seguire la messa dal maxischermo in piazza Maggiore, mentre non sono previste dirette televisive. Il viaggio dalla Svizzera a Bologna. Ieri il carro funebre era partito intorno alle undici e mezza dalla Cappella Saint-Roch di Losanna, dove l’avevano vegliato per tutta la notte gli amici di una vita: il cantante Ron, il manager Bruno Sconocchia, il corista Marco Alemanno - quello che si è accorto del malore di Dalla e ha dato l’allarme -, il produttore Enzo Milani e il suo avvocato, Eugenio D’Andrea.Si fermerà anche il calcio. Bologna-Novara, in programma alle tre, è stata spostata alle sei, perché tutti, proprio tutti, possano salutare «questo grande amico, questo grande bolognese» come lo ha definito un bolognese come lui, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini. I giocatori saranno in campo con il lutto al braccio.
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venerdì 2 marzo 2012


ADDIO A LUCIO DALLA, DOMENICA I FUNERALI NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO

Il corpo arriva a Bologna tra gli applausi. Domani Camera Ardente a Palazzo D'accursio. Le esequie a Piazza Maggiore, Il 4 Marzo, Quando avrebbe compiuto 69 anni. Lutto Cittadino, Posticipata La Partita Del Bologna. La Cei: No a funerale spettacolo

di Paola Maurizio

BOLOGNA- Il funerale di Lucio Dalla si svolgerà domenica, nel giorno del suo compleanno, nella basilica di San Petronio di Piazza Maggiore a Bologna, alle 14,30. La camera ardente sarà allestita domani, dalle 9.30, nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, il palazzo comunale che si affaccia sempre su piazza Maggiore per permettere ai fan, agli amici e ai cittadini di rendere omaggio al cantautore bolognese. E' stato dichiarato il lutto cittadino e, per permettere ai bolognesi di partecipare ai funerali, è stata posticipata alle 18.30 la partita Bologna-Novara, prevista per le 15.La veglia ieri un gruppo di amici tra cui il cantante Ron e stretti collaboratori di Lucio Dalla hanno vegliato per tutta la notte la salma dell'artista. Il corpo si trovava nella cappella Saint-Roch, nel centro storico di Losanna, dove è stata trasferita dall'hotel Plaza di Montreux poche ore dopo il decesso. Poi questa mattina il feretro è partito per Bologna, salutato da alcuni fan con baci e lanci di fiori.Applausi all'arrivo del corpo. Il corpo di Dalla è arrivato alle 18.15 e attraversando la sua piazza Maggiore ha raggiunto la vicinissima casa di via D'Azeglio. Il carro funebre è stato accolto da un lungo applauso delle tante persone presenti ad aspettarlo. A seguirlo la sua Porsche gialla. Casa sua a Bologna. E' diventata un tappeto di fiori e biglietti di ricordo l'entrata dell'abitazione di Lucio Dalla in via d'Azeglio a Bologna. Per tutta la mattina è stato incessante il pellegrinaggio dei bolognesi per rendere omaggio a uno dei concittadini più amati. Qualcuno ha lasciato anche due sciarpe del Bologna e della Virtus Pallacanestro, le due grandi passioni sportive di Dalla. Nei bar vicino alla casa si ascolta solo la sua musica e nei negozi, come in strada, non si parla d'altro. Nei tanti biglietti di ricordo fioccano le citazioni delle canzoni più famose, da L'anno che verrà a Piazza Grande. Ci sono anche tre lumini e un'immagine sacra: «Caro amico di tutti, la tua voce ci accompagna ancora!!!». Ma l'omaggio più intimo è nascosto sotto altri biglietti sotto il balcone di casa Dalla, in piazza dei Celestini: Dal Grondaia 1966 al Ca.Ba.Ma.Da.Pi. ciao Lucio dove vaì, firmato il tuo primo pianista.Bandiera a mezz'asta. La bandiera del Comune di Bologna issata a mezz'asta sulla facciata di Palazzo d'Accursio. Questo per il momento il segno di lutto che caratterizza l'assolata piazza Maggiore, a due passi dalla casa di Lucio Dalla. Sulla piazza i soliti studenti e bolognesi a passeggio, ma anche alcune telecamere piazzate all'ingresso del cortile d'onore di Palazzo d'Accursio dove sono già in corso i preparativi per allestire la camera ardente, che rimarrà aperta finché ci sarà gente. Per domenica è stato dichiarato il lutto cittadino. Lo ha annunciato in una nota il sindaco Virginio Merola: «Ci saranno i rintocchi della campana dell'Arengo in concomitanza con la partenza del feretro dal Palazzo Comunale. Nella tarda serata di oggi esporremo da Palazzo d'Accursio un'immagine di Lucio Dalla recante la scritta "Ciao Lucio" e a partire da domani saranno trasmesse le canzoni di Lucio Dalla in Piazza Maggiore, la sua Piazza Grande», ha spiegato ancora Merola, rimarcando che «la scomparsa di Lucio è una perdita per