E’ nel salotto di rappresentanza, a pochi metri dal salone dove ha appena parlato del dramma dei morti sul lavoro, che il presidente della Repubblica ha voluto leggere il messaggio vergato con attenzione, parola pesata dopo parola, per rendere pubblica la preoccupata presa d’atto dell’acuirsi dello scontro tra la politica, con il presidente del Consiglio che grida contro «le toghe che vogliono far cadere il governo» e la magistratura, con alcuni consiglieri del Csm che richiedono l'acquisizione delle parole del premier nell'ambito della pratica a tutela dei magistrati e la polemica sempre aperta sulla valutazione opposta del disegno di legge sul processo breve.Il messaggio, sedici righe pesate dunque parola per parola, è stato letto ad un Paese «che deve affrontare complessi problemi di ordine economico e sociale» e che si trova invece ad assistere ad uno scontro entrato ormai in una perversa spirale. E a questa situazione che è rivolto l’altolà di Giorgio Napolitano letto con voce grave, quasi accorata, a sottolineare la preoccupazione del presidente davanti ad una contrapposizione che non può sortire che effetti disastrosi se portata molto oltre.Parla nell’interesse della collettività il presidente che la rappresenta tutta. E le sue parole, pur nell’inevitabile meccanismo interpretativo di preferirne alcune ad altre, a seconda della parte che si rappresenta, sono state accolte con un apprezzamento quasi totale. Anche i vertici dell’associazione nazionale magistrati hanno salutato con favore le parole del Capo dello Stato pur ribadendo di non avere alcuna intenzione di rinunciare a dire la loro a cominciare dalla legge in discussione. «Penso che il presidente dica e faccia un'affermazione nella quale quantomai ogni magistrato si debba riconoscere» ha detto il presidente dell’Anm, Luca Palamara sottolineando che «noi magistrati non siamo in guerra con nessuno, ma chiediamo di non essere aggrediti» e assicurando che «la magistratura deve e vuole continuare a fare ciò che la Costituzione le impone». Le parole rivolte a Berlusconi che grida in continuazione contro presunti attacchi al suo governo, sono chiarissime. «Va ribadito che nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento» sempre che riesca a garantirsi «la coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare». Il Cavaliere può stare tranquillo. Sempre che riesca a mantenere la tranquillità in una coalizione che non sembra proprio averla. Allo stesso tempo «quanti appartengono alla istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione». Questa appare una condizione indispensabile più che mai in una situazione di acuta tensione. E «tutte le parti debbono fare uno sforzo di autocontrollo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche». Nell’interesse del Paese bisogna fermare «la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investitedi distinte responsabilità costituzionali». I politici, appunto, specialmente quelli troppo coinvolti come il presidente del Consiglio ed i magistrati. L’appello a fermarsi a riflettere non poteva che rimettere al centro il ruolo del Parlamento troppo spesso dimenticato. Ricorda il presidente «spetta» proprio «al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia».
venerdì 27 novembre 2009
L’ALLARME DI NAPOLITANO «FERMARE LE TENSIONI E LO SCONTRO TRA ISTITUZIONI»
E’ nel salotto di rappresentanza, a pochi metri dal salone dove ha appena parlato del dramma dei morti sul lavoro, che il presidente della Repubblica ha voluto leggere il messaggio vergato con attenzione, parola pesata dopo parola, per rendere pubblica la preoccupata presa d’atto dell’acuirsi dello scontro tra la politica, con il presidente del Consiglio che grida contro «le toghe che vogliono far cadere il governo» e la magistratura, con alcuni consiglieri del Csm che richiedono l'acquisizione delle parole del premier nell'ambito della pratica a tutela dei magistrati e la polemica sempre aperta sulla valutazione opposta del disegno di legge sul processo breve.Il messaggio, sedici righe pesate dunque parola per parola, è stato letto ad un Paese «che deve affrontare complessi problemi di ordine economico e sociale» e che si trova invece ad assistere ad uno scontro entrato ormai in una perversa spirale. E a questa situazione che è rivolto l’altolà di Giorgio Napolitano letto con voce grave, quasi accorata, a sottolineare la preoccupazione del presidente davanti ad una contrapposizione che non può sortire che effetti disastrosi se portata molto oltre.Parla nell’interesse della collettività il presidente che la rappresenta tutta. E le sue parole, pur nell’inevitabile meccanismo interpretativo di preferirne alcune ad altre, a seconda della parte che si rappresenta, sono state accolte con un apprezzamento quasi totale. Anche i vertici dell’associazione nazionale magistrati hanno salutato con favore le parole del Capo dello Stato pur ribadendo di non avere alcuna intenzione di rinunciare a dire la loro a cominciare dalla legge in discussione. «Penso che il presidente dica e faccia un'affermazione nella quale quantomai ogni magistrato si debba riconoscere» ha detto il presidente dell’Anm, Luca Palamara sottolineando che «noi magistrati non siamo in guerra con nessuno, ma chiediamo di non essere aggrediti» e assicurando che «la magistratura deve e vuole continuare a fare ciò che la Costituzione le impone». Le parole rivolte a Berlusconi che grida in continuazione contro presunti attacchi al suo governo, sono chiarissime. «Va ribadito che nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento» sempre che riesca a garantirsi «la coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare». Il Cavaliere può stare tranquillo. Sempre che riesca a mantenere la tranquillità in una coalizione che non sembra proprio averla. Allo stesso tempo «quanti appartengono alla istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione». Questa appare una condizione indispensabile più che mai in una situazione di acuta tensione. E «tutte le parti debbono fare uno sforzo di autocontrollo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche». Nell’interesse del Paese bisogna fermare «la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investitedi distinte responsabilità costituzionali». I politici, appunto, specialmente quelli troppo coinvolti come il presidente del Consiglio ed i magistrati. L’appello a fermarsi a riflettere non poteva che rimettere al centro il ruolo del Parlamento troppo spesso dimenticato. Ricorda il presidente «spetta» proprio «al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia».
E’ nel salotto di rappresentanza, a pochi metri dal salone dove ha appena parlato del dramma dei morti sul lavoro, che il presidente della Repubblica ha voluto leggere il messaggio vergato con attenzione, parola pesata dopo parola, per rendere pubblica la preoccupata presa d’atto dell’acuirsi dello scontro tra la politica, con il presidente del Consiglio che grida contro «le toghe che vogliono far cadere il governo» e la magistratura, con alcuni consiglieri del Csm che richiedono l'acquisizione delle parole del premier nell'ambito della pratica a tutela dei magistrati e la polemica sempre aperta sulla valutazione opposta del disegno di legge sul processo breve.Il messaggio, sedici righe pesate dunque parola per parola, è stato letto ad un Paese «che deve affrontare complessi problemi di ordine economico e sociale» e che si trova invece ad assistere ad uno scontro entrato ormai in una perversa spirale. E a questa situazione che è rivolto l’altolà di Giorgio Napolitano letto con voce grave, quasi accorata, a sottolineare la preoccupazione del presidente davanti ad una contrapposizione che non può sortire che effetti disastrosi se portata molto oltre.Parla nell’interesse della collettività il presidente che la rappresenta tutta. E le sue parole, pur nell’inevitabile meccanismo interpretativo di preferirne alcune ad altre, a seconda della parte che si rappresenta, sono state accolte con un apprezzamento quasi totale. Anche i vertici dell’associazione nazionale magistrati hanno salutato con favore le parole del Capo dello Stato pur ribadendo di non avere alcuna intenzione di rinunciare a dire la loro a cominciare dalla legge in discussione. «Penso che il presidente dica e faccia un'affermazione nella quale quantomai ogni magistrato si debba riconoscere» ha detto il presidente dell’Anm, Luca Palamara sottolineando che «noi magistrati non siamo in guerra con nessuno, ma chiediamo di non essere aggrediti» e assicurando che «la magistratura deve e vuole continuare a fare ciò che la Costituzione le impone». Le parole rivolte a Berlusconi che grida in continuazione contro presunti attacchi al suo governo, sono chiarissime. «Va ribadito che nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento» sempre che riesca a garantirsi «la coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini-elettori il consenso necessario per governare». Il Cavaliere può stare tranquillo. Sempre che riesca a mantenere la tranquillità in una coalizione che non sembra proprio averla. Allo stesso tempo «quanti appartengono alla istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione». Questa appare una condizione indispensabile più che mai in una situazione di acuta tensione. E «tutte le parti debbono fare uno sforzo di autocontrollo di autocontrollo nelle dichiarazioni pubbliche». Nell’interesse del Paese bisogna fermare «la spirale di una crescente drammatizzazione, cui si sta assistendo, delle polemiche e delle tensioni non solo tra opposte parti politiche ma tra istituzioni investitedi distinte responsabilità costituzionali». I politici, appunto, specialmente quelli troppo coinvolti come il presidente del Consiglio ed i magistrati. L’appello a fermarsi a riflettere non poteva che rimettere al centro il ruolo del Parlamento troppo spesso dimenticato. Ricorda il presidente «spetta» proprio «al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia».
UNA SFIDA TRA DONNE E LA GARA DEI MAXISCOOTER CHIUDONO A VALLELUNGA
di SERGIO CONTI
Sul tracciato romano «Piero Taruffi» di Vallelunga va in scena l’ultima tappa stagionale con il Trofeo di Natale: in lizza i titoli dei Maxiscooter e del Centauro, che nella 600 Stock vede la lotta aperta tra Alessia Polita
e Paola Cazzola. Oltre 150 i piloti iscritti,organizzato dal Gentlemen’s Motor Club di Roma.Cinque le gare in programma, che assegneranno altrettanti titoli al termine di una giornata che si preannuncia spettacolare, anche grazie ai 150 iscritti pronti a riempire le griglie di partenza del «Trofeo di Natale». In gara, i piloti impegnati nelle quattro categorie del Trofeo del Centauro (125 Sport, 600 Stock, 600 Open e Open) e i protagonisti del Trofeo Nazionale Maxiscooter – Polini, diviso nelle categorie Supersport e Superstock.Rinviata al 2010 per mancanza d’iscrizioni la «Master Cup 600», gara riservata ai migliori classificati dei trofei organizzati dai moto club per la categoria 600 Open.GRANDE ATTESA PER IL CENTAURO. Quasi quaranta gli iscritti all’ultima gara stagionale della 125 Sport, che vede Federico Drago (Aprilia) comandare la classifica generale con 19 punti di vantaggio su Daniele Aloisi. A fare da outsider di lusso, in questa classe, Daigoro Toti e Francesco Tramarin, che lotteranno per il terzo gradino del podio assoluto. Tutta da seguire la gara di Lorenzo Carbone, in pista con la Moriwaki Honda 250 a quattro tempi in configurazione trofeo. Alessia Polita e Paola Cazzola si contenderanno, invece, la corona della 600 Stock. Comanda la classifica la jesina Polita,
che ha un vantaggio di diciassette punti sulla più diretta avversaria. Iscritti a questa gara, per preparare al meglio la prossima stagioni del CIV e dell’europeo, anche Luca Fabrizio, Tommaso Lorenzetti, Fabio Massei e Fabrizio Pellizzon. Tra i 24 iscritti, da notare la presenza di una terza donna iscritta alla categoria, la marchigiana Romana Fede. Saranno ventotto, invece, i protagonisti della 600 Open. Il titolo è andato a Massimiliano Iannone (vincitore con una gara di anticipo in sella ad una Yamaha) che ha avuto la meglio su Giorgio Evangelisti (Honda). La lotta per terzo posto nella generale, invece, vedrà coinvolti Dario Barzaghi e Marco Di Simone. Anche in questa categoria è prevista la presenza di molte wild-card eccellenti come Federico Biaggi (nipote di Max, in sella alla Yamaha), Roberto Tamburini e Alessio Palumbo, oltre ai già citati Pellizzon e Massei, in gara anche nella 600 Open.Valerio Rufoloni (Suzuki) dovrà difendersi dagli attacchi di Andrea Buccheri (Yamaha) se vorrà conquistare il titolo 2009 della Open. Tra i 39 iscritti, da seguire con attenzione le gare di Fabrizio Petrilli (due vittorie per lui nelle precedenti tappe) e di Luca Pini, alla guida della sperimentale Bimota-Bursi. Letizia Marchetti, Davide Giugliano, Danilo Marrancone, Alessandro Polita, Sebastiano Zerbo e Roberto Lacalendola le presenze illustri che prenderanno il via a questa gara in vista della stagione 2010.LA FINALE DEI MAXISCOOTER – A Vallelunga si chiuderà anche la stagione del Trofeo Nazionale Maxiscooter – Polini. La formula organizzata dal MC Racing Terni vedrà al via 24 piloti, che si daranno battaglia per la vittoria della quinta tappa e, soprattutto, per la conquista dei due titoli in palio.Nella Supersport sarà lotta a quattro tra il leader di campionato, Gianluca Rapicavoli e gli sfidanti Nazzareno Giordani, Marvin Mendogho e Andrea Farina (tutti su T-Max).Nella Superstock, invece, saranno due i piloti pronti a giocarsi la corona del 2010: Massimiliano Caminiti (Yamaha T-Max), in testa alla classifica, dovrà vedersela con un arrembante Lucio Gatti (Yamaha T-Max), vincitore delle ultime due gare disputate a Magione e a Vallelunga.ORARI E PREZZI – Le prove ufficiali scatteranno sabato 28 alle ore 9 mentre il programma di gare di domenica vede il via della prima gara alle 9:30. L’ultima partenza è prevista per le 14:25. Il prezzo del biglietto per la giornata di domenica è di 15 euro (ridotto a 10 per soci FMI).






