martedì 13 novembre 2012


FRENATA DELL'INFLAZIONE: A OTTOBRE SI FERMA AL 2,6% AL 4% IL CARRELLO DELLA SPESA

Inflazione in netta frenata a ottobre: l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, comprensivo dei tabacchi, ha registrato una variazione congiunturale nulla e un aumento tendenziale del 2,6% contro il +3,2% di settembre. Il dato definitivo comunicato dall’Istat conferma la stima provvisoria.Il rallentamento della crescita su base annua dei prezzi al consumo, spiega l’istituto di statistica, coinvolge gran parte delle diverse tipologie di prodotto, scontando sia effetti di riduzione congiunturale in diversi comparti dei beni e dei servizi, sia un favorevole confronto con ottobre 2011, mese caratterizzato da forti rialzi congiunturali dei prezzi, ai quali aveva in parte contribuito l’aumento dal 20% al 21% dell’aliquota Iva ordinaria. L’inflazione acquisita per il 2012 si conferma al 3%. L’inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, scende all’1,5% (dall’1,9% di settembre). Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo rallenta all’1,7% (+2% nel mese precedente). Rispetto a ottobre 2011 il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende al 3,4%, dal 4,1% del mese precedente, e quello dei prezzi dei servizi rallenta all’1,7% (era +1,9% a settembre). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce di cinque decimi di punto percentuale rispetto al mese di settembre. I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori risultano invariati su base mensile e il tasso di crescita su base annua scende nettamente, passando al 4%, dal 4,7% di settembre. Analizzando le voci dei prodotti della tavola, emerge il forte rialzo dei vegetali freschi (+2,7%, +8,3% in termini tendenziali) e del cioccolato (+0,6%, +4,2% su base annua). Nel capitolo energia invece cala rispetto a settembre, oltre alla benzina e al diesel, anche il prezzo del gasolio per riscaldamento (-0,3%), con una decelerazione del tasso di crescita annuo (9,3%, dal 10,3% di settembre). Quanto al settore regolamentato, l’Istat fa notare gli aumenti congiunturali dell’energia elettrica (+1,4%), il cui rialzo tendenziale sale al 15,9% (dal 14,4%), e del gas naturale (+1,1%), che registra un incremento su base annua del 9,2% (era +13,2% a settembre). A ottobre si fa sentire però il caro istruzione, con i prezzi in aumento dell’1,7% su base mensile e del 3,1% a confronto con lo scorso anno (in accelerazione rispetto al 2,0% di settembre). L’Istituto di statistica fa notare il rialzo del 3,8% (sia congiunturale che tendenziale) dell’istruzione universitaria. Tra l’altro sale anche il prezzo dei servizi offerti dalle mense scolastiche e di altri istituti di istruzione (+0,8% su settembre, +2,0% su base annua). In generale costa di piu’ farsi una cultura anche semplicemente acquistando libri di narrativa (+3,7% su base mensile, +2,7% a livello tendenziale).
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lunedì 12 novembre 2012