tutto il mondo della cultura, pertanto credo sia giusto mettere a disposizione la città per ricordarlo ogni 4 marzo, e che sia la comunità degli artisti a decidere modalità e forme». Bologna ricorderà Lucio ogni 4 marzo. Un concerto tributo con i cantanti compagni e amici di una carriera. È l'idea che piace di più all'assessore della cultura di Bologna, Alberto Ronchi, per ricordare Lucio Dalla: «Sarebbe un modo molto bello, anche se non è di facile organizzazione», ha spiegato, sottolineando «che ci penseremo, ma senza fretta e non domani». Il luogo sarebbe ovviamente Piazza Grande, ovvero piazza Maggiore. Intitolazione di una strada «Intitolare una strada o una piazza a Lucio Dalla per ora non si può. La Prefettura di Bologna, infatti, ha chiesto da tempo al Comune di rispettare i termini di legge, ovvero dieci anni dalla scomparsa», ha proseguito Ronchi che in giunta si occupa anche delle proposte di toponomastica (recentemente, vista la sua passione per il rock, ha dato l'ok per l'intitolazione di una strada a Frank Zappa). Dunque, ha aggiunto, «le richieste di intitolazione sono fondate, ma ci sono tanti modi per ricordare un artista come Lucio». Tra questi, Ronchi ha apprezzato l'idea degli amici di sonorizzare via d'Azeglio con le sue canzoni: «Non so quanto sia di facile realizzazione, ma è una cosa originale e da valutare».L'invito della Cei a tenere bassi i toni. Il funerale non è uno spettacolo, non deve solo «esaltare» la figura del defunto. E, ha detto oggi mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato e presidente della Commissione Cei per la Liturgia, «spero che nel funerale di Lucio Dalla non vengano messi dischi con le sue canzoni. Dopo di che, noi non abbiamo i carabinieri per andare a impedirlo». Del tema si è parlato oggi in una conferenza stampa della Cei in cui veniva presentata la nuova edizione italiana del «Rito delle Esequie».No telecamere. Su indicazione della famiglia, le telecamere non saranno ammesse ai funerali. Al momento non sono quindi previste nemmeno riprese che possano consentire la trasmissione della messa sui maxischermi in piazza Maggiore o in televisione. Stella del jazz accanto a Chet Baker. In via Orefici, la walk of fame del jazz inaugurata nei mesi scorsi a Bologna con una stella dedicata a Chet Baker, la prossima stella sarà dedicata a Lucio Dalla. Lo ha annunciato il sindaco di Bologna Virginio Merola. Quando era poco più di un ragazzino Dalla, già virtuoso del clarinetto, ha suonato in diverse occasioni insieme al leggendario trombettista, che all'epoca viveva a Bologna. La notizia che ha sconvolto il mondo della musica Lucio Dalla è morto ieri, stroncato da un infarto a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni. Una perdita enorme per la musica e l'arte italiana. Dalla era stato protagonista anche nell'ultimo Festival di Sanremo, dove era tornato anche per l'amicizia con il conduttore Gianni Morandi a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale era anche co-autore. Mito della musica italiana. Con Dalla se ne va una stella di prima grandezza della musica e dell'arte italiana, un artista finissimo di incredibili capacità canore. Una perdita enorme. Una carriera quella di Lucio Dalla davvero strardinaria, ricca di clamorosi successi che hanno accompagnato mezzo secolo della storia musicale italiana. Da «L'anno che verrà» a «Anna e Marco», da «4 marzo 1943» a «Caruso» che quasi temeva di cantare, da «Futura» a «Piazza Grande», da «Ma come fanno i marinai» a «Attenti al lupo», da «Nuvolari» a «Com'è profondo il mare» da «Se io fossi un angelo» a «Banana Republic» con Francesco De Gregori, insieme al quale aveva recentemente ricreato un sodalizio con un fortunatissimo tour.Ricostruzione della morte. «Abbiamo una ricostruzione non precisissima di quanto accaduto. Quello che è certo è che il primo a trovare Lucio morto a terra è stato Marco Alemanno, suo corista e collaboratore, che era in una stanza comunicante». È il racconto di Eugenio D'Andrea, avvocato di Dalla. «Sentendo un rumore il ragazzo si è avvicinato, accorgendosi che Dalla era caduto a terra. Ha provato a soccorrerlo ed a chiedere aiuto ma, quando gli è stato fatto il massaggio cardiaco, era già troppo tardi. Poi è arrivato subito anche un altro assistente di Lucio, in tour con lui a Montreux». D'Andrea è molto scosso: «Ho parlato l'ultima volta con Lucio poco prima che morisse - aggiunge - e stava bene. Poi è andato a fare colazione e, tornando in camera, ha fatto anche una piccola riunione di lavoro sul terrazzo». Mercoledì sera