di SERGIO CONTI
Il Segretario Generale del CONI, Raffaele Pagnozzi(nella foto), è stato confermato questa sera a Lisbona Segretario Generale dei Comitati Olimpici Europei. La 38^ Assemblea Generale del COE lo ha votato all’unanimità per acclamazione. Pagnozzi, 61 anni, avellinese di nascita e romano di adozione, occupa questo importante incarico internazionale dal 2006 ed è stato oggi confermato sino al 2013. Nella stessa sessione è stato rieletto Presidente del COE l’irlandese Patrick Hickey, membro del CIO. Alle elezioni ha assistito il Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Jacques Rogge che si è congratulato con gli eletti al termine dell’assemblea.La conferma di Pagnozzi nel ruolo di Segretario Europeo rappresenta un grande successo diplomatico del CONI sia per quanto realizzato negli ultimi anni sia soprattutto in vista di una candidatura italiana ai Giochi Olimpici del 2020. Infatti, attorno all’Associazione che riunisce i Comitati Olimpici Europei ruotano quasi il cinquanta per cento dei membri del CIO che saranno chiamati a votare nel 2013 la città che dovrà ospitare i Giochi del 2020. Felice per la rielezione di Pagnozzi anche il Presidente del CONI, Petrucci che ha Lisbona ha guidato la delegazione italiana: “Sono molto contento perché con questa votazione l’Europa ha voluto dare un segnale di riconoscenza verso Pagnozzi che in questi anni si è molto prodigato affinché il COE crescesse nella considerazione del panorama sportivo internazionale, riaffermando la sua leadership tra le varie organizzazioni continentali». Nel corso dell’ Assemblea sono stati eletti il russo Alexader Kozlovsky, come vicepresidente, e il cipriota Kikis Lazarides, in qualità di Tesoriere. I 12 membri eletti nell'Esecutivo sono: Alejandro Blanco (Spagna) e Piotr Nurowski (Polonia) con 37 voti, Colin Moynihan (Gran Bretagna) 36 voti, Octavian Morariu (Romania) 35 voti, Efraim Zinger (Israele) 34 voti, Klaus Steinbach (Germania) e Togay Bayatli (Turchia) 32 voti, Janez Kocijancic (Slovenia) 31 voti, Guido De Bondt (Belgio) 28 voti, Zlatko Matesa (Croazia) 27 voti, Spyros Capralos (Grecia) 26 voti e Marc Theisen (Lussemburgo) 25 voti.
DOMANI A ROMA LA 9° RIUNIONE DEL CONSIGLIO FEDERALE 
di PAOLA MAURIZIO
Si terrà domani mattina all’Hotel Hilton di Roma la nona riunione (l’ultima del 2009) del Consiglio Federale, in seduta congiunta con la Consulta dei Presidenti Regionali.Si parlerà tra i vari punti all'ordine del giorno già del calendario delle stagioni 2011 e 2012, con la possibilità di istituire una nuova competizione in sostituzione dei Campionati Italiani di Società. Verranno proposte le istituzioni di due classifiche nazionali, legate al Coastal Rowing e all’attività del Remare a Scuola.Si parlerà anche di alcune nuove convenzioni con AVIS, l'Istituto di Credito Sportivo , CUSI, CUS PAVIA e di un nuovo probabile accordo col DITT di Terni per offrire dei servizi alle società durante le regate di Piediluco.Si approveranno i criteri selettivi 2010 ed il Bilancio Preventivo e si parlerà anche di formazione e dirigenti.


di PAOLA MAURIZIO
Si terrà domani mattina all’Hotel Hilton di Roma la nona riunione (l’ultima del 2009) del Consiglio Federale, in seduta congiunta con la Consulta dei Presidenti Regionali.Si parlerà tra i vari punti all'ordine del giorno già del calendario delle stagioni 2011 e 2012, con la possibilità di istituire una nuova competizione in sostituzione dei Campionati Italiani di Società. Verranno proposte le istituzioni di due classifiche nazionali, legate al Coastal Rowing e all’attività del Remare a Scuola.Si parlerà anche di alcune nuove convenzioni con AVIS, l'Istituto di Credito Sportivo , CUSI, CUS PAVIA e di un nuovo probabile accordo col DITT di Terni per offrire dei servizi alle società durante le regate di Piediluco.Si approveranno i criteri selettivi 2010 ed il Bilancio Preventivo e si parlerà anche di formazione e dirigenti.
giovedì 26 novembre 2009
BERLUSCONI MINACCIA E NASCE IL FEELING FINI-BERSANI
A pochi metri dal Capranichetta, il premier Silvio Berlusconi minaccia di mettere alla porta chi nel Pdl non si adegua alla maggioranza. P
arole che il presidente della Camera Gianfranco Fini non sente, e forse neanche teme, tornando, alla presentazione del libro di Rosy Bindi ‘Quel che è di Cesarè, a smarcarsi su temi come il diritto di cittadinanza, il biotestamento ed il dovere della «buona politica» di superare «il derby permanente». Il leader Pd Pier Luigi Bersani, seduto al suo fianco, annuisce e fa il tifo perchè vada in porto «l’impresa molto ardua dell’ex leader di An di europeizzare la destra italiana». Il feeling tra il presidente di Montecitorio ed il Pd è ormai cosa nota da mesi e oggi si è tradotto in un’asse, nella conferenza dei capigruppo, per calendarizzare la legge sul diritto di cittadinanza.La padrona di casa, Rosy Bindi, si augura che sia il primo passo, e dopo quasi due ore di amorosi sensì su temi come la laicità e l’immigrazione, non demorde annunciando di «aspettare al varco» Fini anche su altri temi. Il presidente della Camera non sembra affatto spaventato nè fa mistero di apprezzare le tesi espresse dalla presidente del Pd nel libro. Ciò che, invece, preoccupa Fini, come sussurra a Bersani entrando in sala, è che nella platea mancano giovani e il motivo è che «i giovani non vogliono che si continui con questo derby permanente» tra gli schieramenti. O, al di là del confronto «pur aspro», ci si sforza per una «politica credibile che lavora per il bene comune», è l'allarme del presidente della Camera, o «non dobbiamo meravigliarci se in futuro ci sarà una società peggiore». Avvertimento che trova parole attente ai vertici del Pd; d'altra parte, poco prima Bersani aveva invitato a «soluzioni condivise» sul testamento biologico, «perchè il 50 per cento degli italiani non può decidere sulla morte dell'altro 50 per cento», e chiesto che la politica «non sia guerra di tutti ma decisioni per il bene comune». Laicità dello Stato, necessità di una legge sulla cittadinanza per evitare i «ghetti» dei nuovi italiani, la critica ad una «tendenza da propaganda e non da buona politica ad erigere barriere post-ideologiche» sono i temi comuni del dialogo.E in alcuni punti, come sul caso Englaro, Fini, da laico, si spinge oltre la cattolica democratica Rosy Bindi. «A differenza di Bindi, io mi sarei comportato come la famiglia Englaro», sostiene, insistendo che sul fine vita «le istituzioni devono avere il massimo rispetto della volontà della persona e della famiglia». Sul diritto di cittadinanza la terza carica dello Stato spera si arrivi «ad un testo comune» e ad una discussione non «superficiale» sul numero di anni necessari «perchè sarebbe un pessimo compromesso se si ragionasse come dal droghiere: io propongo dieci anni, tu proponi cinque...». Ragionamenti che non toccano direttamente i rapporti interni nel Pdl. Sulla fatica di costruire la sintesi in un partito, ci pensa Bersani, che ha già perso per strada qualche esponente come Francesco Rutelli, a dare un consiglio a Fini: «È un’operazione che anche il centrodestra deve fare e vedrà quanto è difficile. Noi lo abbiamo sperimentato e in amicizia dico che saltare i passaggi non serve...».

A pochi metri dal Capranichetta, il premier Silvio Berlusconi minaccia di mettere alla porta chi nel Pdl non si adegua alla maggioranza. P

PREMIO MIGLIOR GIOVANE«ATLETA PONTINO»
di PAOLA MAURIZIO
Presso la sala conferenze del Palazzo della Cultura di Latina,l’Arch. Gianni Biondi, Presidente del Coni Provinciale, ha premiato i migliori atleti pontini che si sono distinti per particolari risultati nella stagione agonistica appena trascorsa. Per il canottaggio è stato premiato l’atleta delle Fiamme Gialle, Stefano Carnello,
che quest’ anno è riuscito a conquistare ben due titoli italiani in doppio ed in otto. Enorme è stata la soddisfazione di tutto lo staff delle Fiamme Gialle, sia per la serata che per la brochure,realizzata dal Coni Latina, nella quale si sono riportati tutti gli atleti premiati nelle varie discipline dal 2003, anno d’ istituzione del premio e dal quale risulta che, in sette edizioni, sono stati premiati altrettanti atleti gialloverdi segno di grande fermento tra le fila delle Sezioni Giovanili Fiamme Gialle. Un settore,
quello giovanile, che dagli anni ‘60 sforna campioni nelle discipline di: canottaggio, canoa, nuoto, judo, atleti e, dal 2008, anche nelle discipline invernali sci e ghiaccio. L’albo del Premio «Atleta Pontino»2003 Francesco Onori (Fiamme Gialle)2004 Marta Novelli (Fiamme Gialle) 2005 Valeria Russo (Fiamme Gialle) 2006 Emanuele Ferraiuolo (Fiamme Gialle)2007 Silvio Palossi (Fiamme Gialle)2008 Alessandro Laino (Fiamme Gialle)2009 Stefano Carnello (Fiamme Gialle)

di PAOLA MAURIZIO
Presso la sala conferenze del Palazzo della Cultura di Latina,l’Arch. Gianni Biondi, Presidente del Coni Provinciale, ha premiato i migliori atleti pontini che si sono distinti per particolari risultati nella stagione agonistica appena trascorsa. Per il canottaggio è stato premiato l’atleta delle Fiamme Gialle, Stefano Carnello,

quello giovanile, che dagli anni ‘60 sforna campioni nelle discipline di: canottaggio, canoa, nuoto, judo, atleti e, dal 2008, anche nelle discipline invernali sci e ghiaccio. L’albo del Premio «Atleta Pontino»2003 Francesco Onori (Fiamme Gialle)2004 Marta Novelli (Fiamme Gialle) 2005 Valeria Russo (Fiamme Gialle) 2006 Emanuele Ferraiuolo (Fiamme Gialle)2007 Silvio Palossi (Fiamme Gialle)2008 Alessandro Laino (Fiamme Gialle)2009 Stefano Carnello (Fiamme Gialle)
INQUIETANTI DICHIARAZIONI DI BERLUSCONI «PERSECUZIONE GIUDIZIARIA, SI RISCHIA GUERRA CIVILE» 
Assai parco di parole negli ultimi giorni, Silvio Berlusconi scoperchia il vaso di Pandora questa sera nell’ ufficio di presidenza del Pdl, chiamando «alle armi» la sua maggioranza contro il tentativo di certa magistratura di far cadere il governo, delegittimare chi è stato democraticamente eletto dai cittadini, fino a spingere il Paese sull’ orlo di una guerra civile. Un’espressione forte, che l’ufficio stampa del Pdl immediatamente smentisce, ma che molti dei presenti confermano, mentre l’opposizione punta il dito contro le «parole deliranti» che il premier avrebbe pronunciato. Per la prima volta in una sede di partito Berlusconi richiama l attenzione in modo così esplicito sulla assoluta necessità di andare avanti con il processo breve e la riforma costituzionale della giustizia. Alla fine passa all’unanimità un documento per riproporre il Lodo Alfano per via costituzionale, riformare la giustizia ridisegnando i rapporti tra i diversi poteri dello Stato e sancire che «anche il corso dell’ attuale legislatura è stato turbato dall’ azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità», che ha acquisito «un peso abnorme nella vita democratica» mentre «il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità». Hic Rodhus, hic salta, mette in guardia Berlusconi i suoi. Perchè la persecuzione giudiziaria nei suoi confronti non è che una parte del tutto. I processi che coinvolgono il Cavaliere a Milano, le presunte nuove azioni della magistratura contro il premier non sono che una tessera di un problema più grande. Berlusconi si accora nel dimostrarlo, citando il caso del presidente del Senato Renato Schifani, quello del sottosegretario Nicola Cosentino, colpito dalle accuse «paradossali» della magistratura napoletana. Perciò serve unità contro la deriva «eversiva» imboccata da parte della magistratura per tentare di disarcionare il governo. Ed è indispensabile andare avanti con le riforme. All’ unanimità si vota quindi per avviare riforme istituzionali che contemplino l’ elezione diretta del premier, con un sistema fondato su contrappesi e su un maggior potere di controllo e indirizzo del Parlamento. Si avvia il dibattito sulla cittadinanza escludendo il voto per gli stranieri. E, prima di affidare al Guardasigilli Angelino Alfano e a Niccolò Ghedini il compito di illustrare i profili del ddl sul processo breve, per la prima volta con tanta chiarezza il premier mette in chiaro che su riforme e immigrazione, ma soprattutto sulla giustizia, l’ unità interna al Pdl non sarà un optional. Le decisioni su questi temi saranno assunte a maggioranza dall'ufficio di presidenza del partito. E chiunque mostri di non condividerle, chiunque sbandieri orgoglioso posizioni minoritarie, chiunque non si adegui, si mette fuori. Da tempo - riflette un esponente di vertice del Pdl al termine dell’ufficio di presidenza - Berlusconi era impaziente di codificare la regola della contà interna, spesso evocata dal premier di fronte ai distinguo sempre più frequenti del presidente della Camera e co-fondatore del partito Gianfranco Fini. Che sul punto, almeno per oggi, sceglie di tacere. Nel lungo sfogo del premier c’ è anche la critica netta nei confronti delle trasmissioni Rai che ogni giorno a suo giudizio vanno in onda processando governo e maggioranza in modo inaccettabile. La riunione si protrae per oltre tre ore, e si stringono i bulloni anche sulle regionali: Berlusconi mette in chiaro che le decisioni saranno assunte dal partito e non da lui personalmente e si dà mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte di candidatura.