NAPOLI: TENSIONE A MANIFESTAZIONE PER VISITA FORNERO LANCIO PIETRE CONTRO FORZE ORDINE. SPARATI LACRIMOGENI

Tensione a Napoli alla manifestazione contro il precariato in occasione dell'incontro tra i ministri del Lavoro italiano e tedesco. A Piazzale Tecchio, i manifestanti hanno forzato l'alt di polizia e carabinieri e lanciato pietre e bottiglie verso le forze dell'ordine che hanno risposto con lacrimogeni e cariche.Lievemente feriti un ufficiale dei carabinieri e due poliziotti.  Secondo gli organizzatori del corteo anti precariato sono oltre 20 le persone rimaste ferite negli scontri nel quartiere napoletano di Fuorigrotta tra forze dell'ordine e manifestanti. "Hanno lanciato lacrimogeni ad altezza uomo-sostengono -e a uno studente universitario di 19 anni hanno spaccato tutti i denti". Al momento i manifestanti si trovano in piazza Sannazaro, controllati dall'alto da un elicottero della polizia. Il corteo si dirigerà verso la sede dell'Orientale, nel centro storico di Napoli. "Ho scelto Napoli per dare un segnale, un messaggio positivo a una città dove il problema del giovani è molto forte". Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero parlando con un gruppo di studenti dell'Iti Fermi Gadda di Napoli. Fornero, che oggi firma un accordo con la collega tedesca Ursula Von Der Neyer,ha detto che"bisogna puntare sull'apprendistato, che vuol dire apprendere perché a volte quando si esce dalla scuola e si va in una azienda si può avere un momento di difficoltà".Per il ministro del Lavoro, la sfida, in questa fase storica, "non si esaurisce nel pur difficile compito di porre in atto tutte le misure possibili per creare posti di lavoro per i giovani, ma anche - ha detto Napoli - di offrire loro i mezzi e di creare le opportunità per trovare un 'buon' lavoro". Per Elsa Fornero, "il problema della creazione di opportunità di lavoro per i giovani non è un problema circoscritto all'Italia, essendo ampiamente presente e dibattuto nelle sedi europee e internazionali". Fornero lo ha detto a Napoli nel corso del suo intervento alla conferenza italo-tedesca sul lavoro. La riforma del mercato del lavoro approvata ha "tra i suoi obiettivi primari il contrasto alla disoccupazione dei giovani". Ha riobadito a Napoli Elsa Fornero, la quale sottolinea che "gli obiettivi delle misure adottate sono quelli di favorire l'instaurazione di rapporti di lavoro più stabili". "Nello spirito e nella sostanza della riforma, l'apprendistato, in tutte le sue tipologie, dovrà rappresentare, da un lato, la tipica modalità di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, dall'altro, uno strumento importante per lo sviluppo professionale dei lavoratori", ha detto il ministro."L'apprendistato - ha spiegato durante la conferenza italo-tedesca 'Lavorare insieme per promuovere l'occupazione dei giovanì - è anche il terreno sul quale costruire un'efficace collaborazione tra i diversi attori istituzionali e sociali del nostro Paese. La sua governance richiama autorità locali, Regioni in particolare, e parti sociali a compiere tutti gli sforzi per definire un quadro applicativo completo, omogeneo ed efficiente in tutte le aree del Paese, orientato a offrire ai giovani concrete opportunità di lavoro e crescita professionale".                                                m.c.r.d.p.s.
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domenica 11 novembre 2012