applaudito a Montreaux. Lucio Dalla era «in perfetta salute» mercoledì sera durante il concerto dato all'Auditorium Stravinky di Montreux: il pubblico lo ha «applaudito a lungo» ed è stato uno «spettacolo molto bello», ha detto il direttore della stagione culturale a Montreux Pascal Pellegrino. «Non vi era alcun segno di stanchezza o un segnale che non fosse in forma», ha raccontato. Il cantante «ha scherzato, parlato un pò in francese, in italiano» e dopo lo spettacolo (cominciato un pò in ritardo verso le 20 e 30 e durato un pò più di due ore) ha anche chiacchierato con alcuni fan, ha detto Pellegrino. «Siamo sconvolti e sotto shock per la terribile notizia», ha aggiunto. Il ricordo di amici, colleghi e della sua città. Saputa la notizia della morte immediatamente sono arrivatii commenti e i ricordi dei più grandi artisti italiani, del mondo della politica, dello sport e del cinema. La sua città Bologna lo piange, ma anche Milano (cui dedicò uno splendido brano) e Napoli (in napoletano cantò Caruso) sono in lutto. «È morto il lupo più buono d'Italia». «Ciao Lucio, un altro angelo che porta l'ombra delle due torri». «Lucio te vogliamo bene assaje, è una catena ormai. Un bacio da Napoli». Sono alcuni dei biglietti lasciati sotto la casa di Lucio Dalla in via d'Azeglio a Bologna. Altre persone hanno lasciato anche dei fiori: una gerbera, una rosa blu e un mazzo intero con la citazione più famosa di Piazza Grande, «Lenzuola bianche per coprirci non ne ho...». In un altro biglietto, una persona ha scritto: «Quanta gente qui sotto la tua casa, quante le persone che qui ti salutano, che passano e ti ringraziano. Le tue finestre sono chiuse, ma il cuore di tutti è aperto per te. Ti vogliamo bene, grazie Lucio». Con l'andare del pomeriggio molte persone si sono fermate davanti al portone al numero 15. Emozionati anche i vicini: «Non importa con chi stesse parlando, se un giornalista o un collega famoso. Quando ti incontrava aveva sempre una parola sincera per tutti. Ci mancherà moltissimo», è il ricordo di Franca, sua vicina di pianerottolo. I suoi fans si mobilitano per dedicargli un angolo di piazza Grande, cuore della Bologna che con le sue canzoni ha reso famoso nel mondo. La sua ironia sulla morte. «La morte? E' solo l'inizio del secondo tempo», amava ripetere con ironia Lucio Dalla che sembrava non temerel'ultimo passo. E un altro episodio dimostra il suo disincanto: era il 2009, Lucio Dalla sedeva negli studi di Leitv dove si stava registrando "Scusi lei è favorevole o contrario?". La conduttrice, Maria Latella, chiese: «Che cosa pensa dei politici che partecipano ai funerali di Stato?». Dalla rispose senza esitazioni e con la ben nota ironia: «Esibiscono tanta di quella noia. Potrebbero evitare». Lo conduttrice insistette dicendo «lo sa che comunque al suo funerale verranno. Qualcuno di loro se ne uscirà dicendo: 'Lucio Dalla è stata la colonna sonora della nostra vità» e Dalla rise, chiudendo l'intervista con una battuta: «Questa sì è una buona ragione per non morire».Genio creativo più di 600 canzoni. «Con Lucio Dalla scompare un maestro della musica italiana, un artista caro a tante generazioni, un compositore e interprete che ha rappresentato la vena migliore della nostra canzone». Lo ricorda la Siae, alla quale Dalla era iscritto dal 1966, sottolineando che i suoi straordinari successi «continuano ad emozionare e fare proseliti». Ne ha scritte più di 600 di canzoni, conta la Società degli autori e degli editori, «in una carriera cominciata con le tinte del jazz nel 1964 e passata poi attraverso diversi periodi, quello poetico con Roberto Roversi, quello cantautorale nei leggendari tour da solo o con Francesco De Gregori, quello multimediale con Tosca, amore disperato e Pierino e il lupo». Sono poco meno di cinquanta gli anni di attività di Lucio Dalla, continua la Società, «artista a tutto tondo di enorme sensibilità»Su Itunes la sua musica è in vetta. A poche ore dalla notizia della morte di Lucio Dalla, la sua musica è già in vetta ad iTunes. Tra gli album le raccolte The best of Lucio Dalla e 12000 lune sono balzate rispettivamente al primo e al secondo posto, è al settimo c'è Lucio Dalla, l'album del 1979 che contiene brani come Anna e Marco e L'anno che verrà. Tra i singoli, per ora, guardando solo alle prime venti, il cantautore è terzo con Caruso, 11/o con 4 marzo 1943, 12/o con Nanì, il brano presentato a Sanremo con Pierdavide Carone, 17/0 con Piazza grande, 18/o con Canzone e 19/o con un'altra versione di Caruso.Carriera unica: dagli inizi fino a Nanì.
