mercoledì 12 settembre 2012

ALICE/'AL SUCCESSO PREFERISCO LA VITA' NEL NUOVO ALBUM DELLA CANTANTE ANCHE BATTIATO E FERRO
 
di Sergio Conti

"Vivere il mondo illusorio che il successo ti dà, rischia di mandarti fuori dalla realtà. Tutto dipende da cosa vuoi. Io non ho fatto musica per il successo, il potere o i soldi. Ma il mio posto era evidentemente questo. Sono convinta che il canto sia la forma più alta di preghiera". A parlare è Alice, che il 18 settembre torna con Samsara, il primo album di inediti dopo 14 anni (il precedente, Exit, risale al 1998), al quale hanno collaborato anche Franco Battiato e Tiziano Ferro. In sanscrito Samsara indica l'incessante flusso e la ciclicità della vita, rappresentati da un ruota che gira. "Cerco di vivere nel presente, consapevolmente, e di vivere ogni attimo. Il presente è frutto del passato e determina il futuro, ma è l'unica realtà", dice all'ANSA Carla Bissi, classe 1954, look casual e classe da vendere, che da novembre a gennaio sarà in tour in Italia e poi proseguirà con una serie di date europee. "Emozionata? "No - risponde con un sorriso contagioso -, sono gioiosa e felice. Non mi sembra vero che questo progetto si stia concretizzando. Non era facile realizzare il disco autonomamente e al di fuori di qualsiasi schema, rinunciando alla distribuzione con una major", aggiunge. Samsara, "frutto di un grande lavoro di squadra", uscirà con la Arecibo, la sua etichetta discografica e verrà distribuito fisicamente da Artist First e in digitale da Believe Digital. "L'idea - racconta Alice, autrice di due brani dell'album, 'Orientamento' e 'Sui giardini del mondo' - era di essere fondamentalmente interprete e di assemblare canzoni che rispecchiassero un microcosmo, in tutte le sue sfaccettature". Franco Battiato firma con Manlio Sgalambro 'Eri con me': "Era dall"82 che non scriveva una canzone per me. E' stato un regalo straordinario. Gli ho detto che avrei tanto desiderato un brano come L'ombra della luce e lui 'allora vuoi una canzone mistica?'. Gli ho risposto 'si'' e lui 'va bene, ci provero'". Anche Tiziano Ferro ha risposto affermativamente: "Gli avevo chiesto un brano e me ne ha regalati due", dice con orgoglio Alice riferendosi a 'Nata ieri' e 'Cambio casa' (quest'ultimo anche in una trascinante versione remix prodotta da Michele Canova). Nel disco, oltre a Mino Di Martino che firma quattro brani, compaiono anche altri nomi illustri della musica italiana, come quello di Lucio Dalla, di cui Alice riprende una dei brani più significativi, Il Cielo (1968); di Giuni Russo la versione-studio di una rilettura della sua messa in musica della poesia di Totò 'A cchiu' bellà; e dei Califfi, la cui cover di 'Al mattino' chiude idealmente il disco. Ha partecipato a tre Festival di Sanremo, vincendo l'edizione 1981 con 'Per Elisa'. "Tre è il numero perfetto", risponde serena. Rimpianti? "Neanche mezzo: ho fatto tanti errori, ma con la certezza che quella fosse la cosa giusta per me in quel momento". Come dire 'no' alla proposta della Capitol di Los Angeles, giunta subito dopo 'Per Elisa', di incidere il disco in inglese e spagnolo: "Avrei dovuto stare in giro per il Pianeta per tre anni. Mi sono chiesta 'e la vita?'. Ho fatto un profondo esame di coscienza e ho detto no. E - conclude sicura - sono felice di averlo fatto".
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martedì 11 settembre 2012