GRILLO SCONFITTO DAI «RIBELLI» ORA RISCHIA IL BIS SUL CASO SALSI 

Sulle candidature e la legge elettorale, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio rischiano la frattura nel Movimento 5 stelle e il primo scivolone politico. La scelta iniziale del «Grilleggio» di promuovere per le prossime elezioni politiche solamente chi si era candidato nel M5S alle amministrative senza essere eletto - in pratica i «trombati» - è stata fortemente contestata dalla base. In primis perché nelle regioni e nei comuni dove i grillini non erano riusciti a presentare liste alle amministrative, il Movimento rischiava di non avere rappresentanza. Ma anche perchè quel criterio esclusivo sapeva, e sa molto, di liste bloccate e di candidature supercontrollate dal duo che governa in modo autoritario la rete. Per questo Grillo fa la guerra alla riforma della legge elettorale: per difendere il «Porcellum», che lo avvantaggerebbe elettoralmente e gli consentirebbe di rafforzare il controllo dall’alto sulle candidature. Della faccenda si è occupato, ieri, anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Si candida chi è stato candidato alle comunali ma non è stato eletto e ha già il timbro - dice riferendosi a Grillo - Lenin gli fa un baffo». Ma l’opposizione più dura al metodo di selezione delle candidature arriva da Bologna e dall’Emilia-Romagna, che sono state la culla del grillismo con il «Vaffa-day» del 2007 in Piazza Maggiore, il primo boom elettorale e i primi eletti in Comune e in Regione, ma ora sono diventate l’anima dei «dissidenti», di quell’ala del movimento guidata da Valentino Tavolazzi, Giovanni Favia, Federica Salsi e altri che contesta la mancanza di democrazia e chiede di poter discutere in rete le regole sulle candidature e di avere trasparenza sulle votazioni on line. «Il criterio di candidare solo gli ex candidati alle amministrative è assurdo - dice il consigliere ferrarese Tavolazzi, che è stato il primo degli epurati con un “post scriptum” sul blog di Grillo - non solo per le regioni che sarebbero tagliate fuori ma anche perché ci sono tanti validi attivisti e teste pensanti che, per il solo fatto di non essersi candidate nei Comuni e nelle Regioni, non hanno possibilità di entrare in Parlamento. Ma vedo anche che un primo risultato la protesta della base l’ha ottenuto: è uscito il “Casaleggium 2” che modifica i criteri per le regioni escluse. La riserva sul metodo, invece, rimane inalterata. Si doveva discutere in rete di regole e criteri, ma non è accaduto. Il bacino da cui pescare i candidabili, alla fine, è stato deciso dalle solite due persone. E il funzionamento del portale rimane un mistero». L’altro mistero è sui votanti. Quanti saranno? E come si voterà? Si sa che potrà partecipare chi si è iscritto ed è stato certificato dal Grillo. La lista dei candidabili e i curricula verranno messi in rete da Casaleggio, ma ancora non si sa come funzioneranno le prime «primarie» del web. Intanto in Emilia-Romagna cresce il consenso attorno ai «dissidenti». Nel primo “meetup” a Piacenza - l’assemblea semestrale che serve a confermare o togliere la fiducia agli eletti - Favia ha incassato 78 voti a favore e solo 3 contrari. «Sono gli attivisti, la base del movimento, che hanno restituito a Favia la fiducia che Grillo gli ha tolto», commenta maliziosamente Tavolazzi. Mentre Favia dichiara: «Gli attivisti mi hanno riconosciuto per quello che sono. Io di giorno giro a testa alta». E aggiunge: «Il movimento deve assolutamente crescere e fare autocritica. Negli elettori c’è questa consapevolezza, almeno a livello locale». In campo nazionale, invece, spiega Favia, «c’è la volontà di andare verso una struttura del movimento più liquida e non organizzata dove il confronto è frammentato ed è in rete». La sensazione è che, anche a Bologna, al meet up del 14 in cui gli attivisti si dovranno pronunciare sui consiglieri comunali, si avrà un replay dell’esito di Piacenza, con Federica Salsi che potrebbe prevalere sui fedelissimi di Grillo: Massimo Bugani e Marco Piazza. I tre consiglieri si vedranno stasera per tentare una riappacificazione. «Le divisioni di Bologna sono alla radice della serie di conflitti recenti del movimento, e anche delle espulsioni decise dal Grillo e Casaleggio» spiega Tavolazzi. Poi, il 5 dicembre, sempre sotto le Due Torri, ci sarà l’assemblea decisiva per Favia e il capogruppo regionale Andrea Defranceschi. Ma la cartina di tornasole sullo stato di salute del M5s in Emilia-Romagna la si avrà probabilmente già oggi, nell’assemblea regionale convocata, quai di nascosto nel quartiere Porto di Bologna, in via dello Scalo. Favia ha dichiarato ufficialmente che non ci andrà ma la sua presenza è stata confermata da più persone. Ci saranno, poi, Tavolazzi e gli altri “ribelli” e anche i fedelissimi del “Grilleggio”. Il tema al centro del confronto sarà proprio la burrasca seguita alle scomuniche per le ospitate e i fuorionda in tv di Favia e Salsi e il braccio di ferro tra Grillo e dissidenti sulla democrazia nel movimento.         
                                                                                            m.c.r.d.p.s.

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sabato 10 novembre 2012

BERSANI: PREMIO 10% O SALTA TUTTO CASINI: «NON SAREMO TUOI SUDDITI»