Nato a Bologna il 4 marzo 1943 (celeberrima la sua omonima canzone, tratta da un testo della poetessa Paola Pallottino, che gli valse il terzo posto assoluto proprio sul palco dell'Ariston nel 1971), Lucio ha sfiorato i 50 anni di carriera artistica. Nato come musicista jazz, esordì con il gruppo Gli idoli, con i quali incise il suo primo album, intitolato 1999, pubblicato nel 1966. Nello stesso anno esordì a Sanremo con un brano dell'album, ''Quand'ero soldato e Paff....bum!''. A Sanremo, Dalla fece ritorno l'anno seguente, con ''Bisogna saper perdere'', abbinato con i Rokes di Shel Shapiro. Proprio quello, il 1967, fu anche l'anno del suicidio di Luigi Tenco, che collaborò con Dalla per uno dei testi del primo disco, ''Mondo di uomini'', e con cui il cantautore aveva stretto amicizia. Dal 1973, Dalla inizia una collaborazione col poeta bolognese Roberto Roversi, che durò quattro anni e che la critica definì come fondamentali per la musica italiana. Dall'importante sodalizio uscirono album come ''Anidride solforosa''; nel 1976 però, il sodalizio si incrinò quando Lucio concepì ''Il futuro dell'automobile e altre storie'', uno spettacolo teatrale trasmesso anche dalla Rai. Nel 1975 inizia un'importantissima fase che consacra Lucio Dalla alla musica d'autore italiana. A partire dalla collaborazione con De Gregori, con il quale l'anno precedente tenne alcuni concerti, insieme ad Antonello Venditti e Maria Monti e da cui fu tratto il disco dal vivo Bologna 2 settembre 1974. I due scrissero insieme la musica per "Pablo", che De Gregori inserì in "Rimmel". Da qui, l'ascesa di Lucio Dalla nell'Olimpo dei più grandi. da "Com'è profondo il mare" del 1977 ad un album ancora più di successo, "1979", che include successi come "Anna e Marco", "L'ultima luna", "L'anno che verrà". Nel 1988 Lucio Dalla inizia un'altra grandissima, importante collaborazione con Gianni Morandi, che da inizio ad una vivida fase della sua carriera. Il duetto crea l'album "DallaMorandi", disco (con inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron) e lunghissimo tour (anche all'estero) nel quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio interpretano ciascuno i brani dell'altro in uno scambio in cui raccontano la loro storia e incantano il foltissimo pubblico. Negli anni '90 il cantautore bolognese abbandona gli istrionismi e inizia a guardare ai giovani con sempre più interesse, dinmostrando una modernità musicale ed umana di grande spessore. Da "Attenti al lupo" con Ron a "Canzone" con Samuele Bersani, a Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti, Carmen Consoli, Tosca: tutti vogliono collaborare con il suo talento e la sua sensibilità. Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato "Un uomo solo può vincere il mondo" ed appositamente composto per i Giochi di Pechino. Il 22 marzo 2010 conduce insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata "Due", durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente ed in duetto in cover e brani del loro repertorio. Il tour continua per tutto il 2010 e buona parte del 2011. Quest'anno, come in un ideale passaggio di testimone, Dalla è tornato al Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano "Nani", del quale è anche co-autore. Un'ultima poesia prima di lasciare, tradito dal cuore, questo mondo cui ha regalato emozioni intense e durature.