Assai parco di parole negli ultimi giorni, Silvio Berlusconi scoperchia il vaso di Pandora questa sera nell’ ufficio di presidenza del Pdl, chiamando «alle armi» la sua maggioranza contro il tentativo di certa magistratura di far cadere il governo, delegittimare chi è stato democraticamente eletto dai cittadini, fino a spingere il Paese sull’ orlo di una guerra civile. Un’espressione forte, che l’ufficio stampa del Pdl immediatamente smentisce, ma che molti dei presenti confermano, mentre l’opposizione punta il dito contro le «parole deliranti» che il premier avrebbe pronunciato. Per la prima volta in una sede di partito Berlusconi richiama l attenzione in modo così esplicito sulla assoluta necessità di andare avanti con il processo breve e la riforma costituzionale della giustizia. Alla fine passa all’unanimità un documento per riproporre il Lodo Alfano per via costituzionale, riformare la giustizia ridisegnando i rapporti tra i diversi poteri dello Stato e sancire che «anche il corso dell’ attuale legislatura è stato turbato dall’ azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità», che ha acquisito «un peso abnorme nella vita democratica» mentre «il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità». Hic Rodhus, hic salta, mette in guardia Berlusconi i suoi. Perchè la persecuzione giudiziaria nei suoi confronti non è che una parte del tutto. I processi che coinvolgono il Cavaliere a Milano, le presunte nuove azioni della magistratura contro il premier non sono che una tessera di un problema più grande. Berlusconi si accora nel dimostrarlo, citando il caso del presidente del Senato Renato Schifani, quello del sottosegretario Nicola Cosentino, colpito dalle accuse «paradossali» della magistratura napoletana. Perciò serve unità contro la deriva «eversiva» imboccata da parte della magistratura per tentare di disarcionare il governo. Ed è indispensabile andare avanti con le riforme. All’ unanimità si vota quindi per avviare riforme istituzionali che contemplino l’ elezione diretta del premier, con un sistema fondato su contrappesi e su un maggior potere di controllo e indirizzo del Parlamento. Si avvia il dibattito sulla cittadinanza escludendo il voto per gli stranieri. E, prima di affidare al Guardasigilli Angelino Alfano e a Niccolò Ghedini il compito di illustrare i profili del ddl sul processo breve, per la prima volta con tanta chiarezza il premier mette in chiaro che su riforme e immigrazione, ma soprattutto sulla giustizia, l’ unità interna al Pdl non sarà un optional. Le decisioni su questi temi saranno assunte a maggioranza dall'ufficio di presidenza del partito. E chiunque mostri di non condividerle, chiunque sbandieri orgoglioso posizioni minoritarie, chiunque non si adegui, si mette fuori. Da tempo - riflette un esponente di vertice del Pdl al termine dell’ufficio di presidenza - Berlusconi era impaziente di codificare la regola della contà interna, spesso evocata dal premier di fronte ai distinguo sempre più frequenti del presidente della Camera e co-fondatore del partito Gianfranco Fini. Che sul punto, almeno per oggi, sceglie di tacere. Nel lungo sfogo del premier c’ è anche la critica netta nei confronti delle trasmissioni Rai che ogni giorno a suo giudizio vanno in onda processando governo e maggioranza in modo inaccettabile. La riunione si protrae per oltre tre ore, e si stringono i bulloni anche sulle regionali: Berlusconi mette in chiaro che le decisioni saranno assunte dal partito e non da lui personalmente e si dà mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte di candidatura.
mercoledì 25 novembre 2009
COSENTINO, LA GIUNTA DELLA CAMERA RESPINGE LA RICHIESTA DI ARRESTO. AL SENATO RESPINTA LA MOZIONE PD
La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di arresto avanzata dai magistrati campani per il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino. I voti contrari alla richiesa di custodia cautelare sono stati 11, 6 quelli favorevoli, una astensione.La maggioranza ha votato compatta,mentre nell'opposizione ci sono stati alcuni distinguo. Il Pd ha votato a favore della richiesta di custodia catuelare, ad eccezione dell'esponente radicale Maurizio Turco che si è astenuto e che presenterà una relazione di minoranza in aula. Si è detto contrario alla richiesta di arresto per Cosentino, ma con motivizoni diverse da quelle di Pdl e Lega. Nell'Udc un voto a favore dell'arresto, quello di Pierluigi Mantini, mentre contrario è dichiarato in sede di voto il suo collega di partito Domenico Zinzi. Alla votazione ha partecipato anche il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, favorevole alla richiesta avanzata dai magistrati campani. La proposta della Giunta sarà al vaglio dell'assemblea di Motecitorio e dovrebbe approdare in aula entro il 10 dicembre prossimo. Oltre a quella di Maurizio Turco, saranno tre le relazioni di minoranza, che si affiancheranno a quella di maggioranza: una rappresenterà l'esponente dell'Italia dei valori Federico Palomba, la seconda sarà quella dell'Udc Mantini, la terza quella della componente del Pd della Giunta, Marilena Samperi.«Abbiamo votato per l'autorizzazione agli arresti dell'onorevole Cosentino e presenteremo in Aula una puntuale relazione di minoranza perchè abbiamo ritenuto che i gravi elementi circostanziati e riscontrati nell'ordinanza del Tribunale di Napoli escludano il fumus persecutionis», spiega, la capogruppo del Pd nella Giunta per le autorizzazione a procedere della Camera, Marilena Samperi: «L'accertamento della responsabilità penale spetta alla magistratura competente. Noi ci auguriamo un corso rapido della giustizia nel rispetto delle garanzie costituzionali». Del caso è stato investito anche il Senato, chiamato a votare due mozioni presentate dall'opposizione che chiedevano le dimissioni di Cosentino. Entrambe sono state respinte. La mozione del Pd, che aveva come primo firmatario il vicecapogruppo Luigi Zanda, ha ottenuto 116 voti favorevoli, 165 contrari e 2 astenuti. Quella di Italia dei Valori, primo firmatario Felice Belisario, ha avuto 95 sì, 170 no e 17 astenuti. Non hanno partecipato alla votazione i due senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca e il senatore del Pd Pietro Marcenaro."Oggi i senatori col loro voto possono far capire al Paese d'aver coscienza della misura e dei limiti del loro potere e dimostrare senso di responsabilità nei confronti delle istituzioni. Oggi il Senato col suo voto può restituire ai cittadini un pò di rispetto per il Parlamento". Così, intervenendo nell'Aula del Senato, il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, primo firmatario della mozione del Pd che impegna il governo ad 'invitare l'onorevole avvocato Nicola Cosentino a rassegnare le dimissioni da sottosegretario di Stato per l'economia e le finanzè.'Il Gruppo del Pd chiede che la votazione non avvenga a voto segreto. Lo chiede perchè la mozione non riguarda la colpevolezza o l'innocenza dell'onorevole Cosentino, ma riguarda l'onore, la dignità e il decoro del Governo. Ed è bene che i cittadini italiani e l'opinione pubblica internazionale possano conoscere il nome e il cognome dei parlamentari che hanno difeso l'onore e ildecoro del Governo italianò. 'Chi siede in Senato - continua Zanda - sente il peso dell'ampio giudizio negativo dell'opinione pubblica sui privilegi veri o presunti della politica e sugli eccessi dei comportamenti di tanti uomini politici. Noi non possiamo rimuovere la protesta della gente, non considerare le nostre responsabilità nella pericolosa, ma purtroppo comprensibile diffusione nel nostro Paese di sentimenti di antipolitica e di sfiducia nelle istituzioni. Due giorni fa - aggiunge il vicepresidente dei senatori del Pd - l'onorevole Granata ha detto che chi crede nella legalità, nell'antimafia, nella giustizia, chi ha senso dello Stato, viene guardato come un appestato. Nella società italiana c'è oggi un visibile, chiarissimo, quasi palpabile precipitare della tenuta morale, c'è un diffuso rifiuto di ogni senso del limite, c'è un'ostentata volgarità nell'uso del potere che sta danneggiando la nostra credibilità e riducendo il nostro Paese a zimbello della comunità internazionale. Oggi il Senato può fare un gesto per fermare questa derivà. 'Il Senato deve riconoscere all'onorevole Cosentino, come a tutti i cittadini, il diritto di essere considerato non colpevole sino alla condanna definitiva. Ma, contemporaneamente, deve solennemente affermare il fondamentale principio di etica politica che vieta a un cittadino nei cui confronti la magistratura ha emesso un ordine di custodia cautelare per rapporti con la criminalità organizzata di far parte del Governo. Il Senato - conclude Zanda - ha il dovere di chiedere al Governo che su nessuno dei suoi membri resti l'ombra di possibili rapporti con la camorrà.