Il segretario Pd in un incontro organizzato da Left: «Il Pd non farà passare la riforma della legge elettorale così come è stata disegnata: ci metteremo di traverso. Casini? Morirà di tattica, dica dove vuole andare». La replica del leader UdC: «Non siamo stati sudditi di Berlusconi, non siamo disposti ad esserlo di Bersani». «Dieci domande per il futuro dell'Italia». Si chiama così l'iniziativa che organizzata da l'Unità e dal settimanale Left con Pier Luigi Bersani e il giornalista e conduttore Corrado Formigli al Teatro Eliseo a Roma. Ma questa volta non si è trattato di un consueto talk show e nemmeno di una intervista pubblica. Ad incalzare il segretario del Pd e candidato a Presidente del Consiglio nel dibattito organizzato dalla rivista Left, non sono stati né giornalisti, né altri politici. Le dieci domande per il futuro sono state rivolte a Bersani direttamente da operai, ricercatori, insegnanti, medici, immigrati, imprenditori, artigiani, artisti, studenti, ecc...Bersani ne ha approfittato per puntualizzare quali sono le condizioni del Pd sulla legge elettorale: «Il Pd non farà passare la riforma della legge elettorale così come è stata disegnata in Senato: se noi valuteremo responsabilmente che l'Italia va in una situazione di ingovernabilità ci metteremo di traverso», ha chiarito il segretario del Pd. Il nodo resta la soglia del 42,5% oltre cui scatta il premio di maggioranza. Più che una norma anti-Beppe Grillo, è «una norma anti-Pd, il tentativo di dire 'muoia Sansone con tutti i filistei', ma noi non scherziamo». Per Bersani, dunque «è indispensabile che ci sia «un ragionevole premio di governabilità non sotto il 10% netto che equivale ad un 12,5% per ragioni tecniche». Questo premio »non garantisce una maggioranza assoluta ma che ci sia un azionista di riferimento in grado di dire chi governa, meno di questo sarebbe una cosa molto seria«, ha insistito. «Non penseranno mica che mi metto a fare un governo con Berlusconi e Fini? - ha aggiunto Bersani - Al di là di quanto sia alta la soglia il punto è se si vuole consentire a chi arriva primo di avere un ragionevole premio che non può essere sotto il 10%». Pier Luigi Bersani sostiene la necessità di un premio che certo «non garantisce la maggioranza assoluta ma indica l'azionista di riferimento in grado di dire chi governa».Si sente tradito da Casini? «Casini morirà di tattica - replica il segretario Pd - dove vuole andare? Spero che anche lui a un certo punto metta la barra dritta e decida dove andare». Subito, a stretto giro, arriva la replica del leader UdC: «Non siamo stati sudditi di Berlusconi,non siamo disposti ad esserlo di Bersani». «Bersani non dica che Casini morirà di tatticismo - ha aggiunto -, il Pd si deve abituare a guardare con rispetto a chi sta in Parlamento. Abbiamo tenuto la schiena dritta, non ci inchiniamo a Bersani. Non credo che sia lesa maestà dire che non si può prendere il 55%  avendo solo il 30% dei voti». Casini ha ribadito che l'Udc «è disponibile a trovare una soluzione sulla legge elettorale anche con il Pd: va bene, arriviamo al 10% per il premio ma ci vuole una soglia di sbarramento». Incalzato sul ruolo dell'attuale premier, Bersani risponde: «Monti deve continuare a dare una mano al Paese: non si tratta di imbarcare nessuno, bisogna discuterne con lui». C'è spazio anche per una domanda sul ministro Fornero: «Io non ho prenotato nessuno e ieri polemizzavo con Gasparri che sostiene che un membro di un governo tecnico perde i diritti politici». Invece, io ritengo che «anche un tecnico è un cittadino» e ovviamente «può fare il ministro». Poi, «Vendola ci ha ricamato su». Qualcuno chiede conto anche del sistema fiscale: «Partirei dal fatto che vorrò che i ricchi le paghino le tasse». Bersani risponde a chi gli domanda se nel caso andasse al governo anche lui aumenterà le tasse ai ricchi come ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il segretario del Pd ha insistito molto sul contrasto all'evasione fiscale: «Ce l'ho molto con i paradisi fiscali perché ce l'ho con chi fa i soldi qui e poi li porta dove non si paga niente senza nessuna solidarietà verso il Paese che ti ha fatto guadagnare. Chi è ricco sa dove andare e scappa, mentre qui resta la povertà». Bersani ha respinto al mittente le accuse di chi sostiene che la sinistra al governo non ha contrastato l'evasione fiscale, ha ricordato l'azione di Vincenzo Visco, membro del governo Prodi, e ha detto: «Basta con questa storia che è sempre colpa della sinistra». Quindi ha osservato: «Se arriva un ministro che ha la faccia di uno che non farà mai il condono l'evasione cala, se ne arriva uno che ha la faccia di quello che farà il condono l'evasione aumenta». «Bisogna riflettere sull'effetto boomerang» sul referendum sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sostenuto tra gli altri dal leader di Sel, Nichi Vendola, ha poi detto Pier Luigi Bersani.Secondo il leader del Pd «sull'articolo 18 la soluzione trovata è di equilibrio. Il 2013 poi è un anno elettorale e il referendum non si può fare. Invito a riflettere sulla strategia perché l'ultimo referendum sul lavoro ha portato al voto il 24% delle persone. Dobbiamo riflettere sull'effetto boomerang». «Gli annunci devono mettersi alla prova della credibilità. se fossi al governo, chiamerei Marchionne, l'unica soddisfazione di essere ministro è che se li chiami devono venire.Gli chiederei:ma mi vuoi spiegare cos'èquesta svolta cosìimpressionante?», dice Bersani. «Siamo passati da una fase in cui si diceva che si puntava sulle piccole vetture a una in cui si dice che si farà l'alta gamma. Marchionne ci deve dire in che misura ce la fa e se ha bisogno di aiuto», ha concluso il segretario del pd. I rapporti con la Fiom: «La Fiom ci ha attaccato, ma perbacco diciamolo e smettiamo di correre dietro alla prima cosa che si sente: i reintegri alla Fiat dimostrano che non si è smontato nulla». Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, durante un'iniziativa al teatro Eliseo, difende la riforma del mondo del lavoro approvata dal governo.
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venerdì 9 novembre 2012