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giovedì 1 marzo 2012


MORTO LUCIO DALLA, COLPITO DA INFARTO IERI IN SVIZZERA IL SUO ULTIMO CONCERTO


Il cantante avrebbe compiuto
69 anni domenica prossima

di Sergio Conti

Lucio dalla è morto. La musica è sotto choc. Il cantante è stato stroncato da un attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni. Il cantante bolognese sembrava fino a ieri in buone condizioni: in serata aveva regolarmente tenuto il concerto che era in programma. L’ultima apparizione sugli schermi televisivi è stata al Festival di Sanremo presentato da Gianni Morandi. Sul palco dell’Ariston il cantautore si era esibito con il giovane Perdavide Carone che cantava «Nanì» accompagnandolo e dirigendo l’orchestra. «L'ho sentito ieri sera, è vivissimo», continuava a ripetere al telefono poco fa Roberto Serra, bolognese amico storico di Lucio Dalla e fotoreporter di professione, che non voleva credere alle notizie che arrivano da Montreux. «Non è possibile, mi ha telefonato ieri sera, stava benissimo, ed era felice, tranquillo, divertito e in pace con se stesso».«Era contento per un'intervista che gli avevano fatto - ha cambiato verbo Serra quando è stato chiaro che l'amico fosse scomparso per un attacco cardiaco - e per il tour europeo che aveva appena cominciato. Diceva che era emozionante ritrovare i luoghi di un analogo tour di trent'anni fa e di trovare, pur nella diversità delle situazioni, la stessa positiva risposta di pubblico di allora. Era a Zurigo, Stava andando a Montreux, era felice». Il suo ultimo viaggio. Dopo il festival di Sanremo, Lucio Dalla era impegnato da pochi giorni in un tour internazionale che avrebbe concluso il 30 marzo a Berlino. La tournee era cominciata a Lucerna il 27 ed era proseguita la sera successiva a Zurigo. Dopo la tappa di Montreux, in programma ieri sera, il tour prevedeva altre date tra cui Basilea, Berna, Ginevra, Lugano, Parigi, Dusseldorf, Amburgo, Brema, Francoforte, Lussemburgo, Stoccarda e Monaco, fino al tappa conclusiva a Berlino. In scena sempre. Il tour seguiva la recente pubblicazione di "Questo è Amore", doppio cd contenente alcune perle nascoste della sua sterminata discografia,e la produzione e realizzazione di "Nani e altri racconti....", il nuovo album di Pierdavide Carone.Il tour europeo era una consuetudine che si ripeteva dai primi anni ’80 a intervalli regolari e che poneva il cantautore tra gli artisti meglio radicati tra le preferenze delle platee europee più attente. Nei concerti Dalla interpretava i più grandi successi che l’hanno reso famoso in tutto il mondo e inserito a pieno titolo nella storia della musica italiana contemporanea: da Caruso a 04/03/’43, da Come è profondo il mare a Balla balla ballerino, da L’anno che verra  a Futura e Piazza Grande.  Dalla era accompagnato da una band composta da Fabio Coppini alle tastiere, Bruno Mariani alle chitarre, Gionata Colaprisca alla batteria e percussioni, Roberto Costa al basso, Marco Alemanno nella doppia veste di attore e di vocalist insieme ad Emanuela Cortesi. Da oltre un decennio Luicio Dalla aveva preso casa sull’ Etna, a Milo, e sulle pendici del vulcano il cantautore bolognese produceva un vino, in rosso e in bianco. Lo aveva battezzato «Lo Stronzetto dell’ Etna» e gli era valso qualche riconoscimento della critica enologica. Lo scorso 4 agosto Dalla, davanti al «Castagno dei Cento Cavalli», albero tra i più antichi d’ Europa, aveva tenuto una «lectio magistralis», su «Mito e leggenda tra passato e presente; la funzione pedagogica e sociale dell’ immaginario fantastico». Introdotto dal poeta Angelo Scandurra, il cantante era stato accompagnato alla tastiera dall’ artista Marco Alemanno che ha letto brani tratti da «Viaggio in Sicilia e a Malta» di J.Houel, «Ricordi del viaggio In Sicilia» di E. De Am icis, «Viaggio in Italia» di J. W. Goethe ed il «Polifemo innamorato» di Santo Calì. Dalla aveva concluso la serata con due ’mitichè canzoni del suo vasto repertorio musicale, «Itaca» e «4 Marzo 1943».