CAMPIONATO ITALIANO MOTOCROSS MX1/MX2/Femminile VERSO LO SPRINT FINALE

di Sergio Conti  

SAN SEVERINO MARCHE- Il Campionato Italiano Motocross riprende la sua corsa verso la definizione dei Campioni 2012 e lo fa nel migliore dei modi sul tracciato di San Severino Marche, già teatro di molte battaglie nazionali ed internazionali. Il crossodromo gestito dal Moto Club Settempedano è già pronto per accogliere al meglio la pattuglia di concorrenti che arriveranno da tutta Italia, coadiuvato come sempre da FX Action, promoter del campionato. Molto lavoro di fresatura è stato approntato per rendere al meglio il fondo del tracciato. Sempre in tale occasione riprenderà anche il Campionato Italiano Femminile, non disputato a Faenza. Sarà il momento di festeggiare la neo Campionessa del Mondo, Chiara Fontanesi, che ha raggiunto un importante traguardo iridato ma che si è presa il lusso di vincere anche una prova di WMX National negli Stati Uniti, non togliendo però attenzione alle altre protagoniste di questo tricolore in rosa. Da segnalare anche la partecipazione di alcuni protagonisti italiani del Mondiale/Europeo di Faenza appena disputato, a partire da Ivo Monticelli ma ci sarà anche Alessio Della Mora che non vorrà perdersi l’evento sulla pista di casa. Questo appuntamento vedrà senz’altro, da parte dei protagonisti, un ulteriore balzo in avanti verso la conquista del titolo, ma con ancora molti dubbi sui pappabili pretendenti. Infatti, il continuo alternarsi dei prim’attori non dà ancora un quadro chiaro della situazione. L’attuale leader della MX1 è Felice Compagnone (Honda-Pardi Racing) che segnaliamo si può già fregiare di un alloro conquistato, quello tricolore nella Classe 125. Compagnone, ovviamente, dovrà rintuzzare gli attacchi di un Cristian Beggi (Honda-Motobase) ritornato di sicuro quello della passata stagione, ma da tenere d’occhio c’è anche il vincitore della tappa di Faenza, Pierfilippo Bertuzzo (Honda-Team Massignani) che sarà della partita. Ricordiamo che Bertuzzo insegue il capoclassifica Compagnone distaccato di soli 167 punti. Ancor più incerta la definizione del campione in MX2 con un susseguirsi (oseremo dire quasi ad ogni evento disputato sino ad ora) di protagonisti sempre diversi. L’attuale tabella rossa Roberto Lombrici (TM-Team RSR) dovrà guardarsi da Alessandro Battig (Yamaha-JTech), già protagonista ad inizio campionato (nella prova d’apertura a Mantova) e a Faenza, ora secondo in campionato. Non dimenticando Stefano Pezzuto (Suzuki-Rossi Racing), anch’egli potrebbe ritornare sugli allori dopo essere stato in cima alla classifica provvisoria ed ora terzo nella Elite. Un sguardo alle altre categorie: sarà difficile togliere il primato ad Alessandro Albertoni e Giovanni Bertuccelli, rispettivamente prim’attori della MX1 Under 21 e MX2 Over 21. Entrambi comandano con ampio margine sugli inseguitori. Diverso discorso per le altre due categorie