BERSANI/ STOCCATA A GRILLO: «NO A DEMOCRAZIA DA TABERNACOLO»
 Perché qualche ministro del Governo Monti possa essere presente anche in un 'Governo Bersani' è necessario che si faccia «outing» e si dica per chi si vota. Lo ha detto Pier Luigi Bersani a 'Radio anch'io', in una lunga intervista che il segretario Pd ha rilasciato stamattina. Quando gli è stato chiesto se lo stesso Monti, o la Fornero e Passera, potranno essere parte di un suo esecutivo: «Monti non lo posso prendere e portare dove voglio, dobbiamo discutere con lui. Per il resto, sì, ma è chiaro che dobbiamo fare un pò l'outing: per il futuro ci vorranno maggioranze politiche, bisogna dire di che area si è, per quale schieramento si vota...». «Non ho nessuna ansia per il faccia a faccia di lunedì sera - ha poi detto Bersani in merito al confronto tra i cinque candidati alle primarie Pd che si confronteranno lunedì sera - saremo in cinque e io risponderò alle domande dei giornalisti». E il Colle? «Non faccio nomi per il Quirinale», dice . Così il leader del Pd Pier Luigi Bersani risponde alle domande dei giornalisti sull'ipotesi di Mario Monti alla presidenza della Repubblica lasciando gli studi di Radio Rai. Certo, ha detto, occorrerà trovare «una soluzione all'altezza della situazione e all'altezza dell'eredità» che lascia Giorgio Napolitano. «Se diventerò presidente del Consiglio adotterò una 'lenzuolata di moralità », ha poi detto. Quindi, lo scontro sulla legge elettorale. Per Bersani, «ci deve essere un premio elettorale al primo partito, anche perché se il premio di coalizione è fissato al 42%, con una asticella così alta si rischia l'ingovernabilità. Senza questo premio si rischia di dar vita a maggioranze spurie, poi incapaci di governare». Una stoccata anche a Grillo: «Non vogliamo una democrazia governata da tabernacoli. È difficile dialogare - ha aggiunto il leader del Pd - con persone che stanno in fondo alla rete internet e non accettano di rispondere a nessuna domanda. Così non si può governare, anche perché non sono accettabili modelli demagogici personali e plebiscitari». Dopo la cittadinanza e la lenzuolata sulla moralità pubblica la «terza sorpresa» sulle prime azioni di un possibile governo Bersani «ruota attorno al tema del lavoro». «Il primo punto all'ordine del giorno di un governo di centro sinistra ci sarà il diritto di chi nasce in Italia ad avere la cittadinanza italiana».                                                                               r.d.s.m.c.p.
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giovedì 8 novembre 2012