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 JOVANOTTI: 'NON POSSO CREDERCI' PAUSINI INCREDULA: 'CIAO LUCIO, RIMARRAI CON NOI' A RICORDARE CON COMMOZIONE IL GRANDE ARTISTA COLLEGHI, REGISTI, POLITICI, SINDACALISTI

di Paola Maurizio

Il mondo della musica e' in lutto per la morte improvvisa di Lucio Dalla. Ma a ricordarlo con commozione sono anche registi, politici e sindacalisti e personaggi sportivi.BAUDO, PER ME ERA UN FRATELLO, LO SPRONAVO - ''Per me Lucio Dalla era un fratello. Con lui scompare una parte grandissima della mia vita musicale e artistica'': a ricordarlo e' Pippo Baudo che con lui - racconta all'ANSA - ha vissuto ''momenti indimenticabili''. ''Io - spiega Pippo - sono stato presente, e modestamente artefice dei suoi successi. Ne ho apprezzato fin dall'inizio la grande fertilita', la grande sensibilita', l'ironia, l'umilta'''. Tanti gli aneddoti che li legano. ''Quando scrisse 4 marzo '43 - disse - la canzone non fu accettata a Sanremo perche' c'era una parolaccia che gli chiesero di cambiare''. Baudo profetizzo' il successo di quel brano immortale: ''Ricordo quell'introduzione con il clarino... Era la fine del mondo''. Anche su 'Caruso' Dalla ci ando' cauto all'inizio: ''Mi disse non la faccio, mi sfotteranno, mi vergogno'', ma io lo spronai a cantarla a Fantastico. Anche quella volta un successo enorme''. MORANDI, NON RIESCO ANCORA A RIPRENDERMI  - "Ci conoscevamo dal '63 e eravamo legati anche dal tifo per il Bologna oltre che dalla passione per la musica. Tanti anni di amicizia ci legano. Sentire che ci ha lasciato mi ha colpito, non riesco ancora a riprendermi'': così Gianni Morandi al Tg1 ricorda Lucio Dalla, morto di infarto in Svizzera all'età di 69 anni. "Mi manca l'amico - aggiunge Morandi, che quest'anno è riuscito a convincere Dalla a partecipare al festival di Sanremo -. E' stato uno dei più grandi, autore, cantante, musicista, jazzista, un uomo che parlava a tanta gente e sapeva comunicare. Lui è stato un artista unico, a me mancherà molto anche come grande amico". VERDONE, GRANDE DOLORE - "Ho appreso la notizia con grande dolore. Solo quindici giorni fa Dalla mi aveva chiamato chiedendomi di presentargli il suo libro, ma nello stesso giorno dovevo presentare il mio. Così ho dovuto dire di no". Così Carlo Verdone commenta a caldo la scomparsa del cantautore. "Ma sono invece contento di una cosa: avevo dedicato a lui un intero film come Borotalco e lui ne andava fiero", sottolinea l'attore e regista. E conclude: "Ci sentivamo spesso al telefono. Con lui si perde un grande compositore e una persona colta ed estremamente generosa"ARBORE,ISTINTIVO E ORIGINALE - "Era un musicista originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche napoletano. Per lui succederà quello che è successo con Gaber e De André: le sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che è nuova letteratura e poesia": così Renzo Arbore ricorda all'ANSA Lucio Dalla, scomparso improvvisamente per un attacco cardiaco, che definisce "suo compagno di clarinetto". "Lo conoscevo fin dagli esordi io facevo il dj e l'ho incoraggiato", racconta Arbore. "Adesso - aggiunge - si fa una specie di inevitabile sunto della sua attività di artista: lui era innanzitutto un musicista di grande valore, istintivo e originale, sia al clarinetto che nelle sue composizioni. Aveva inventato un filone italiano come dimostrano alcune sue melodie e perfino napoletano con Caruso. E' una gravissima perdita per la musica italiana". "Gli ero vicino anche dal punto di vista umano perché avevamo tanti amici pugliesi in comune, l'ho visto l'ultima volta a Manfredonia tre-quattro mesi fa - racconta Arbore - e poi l'ho visto a Sanremo dirigere con sapienza e con stile personale l'orchestra". "Succederà quello che è accaduto ad altri grandi come Gaber e De André - ripete Renzo Arbore - le sue opere migliori verranno studiate e apprezzata perché è poesia e nuova letteratura".JOVANOTTI SU TWITTER,DAVVERO NON POSSO CREDERCI  - "Oh no dai no...non ci posso credere dai...davvero non posso crederci", solo poche frasi sulla pagina Twitter di Lorenzo Jovanotti per esprimere sgomento dopo la morte di Lucio Dalla. La notizia dell'improvvisa scomparsa di uno dei cantautori che ha fatto la