rimaste: la MX1 Over 21 guidata da Mauro Fiorgentili e la MX2 Under 21 che vede attuale leader Nicola Recchia, i due protagonisti delle rispettive categorie comandano con un esiguo vantaggio e vedremo se a San Severino sapranno resistere in vetta alla loro classifica. Da non perdere la festa organizzata da FX Action per sabato sera nel locale sottostante la tribuna del circuito. Un altro momento di aggregazione per tutti in chiave, ovviamente, festaiola. Orariro. Sabato 15- 08. 00 – 9.00 Operazioni Preliminari MX 1- 09.00 – 10.00 Operazioni Preliminari MX 2- 10.00 – 10.30 Operazioni Woman 09.30 – 09.55 Prove Ufficiali MX 1 gruppo “3” 25 minuti- 10.00 – 10.25 Prove Ufficiali MX 1 gruppo “2” 25 minuti 10.30 – 10.55 Prove Ufficiali MX 1 gruppo “1”25 minuti 11.00 – 11.25 Prove Ufficiali MX 2 gruppo “1”25 minuti 11.30 – 11.55 Prove Ufficiali MX 2 gruppo “2”25 minuti 12.00 – 12.25 Prove Ufficiali MX 2 gruppo “3”25 minuti 12.30 – 12.45 Prove Ufficiali Woman 15 minuti 14.00 – 14.20 Qualifiche MX 1 gruppo “3”20 minuti 14.25 – 14.45 Qualifiche MX 1 gruppo “2”20 minuti 14.50 – 15.10 Qualifiche MX 1 gruppo “1” 20 minuti 15.15 – 15.35 Qualifiche MX 2 gruppo “1” 20 minuti 15.40 – 16.00 Qualifiche MX 2 gruppo “2” 20 minuti 16.05– 16.25 Qualifiche MX2 gruppo “3” 20 minuti 16.30 – 16.50 Qualifiche Woman 20 minuti. Chiusura P.P. - Partenza
17,00 - 17,10 1a corsa MX 1 gruppo “B” 20’ + 2 giri 17,40 - 17,50 1a corsa MX 2 gruppo “B” 20’ + 2 giri Domenica 16- 08,15– 08,30 Warm Up MX1 gruppo “B” 15 minuti  08,35 – 08,50 Warm Up MX2 gruppo “B” 15 minuti 08,55– 09,10 Warm Up Woman 15 minuti 09,15– 09,30 Warm Up MX1 gruppo “A” 15 minuti 09,35 – 09,50 Warm Up MX2 gruppo “A” 15 minuti. Chiusura P.P. – Partenza 10.10 - 10,20 2a corsa MX1 gruppo “B” 20’ + 2 giri 10.50 - 11,00 2a corsa MX2 gruppo “B” 20’ + 2 giri 11.30 - 11.40 1a corsa Woman 20’ + 2 giri 13.50 - 14.00 1a corsa MX1 gruppo “A” 25’ + 2 giri 14.35 - 14.45 1a corsa MX2 gruppo “A” 25’ + 2 giri 15.20 - 15.30 2a corsa Woman 20’ + 2 giri 16.00 - 16.10 2a corsa MX1 gruppo “A” 25’ + 2 giri 16.45 - 16.55 2a corsa MX2 gruppo “A” 25’ + 2 giri 17.45 Premiazione. Classifica provvisoria di campionato dopo la 4ª prova MX1-Under 21: 1.Albertoni pt. 980; 2.Roncaglia 536: 3.Musso 418; 4.Cencioni 417; 5.Quaglio 352. MX1-Over 21: 1.Fiorgentili pt. 626; 2.Tedesco 603; 3.Sonego 555; 4.Di Luccia 529; 5.Debbi 502. MX1-Elite: 1.Compagnone pt. 1502; 2.Bertuzzo 1335; 3.Dami 1220; 4.D’Angelo 889; 5.Pedri 814. MX2-Under 21: 1.Recchia pt. 672; 2.Paganini 611; 3.Ciarlo 592; 4.Violi 561; 5.Croci 550. MX2-Over 21: 1.Bertuccelli pt. 926; 2.Malimpensa 493; 3.Cogo 487; 4.Tramaglino 376; 5.Gruarin 314. MX2-Elite: 1.Lombrici pt. 1414; 2.Battig 1260; 3.Pezzuto 1169; 4.De Bortoli 1002; 5.Marrazzo 781. Femminile: 1.Fontanesi pt. 150; 2.Parrini 122; 3.Magnoli 120; 4.Rivetti 102; 5.Decarli 97. 
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lunedì 10 settembre 2012