La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di arresto avanzata dai magistrati campani per il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino. I voti contrari alla richiesa di custodia cautelare sono stati 11, 6 quelli favorevoli, una astensione.La maggioranza ha votato compatta,mentre nell'opposizione ci sono stati alcuni distinguo. Il Pd ha votato a favore della richiesta di custodia catuelare, ad eccezione dell'esponente radicale Maurizio Turco che si è astenuto e che presenterà una relazione di minoranza in aula. Si è detto contrario alla richiesta di arresto per Cosentino, ma con motivizoni diverse da quelle di Pdl e Lega. Nell'Udc un voto a favore dell'arresto, quello di Pierluigi Mantini, mentre contrario è dichiarato in sede di voto il suo collega di partito Domenico Zinzi. Alla votazione ha partecipato anche il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, favorevole alla richiesta avanzata dai magistrati campani. La proposta della Giunta sarà al vaglio dell'assemblea di Motecitorio e dovrebbe approdare in aula entro il 10 dicembre prossimo. Oltre a quella di Maurizio Turco, saranno tre le relazioni di minoranza, che si affiancheranno a quella di maggioranza: una rappresenterà l'esponente dell'Italia dei valori Federico Palomba, la seconda sarà quella dell'Udc Mantini, la terza quella della componente del Pd della Giunta, Marilena Samperi.«Abbiamo votato per l'autorizzazione agli arresti dell'onorevole Cosentino e presenteremo in Aula una puntuale relazione di minoranza perchè abbiamo ritenuto che i gravi elementi circostanziati e riscontrati nell'ordinanza del Tribunale di Napoli escludano il fumus persecutionis», spiega, la capogruppo del Pd nella Giunta per le autorizzazione a procedere della Camera, Marilena Samperi: «L'accertamento della responsabilità penale spetta alla magistratura competente. Noi ci auguriamo un corso rapido della giustizia nel rispetto delle garanzie costituzionali». Del caso è stato investito anche il Senato, chiamato a votare due mozioni presentate dall'opposizione che chiedevano le dimissioni di Cosentino. Entrambe sono state respinte. La mozione del Pd, che aveva come primo firmatario il vicecapogruppo Luigi Zanda, ha ottenuto 116 voti favorevoli, 165 contrari e 2 astenuti. Quella di Italia dei Valori, primo firmatario Felice Belisario, ha avuto 95 sì, 170 no e 17 astenuti. Non hanno partecipato alla votazione i due senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca e il senatore del Pd Pietro Marcenaro."Oggi i senatori col loro voto possono far capire al Paese d'aver coscienza della misura e dei limiti del loro potere e dimostrare senso di responsabilità nei confronti delle istituzioni. Oggi il Senato col suo voto può restituire ai cittadini un pò di rispetto per il Parlamento". Così, intervenendo nell'Aula del Senato, il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, primo firmatario della mozione del Pd che impegna il governo ad 'invitare l'onorevole avvocato Nicola Cosentino a rassegnare le dimissioni da sottosegretario di Stato per l'economia e le finanzè.'Il Gruppo del Pd chiede che la votazione non avvenga a voto segreto. Lo chiede perchè la mozione non riguarda la colpevolezza o l'innocenza dell'onorevole Cosentino, ma riguarda l'onore, la dignità e il decoro del Governo. Ed è bene che i cittadini italiani e l'opinione pubblica internazionale possano conoscere il nome e il cognome dei parlamentari che hanno difeso l'onore e ildecoro del Governo italianò. 'Chi siede in Senato - continua Zanda - sente il peso dell'ampio giudizio negativo dell'opinione pubblica sui privilegi veri o presunti della politica e sugli eccessi dei comportamenti di tanti uomini politici. Noi non possiamo rimuovere la protesta della gente, non considerare le nostre responsabilità nella pericolosa, ma purtroppo comprensibile diffusione nel nostro Paese di sentimenti di antipolitica e di sfiducia nelle istituzioni. Due giorni fa - aggiunge il vicepresidente dei senatori del Pd - l'onorevole Granata ha detto che chi crede nella legalità, nell'antimafia, nella giustizia, chi ha senso dello Stato, viene guardato come un appestato. Nella società italiana c'è oggi un visibile, chiarissimo, quasi palpabile precipitare della tenuta morale, c'è un diffuso rifiuto di ogni senso del limite, c'è un'ostentata volgarità nell'uso del potere che sta danneggiando la nostra credibilità e riducendo il nostro Paese a zimbello della comunità internazionale. Oggi il Senato può fare un gesto per fermare questa derivà. 'Il Senato deve riconoscere all'onorevole Cosentino, come a tutti i cittadini, il diritto di essere considerato non colpevole sino alla condanna definitiva. Ma, contemporaneamente, deve solennemente affermare il fondamentale principio di etica politica che vieta a un cittadino nei cui confronti la magistratura ha emesso un ordine di custodia cautelare per rapporti con la criminalità organizzata di far parte del Governo. Il Senato - conclude Zanda - ha il dovere di chiedere al Governo che su nessuno dei suoi membri resti l'ombra di possibili rapporti con la camorrà.
SILURATO RUFFINI, DI BELLA DIRETTORE DI RAI TRE 
Alla fine i consiglieri di centrosinistra si sono divisi. Otto sì e un solo no. E il cda Rai ieri sera ha approvato la sostituzione alla guida di Raitre tra Paolo Ruffini e Antonio Di Bella. «Per me è un grande onore continuare il lavoro di Ruffini», dice il neodirettore. «Ci sono cose che si commentano da sole. Per me parla il lavoro fatto, che ha onorato il servizio pubblico», commenta un amareggiato Ruffini. Non è bastata per trovare una linea comune la riunione pre-partita tra i tre consiglieri dell’opposizione, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e l’Udc Rodolfo De Laurentiis (che si era detto disponibile a seguire l’orientamento dei due Pd): solo il primo ha ribadito il suo secco “no”. «Ho votato contro una rimozione pilotata dall’esterno e annunciata da mesi dal premier, priva di qualunque giustificazione aziendale», attacca Rizzo Nervo. «È un segnale gravissimo per tutta la Rai, inutile darsi da fare perché tanto il merito non conta. E infatti nè il dg Masi nè il presidente hanno saputo spiegarne i motivi». Una delle questioni chiave sul tavolo era il “risarcimento” previsto per Ruffini: secondo Rizzo Nervo nulla è cambiato, «la delibera del dg Masi prevede una generica collaborazione con lo stesso Masi per il passaggio dei canali ex RaiSat alla Rai». In consiglio Rizzo Nervo ha polemizzato con Garimberti: «Avevi preso l’impegno a non avallare più sostituzioni senza una ricollocazione di uguale importanza». E il presidente: «Confido nella volontà di Masi che ha detto di voler proporre un incarico adeguato». Angelo Maria Petroni, consigliere in quota Tremonti, è stato esplicito: «Ho sempre considerato la linea informativa di Rai3 incompatibile con il servizio pubblico, per questo voto sì». «Bravo, almeno tu hai il coraggio di dire la verità», gli ha replicato Rizzo Nervo. Che prima del consiglio aveva discusso con Van Straten. «Non credo che Di Bella snaturerà la linea di Rai3», aveva detto il consigliere scelto da Veltroni. «E poi la proposta di Masi prelude alla direzione di una nuova struttura». Di qui il suo sì. «Mi auguro che Ruffini accetti la guida dei canali digitali, che sono il futuro della tv», dice Van Straten. Garimberti invece ha spiegato al cda che «ogni cinque anni cambiare è opportuno, Rai3 aveva bisogno di una nuova iniezione di energia». Poi ha aggiunto: «Voglio essere il presidente di un’azienda normale. Considero questa una scelta totalmente aziendale. Ho votato sì perché si tratta di una nomina largamente condivisa che assicura pluralismo ed è stata individuata un’adeguata proposta di ricollocazione: spero che Ruffini accetti il coordinamento dei nuovi canali sul digitale». Nel Pd opinioni diverse. Per Gentiloni «la rimozione Ruffini è una br
utta pagina per il servizio pubblico». Mentre Carra bolla come «dannosa per Ruffini la cocciuta resistenza operata da alcuni ambienti del Pd». Vincenzo Vita: «Bene Di Bella, amarezza per le modalità». Critico il presidente della Vigilanza Zavoli: «Assenza di motivazioni professionali e incongrua collocazione per Ruffini». Articolo 21: «Il cda ha obbedito a richiesta del premier, ora confidiamo in Di Bella».Rizzo Nervo attacca Garimberti: «Ha votato Minzolini, Liofredi, in tutti i passaggi più importanti approva le proposte di Masi: la Rai è guidata da una diarchia omogenea e coesa». I due consiglieri del Pd si sono ritrovati insieme nel dire no al rinnovo del contratto 3+1 di Vespa (Garimberti ha votato sì). La bozza congelata dal cda a fine ottobre prevedeva che il “minimo” passasse da 1,2 milioni l’anno a 1.670.000: ieri il “minimo” è stato fissato a 1,5 milioni. Le stime Rai, compresi gli speciali, parlano di una media di 2.100.000 euro l’anno per il conduttore di Porta a Porta. A fine ottobre Petroni si era battuto per un netto taglio dei costi: stavolta ha detto sì, è bastato un ribasso di 170mila euro l’anno.

Alla fine i consiglieri di centrosinistra si sono divisi. Otto sì e un solo no. E il cda Rai ieri sera ha approvato la sostituzione alla guida di Raitre tra Paolo Ruffini e Antonio Di Bella. «Per me è un grande onore continuare il lavoro di Ruffini», dice il neodirettore. «Ci sono cose che si commentano da sole. Per me parla il lavoro fatto, che ha onorato il servizio pubblico», commenta un amareggiato Ruffini. Non è bastata per trovare una linea comune la riunione pre-partita tra i tre consiglieri dell’opposizione, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e l’Udc Rodolfo De Laurentiis (che si era detto disponibile a seguire l’orientamento dei due Pd): solo il primo ha ribadito il suo secco “no”. «Ho votato contro una rimozione pilotata dall’esterno e annunciata da mesi dal premier, priva di qualunque giustificazione aziendale», attacca Rizzo Nervo. «È un segnale gravissimo per tutta la Rai, inutile darsi da fare perché tanto il merito non conta. E infatti nè il dg Masi nè il presidente hanno saputo spiegarne i motivi». Una delle questioni chiave sul tavolo era il “risarcimento” previsto per Ruffini: secondo Rizzo Nervo nulla è cambiato, «la delibera del dg Masi prevede una generica collaborazione con lo stesso Masi per il passaggio dei canali ex RaiSat alla Rai». In consiglio Rizzo Nervo ha polemizzato con Garimberti: «Avevi preso l’impegno a non avallare più sostituzioni senza una ricollocazione di uguale importanza». E il presidente: «Confido nella volontà di Masi che ha detto di voler proporre un incarico adeguato». Angelo Maria Petroni, consigliere in quota Tremonti, è stato esplicito: «Ho sempre considerato la linea informativa di Rai3 incompatibile con il servizio pubblico, per questo voto sì». «Bravo, almeno tu hai il coraggio di dire la verità», gli ha replicato Rizzo Nervo. Che prima del consiglio aveva discusso con Van Straten. «Non credo che Di Bella snaturerà la linea di Rai3», aveva detto il consigliere scelto da Veltroni. «E poi la proposta di Masi prelude alla direzione di una nuova struttura». Di qui il suo sì. «Mi auguro che Ruffini accetti la guida dei canali digitali, che sono il futuro della tv», dice Van Straten. Garimberti invece ha spiegato al cda che «ogni cinque anni cambiare è opportuno, Rai3 aveva bisogno di una nuova iniezione di energia». Poi ha aggiunto: «Voglio essere il presidente di un’azienda normale. Considero questa una scelta totalmente aziendale. Ho votato sì perché si tratta di una nomina largamente condivisa che assicura pluralismo ed è stata individuata un’adeguata proposta di ricollocazione: spero che Ruffini accetti il coordinamento dei nuovi canali sul digitale». Nel Pd opinioni diverse. Per Gentiloni «la rimozione Ruffini è una br

HOMINOX SRL SPECIALISTA NEL SETTORE DELL'ACCIAIO HA PRESENTATO NUOVI PRODOTTI
HOMINOX SRL, leader nel settore della lavorazione industriale dell'acciaio, ha preparato dei nuovi prodotti nati esclusivamente per il mondo dei motociclisti. Prodotti innovativi dal punto di vista della praticità e sicurezza, necessari per la pratica di uno sport a due ruote dove anche le regole vanno rispettate.
In primo luogo presentiamo CLIK CLAK il portatarga intelligente per le moto da enduro che di sicuro potrà soddisfare le esigenze dei praticanti di questa specialità. Un portatarga di facile utilizzo e che scongiura anche le multe. Poi ancora EASYBAMPER, il paracolpi in alluminio che potrà essere fornito anche in materiale plastico ad alta densità protettiva. Infine DYNAMIC il cavalletto estremamente pratico e sicuro per la manutenzione dei motocicli. Questi prodotti, ne siamo certi, potranno soddisfare le esigenze dei clienti motociclisti.
HOMINOX SRL, leader nel settore della lavorazione industriale dell'acciaio, ha preparato dei nuovi prodotti nati esclusivamente per il mondo dei motociclisti. Prodotti innovativi dal punto di vista della praticità e sicurezza, necessari per la pratica di uno sport a due ruote dove anche le regole vanno rispettate.

DANNI ALLA SEDE CANOTTIERI VIAREGGIO
di PAOLA MAURIZIO
Proprio mentre a Varese Davide Babboni si imponeva nella prima gara senior della stagione agonistica ed il resto della squadra viareggina ben figurava nelle altre categorie, a Torre del Lago Puccini presso la sede nautica (provvisoria)
della società si assisteva all’ennesimo scempio di questo tratto di PARCO che ospita il canottaggio. I già angusti spazi riservati alle precarie strutture societarie sono state invase da un paio di barconi in ferro lunghi una decina di metri e usati per dragaggi di sabbia; per essere più precisi si tratta di quello che resta dei due barconi, una sorta di rottamazione nautica organizzata da qualcuno che usando trattori e mezzi cingolati ha trainato i due scafi fino a riva e poi ha pensato bene di issarli là proprio dove i canottieri con grande cura si erano ritagliati il loro ambito. Tutto ciò è avvenuto passando sopra prati e pontili creando anche un danno economico alla Società e invadendo i già limitati spazi. Da molti anni la Canottieri Viareggio (ex Berchielli) è alla ricerca di una sede dignitosa e stabile che premi in qualche modo i grandi sforzi di dirigenti e allenatori e che dia più che altro condizione di agio e sicurezza agli allenamenti dei ragazzi; se mai ce ne fosse bisogno merita ricordare anche il livello qualitativo dei numerosi atleti che Viareggio ha dato al nostro sport nei suoi quasi 100 anni di storia (1911). Due sono gli aspetti tristi e degni di particolare riflessione, il primo riguarda senz’altro quest’area di grande pregio ambientale (proprietà comunale) inserita in un importante Parco Regionale (Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli) a soli cento metri dal nuovissimo Teatro all’aperto dedicato al maestro Giacomo Puccini, che per l’ennesima volta viene deturpata senza riguardo e più che altro senza controllo.Un area dove il canottaggio, con vela e canoa dovrebbero rappresentare i veri punti di forza della fruibilità ad impatto zero qualificando il territorio e le amministrazioni che la gestiscono. L’altra riflessione che ormai però accomuna quasi tutte quelle Società che non si occupano di calcio o di pochi altri sport «visibili», è che anche in terra toscana si presta ben poca attenzione a quelli sport come il nostro che vivono di puro volontariato, ma che allo stesso tempo sfornano Campioni, quelli con la C maiuscola, dei quali ci si ricorda solo in occasione di qualche premiazione. Ci auguriamo che questa brutta faccenda sia solo una svista o un errore di qualche poco attento funzionario e che l’Amministrazione Comunale di Viareggio ed il Parco facciano proprio il progetto della Canottieri Viareggio (ASD Senza scopo di lucro) per un nuovo impianto e per la riqualificazione di una così importante area. Dalle nostre pagine vorremmo strappare l’impegno formale delle Amministrazioni per festeggiare, nel 2011, il centenario della Canottieri Viareggio nella nuova sede.
di PAOLA MAURIZIO
Proprio mentre a Varese Davide Babboni si imponeva nella prima gara senior della stagione agonistica ed il resto della squadra viareggina ben figurava nelle altre categorie, a Torre del Lago Puccini presso la sede nautica (provvisoria)