storia della musica italiana ha riempito in pochi secondi il web. RAMAZZOTTI, MI SCRISSE OLE' A MIO PRIMO SANREMO - "Non potrò mai dimenticare il suo telegramma al mio primo Sanremo, mi scrisse: 'Ole''. Fu il primo messaggio e ne fui onorato, ci mancherà tanto la sua genialità, era un grande": Eros Ramazzotti commenta così la scomparsa di Lucio Dalla, morto di infarto in Svizzera all'età di 69 anni PAUSINI INCREDULA, A 8 ANNI CANTAI DAVANTI LUI  - "Non posso pensare che la notizia della scomparsa di Lucio Dalla sia vera". Laura Pausini, romagnola e amica di Lucio Dalla, commenta così su Twitter la morte del cantautore bolognese. "E' stato il primo artista italiano - ricorda - che mi vide cantare in un ristorante di Bologna quando avevo 8 anni. Non posso dimenticare la sua carezza sui miei capelli e le sue belle parole di incoraggiamento". "Ciao Lucio - è l'addio della Pausini al cantautore - per fortuna rimarrai con noi, con il tuo talento e con le tue idee buffe e innovative, ma soprattutto emozionanti".FINARDI, BUON VIAGGIO, SALUTAMI CARUSO  - "Lucio no, proprio non me l'aspettavo! L'avevo visto a Sanremo pochi giorni fa, sempre allegro, con quei suoi occhi da Elfo che sembravano guardarti dentro e sorridere di ciò che vedevano. Sembrava eterno": Eugenio Finardi ricorda così Lucio Dalla, morto di infarto in Svizzera, poco dopo la partecipazione di entrambi al festival di Sanremo. Il cantautore milanese aggiunge: "Lo stesso che clowneggiava con il clarinetto alla Palazzina Liberty di Milano, quando lo vidi per la prima volta mentre cantava "Com'é Profondo Il Mare", 30 anni fa. Lo stesso che cantava "Paff Bum" con i mitici Yardbirds, guadagnandosi il rispetto e la gratitudine di noi piccoli rocker. Un jazzista inventatosi cantautore trasformato in Pop Star. Mi ha fatto l'onore di suonare in 2 mie canzoni. Un uomo fiero, ironico, molto emiliano. Un grande musicista. Però - conclude Finardi - questa brutta sorpresa non dovevi farcela Lucio! Buon viaggio, salutami Caruso". CURRERI, DISTRUTTO  DAL DOLORE - "Non riesco a parlare, sono troppo distrutto dal dolore". Così Gaetano Curreri, leader degli Stadio, fa sapere il suo stato d'animo attraverso il proprio staff, dopo aver saputo della morte di Lucio Dalla. E' proprio con il celebre tour 'Banana Republic' di Dalla e Francesco De Gregori che nel 1979 partì anche l'apprendistato artistico di Curreri fino all'approdo agli Stadio  RENGA, CI CONSOLA IL BELLO CHE HA LASCIATO  - E' "sconvolto" Francesco Renga dall'improvvisa morte di Lucio Dalla. "L'ho visto due settimane fa - racconta il cantautore -. Eravamo a cena a Sanremo". Per Renga rimane una consolazione: "Le cose belle che ha fatto rimarranno per sempre" VALE ROSSI, CON LUI DOPPIAI FUMETTO MANARA  - "Ho avuto la fortuna di conoscere Lucio Dalla qualche anno fa a Bologna, avevamo doppiato insieme un fumetto di Milo Manara". Così Valentino Rossi su twitter reagisce alla morte del cantautore. Il pilota aggiunge anche, in un secondo messaggio: "Disperato erotico stomp' è una delle mie canzoni preferite. Ciao Lucio".POOH, HA TRASFORMATO LAVORO IN ARTE - "Lucio è stato l'esempio più bello di chi ha saputo trasformare con leggerezza il proprio lavoro in un'arte": così i Pooh ricordano Dalla, scomparso per un attacco cardiaco. "Lucio, perché così lo chiamiamo tutti da sempre, senza bisogno del cognome, è stato amico e fratello di tutti quelli con cui ha lavorato, cantato o anche solo parlato - dicono ancora i Pooh -. Sempre uguale a se stesso, sempre in equilibrio perfetto con una cultura acquisita e inventata strada facendo. Lucio è stato l'esempio più bello di chi ha saputo trasformare con leggerezza il proprio lavoro in un'arte. Lucio, con la sua continua voglia di stupire e la sua involontaria capacità di piacere al mondo!".VANONI, UN VUOTO AL QUALE NON RIESCO A CREDERE - "Una notizia come un fulmine un vuoto al quale non riesco a credere il cuore si rifiuta di soffrire per l'impossibile": così Ornella Vanoni esprime su Twitter le sue emozioni, dopo la morte di Lucio Dalla. Durante Sanremo, l'artista aveva anche tifato per lui: "Sono contenta - aveva scritto -, siano stati riammessi in gara Carone e Dalla". CELENTANO, DA OGGI IL MONDO SARA' PIU' BUIO - "Lucio, amico