BERSANI/ «PRONTI AL GOVERNO DECIDE L'ITALIA, NON I BANCHIERI» 

Di primarie il leader democratico parla dopo cinquanta minuti abbondanti che ha iniziato, per dire che serviranno a discutere dell’Italia, non degli equilibri interni al partito perché per questo ci sarà l’anno prossimo un apposito congresso. C’è l’appello alle forze moderate per un impegno comune contro destra e populismi di vario genere e c’è la garanzia che in caso di vittoria una generazione nuova e sperimentata verrà portata al governo. L’area centrale di Campovolo è invasa da militanti e simpatizzanti arrivati da tutta Italia. Il gruppo dirigente del partito è sotto il palco. Sopra, accanto al segretario, ci sono i volontari della Festa e i sindaci dei Comuni colpiti dal terremoto. C’è da ricostruire lì e c’è da ricostruire l’Italia, ed è di questo che Bersani vuole parlare. Renzi non viene mai citato, anche se è abbastanza chiaro il riferimento, quando il leader democratico dice che il rinnovamento si farà sulla base della qualità e del merito, delle capacità, delle competenze e anche della generosità, «che vuol dire una cosa semplice: prima c’è l’Italia, poi il Pd e il suo progetto per l’Italia, poi ci sono le ambizioni personali». Berlusconi, Bossi, Tremonti vengono liquidati con poche battute, giusto per ricordare di chi sono le responsabilità di un Paese economicamente stremato, perché i veri avversari con cui bisognerà fare i conti a questo giro sono altri, a cominciare da chi «comanda stando in un tabernacolo e non risponde a nessuno» (leggi Beppe Grillo) e ai tanti interessati a che nulla cambi. Avversari non sempre dichiarati, magari gli stessi che fino a un anno fa per opportunismo «hanno finto di prendere per buone le castronerie di imbonitori prepotenti e rozzi, sperando che i buchi nella nave facessero bagnare solo la terza classe». Avversari che, è già chiaro, nei prossimi mesi «non lasceranno nulla di intentato» pur di impedire la nascita di un governo a guida Pd. Per questo Bersani lancia dal palco della festa nazionale del suo partito un richiamo «alla responsabilità e all’unità». Perché l’impegno assunto dal centrosinistra questa volta «non potrà tollerare né incertezze né ambiguità né divisioni» e perché «tutti devono avere cura del bene comune e della speranza per l’Italia che è il Pd»: «A tentare di demolirci ci pensano gli altri. È il loro mestiere, non il nostro». Sventolano le bandiere, scattano gli applausi, ma a nessuno sfugge qui a Campovolo quanto sarà dura la sfida. Bersani parla mentre sia da Cernobbio che dalla festa dell’ Udc di Chianciano si invoca un Monti bis. Il leader del Pd ripete che il suo partito garantirà la stabilità dell’attuale esecutivo e però senza precludersi la possibilità di parlare della prospettiva delle elezioni: «Sempre naturalmente che Moody’s o Standard and Poors non ce le aboliscano sostituendole con una consultazione fra banchieri».Una frase provocatoria, ma visto il dibattito in corso, solo fino a un certo punto surreale. «Tocca agli italiani, solo agli italiani e a tutti gli italiani decidere chi governerà». Ancora applausi e sventolio di bandiere per un concetto che dovrebbe essere assodato e che invece evidentemente non è. Tutta la discussione sulla continuità con l’agenda del governo Monti, che agita le acque all’interno dello stesso partito, viene liquidata così da Bersani: «Noi consideriamo la credibilità e il rigore che Monti ha mostrato davanti al mondo un punto di non ritorno. Ma vogliamo metterci dentro più lavoro, più uguaglianza, più diritti». Poche parole ma che significano una serie di profonde riforme che il Pd, assicura Bersani, realizzerà una volta al governo. A partire da questa: «Se tocca a me si comincia dal primo giorno col chiamare italiani i figli di immigrati che studiano qui e che oggi non sono né immigrati né italiani». E non è casuale la scelta di chiudere il discorso prendendo poi in braccio una bimba nata a Reggio Emilia da genitori del Ghana: Ambra, quattro anni, che fa ciao con la manina mentre il segretario sembra il più emozionato tra i due. Ma ci sono anche altri diritti oggi negati che domani dovranno essere riconosciuti per sostanziare quell’aspirazione al cambiamento che promette Bersani («noi ci metteremo dal lato del cambiamento»). «Non c’è ragione che si neghi agli omosessuali italiani il diritto all’unione civile o a una legge contro l’omofobia», scandisce il leader del Pd dal palco mentre di nuovo parte forte l’applauso. Oggi sono ancora troppi i diritti negati, gli sfregi all’articolo tre della Costituzione, le discriminazioni nei confronti delle donne e anche di lavoratori che scelgono di farsi rappresentare da un sindacato piuttosto che da un altro (leggi Fiom e vicenda Fiat): «Non c’è ragione che vengano negati nei luoghi di lavoro diritti di partecipazione e diritti sindacali». Il cambiamento dovrà passare però anche per una legge che riduca il numero dei parlamentari e una sui partiti («non è stato fatto perché la destra ha ribaltato il tavolo»), una legge elettorale costruita sull’interesse comune (e quindi no a leggi che paralizzano e non consentono agli elettori di scegliere i parlamentari) e anche interventi per la regolazione della finanza: «Deve pagare un po’ di quel che ha provocato, non deve più avere licenza di uccidere, deve mettersi a servizio e non a comando delle attività economiche e produttive». È di questo che parlerà durante le prossime settimane Bersani, anche in vista delle primarie. E se la destra già va all’attacco, se i grillini sparano dal web, se il tentativo di inquinare il risultato non mancherà, il leader democratico avverte: «Chi ci dà lezioni di morale organizzi le primarie, anche i loro elettori hanno voglia di partecipare, o pensano di mandarli alle nostre? Noi faremo le nostre primarie, chi non le fa si riposi».                                                            m.c.p.s.r.d.