Cattive notizie verso Copenhagen Emissioni a «livelli mai raggiunti»
A tre settimane dall'inizio della quindicesima Conferenza Onu sul Clima di Copenhagen, gli esperti non forniscono buone notizie. Le emissioni di gas a effetto serra, infatti, avrebbero toccato livelli mai raggiunti dall'epoca preindustriale e si starebbero avvicinando «agli scenari pessimistici» ipotizzati finora. «Le notizie non sono buone», ha affermato l'Organizzazione meteorologica mondiale. «La concentrazione di gas a effetto serra continua a aumentare con un ritmo molto rapido, bisogna agire rapidamente», afferma il segretario generale dell'Omm, Michel Jarraud, presentando alla stampa gli ultimi dati raccolti dall'agenzia delle Nazioni Unite. Ciò conferma «la tendenza di un aumento esponenziale» di questi gas, dice Jarraud. Ci troviamo davanti «allo scenario pessimistico» descritto dal Gruppo internazionale di esperti sul cambiamento climatico (Giec). Intanto l'Unione europea e le grandi potenze mondiali si preparano alla conferenza internazionale. Per il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima, Yvo de Boer, è di cruciale importanza che gli europei continuino a esercitare la loro leadership internazionale alla Conferenza internazionale di Copenhagen, in dicembre, mantenendo la loro offerta di tagliare le emissioni del 30%, in modo da spingere gli altri paesi sviluppati a offrire riduzioni simili. L'Ue ha già deciso una riduzione al 2020 del 20% delle emissioni rispetto al 1990, con l'impegno ad arrivare a -30% se gli altri paesi industrializzati faranno uno sforzo «comparabile». In questo contesto, tuttavia, «il problema sono gli Stati Uniti», ha ammesso de Boer, pur mostrandosi ottimista sui risultati di Copenhagen. È anche importante, ha aggiunto il negoziatore capo dell'Onu, che l'Ue «faccia chiarezza» sui finanziamenti per i paesi in via di sviluppo che è disposta a sostenere per il medio e lungo termine. Passando in rassegna gli impegni che diversi paesi hanno già annunciato, de Boer ha citato il Giappone (cha ha un obiettivo di riduzione delle emissioni «molto ambizioso», del 25% entro il 2020), e la Cina, il paese cha emette più gas serra al mondo, ma che si è già impegnato con «un obiettivo molto ambizionso per lo sviluppo delle nergie rinnovabili» e che vuole ridurre le emissioni del 25% rispetto al 'business as usual'. I cinesi, secondo de Boer, hanno due ragioni per volere il successo di Copenhagen: «Da una parte, saranno fra quelli più colpiti delle conseguenze del cambio climatico», che vogliono perciò arginare; dall'altra, «è impensabile che continuino a crescere del 6% all'anno con uno sviluppo economico basato sul carbone». Per il negoziatore Onu, dunque, «il club dei paesi leader fortunamente si sta allargando». Poi ci sono il Brasile e la Corea del Sud, che hanno annunciato impegni di riduzione rispettivamente del 40% e del 25% rispetto al 'business as usaual'. «Mi aspetto che Cina, India, Brasile indichino chiaramente a Copenhagen che cosa intendono fare», ha detto il segretario esecutivo della Convenzione sul clima, che ha ricordato quindi il caso della Russia. Dopo in crollo delle delle emissioni del 24% sotto il livello del 1990 a causa del collasso economico seguito al crollo dell'Urss, Mosca aveva bisogno di un margine per la sua rinascita economica. Inizialmente aveva annunciato di voler ridurre le emissioni del 15%, «ma ora ha indicato, durante il recente vertice con l'Ue, di voler arrivare a -22, -25 per cento», ha sottolineato de Boer. La Casa Bianca intanto continua a muoversi. Per rimuovere «il più grande ostacolo» al successo del summit Onu sul clima di Copenhagen Barack Obama è pronto a fissare obiettivi provvisori per la riduzione dei gas serra negli Usa pari a un taglio del 14-20% entro il 2020. È quanto sostiene il britannico Observer secondo cui funzionari dell'amministrazione Usa stanno consultando negoziatori internazionali e esponenti chiave del Congresso per riuscire a fissare questi obiettivi provvisori minimi che possano essere sottoscritti nella capitale danese e poi recepiti anche a Washington. Il tutto a meno di tre settimane dal vertice. Todd Stern, inviato del dipartimento di Stato per i cambiamenti climatici, ha detto che l'amministrazione Obama ha riconosciuto la necessità che gli Usa facciano una proposta su un taglio delle emissioni. Gli Stati Uniti insieme alla Cina producono il 40% dei gas serra. «Stiamo cercando di vedere se possiamo mettere sul tavolo un quantitativo provvisorio (di tagli), che sarebbe però vincolato alla nostra approvazione legislativa», ha detto Stern. Se invece di obiettivo complessivo gli altri Paesi accettassero di fissare intanto un limite temporaneo Obama avrebbe un problema in meno perchè come è ormai chiaro il Senato Usa non fara in tempo ad approvare una legge nazionale sulla riduzione delle emissioni prima di Copenaghen (7-18 dicembre). Questo comporta che ove mai il presidente americano avanzasse a Copenhagen una sua proposta anche se questa fosse approvata questa potrebbe poi essere bocciata a Washington. L'unica cosa certa è che Obama non farà alcuna proposta, il fallimento di Copenaghen è certo.
A tre settimane dall'inizio della quindicesima Conferenza Onu sul Clima di Copenhagen, gli esperti non forniscono buone notizie. Le emissioni di gas a effetto serra, infatti, avrebbero toccato livelli mai raggiunti dall'epoca preindustriale e si starebbero avvicinando «agli scenari pessimistici» ipotizzati finora. «Le notizie non sono buone», ha affermato l'Organizzazione meteorologica mondiale. «La concentrazione di gas a effetto serra continua a aumentare con un ritmo molto rapido, bisogna agire rapidamente», afferma il segretario generale dell'Omm, Michel Jarraud, presentando alla stampa gli ultimi dati raccolti dall'agenzia delle Nazioni Unite. Ciò conferma «la tendenza di un aumento esponenziale» di questi gas, dice Jarraud. Ci troviamo davanti «allo scenario pessimistico» descritto dal Gruppo internazionale di esperti sul cambiamento climatico (Giec). Intanto l'Unione europea e le grandi potenze mondiali si preparano alla conferenza internazionale. Per il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima, Yvo de Boer, è di cruciale importanza che gli europei continuino a esercitare la loro leadership internazionale alla Conferenza internazionale di Copenhagen, in dicembre, mantenendo la loro offerta di tagliare le emissioni del 30%, in modo da spingere gli altri paesi sviluppati a offrire riduzioni simili. L'Ue ha già deciso una riduzione al 2020 del 20% delle emissioni rispetto al 1990, con l'impegno ad arrivare a -30% se gli altri paesi industrializzati faranno uno sforzo «comparabile». In questo contesto, tuttavia, «il problema sono gli Stati Uniti», ha ammesso de Boer, pur mostrandosi ottimista sui risultati di Copenhagen. È anche importante, ha aggiunto il negoziatore capo dell'Onu, che l'Ue «faccia chiarezza» sui finanziamenti per i paesi in via di sviluppo che è disposta a sostenere per il medio e lungo termine. Passando in rassegna gli impegni che diversi paesi hanno già annunciato, de Boer ha citato il Giappone (cha ha un obiettivo di riduzione delle emissioni «molto ambizioso», del 25% entro il 2020), e la Cina, il paese cha emette più gas serra al mondo, ma che si è già impegnato con «un obiettivo molto ambizionso per lo sviluppo delle nergie rinnovabili» e che vuole ridurre le emissioni del 25% rispetto al 'business as usual'. I cinesi, secondo de Boer, hanno due ragioni per volere il successo di Copenhagen: «Da una parte, saranno fra quelli più colpiti delle conseguenze del cambio climatico», che vogliono perciò arginare; dall'altra, «è impensabile che continuino a crescere del 6% all'anno con uno sviluppo economico basato sul carbone». Per il negoziatore Onu, dunque, «il club dei paesi leader fortunamente si sta allargando». Poi ci sono il Brasile e la Corea del Sud, che hanno annunciato impegni di riduzione rispettivamente del 40% e del 25% rispetto al 'business as usaual'. «Mi aspetto che Cina, India, Brasile indichino chiaramente a Copenhagen che cosa intendono fare», ha detto il segretario esecutivo della Convenzione sul clima, che ha ricordato quindi il caso della Russia. Dopo in crollo delle delle emissioni del 24% sotto il livello del 1990 a causa del collasso economico seguito al crollo dell'Urss, Mosca aveva bisogno di un margine per la sua rinascita economica. Inizialmente aveva annunciato di voler ridurre le emissioni del 15%, «ma ora ha indicato, durante il recente vertice con l'Ue, di voler arrivare a -22, -25 per cento», ha sottolineato de Boer. La Casa Bianca intanto continua a muoversi. Per rimuovere «il più grande ostacolo» al successo del summit Onu sul clima di Copenhagen Barack Obama è pronto a fissare obiettivi provvisori per la riduzione dei gas serra negli Usa pari a un taglio del 14-20% entro il 2020. È quanto sostiene il britannico Observer secondo cui funzionari dell'amministrazione Usa stanno consultando negoziatori internazionali e esponenti chiave del Congresso per riuscire a fissare questi obiettivi provvisori minimi che possano essere sottoscritti nella capitale danese e poi recepiti anche a Washington. Il tutto a meno di tre settimane dal vertice. Todd Stern, inviato del dipartimento di Stato per i cambiamenti climatici, ha detto che l'amministrazione Obama ha riconosciuto la necessità che gli Usa facciano una proposta su un taglio delle emissioni. Gli Stati Uniti insieme alla Cina producono il 40% dei gas serra. «Stiamo cercando di vedere se possiamo mettere sul tavolo un quantitativo provvisorio (di tagli), che sarebbe però vincolato alla nostra approvazione legislativa», ha detto Stern. Se invece di obiettivo complessivo gli altri Paesi accettassero di fissare intanto un limite temporaneo Obama avrebbe un problema in meno perchè come è ormai chiaro il Senato Usa non fara in tempo ad approvare una legge nazionale sulla riduzione delle emissioni prima di Copenaghen (7-18 dicembre). Questo comporta che ove mai il presidente americano avanzasse a Copenhagen una sua proposta anche se questa fosse approvata questa potrebbe poi essere bocciata a Washington. L'unica cosa certa è che Obama non farà alcuna proposta, il fallimento di Copenaghen è certo.
martedì 24 novembre 2009
Fini contro il processo breve: "non è la riforma della giustizia". Bersani: "Ritiratelo e discutiamo"
Il presidente della Camera Fini attacca di nuovo i progetti di Berlusconi: "Il processo breve non è la riforma della giustizia", afferma. Se si vogliono le riforme costituzionali con largo consenso "si può ripartire dalla bozza Violante", afferma ancora Fini. "Può diventare legge in pochi mesi". Un'apertura sulle riforme che il Pd considera giusta: «Sulla bozza Violante il Presidente Fini ha detto parole sagge - afferma Bersani - confermo che, a partire da quel testo, noi siamo pronti a discutere di riforme costituzionali, iniziando dal superamento del bicameralismo perfetto, dalla riduzione del numero dei parlamentari e dal rafforzamento dei poteri di governo e parlamento». «Posso aggiungere che una simile iniziativa sarebbe coerente con il percorso delle normative sul federalismo fiscale, alle quali abbiamo contribuito, e a un possibile confronto sul codice delle autonomie. Sarebbe curioso, infatti - aggiunge - occuparsi giustamente dei consigli di quartiere dimenticandosi delle esigenze di ammodernamento di Parlamento e Governo» Poco prima il Pd aveva ribadito di essere pronto a discutere di giustizia, ma solo se il Pdl ritirerà il disegno di legge sul processo breve. Lo ha detto lo stesso segretario, in una conferenza stampa al termine della Direzione del partito. "Quello della giustizia - ha detto Bersani - è sicuramente un problema per i cittadini, vista la lunghezza dei processi. Noi non solo siamo disponibili a discuterne, ma abbiamo già presentato quattro proposte di legge". "Adesso però - ha proseguito - ci stanno facendo vedere un altro film, e cioè come evitare i processi al premier. Bondi, che è il ministro della Cultura, ci presenti il film giusto e noi discutiamo. Se vogliono evitare i processi ai colletti bianchi per noi non è possibile". Quanto al No-B day, di fronte agli interrogativi che regolarmante gli vengono riproposti in questi giorni, ha ribadito che il partito democratico «ha una posizione lineare: non ci facciamo tirare per la giacca. "Ci sono manifestazioni che organizza il Pd e poi ce ne sono altre organizzate da movimenti. In questo caso il nostro approccio -ha puntualizzato Bersani- e quello di verificare se ci sono parole d'ordine compatibili e allora non c'è nessun problema al fatto se partecipano cittadini e militanti. Quella manifestazione ha avuto mutazioni complesse: vedremo».Ribadito che non c'è ostilità verso nessuno, Bersani ha sottolineato che «facciamo le nostre cose cercando di non essere speculari al tema 'Berlusconi sì Berlusconi nò, non possiamo stare semplicemente su una strada segnata da altri, dobbiamo averne una nostra pur essendo amichevoli verso tutti».
Il presidente della Camera Fini attacca di nuovo i progetti di Berlusconi: "Il processo breve non è la riforma della giustizia", afferma. Se si vogliono le riforme costituzionali con largo consenso "si può ripartire dalla bozza Violante", afferma ancora Fini. "Può diventare legge in pochi mesi". Un'apertura sulle riforme che il Pd considera giusta: «Sulla bozza Violante il Presidente Fini ha detto parole sagge - afferma Bersani - confermo che, a partire da quel testo, noi siamo pronti a discutere di riforme costituzionali, iniziando dal superamento del bicameralismo perfetto, dalla riduzione del numero dei parlamentari e dal rafforzamento dei poteri di governo e parlamento». «Posso aggiungere che una simile iniziativa sarebbe coerente con il percorso delle normative sul federalismo fiscale, alle quali abbiamo contribuito, e a un possibile confronto sul codice delle autonomie. Sarebbe curioso, infatti - aggiunge - occuparsi giustamente dei consigli di quartiere dimenticandosi delle esigenze di ammodernamento di Parlamento e Governo» Poco prima il Pd aveva ribadito di essere pronto a discutere di giustizia, ma solo se il Pdl ritirerà il disegno di legge sul processo breve. Lo ha detto lo stesso segretario, in una conferenza stampa al termine della Direzione del partito. "Quello della giustizia - ha detto Bersani - è sicuramente un problema per i cittadini, vista la lunghezza dei processi. Noi non solo siamo disponibili a discuterne, ma abbiamo già presentato quattro proposte di legge". "Adesso però - ha proseguito - ci stanno facendo vedere un altro film, e cioè come evitare i processi al premier. Bondi, che è il ministro della Cultura, ci presenti il film giusto e noi discutiamo. Se vogliono evitare i processi ai colletti bianchi per noi non è possibile". Quanto al No-B day, di fronte agli interrogativi che regolarmante gli vengono riproposti in questi giorni, ha ribadito che il partito democratico «ha una posizione lineare: non ci facciamo tirare per la giacca. "Ci sono manifestazioni che organizza il Pd e poi ce ne sono altre organizzate da movimenti. In questo caso il nostro approccio -ha puntualizzato Bersani- e quello di verificare se ci sono parole d'ordine compatibili e allora non c'è nessun problema al fatto se partecipano cittadini e militanti. Quella manifestazione ha avuto mutazioni complesse: vedremo».Ribadito che non c'è ostilità verso nessuno, Bersani ha sottolineato che «facciamo le nostre cose cercando di non essere speculari al tema 'Berlusconi sì Berlusconi nò, non possiamo stare semplicemente su una strada segnata da altri, dobbiamo averne una nostra pur essendo amichevoli verso tutti».
ELEMENTARI,DAL 2010 STOP AI LIBRI GRATIS
Il Governo ha soppresso con la Finanziaria lo stanziamento di 103 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo, «l'ultimo scippo del Governo alle famiglie, alla scuola e agli enti locali». Lo rende noto Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, chiedendo l'immediato intervento del ministro Gelmini.«Il ministro Gelmini intervenga immediatamente per porre rimedio a questo ennesimo scippo. La gratuità dei libri nella scuola elementare - ricorda la parlamentare - è prevista per legge dal 1964. Dal 1998 e con le successive leggi finanziarie, fino a quella del 2007 del governo Prodi, la gratuità è stata estesa alle scuole secondarie in forme legate al reddito. Di segno opposto la politica del governo Berlusconi che ha completamente cancellato queste risorse".Ci sono poi due aspetti gravi di questo ennesimo colpo di mano. Da un lato - osserva Ghizzoni -. "Il governo taglia ancora una volta risorse fondamentali per la scuola e il diritto allo studio e non ha nemmeno il coraggio di farlo alla luce del sole, semplicemente non rinnova lo stanziamento di risorse stabilito dal centrosinistra nel 2007. Dall'altro lato l'esecutivo non toglie il diritto, ma intende scaricarne l'onere sulle famiglie e sugli enti locali».Secondo l'esponente del Pd, se la Finanziaria non verrà cambiata, «i Comuni verranno privati dello stanziamento e, in base alla leggi vigenti, saranno costretti a erogare i libri gratuiti alla scuola primaria a loro spese». «Non possono scaricare tutti i tagli di Tremonti sui cittadini e sugli enti locali già in difficoltà. Ancora una volta la maggioranza- conclude - si riempie la bocca col federalismo e poi vara misure centraliste che deprimono gli enti locali, ormai considerati dei bancomat dalla maggioranza».