«DI PIETRO HA TRADITO IL PROGETTO» IDV, DONADI E FORMISANO LASCIANO

Massimo Donadi e Nello Formisano lasciano l'Idv. La decisione, nell'aria già da giorni e che ha preso corpo nella serata di ieri, è stata ufficializzata questa mattina dai due parlamentari durante una conferenza stampa a Montecitorio. «Dopo una notte di riflessione annuncio le mie dimissioni dal partito Italia dei valori, ma non è certo una resa di fronte alla voglia di fare politica che oggi più che mai è tanta». Così Massimo Donadi, ex capogruppo Idv alla Camera, durante la conferenza stampa a Montecitorio, dove denuncia il «progressivo snaturamento e tradimento» del progetto da parte di Di Pietro.Secondo Donadi Di Pietro ha portato ad un «progressivo tradimento e snaturamento della natura dell'Idv: del radicalismo riformista di cui questo Paese ha bisogno, è rimasto solo un radicalismo arrabbiato e spesso ideologico. Ma la mia non è certo una resa di fronte alla voglia di fare politica - ha aggiunto Donadi, che ha annunciato la nascita di un nuovo soggetto che «dialogherà con i movimenti e con le esperienze civiche collocandosi fermamente nell'area del centrosinistra». Il nuovo soggetto che sarà lanciato entro fine mese, hanno spiegato Donadi e Formisano, si porrà «saldamente» nell'area del centrosinistra, sosterrà Bersani alle primarie e dialogherà, anche attraverso una forma federativa, con la galassia dei movimenti e dei soggetti espressione della sinistra 'legalitarià: da Giustizia a Libertà al popolo Viola, fino a De Magistris. In questi sei mesi - ha continuato Donadi - Di Pietro «ha bruciato la foto di Vasto e ogni speranza che quella foto venisse ricomposta: sei mesi caratterizzati da attacchi sconsiderati, nei toni e nelle modalità, verso il Presidente della Repubblica, da continue aggressioni a quello che doveva essere il nostro principale potenziale alleato, sei mesi nei quali stando alle principali rilevazioni, il consenso di Italia dei valori è diminuito del 50-60%, nei quali ci sono state le elezioni siciliane, che sono state sia numericamente che politicamente una assoluta debacle».Il risultato, ha continuato «è l'immagine di un partito senza una linea chiara, senza alcun indirizzo, senza alcun orizzonte». Donadi, per sottolineare la differenza con Di Pietro rispetto al rapporto con il Capo dello Stato sulla presunta trattativa tra Stato e mafia, ha concluso dicendo che «chiederemo al più presto un incontro a Napolitano per testimoniare la stima e l'apprezzamento per quello che ha fatto per il Paese». Secondo Formisano, che si è dimesso da tutti gli incarichi, compreso quello di coordinatore per la Campania, si è esaurito il ciclo di Berlusconi e parallelamente anche quello di Di Pietro: «la fase dei personalismi e delle figure carismatiche è conclusa - ha detto - ora servono idee e serve lavorare insieme». A questo punto Antonio Di Pietro, rischia di perdere il gruppo autonomo anche a Montecitorio. Senza Donadi e Formisano i deputati Idv scendono a 18, due in meno della soglia minima rischiesta dal Regolamento. Dovrà quindi essere richiesta la deroga all'Ufficio di presidenza. Attese in giornata anche le decisioni di Fabio Evangelisti che dopo l'assemblea dei parlamentari si è riservato fino a oggi per decidere se confermare o meno le annunciate dimissioni dalla Camera e da segretario toscano di Idv.                                                        m.c.p.r.d.s.            
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mercoledì 7 novembre 2012


BATTIATO DICE SÌ A CROCETTA:«ASSESSORE AL TURISMO, NO CULTURA» LL CANTAUTORE E REGISTA: «LA PAROLA ASSESSORE MI OFFENDE, PREFERISCO ESSERE CHIAMATO FRANCO». RINUNCIA ALLO STIPENDIO: «PRIMARIE, VOTERÒ BERSANI PERCHÉ BATTA RENZI»

«Non sarei assessore alla Cultura, ma al Turismo e spettacolo». Lo precisa Franco Battiato sul suo ruolo nella prossima giunta regionale siciliana intervenendo alla trasmissione 'Otto e mezzo' su La7 . «La differenza - spiega - è che assessore alla cultura vuol dire teatri di tradizione e una presenza a Palermo che non potrei sostenere, mentre con l'assessorato al turismo e spettacolo posso fare le stesse cose con maggiore libertà». Battiato ha anche parlato di politica nazionale con una previsione: «le primarie del centrosinistra le vincerà Bersani. Se sarò qui lo voterò». «Vendola lo trovo molto serio e lo stimo molto - sottolinea - ma voterò per Bersani, perchè così può avere più possibilità di vincere rispetto a Renzi, non vorrei fosse determinate un voto». L'artista dice di «non essere affatto meravigliato del grande successo del Movimento cinque stelle e dei grillini in Sicilia» e che il M5S sarebbe «favorevole al mio ingresso nell'amministrazione Crocetta» . «Gli attacchi di Grillo - sottolinea - a volte sono anche violenti, ma è quello che ci vuole per certa gente». Ma del leader del M5S «non condivide» il divieto di andare in Tv agli eletti del movimento: «Non posso condividere, è una cosa personale, non è accettabile». Infine anche un auspicio sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: «Tifo per Obama - rivela - senza dubbio, perchè se vince Romney affronteremo un bruttissimo periodo». «Franco Battiato sarà assessore alla Cultura della nuova giunta regionale».Lo ha annunciato ufficialmente il neo governatore eletto Rosario Crocetta, durante una conferenza stampa a Catania, alla quale partecipa l'artista, che abita a Milo, paesino alle pendici dell'Etna. Franco Battiato ha accettato l'incarico di assessore alla Cultura dopo avere avuto la garanzia del presidente eletto Crocetta di potere avere «la libertà di organizzare eventi che mettano in contatto la Sicilia con il resto del mondo» e di «rinunciare allo stipendio» di componente della giunta regionale. «Ho detto a Franco - ha aggiunto Crocetta - che dobbiamo spenderci di più e amarla di più questa terra. Dobbiamo costruire una nuova Sicilia ed essere orgogliosi della nostra identità».                                               p.d.r.c.m.s.
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CORTE DEI CONTI A INPS:«SUBITO RISANAMENTO FONDI PENSIONE»