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lunedì 2 luglio 2012







SIAMO IN MANUTENZIONE

GLI AGGIORNAMENTI DEL SITO
E LA PUBBLICAZIONE DEI COMMENTI
RIPRENDERANNO MOLTO PRESTO
BUONE VACANZE



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domenica 1 luglio 2012


ITALIA E SPAGNA SOGNANO LA COPPA SALE FEBBRE PER LA FINALE EURO2012

di Sergio Conti

Ancora Italia-Spagna, l' ultima, la più bella, la prima finale tra le sorelle di calcio latino. Così vicine, così diverse. Da Danzica a Kiev, stasera è la sera di Euro 2012. Si ricomincia da dove ci eravamo lasciati, un pareggio all'esordio che per noi significava una mezza vittoria: «Loro restano i più forti ma noi saremo la sorpresa», il concetto tutto nostro, ripetuto anche ieri Prandelli e Buffon, un po’ per ammorbidire la vigilia, un po’ perché è la verità. «No, si parte alla pari», rispondo loro, un po’ per non esagerare, ma anche per passare a noi la tensione. Che invece sembra scivolare addosso agli Azzurri. « La Spagna è la migliore al mondo, è la squadra da battere», ripete Prandelli, con una naturalezza che sa di grande maturità. L’ultimo precedente in una gara a eliminazione diretta fu ai quarti di Euro 2008, quando la forza della Spagna era ancora incastrata nella roccia, come Excalibur (ma servirono i rigori per eliminarci). Ora, dopo la scorpacciata mondiale in Sudafrica, gli iberici sanno di avere tra le mani un'opportunità storica: vincere tre trofei consecutivi, cosa mai accaduta prima. Meno bella rispetto agli anni passati, ma i Los Siete Magnificos (Casillas, Xavi, Ramos, Xabi Alonso, Iniesta, Torres e Fabregas) fanno paura a chiunque. La novità è che anche l'Italia fa paura, per storia, ma anche – questa è la novità – per il gioco: «Siamo grati per il rispetto che ci hanno mostrato, ma anche noi rispettiamo l'Italia. È un'ottima squadra e in semifinale hanno dimostrato il loro valore. Partiamo alla pari», spiega il ct spagnolo, Vicente Del Bosque, che vincendo stasera eguaglierebbe lo stesso miracolo di Helmut Schön, vincere mondiali ed Europei da tecnico: «Credo – glissa il Del Bosque - che a questo punto la storia sia stata già scritta, perché siamo in finale».LA NOVITA'. FACCIAMO PAURA All’Italia di Prandelli il compito di riportarci a Berlino 2006. Senza paura e pressioni, è il volto rilassato del ct in conferenza stampa che introduce gli Azzurri in una nuova era: «Dovremo creare superiorità numerica, e quando gli avversari ce lo permetteranno, faremo gioco. È la strada vincente, anche in prospettiva». Da Danzica a Kiev, comunque vada è stato un Euro 2012 esaltante per gli Azzurri, che pareva essersi incrinato nel pari con la Croazia seguito però dalla definitiva consacrazione contro Inghilterra e soprattutto Germania: «Perché siamo cresciuti come condizione fisica ed equilibri – dice Prandelli - e ritrovato le sicurezze che avevamo perso nel frattempo». Stasera in campo la finale più giusta, otto trofei in tutto e se la storia recente dice Spagna, quella universale dice Italia: quattro mondiali e un Europeo, non dimenticarlo mai. Questione di motivazioni, pretesti e pressioni. Quelle degli iberici parlano di record, sono loro ad avere più da perdere: « La partita più importante per il calcio spagnolo», ripete Del Bosque. «Abbiamo la possibilità di entrare nella storia e faremo di tutto per vincere. È un risultato incredibile essere giunti alla finale per la terza volta», spiega Xavi, per poi chiudere una volta per tutte la querelle sul “biscotto”: «Abbiamo solamente fatto il nostro lavoro nella fase a gironi, non ce ne pentiremo mai». Non finiremo mai di dire bravi spagnoli, ma stasera niente «bonus» per dirla con Buffon: «Era un modo di dire – spiega il numero uno azzurro – per riconoscenza. Domani incontriamo la squadra che manifesta la sua superiorità, per fortuna si parte sullo zero a zero. Loro sono favoriti, ma noi abbiamo lo stesso spirito del 2006». In più, l'Italia piace a tutti, è diventata un esempio di gioco, e da una settimana è risbocciato l'amore con gli italiani. Quello che alla truppa prandelliana non ha mai fatto mancare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ieri ha consegnato a Prandelli una lettera scritta di suo pugno: «Con molta emozione l'ho letta – ha detto il ct - e ho trovato come sempre parole importanti per noi e non vedo l'ora di leggerle ai giocatori». Al Quirinale la visita degli Azzurri è prevista domani, che vincano o perdano. Ancora una volta, le chiavi del centrocampo a Pirlo. Si prepara la gabbia allo juventino: «Loro hanno Pirlo, Montolivo e sanno come giocare a calcio – precisa però Del Bosque - noi abbiamo l'esperienza necessaria». Differenze, la Spagna con Fabregas “finto 9” stenta a segnare e ieri Del Bosque ha detto che «giocheremo con tre attaccanti» (bisogna credergli?), noi un 9 lo abbiamo appena trovato. Dopo la doppietta alla Germania, ora Super Mario se lo coccolano tutti: «Balotelli? Il merito – dice Buffon - è tutto suo, e di Prandelli». Balotelli, Cassano, Pirlo, De Rossi, Buffon, e poi i gregari della difesa, Balzaretti, Barzagli, Bonucci, Chiellini. Nomi che in 90' possono finire in cantina o passare alla storia. Loro hanno solo la musica, noi anche le parole. E allora pazza Italia, facci cantare ancora.
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sabato 30 giugno 2012