Il Governo ha soppresso con la Finanziaria lo stanziamento di 103 milioni di euro per la fornitura gratuita dei libri di testo nella scuola dell'obbligo, «l'ultimo scippo del Governo alle famiglie, alla scuola e agli enti locali». Lo rende noto Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, chiedendo l'immediato intervento del ministro Gelmini.«Il ministro Gelmini intervenga immediatamente per porre rimedio a questo ennesimo scippo. La gratuità dei libri nella scuola elementare - ricorda la parlamentare - è prevista per legge dal 1964. Dal 1998 e con le successive leggi finanziarie, fino a quella del 2007 del governo Prodi, la gratuità è stata estesa alle scuole secondarie in forme legate al reddito. Di segno opposto la politica del governo Berlusconi che ha completamente cancellato queste risorse".Ci sono poi due aspetti gravi di questo ennesimo colpo di mano. Da un lato - osserva Ghizzoni -. "Il governo taglia ancora una volta risorse fondamentali per la scuola e il diritto allo studio e non ha nemmeno il coraggio di farlo alla luce del sole, semplicemente non rinnova lo stanziamento di risorse stabilito dal centrosinistra nel 2007. Dall'altro lato l'esecutivo non toglie il diritto, ma intende scaricarne l'onere sulle famiglie e sugli enti locali».Secondo l'esponente del Pd, se la Finanziaria non verrà cambiata, «i Comuni verranno privati dello stanziamento e, in base alla leggi vigenti, saranno costretti a erogare i libri gratuiti alla scuola primaria a loro spese». «Non possono scaricare tutti i tagli di Tremonti sui cittadini e sugli enti locali già in difficoltà. Ancora una volta la maggioranza- conclude - si riempie la bocca col federalismo e poi vara misure centraliste che deprimono gli enti locali, ormai considerati dei bancomat dalla maggioranza».
MONDIALE TURISMO, TARQUINI CAMPIONE:MAI NESSUNO IRIDATO A 47 ANNI
di SERGIO CONTI
MACAO- Gabriele Tarquini, su Seat, si è laureato campione del mondo per auto categoria Turismo (Wtcc, World Touring Car Championship).
L’abruzzese Tarquini, 47 anni, ha vinto il campionato al termine dell’ultima corsa della stagione disputata a Macao, in Cina. Gabriele Tarquini diventa campione del mondo, nel suo caso nella classe vetture da turismo, a 47 anni. Mai nessuno aveva conquistato un titolo iridato dell’ automobilismo sportivo ad un’età così avanzata. Per laurearsi campione del mondo l’abruzzese ha dovuto attendere l’ultima prova, quella in programma su due manches a Macao. Nella prima «tornata» Tarquini, al volante della sua Seat, si è piazzato al secondo posto dietro al britannico Robert Huff (Chevrolet), autore di una «cavalcata» solitaria. Il francese Yvan Muller, anche lui pilota della Seat, aveva prima di questa prova soltanto due punti di ritardo in classifica su Tarquini ma ha ottenuto soltanto il quinto posto.Nella seconda manche mentre Muller era al terzo posto e Tarquini al settimo c’ è stata una spettacolare «carambola» tra alcune vetture, a due giri dalla fine, che ha indotto gli organizzatori ad interrompere la gara ed a considerarla conclusa in quel momento, con la vittoria parziale del brasiliano Augusto Farfus, su Bmw, Muller al terzo posto e Tarquini al quinto. Così il 47enne abruzzese è diventato campione del mondo, mentre il titolo costruttori è andato alla Seat, che ha preceduto di soli tre punti la Bmw.

di SERGIO CONTI
MACAO- Gabriele Tarquini, su Seat, si è laureato campione del mondo per auto categoria Turismo (Wtcc, World Touring Car Championship).

TOUR DE FRANCE /25+1, DOVE L'"1" È LANCE ARMSTRONG
di SERGIO CONTI
Ufficializzato il roster della nuova RadioShack di Johan Bruyneel.
«Abbiamo una squadra equilibrata», assicura il direttore sportivo del team. Ovviamente Lance Armstrong sarà capitano unico... Il giusto mix di corridori esperti e ragazzi più giovani, anche se - ad essere sinceri - questa RadioShack altro non sembra che una succursale dell' Astana. Come si comporterà la neonata formazione statunitense lo staremo a vedere nel corso della stagione 2010; per il momento, ed è già qualcosa, Johan Bruyneel, che della RadioShack sarà il direttore sportivo, ha diramato il roster ufficiale del team. Saranno 25 i corridori che affiancheranno il capitano unico della formazione, Lance Armstrong, atleti che provengono da 16 differenti Paesi per una squadra che si candida a essere come la più multi-etnica del panorama ciclistico. «E’ un team molto ben bilanciato - assicura Bruyneel - abbiamo corridori di esperienza e molti di loro hanno già lavorato con me in altri contesti. Insieme a questi atleti, vi saranno inoltre corridori più giovani, di talento, che sono sicuro cresceranno tantissimo in questa nuova formazione».Parlare di obiettivi quando in squadra si ha uno come Lance Armstrong sembra quasi superfluo, tuttavia Bruyneel non ha dubbi. Ci si concentrerà sul Tour de France: «Ovviamente la corsa francese sarà il nostro grande obiettivo, dovremo fare di tutto per sdebitarci con il nostro sponsor che tanto ha investito nel ciclismo in un periodo di questo tipo. Siamo una squadra costruita per le corse a tappe, anche se potremo comunque dire la nostra anche nelle gare di un giorno».Mentre scriviamo, gli atleti sono ancora in vacanza: il ritrovo è fissato per la seconda settimana di dicembre a Tucson, in Arizona.In quell’occasione vi sarà la conferenza stampa di presentazione del team, quindi la pianificazione per la stagione. Questa la lista dei 26 corridori della nuova RadioShack: Lance Armstrong (USA), Fumiyuki Beppu (JAP), Sam Bewley (NZL), Jani Brajkovic (SLO), Matthew Busche (USA), Ben Hermans (BEL), Chris Horner (USA), Daryl Impey (SAF), Markel Irizar (SPA), Andreas Klöden (GER), Levi Leipheimer (USA), Geoffroy Lequatre (FRA), Fuyu Li (CHI), Tiago Machado (POR), Jason McCartney (USA), Dmitriy Muravyev (KAZ), Sérgio Paulinho (POR), Yaroslav Popovych (UKR), Gregory Rast (SUI), Sébastien Rosseler (BEL), Ivan Rovny (RUS), José Luis Rubiera (SPA), Bjorn Selander (USA), Gert Steegmans (BEL), Tomas Vaitkus (LIT) & Haimar Zubeldia (SPA).
di SERGIO CONTI
Ufficializzato il roster della nuova RadioShack di Johan Bruyneel.