La Corte dei conti ritiene «indilazionabili» misure di risanamento dei principali fondi dell’ Inps e la «razionalizzazione» di quelli minori. È quanto sottolinea la magistratura contabile nella relazione sulla gestione finanziaria Inps per l'esercizio 2011, segnalando «l’esigenza di monitorare assiduamente l’ incidenza delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica fino all’ entrata a regime del sistema contributivo». La Corte dei conti sollecita anche «di sottoporre a riesame il modello della previdenza complementare, la cui eventuale confermata configurazione privata impone misure di rilancio, per incentivare le esigue iscrizioni e di razionalizzazione, per ridurre l’estrema polverizzazione dei fondi». La magistratura contabile scrive che «appaiono indilazionabili misure di risanamento dei principali fondi amministrati, nonché di razionalizzazione di quelli minori, in consecutiva e più marcata perdita complessiva, contenuta solo in parte dagli attivi della gestione per le prestazioni temporanee e di quella per i parasubordinati, il cui netto patrimoniale congiunto prevale sui gravosi passivi degli autonomi (agricoli e commercianti) e del più grande fondo per il lavoro dipendente (appesantito dai dissesti strutturali dei dirigenti di azienda e di quelli della elettricità, trasporti e telefonia), i cui saldi negativi tra contributi e prestazioni trovano insufficiente copertura nel finanziamento statale, ancora non adeguatamente individuato nella componente assistenziale a carico della fiscalità». Per quanto riguarda i conti generali dell’istituto «registrano nel 2011 un'ulteriore contrazione dell’avanzo finanziario - aggiunge la Corte dei conti - e un accentuato deficit economico, connessi al primo declino degli apporti statali, dalle cui dimensioni, quantitative e soprattutto qualitative (a titolo di trasferimenti o di anticipazioni a debito), restano condizionate le stime di pesanti risultanze negative nel 2012, che incorporano lo squilibrio strutturale, già evidenziato dalla Corte nel recente referto sulla più grande gestione acquisita dell’ex Inpdap, corretto solo in parte dagli ultimi provvedimenti normativi».La Corte richiama inoltre «una attenta e responsabile riflessione sul crescente ricorso a risorse umane esterne, nelle forme della somministrazione del lavoro a copertura dell’organico, dell’acquisizione di consulenze in appalto, dell’utilizzo generalizzato di procuratori e sostituti di udienza e del massiccio impiego di medici convenzionati, per le incidenze sullo svolgimento di funzioni istituzionali spesso delicate e di elevato rilievo sociale e i rischi di perdita delle stesse capacità di autogoverno dell’ente». Nella relazione viene poi evidenziato che «le persistenti disfunzioni nell’invalidità civile inducono a privilegiare l'unificazione nell’ istituto dell’intero procedimento, dalla prima visita alla erogazione delle prestazioni, attraverso una rinnovata disciplina delle competenze e delle singole sequenze, a garanzia delle categorie tutelate e per assicurare indipendenza e uniformità di giudizi. Il riscontrato dimensionamento delle risultanze emerse dalla vigilanza ispettiva esige, oltre a una più tempestiva programmazione, l’intensificazione degli interventi volti a contrastare l’ampia area di evasione ed elusione degli obblighi contributivi, comprovata dalla modesta incidenza degli accessi in rapporto alle aziende censite, pervenendo altresì a definire le indispensabili coerenze tra le somme accertate e le corrispondenti riscossioni».                          