FINI: MAI PIÙ CON PDL E LEGA GRILLO? TERMOMETRO DELLA FEBBRE

«Facciamo per rilegittimare la politica la proposta di una legge elettorale uninominale con maggioritario secco, senza listini proporzionali, senza paracaduti e senza furberie. Si discuta semmai del diritto di tribuna. Noi avanziamo la proposta, poi ci dicano di no».Lo ha detto il leader di Fli Gianfranco Fini. «Che il dominus sia Alfano o Berlusconi, la prospettiva del Pdl di un'alleanza con la Lega che contrasta e ha contrastato Monti per noi è impraticabile». Lo ha detto il leader di Fli Gianfranco Fini aprendo l'Assemblea Nazionale di Fli ad Eataly.«No ad alleanze con chi ha contestato o contesta il governo Monti». A dirlo è Gianfranco Fini durante l'assemblea di Fli. E questo vale a sinistra per forze come Sel e a destra «per un Pdl alleato con la Lega». «L'interesse nazionale passa per il pieno sostegno del governo, anche perchè noi per primi ci siamo assunti la responsabilità di aprire una nuova fase e non dobbiamo negare che alzare quel dito ci è costato, anche se tornassi indietro lo rifarei. Lo abbiamo fatto nel nome dell'interesse nazionale e oggi abbiamo dovere di coerenza nel sostenere governo, senza adesione acritica». Lo ha detto il leader di Fli Gianfranco Fini aprendo l'Assemblea Nazionale di Fli ad Eataly. «Grillo non è il problema, ma il termometro che registra la febbre che c'è nella società italiana, molto molto alta. Il compito della politica non è rompere il termometro o lanciare anatemi, ma curare questa febbre». Lo ha detto il Presidente della Camera Gianfranco Fini, parlando all'assemblea nazionale di Fli. L'altro dato significativo che indica la crisi dei partiti è «la crescita dell'astensionismo e delle liste civiche».Gianfranco Fini propone di regolare per legge le unioni diverse dal matrimonio fra due persone. «Nessuno mette in discussione la famiglia ma senza timori» e nonostante vi siano resistenze nel partito «occorre regolare per legge quelli che il Censis definisce nuovi format familiari».
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venerdì 29 giugno 2012