DAVIDE BABBONI UN PASSO ALLA VOLTA VERSO IL TRIONFO
di PAOLA MAURIZIO
Super 2009 per Davide Babboni (nella foto): vent’anni compiuti il 23 agosto scorso a Poznan, l’ alfiere della Canottieri Viareggio migliora gara dopo gara lavorando con dedizione spirito di sacrificio a completa disposizione del tecnico societario Lunardini e dei CT Baldacci e Polti. «Voglio subito ringraziare questi tre tecnici per la loro fiducia nei miei confronti: Lelio, Antonio e Giuseppe sono stati tutti e tre importanti nella mia crescita». Da Varese a Varese: dalla doppia vittoria alla Coupe de la Jeunesse al successo nella prima regata nazionale di Gran Fondo. «Sembra passato un secolo, invece sono solo poco più di due anni – prosegue Davide – Non mi aspettavo sinceramente questa progressione di risultati se consideriamo che sono stato il primo infortunato della nuova gestione tecnica: mi riferisco all’ernia che in primavera mi ha fermato per 10 giorni». Primo classificato under 23 nel singolo e nel doppio pesi leggeri (con Tommaso Sacchini) al primo appuntamento nazionale del 2009: il trampolino di lancio verso altri brillanti traguardi. «La convocazione per la prima prova di Coppa del Mondo del CT Universitario Paolo Dinardo ci ha messo di fronte a un impegno veramente delicato e difficile: io e Tommaso pensavamo di pagare lo scotto dell’esordio, invece ci siamo battuti bene raggiungendo incredibilmente la finale nel doppio pesi leggeri».Dal doppio al quattro nel giro di un mese e mezzo ed ecco la vittoria di Lucerna. «Daniele Gilardoni, Stefano Basalini e Franco Sancassani sono atleti di grande esperienza: gareggiare con loro ti aiuta sicuramente a migliorare e la gioia di essere premiati nel Tempio del Remo è davvero impagabile». Dalla Svizzera alla Repubblica Ceca: ecco Racice per un Mondiale under 23 da vivere di nuovo in doppio con Tommaso Sacchini. «Il mio compagno di barca non stava bene, temevamo per la finale e invece questa situazione di difficoltà ci ha caricato: abbiamo centrato una splendida medaglia di bronzo, sicuramente possiamo toglierci altre soddisfazioni nei prossimi due anni da Senior B». Ma non solo da Senior B, evidentemente: riserva a Poznan, la stagione 2009/2010 è iniziata con il piede giusto a Varese per il giovane vogatore di Viareggio. «Un passo alla volta, è bene partire alla grande ma sarà importante farsi trovare nuovamente pronti negli appuntamenti clou».


Super 2009 per Davide Babboni (nella foto): vent’anni compiuti il 23 agosto scorso a Poznan, l’ alfiere della Canottieri Viareggio migliora gara dopo gara lavorando con dedizione spirito di sacrificio a completa disposizione del tecnico societario Lunardini e dei CT Baldacci e Polti. «Voglio subito ringraziare questi tre tecnici per la loro fiducia nei miei confronti: Lelio, Antonio e Giuseppe sono stati tutti e tre importanti nella mia crescita». Da Varese a Varese: dalla doppia vittoria alla Coupe de la Jeunesse al successo nella prima regata nazionale di Gran Fondo. «Sembra passato un secolo, invece sono solo poco più di due anni – prosegue Davide – Non mi aspettavo sinceramente questa progressione di risultati se consideriamo che sono stato il primo infortunato della nuova gestione tecnica: mi riferisco all’ernia che in primavera mi ha fermato per 10 giorni». Primo classificato under 23 nel singolo e nel doppio pesi leggeri (con Tommaso Sacchini) al primo appuntamento nazionale del 2009: il trampolino di lancio verso altri brillanti traguardi. «La convocazione per la prima prova di Coppa del Mondo del CT Universitario Paolo Dinardo ci ha messo di fronte a un impegno veramente delicato e difficile: io e Tommaso pensavamo di pagare lo scotto dell’esordio, invece ci siamo battuti bene raggiungendo incredibilmente la finale nel doppio pesi leggeri».Dal doppio al quattro nel giro di un mese e mezzo ed ecco la vittoria di Lucerna. «Daniele Gilardoni, Stefano Basalini e Franco Sancassani sono atleti di grande esperienza: gareggiare con loro ti aiuta sicuramente a migliorare e la gioia di essere premiati nel Tempio del Remo è davvero impagabile». Dalla Svizzera alla Repubblica Ceca: ecco Racice per un Mondiale under 23 da vivere di nuovo in doppio con Tommaso Sacchini. «Il mio compagno di barca non stava bene, temevamo per la finale e invece questa situazione di difficoltà ci ha caricato: abbiamo centrato una splendida medaglia di bronzo, sicuramente possiamo toglierci altre soddisfazioni nei prossimi due anni da Senior B». Ma non solo da Senior B, evidentemente: riserva a Poznan, la stagione 2009/2010 è iniziata con il piede giusto a Varese per il giovane vogatore di Viareggio. «Un passo alla volta, è bene partire alla grande ma sarà importante farsi trovare nuovamente pronti negli appuntamenti clou».
lunedì 23 novembre 2009
ESAMI E SEMINARIO ARBITRI INTERNAZIONALI A PIDILUCO
di PAOLA MAURIZIO
Continua l’azione politica intrapresa dalla FIC in campo internazionale:dopo i tecnici, ecco i giudici arbitri.Non si è ancora spento l’ eco del successo della FISA YOUTH CONFERENCE di ottobre a Napoli e la Commissione Arbitrale FISA, presieduta dal belga Patrick Rombaut, ha espresso il suo gradimento alla proposta del Presidente Federale Enrico Gandola di tenere una sessione di esami per Giudici Arbitri Internazionali a Piediluco in occasione del Memorial d’ Aloja. Dal 23 al 25 aprile 2010 Piediluco sarà inoltre sede di un Seminario di Aggiornamento tecnico normativo valido per il rinnovo delle licenze arbitrali FISA.
Gli eventi impegneranno i nostri GG.AA. internazionali in attività (attualmente 10, designati nelle giurie delle massime competizioni mondiali a testimonianza della loro competenza e professionalità) oltre ai candidati italiani e stranieri ammessi a sostenere gli esami per ottenere l’ ambita licenza arbitrale FISA.La CDA invita i colleghi con abilitazione nazionale edin possesso dei requisiti di cui all’art.20.1 del Regolamento del Collegio dei GG.AA., a presentare domanda per l’istruzione del procedimento in conformità alle vigenti normative entro il 7 dicembre per l’eventuale ammissione agli esami.

di PAOLA MAURIZIO
Continua l’azione politica intrapresa dalla FIC in campo internazionale:dopo i tecnici, ecco i giudici arbitri.Non si è ancora spento l’ eco del successo della FISA YOUTH CONFERENCE di ottobre a Napoli e la Commissione Arbitrale FISA, presieduta dal belga Patrick Rombaut, ha espresso il suo gradimento alla proposta del Presidente Federale Enrico Gandola di tenere una sessione di esami per Giudici Arbitri Internazionali a Piediluco in occasione del Memorial d’ Aloja. Dal 23 al 25 aprile 2010 Piediluco sarà inoltre sede di un Seminario di Aggiornamento tecnico normativo valido per il rinnovo delle licenze arbitrali FISA.

DA ROS SI BECCA 20 ANNI
BOSISIO NEGA
Squalifica «da leggenda» per il 23enne di Pordenone squalificato per «traffico di doping». Gabriele Bosisio, trovato positivo lo scorso 2 settembre, si proclama ancora una volta innocente...
di SERGIO CONTI
E poi c’ è qualcuno che dice che nel ciclismo non si prendono decisioni forti. Certo, il più delle volte è così, con tanti di quei dirigenti o medici che meriterebbero la radiazione e che invece sono ancora al loro posto senza che nessuno abbia nemmeno aperto un’ indagine per verificarne il lavoro. Tutto vero, per carità, provate però ad andare a dire una cosa di questo tipo a Gianni Da Ros, uno che alle sue colpe avrà modo di pensare a lungo. La sua è una storia incredibile. Giovane promettente di 23 anni messo sotto contratto dalla Liquigas,
Da Ros ha visto la sua vita cambiare completamente lo scorso marzo. L'accusa, il giorno del suo arresto, fu pesantissima: "traffico di doping". Il Tribunale Nazionale Antidoping ha deciso di non radiarlo, ma ha preferito squalificarlo per, attenzione, anni 20...! Ancora fanno eco le sue parole una volta emerso il suo coinvolgimento. «Non capisco perchè mi hanno messo in mezza a questa storia - spiegava un incredulo Da Ros - spiegherò tutto al giudice e farò valere le mie ragioni». La sua vicenda è legata all’ inchiesta «Muscoli e doping», una volta aperta coordinata dal pm Gianluca Prisco. Intanto, Gabriele Bosisio torna a parlare della sua di positività. Un fatto che il corridore lombardo continua a non accettare: «Non ho mai assunto Epo e continuo a dichiararmi innocente». «Oggi abbiamo ottenuto una proroga dal procuratore Torri - spiega Bosisio al termine dell’ udienza presso la Procura Antidoping del Coni - per presentare la memoria difensiva. Ora aspetto la documentazione delle controanalisi per valutare bene le mosse da fare». Laddove la sua positività dovesse essere confermata, Bosisio ha comunque fatto sapere che non ha intenzione di lasciare il ciclismo: «Devo ammettere che è stato un colpo duro, ma io continuo ad allenarmi e sono sicuro che tornerò a correre».
nella foto,Gianni Da Ros
BOSISIO NEGA
Squalifica «da leggenda» per il 23enne di Pordenone squalificato per «traffico di doping». Gabriele Bosisio, trovato positivo lo scorso 2 settembre, si proclama ancora una volta innocente...
di SERGIO CONTI
E poi c’ è qualcuno che dice che nel ciclismo non si prendono decisioni forti. Certo, il più delle volte è così, con tanti di quei dirigenti o medici che meriterebbero la radiazione e che invece sono ancora al loro posto senza che nessuno abbia nemmeno aperto un’ indagine per verificarne il lavoro. Tutto vero, per carità, provate però ad andare a dire una cosa di questo tipo a Gianni Da Ros, uno che alle sue colpe avrà modo di pensare a lungo. La sua è una storia incredibile. Giovane promettente di 23 anni messo sotto contratto dalla Liquigas,

nella foto,Gianni Da Ros
LA PEUGEOT SUPER 2000 DI ANDREUCCI E ADREUSSI LA RONDE MARCHE
di SERGIO CONTI
La Peugeot 207 Super 2000 e l’equipaggio Paolo Andreucci e Anna Andreussi, freschi Campioni d’Italia Rally 2009, hanno vinto la seconda edizione della Ronde Marche.I portacolori di Peugeot Italia si sono aggiudicati tutti e quattro i passaggi sullo sterrato della prova speciale «Panicali», riconfermando la propria supremazia sulle strade che già li avevano visti trionfare nella scorsa edizione del Rally dell’Adriatico.
Un podio tutta all’ insegna del Leone e della 207 Super 2000 grazie al secondo e terzo posto conquistati dal sammarinese Alessandro Broccoli e dall’abruzzese «Dedo». Classifica finale: 1. Andreucci - Andreussi (Peugeot 207 Super 2000) in 23’33”7; 2. Broccoli - Forina (Peugeot 207 Super 2000) a 11”3; 3. Dedo- Daddoveri (Peugeot 207 Super 2000) a 35”1; 4. Bruschetta - Civiero (Subaru Impreza Sti) a 47”3; 5. Batistini - Pinelli (Peugeot 207 Super 2000) a 50”8; 6. Arminen - Nikkola (Subaru Impreza Sti) a 51”3; 7. Bentivogli - Innocenti (Subaru Impreza Sti) a 51”4; 8. Raschi - Pollet (Mitsubishi Lancer Evo X) a 55”.
Nella foto, la Peugeot 207 Super 2000 di Paolo Andreucci e Anna Andreussi
di SERGIO CONTI
La Peugeot 207 Super 2000 e l’equipaggio Paolo Andreucci e Anna Andreussi, freschi Campioni d’Italia Rally 2009, hanno vinto la seconda edizione della Ronde Marche.I portacolori di Peugeot Italia si sono aggiudicati tutti e quattro i passaggi sullo sterrato della prova speciale «Panicali», riconfermando la propria supremazia sulle strade che già li avevano visti trionfare nella scorsa edizione del Rally dell’Adriatico.