                                                                                                              p.d.r.c.m.s.
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lunedì 5 novembre 2012



METZELER PRESENTA IL CALENDARIO 2013 CON UN PARTY DEDICATO A TUTTI I MOTOCICLISTI IN OCCASIONE DI EICMA


di Paola Maurizio

Metzeler, che l’anno prossimo celebrerà il 150° anniversario dalla sua fondazione, ha deciso di presentare la 20ª edizione dell’ormai famoso calendario. Metzeler Classics con un party dedicato a tutti gli appassionati delle due ruote. Proprio inconcomitanza con l’Esposizione Internazionale del Motociclo, il giorno 14 novembre a partire dalle ore 21.30 presso il noto locale Innvilllà di Milano (Via Pegaso, 11 – 20151) lo «Specialista delle due ruote» darà vita ad un evento fuorisalone per festeggiare insieme agli amanti dell’elefantino blu il nuovo calendario e 150 anni di storia sempre ai massimi livelli tecnologici. Fin dal 2010, al calendario Metzeler Classics con affascinanti immagini in bianco e nero che ripercorrono gli anni d’oro del motociclismo, Metzeler ha deciso di affiancare istantanee dedicate ad un tema particolarmente caro al brand. Ecco perchè, dopo aver dedicato il calendario 2010 al Moto Club Classic Cuba (MOCLA), quello 2011 allo storico movimento Cafè Racer, e quello 2012 alle motociclette giapponesi, Metzeler ha deciso di titolare l’edizione 2013 «Garages». Passione, cura, entusiasmo. Amare le due ruote significa sapere che la motocicletta può regalare forti emozioni a chi sa apprezzarne le qualità. Il motociclista, ancora più dell’automobilista, è e deve essere un appassionato. Perché la motocicletta tendenzialmente non è comoda, se piove ci si bagna, se fa freddo si sente. Prima di essere un mezzo per spostarsi, infatti, la moto è una filosofia di vita. Una dedizione che si traduce in ore e giornate dedicate alla manutenzione e alla customizzazione del proprio mezzo, magari in modo autonomo e da autodidatta, nel proprio garage o in spazi angusti, la domenica o durante la settimana, nel poco tempo libero a disposizione. Ore di lavoro per rendere la propria motocicletta diversa dalle produzioni di serie, farla diventare speciale, semplicemente unica.C’è chi di questa passione ne ha fatto un lavoro vero: i customizzatori che hanno trasformato la loro passione in maestria artigianale. Per festeggiare il 150° anniversario della sua fondazione che cade proprio nel 2013, Metzeler ha deciso di dedicare il suo calendario a queste persone,ai motociclisti che negli angoli più disparati del mondo smontano, lavorano, riassemblano, forgiano e creano capolavori d’arte destinati a diventare pezzi unici. Artisti delle due ruote come quelli ritratti nelle immagini di questo calendario, il giapponese Kengo Kimura che nella sua officina di Hiroshima rielabora soprattutto monocilindri inglesi e giapponesi, i ragazzi francesi di El Solitario Motoclub per cui questa attività è innanzitutto un divertimento o il bavarese «Isle of Man mad» che da oltre trentanni si dedica alla customizzazione di Classic Racer inglesi. O ancora Ian Halcott, boss di Twin Line a Seattle, che con il suo team crea oggetti da collezione da vecchie motociclette giapponesi, o i giovani designer inglesi Roy Norton and Thomas Kasher la cui passione nasce ai tempi dell’università, per finire con Marco Pucciarelli e Vincenzo Innella che nel loro workshop in un piccolo borgo del sud Italia danno vita a gioielli di inestimabile valore e bellezza. Creato nel 1994 come edizione speciale del calendario cult Classic Moments, il Metzeler Classics ha conquistato immediata popolarità vantando ben presto una nicchia fedele di appassionati grazie alle sue preziose istantanee del mondo delle due ruote su strada e fuoristrada, ambiti in cui Metzeler ha gareggiato e avuto successo nel corso del tempo.Di dimensioni 50 x 52 centimetri, questo calendario è prodotto a Weissach, nei pressi di Stoccarda, da Text & Technik Verlag, società che ha progettato nel 1994 il primissimo calendario Classics. Utilizzando un processo di stampa a cinque colori con una addizionale finitura opaca, il calendario viene stampato ad arte su carta di altissima qualità mentre entrambe le copertine sono stampate su carta patinata lucida. Il calendario 2013, la cui tiratura è limitata a sole 6000 copie in tutto il mondo, presenta 31 soggetti, è stampato fronte-retro e presenta descrizioni di ogni immagine in lingua tedesca e inglese.
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