PRANDELLI, LA FORZA DI ESSERE NORMALI

di Sergio Conti 

La forza di Balotelli, certo. Il genio di Pirlo, sicuramente. La forza di De Rossi, ci mancherebbe. Le parate di Buffon, ovviamente. Eppure, dietro a quest’Italia che vince, piace, (ri)fa innamorare una nazione intera e ora sfiderà la Spagna, c’ è soprattutto la faccia di un uomo normale. Cesare Prandelli ha il sorriso del perfetto padre di famiglia. La voce calma e rassicurante che non deraglia mai in frasi fuori posto. L’ elogio della normalità, si direbbe. Laddove la normalità, nel suo lavoro di allenatore, è stata qualla di premiare i meriti dell’oggi e non guardare ai nomi o ai retaggi del passato. Ha portato in Nazionale giocatori che aveva messo ai margini quando li allenava nei club. Allroa credevo fosse giusto, forse ho sbagliato, oggi meriti di essere qui e ci sei, chissenefrega di quello che è stato. Ha raccolto le macerie di una nazionale distrutta da Lippi che, dopo i fasti di Germania, aveva agito in senso opposto. Dentro nomi e “protetti”, fuori i meritevoli, clamoroso specchio dell’ Italia che fallisce. Prandelli ha capovolto la logica, sfidato gli scettici e ha reso straordinaria la normalità. Premiare il talento, investire nei giovani, guardare oltre pregiudizi ed etichette, scegliere giocatori da Firenze, Bologna, Palermo, squadre reduci da annate mediocri o dal Torino che era in B. Certo, le fondamenta le ha messe salde e consolidate (Buffon, Pirlo, De Rossi) ma le colonne portanti sono poi diventati gli esclusi, i reietti, gli ingestibili, gli inallenabili. Cassano e Balotelli, oggi fratelli e orgoglio d’ Italia. Chi avrebbe scomesso sul primo dopo 4 mesi di inattività, un’ operazione al cuore e il rischio di non tornare più a correre dietro a un pallone? Prandelli non ha avuto dubbi. Sa che Antonio ha un’ ora nelle gambe, forse meno. “Ma tu vai, fai la differenza e torna” gli ha sorriso. E Antonio lo ha ripagato. Un gol contro l’Irlanda, la giocata decisiva contro la Germania. Lampi. Ciò che serviva. Eppoi Mario. Lui in guerra col mondo, lui incompreso, lui fuori dagli schemi, lui nero e insultato, lui solo e sempre e semplicemente troppo. Cesare ha preso quel troppo perché troppo è anche il talento e non ha esitato a mettergli sulle spalle il peso di una squadra, di una nazione, di un Europeo. Lo ha guardato dritto negli occhi e gliel’ha detto senza giri di parole. Come un padre al figlio che diventa grande. Non una sfida, ma un gesto di fiducia. Di responsabilità. Rinnovata anche quando non andava bene, il gol non arrivava, le occasioni sì, ma i gol no e allora sarebbe stato facile dire, ok, non importa, avanti un altro. Quanti, nell’Italia di oggi, avrebbero fatto altrettanto? Se Cesare ha un merito, e il suo passato lo insegna, è riuscire a fare di tanti individui un gruppo unito. A Firenze, per 5 nni, ha portato la squadra a risultati che sembravano normali ma non lo erano. La Fiorentina tra le prime quattro d’Italia e nel gotha d’Europa era una piacevole intrusa che lui aveva plasmato su di sé e sulla fiducia dei suoi uomini. Rimasti loro, uscito di scena lui, il campo ha ribaltato certezze e illusioni. E il gruppo lo si crea mettendoci la faccia. Come alla vigilia dell’Europeo, lo scandalo calcioscommesse, le perquisizioni, le pressioni, quel senso di marcio che si infiltrava ovunque. “Se volete, se serve, noi in Polonia e Ucraina non andiamo” sentenziò. Fermo, deciso, senza esagerazioni. Un titolo da giornali, certo, ma anche un modo per dire ai suoi, ok, ragazzi, in questa storia ci siamo dentro tutti insieme, nel bene e nel male e qualunque cosa accada si va tutti dalla stessa parte.E allora davvero, per una volta, il calcio che tutto fagocita può davvero portare una lezione al Paese. Scommettere su normalità, merito, fiducia, integrazione si può. Si deve. Prandelli ha tracciato un solco profondo. Unico. Lo ha reso semplice e spontaneo. E’ un patrimonio prezioso, da non sperperare.
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giovedì 28 giugno 2012