Nella foto, la Peugeot 207 Super 2000 di Paolo Andreucci e Anna Andreussi
domenica 22 novembre 2009
SECONDA TAPPA DEL GIRO D'ITALIA DI CICLOCROSS: TAPPA E MAGLIA DI LEADER A LUCA DAMIANI
di SERGIO CONTI
di SERGIO CONTI
Tra le donne è dominio di tappa di Vania Rossi. Veronica Alessio è la leader in classifica.Tra gli junior, vince la tappa Francesco Acquaviva che guadagna la maglia per il giro veloce nella sua categoria. Fabio Todaro conquista la vetta della classifica junior.
Non vi erano dubbi che sarebbe stata una grande giornata di sport quella che è andata in scena a Modena nello splendido parco Enzo Ferrari messo a disposizione dal Comune di Modena per la 2° Tappa del Giro d’ Italia di ciclocross, con la straordinaria organizzazione del GS Simec Cicli Paletti, una cinquantina di volontari che sotto la regia di Luciano Paletti hanno allestito un vero e proprio stadio da ciclocross con i 400 partecipanti che hanno entusiasmando il numerosissimo pubblico presente. Hanno aperto le ostilità le categorie amatoriali con la vittoria assoluta che è andata a Massimo Focarelli (Pro Bike), mentre Milena Cavani (Albero Ruote) ha trionfato nelle categorie femminili.Nelle categorie Esordienti Maschile vittoria del veneto Giulio Franzolin Caratura Nalin) che indossa anche la maglia rosa di leader, tra le ragazze esordienti si impone la la lombarda Laura Bellucco (Fiorin). Spettacolare prova degli Allievi, tappa e maglia per Federico Zurlo (GS Postumia), tra le ragazze si impone Asya Paladin (Marchiol).Un nutrito numero di partenti tra gli Juniores (40) con Francesco Acquaviva (Pro Tex) vincitore, mentre Fabio Todaro (Carezzate) è il leader del Giro d’ Italia Juniores, tra le ragazze Junior colpo doppio per Maria Confalonieri (Fiorin) con la vittoria di tappa e leader della classifica.
Ma le attese del pubblico modenese erano tutte per la gara femminile open, ai nastri di partenze tutte le atlete che vanno per la maggiore tra cui Vania Rossi (Selle Italia Esercito), che dopo il rientro di domenica scorsa a Lucca aveva detto «a Modena punto al podio» e dopo una gara sempre nelle prime posizioni la mamma di Alberto Riccò otteneva il massimo del risultato piazzando lo spunto vincente davanti a Francesca Cuccinello e Veronica Alessio, conquistando anche il titolo regionale Open, tra le ragazze Under si impone Stefania Vecchio (Selle Italia).Gran finale con gli Under 23 e Elite sotto l’attento sguardo del commissario tecnico Fausto Scotti, affermazione dell’ azzurro Elite, Luca Damiani (Team Colavita) che và anche ad indossare la maglia rosa, 2° Thomas Paccagnella (Work Service) 3° Alessandro Gambino (Esercito), negli Under Elia Silvetri (Selle Italia) che indossa la maglia bianca del miglio giovane, ha la meglio su Cristian Cominelli (Tx Active) e Matteo Trentin (Marchiol).E nella giornata hanno trovato spazio anche una settantina di Giovanissimi (7/12 anni).Soddisfazione per il successo della manifestazione dell’ assessore allo sport del Comune di Modena Antonino Marino e della dott.ssa Paola Francia responsabile impiantistica sportiva che con il vice presidente del CONI Modena Andrea Dondi ed il direttore della StarAuto Armando Mazzi hanno effettuato le premiazioni e la consegna delle maglie.



CICLISMO, IL CAMPIONE JUNIORES ORSANI MUORE IN ALLENAMENTO TRAVOLTO DA AUTO
Il diciassettenne a giugno aveva vinto il titolo italiano a cronometro. Lo scontro in rettilineo con una Fiat Panda
di SERGIO CONTI
Una giovane promessa del ciclismo italiano, Anthony Orsani, 17 anni, è morto ieri per le ferite riportate in un incidente avvenuto intorno alle 13,30 a Vinci, su un tratto di strada rettilineo. Orsani, che il 20 giugno si era laureato campione italiano juniores a cronometro, si è scontrato in bici con una Panda che proveniva in senso opposto.
All’ arrivo del 118 il ragazzo era cosciente ma è morto pochi minuti dopo essere arrivato all’ ospedale di Empoli. Orsani viveva con i genitori a Castelmartini, nel comune di Larciano (Pistoia) e avrebbe compiuto 18 anni il 2 dicembre. Il ciclista, che era stato a lungo in forza con la società dilettantistica Stabbia Iperfinish Pratese Grassi, si stava allenando insieme ai nuovi compagni del G.S. Mastromarco di Lamporecchio (Pistoia), con i cui colori doveva debuttare a gennaio, tra gli under 23, alla Vuelta Tachira in Venezuela. Alla guida dell’ auto c’ era un diciottenne che rientrava a casa dopo una partita di calcio. Orsani, dopo aver picchiato contro la Panda, è stato sbalzato sul ciglio della strada. Il ragazzo si era laureato campione italiano di crono alla Settimana tricolore di Imola, aveva già vestito i colori della nazionale agli europei di luglio in Belgio ed era stato convocato anche per i Mondiali ai quali aveva poi rinunciato.

Il diciassettenne a giugno aveva vinto il titolo italiano a cronometro. Lo scontro in rettilineo con una Fiat Panda
di SERGIO CONTI
Una giovane promessa del ciclismo italiano, Anthony Orsani, 17 anni, è morto ieri per le ferite riportate in un incidente avvenuto intorno alle 13,30 a Vinci, su un tratto di strada rettilineo. Orsani, che il 20 giugno si era laureato campione italiano juniores a cronometro, si è scontrato in bici con una Panda che proveniva in senso opposto.

GRAN FONDO A VARESE NEL SINGOLO VINCONO BABBANI E MILANI
di PAOLA MAURIZIO
Nel segno di Davide Babboni (Viareggio) e Laura Milani (Fiamme Gialle) nel singolo, nel segno dell’ Aniene (Raffaello Leonardo, Niccolò Mornati) e della Sisport Fiat (Marta Novelli, Gaia Palma) nel due senza: questa in sintesi la prima regata nazionale (quasi 500 partecipanti) di Gran Fondo, disputata quest’ oggi a Varese su un percorso di sei chilometri che dal trampolino di Biandronno conduce alla Schiranna.
Nella gara Senior Babboni vince in 21:58:30 dopo un testa a testa con José Casiraghi (Canottieri Milano), argento in 22:00:30: bronzo per Federico Gattinoni (Gavirate), quarto Elia Luini (Aniene) ieri vincitore dell’Insubria Cup. Bis, invece, per la Milani (23:49:30) che infligge quasi quaranta secondi a Betta Sancassani (Fiamme Gialle) e Sara Bertolasi (Varese). Nel due senza l’Aniene di Leonardo e Mornati ferma il cronometro a 20:50:90 e mette in fila misto Forestale-Armida (Luca Motta, Giorgio Tuccinardi) e il misto Gavirate-Lario (Alessandro Adduci, Marco Cecchin). E’ del Sisport la prima posizione nel due senza femminile: 23:07:50 per Palma e Novelli, undici secondi in meno rispetto alla Lario (Lorena Fuina, Claudia Wurzel) e sedici in meno rispetto al misto Firenze-Saturnia (Veronica Pizzamus, Gioia Sacco). Capitolo Junior. Francesco Pegoraro (Sisport Fiat) non fa più notizia dopo il dominio incontrastato del Silver Skiff: di nuovo primo, stavolta con soli 10 centesimi (22:46:90) su Edoardo Margheri (Calcinaia) e terzo Simone Molteni (Menaggio). Giada Colombo conquista il successo in 24:34:50 battendo Sara Magnaghi (Moltrasio) e Gaia Marzari (Lario). Nel due senza Junior bella vittoria per il Cerea (Guido Gravina, Massimiliano Magni) su Moto Guzzi (Giacomo Panizza, Marco Marcelli) e Tirrenia Todaro (Leone Barbaro, Giorgio Dal Pra’). Griffata Elpis (Arianna Costadura, Camilla Travico) la gara del due senza Junior: 24:33:80 il tempo, argento alla Gavirate (Silvia Torsellini, Laura Martin e bronzo all’Esperia (Francesca Alladio, Greta Cazzola). Nel due senza Ragazzi doppietta Aniene: Luca Di Francesco e Carlo Portaccio chiudono il percorso in 22:32:10, diciotto secondi più veloci dei compagni di squadra Guglielmo Cavicchioli e Carlo Piloni. Terzo posto per la Canottieri Corgeno di Marco Ponzellini e Gabriele Filippi. In campo femminile successo per la Canottieri Palermo di Giorgia e Serena Lo Bue: 24:55:80, buon margine su Gavirate (Giulia Tomasello, Chiara Lozza) e Varese (Costanza Salvatoni, Alice Santopolo).
Bene l’Elpis, vincitrice nel singolo Ragazzi con Davide Mumolo in 23:19:10: è pari a ventitrè secondi il vantaggio su Guglielmo Carcano (Moltrasio) e trentuno su Matteo Tettamanti (Moltrasio). Paola Gelpi (Sportiva Lezzeno) firma la gara Ragazze precedendo Veronica Calabrese (Gavirate) e Greta Masserano (CUS Torino).L’Arno (Pietro Fanucchi, Francesco Vanni, Edoardo Mariotti, Dario Mazzoni) e Gavirate (Margherita Salviatò, Melissa Martin, Sara Cova, Federica Cesarini) pongono il loro marchio nel quattro di coppia Cadetti: piazze d’onore per Cerea ed Elpis, terzi posti per Varese e Gavirate. Chiella (Corgeno), Carcano (Gavirate), Cetti (Menaggio) la classifica dei Master under 44 mentre nell’Over 43 affermazione per Cecconi (Billi) su Noseda (Laio) e Frigo (Gavirate). Tra le Master sorride Giulia Cappabianca (Tirrenia Todaro): tutto facile per l’oro, completano il podio Cristiana Biagioni (Varese) e Catriona Cameron (Varese). Prossimo appuntamento a Roma domenica 6 dicembre.

di PAOLA MAURIZIO
Nel segno di Davide Babboni (Viareggio) e Laura Milani (Fiamme Gialle) nel singolo, nel segno dell’ Aniene (Raffaello Leonardo, Niccolò Mornati) e della Sisport Fiat (Marta Novelli, Gaia Palma) nel due senza: questa in sintesi la prima regata nazionale (quasi 500 partecipanti) di Gran Fondo, disputata quest’ oggi a Varese su un percorso di sei chilometri che dal trampolino di Biandronno conduce alla Schiranna.


sabato 21 novembre 2009
CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI PATTINAGGIO DI FIGURA
di SERGIO CONTI
Sarà la città di Brescia ad ospitare, dal 17 al 20 dicembre, i Campionati Italiani Assoluti di Pattinaggio di Figura. La città lombarda ha infatti allestito una pista regolamentare all’ interno dello «storico» palazzo denominato EIB situato all’interno della moderna zona fieristica grazie al contributo del Comune e della Provincia di Brescia, dell’Assessorato allo Sport della Regione Lombardia, della Camera di Commercio di Brescia e di Brixia Expo - Fiera di Brescia.
Quattro giorni di gare di altissimo livello a poche settimane dai Campionati Europei e, a seguire, dalle Olimpiadi di Vancouver e dei Campionati del Mondo di Torino.La manifestazione, la cui organizzazione è stata affidata a Olympic Dream Ice School, terminerà domenica 20 alla sera con il Gran Galà di chiusura.Da segnalare che al termine della manifestazione la pista resterà aperta sino a marzo 2010 per permettere ai giovani e a tutti gli appassionati di poter praticare e potersi così avvicinare agli sport del ghiaccio.

di SERGIO CONTI
Sarà la città di Brescia ad ospitare, dal 17 al 20 dicembre, i Campionati Italiani Assoluti di Pattinaggio di Figura. La città lombarda ha infatti allestito una pista regolamentare all’ interno dello «storico» palazzo denominato EIB situato all’interno della moderna zona fieristica grazie al contributo del Comune e della Provincia di Brescia, dell’Assessorato allo Sport della Regione Lombardia, della Camera di Commercio di Brescia e di Brixia Expo - Fiera di Brescia.

A LUINI E MILANI LA DECIMA INSUBRIAN CUP DI CANOTTAGGIO
di PAOLA MAURIZIO
Elia Luini e Laura Milani firmano la decima edizione dell’ Insubria Cup: giornata non fredda, nonostante si avvicini sempre più l’ inverno e buone le condizioni del lago per questa classica del remo griffata Canottieri Varese. Il trentenne vogatore (bronzo ai Mondiali di Poznan e argento agli Europei di Brest) in forza all’ Aniene fa segnare il tempo di 22’12 lungo i sei chilometri di percorso che dal trampolino di Biandronno portano alla Schiranna di Varese.
Luini fa praticamente il vuoto alle sue spalle infliggendo quasi dieci secondi al campione mondiale under 23 Josè Casiraghi (Canottieri Milano) e più di trenta al sanremese tesserato Gavirate Giuseppe Alberti (primo under 23). La Milani (Fiamme Gialle), vicecampionessa mondiale nel singolo leggero, conferma di essere la numero uno chiudendo in 24’18 precedendo Elisabetta Sancassani (Fiamme Gialle) e Laura Schiavone (Irno). Questi i vincitori nelle altre categorie: Under 23: Giuseppe Alberti (Gavirate), Sara Bertolasi (Varese)Junior: Paolo Ghidini (Sebino), Giada Colombo(Tritium)Ragazzi: Mattia Gaspani (Tritium), Paola Gelpi (La Sportiva Lezzeno).Cadetti: Roberto Gambogi (Tritium), Anneke Orlandini (Varese).Master: Riccardo Sandini (Gavirate), Catriona Cameron (Varese). Questa mattina stesso percorso a partire dalle 10 per la prima regata nazionale di Gran Fondo: si gareggia su barche corte (singolo e due senza) e nella specialità del quattro di coppia Cadetti con la partecipazione di 466 canottieri in rappresentanza di 53 sodalizi.


di PAOLA MAURIZIO
Elia Luini e Laura Milani firmano la decima edizione dell’ Insubria Cup: giornata non fredda, nonostante si avvicini sempre più l’ inverno e buone le condizioni del lago per questa classica del remo griffata Canottieri Varese. Il trentenne vogatore (bronzo ai Mondiali di Poznan e argento agli Europei di Brest) in forza all’ Aniene fa segnare il tempo di 22’12 lungo i sei chilometri di percorso che dal trampolino di Biandronno portano alla Schiranna di Varese.

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