caro di tutti. Da oggi il mondo sarà più buio. Prego e penso che poeti come te non dovrebbero mai morire. Il distacco umano da uomini e artisti grandi come sei stato e sei, ci coglie sempre impreparati": anche Adriano Celentano ha voluto ricordare Lucio Dalla con un pensiero postato sul suo blog (www.clancelentano.it). "Ci mancherà tutto di te - scrive Celentano nel post titolato 'Per Lucio' - . Anche i momenti di eroica fragilità che contribuivano a renderti sempre più grande. Ti volevo e ti voglio bene. Ero catturato dalla tua magica grandezza e delicata generosa umanità". E poi: "Ricordo quando mia figlia venne da te per trascorrere qualche giorno speciale di vacanza le apristi la tua casa come un padre accoglie un figlio. Parlavate di arte, di musica, della vita. Mi raccontò di avere vissuto giorni meravigliosi, indimenticabili. Indimenticabile come sei tu. Adriano".CARBONI, LUTTO IMMENSO. RINVIATO CONCERTO DOMANI - "Un lutto immenso! Ciao fratello Lucio!!!", è il tweet con cui Luca Carboni ha salutato il collega e concittadino Lucio Dalla. Passano poche ore e, sempre sul social network arriva anche la cancellazione del concerto previsto per domani a Bologna: "Scusate il disagio che vi creo. Non me la sento - ha scritto -. Il live di domani sera a Bologna al Numa è rimandato a venerdì 9 marzo".BAGLIONI, GRANDE CLOWN DEL CIRCO DELLA MUSICA - "Lucio bravo e geniale ha vissuto tutta una vita con la volontà di stupire e la voglia di stupirsi". Così Claudio Baglioni ricorda Lucio Dalla. "E' stato il grande clown - continua Baglioni - del circo della musica. Quello che suona il clarinetto e che affabula, fa versi, stranisce gli occhi. Capace di giocare con le trottole delle parole, di raccontare storie struggenti, di camminare i sentieri di favole strambe, di arrampicarsi su cime visionarie. Lucio ha scritto le pagine del suo libro con tanti segni di punteggiatura. Punti interrogativi che drizzavano la schiena e diventavano esclamativi. Ma uno alla fine s'ingobbiva di nuovo e restava la domanda del suo sguardo".D'ALESSIO, GRANDE ARTISTA E PER ME GRANDE AMICO - "Stento a credere alla scomparsa di Lucio Dalla perché prima di essere un grande artista, è stato per me un grande amico e ora è come se fosse scomparso un mio familiare, uno zio": così Gigi D'Alessio ricorda il cantautore scomparso. "Ricordo ancora che fu uno dei primi grandi della musica a credere nelle mie capacità e a incoraggiarmi - racconta -. Ci ha sempre unito l'amore per Napoli dove abbiamo cantato insieme in diverse occasioni, una tra tutte il concerto in Piazza Plebiscito. E' stato uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi e un grandissimo cantautore, le sue canzoni e la sua musica insieme al suo estro rimarranno per sempre un patrimonio enorme per tutti gli italiani".VASCO ROSSI, ERA CAPOFAMIGLIA, PADRE AFFETTUOSO - "Un colpo a tradimento, la fatalità, il caso! Ci sentiamo all'improvviso parte di una stessa grande famiglia a cui viene a mancare il capofamiglia... questo era Lucio Dalla: un padre affettuoso e sempre presente con il suo entusiasmo, le sue idee spesso all' avanguardia per il cantautorato italiano, il suo grande amore per la musica. Che lo ha accompagnato fino all'ultimo e questo ci consola, Lucio se ne è andato come avrebbe voluto, era in tour in piena attività'". Così lo ricorda Vasco Rossi su Fb. "La notizia - scrive il Blasco sulla sua pagina del social network - corre in rete, passa di bocca in bocca... è morto Lucio Dalla... Stroncato da un infarto, se ne è andato nel sonno.. Non siamo mai pronti a notizie del genere, rimaniamo attoniti, sbalorditi, spaventati, arrabbiati e poi tristi, molto tristi, senza parole. C'est la vie, questa è la vita... ha la precedenza su tutto meno che sulla morte, che arriva quando meno te la aspetti..". E conclude: "Nessuno muore mai completamente, qualche cosa di lui rimane sempre vivo dentro di noi! Wiva Lucio Dalla".VENDITTI, MUORE UNA PARTE IMPORTANTE DI ME - "Muore un amico, un compagno di viaggio per tutti gli anni '70 e '80. Muore una parte importante di me": con poche e sentite parole Antonello Venditi ricorda Lucio Dalla, scomparso improvvisamente per un attacco cardiaco.
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