GOOGLE PRESENTA IL NUOVO NEXUS 7 LA SFIDA È AL KINDLE DI AMAZON

Google fa il pieno di novità. Ma l'attenzione è tutta per Nexus 7, il tablet di Mountain View che sfida il Kindle di Amazon col taglio ai costi. La tavoletta di Google, disponibile da luglio, ha infatti un prezzo molto economico: parte da 199 dollari, incluso un credito di 25 dollari per l'acquisto di film, libri e altro su Google Play. Nexus 7 costa quindi quanto un Kindle e decisamente meno dell'iPad di Apple. Il tablet di ultimissima generazione ha uno schermo di 7 pollici e un display HD 1280x800. Il microprocessore Tegra-3, dotato di CPU quad-core e GPU 12-core rende tutto, giochi inclusi, estremamente veloce. Nexus 7 pesa solo 340 grammi ed è venduto con alcuni contenuti di intrattenimento precaricati, tra cui il film "Transformers: Dark of the Moon", il libro "The Bourne Dominion", riviste come Condè Nast Traveller e Popular Science e canzoni di band come Coldplay e Rolling Stones. Mountain View si spinge però anche oltre nella battaglia a tutto campo con gli altri colossi del mercato digitale e presenta Nexus Q e Jelly Bean 4.1, la nuova versione del sistema operativo di Android, successiva a Ice Cream Sandwich. Nexus Q si presenta come una vera rivoluzione per Big G: si tratta di un dispositivo di social streaming per la condivisione di musica e show televisivi. È una sorta di jukebox in cloud, ovvero sulla nuvola, che sfida l'Apple Tv perché progettato per effettuare streaming sia da Google Play che da YouTube. Anche Nexus Q sarà disponibile da metà di luglio a 299 dollari. Per quanto riguarda Jelly Bean 4.1, anche questo arriverà a luglio. Tra le novità, una gestione delle notifiche più dinamica e la digitazione vocale più rapida che funziona anche in assenza di una connessione dati. Inoltre, è stata riprogettata la funzione di"Ricerca", rendendo il sistema di ricerca vocale più veloce e naturale. Nexus 7 e Nexus Q si basano ambedue su Google Play,il punto di partenza per l'intrattenimento digitale, con più di 600.000 app e giochi, musica, film e libri. Oggi Google Play si espande ulteriormente aprendo al mondo delle riviste: Google ha infatti lavorato a stretto contatto con Condè Nast, Hearst, Meredith e molte altre per poter offrire riviste come House Beautiful, Men's Health, Shape e Wired. Sulla piattaforma saranno a breve disponibili anche migliaia di episodi di popolari serie televisive, da Revenge a Parks & Recreation, passando per Breaking Bad. Le nuove tecnologie Google sono tutte basate su Android: al mondo ci sono 400 milioni di apparecchi attivati basati sulla piattaforma, le attivazioni giornaliere hanno raggiunto quota un milione, in aumento rispetto alle 400.000 dello scorso anno. Alla Google I/O, la conferenza degli sviluppatori, Google presenta anche gli aggiornamenti sul versante 'social', cioè su Google+ la rete sociale creata da Mountain View un anno fa. È stato raggiunto il tetto delle 250 milioni di persone iscritte e sono state aggiunte due nuove funzionalità: "Google+ per tablet" e "Google+ per eventi".                                                 r.m.s.d.p.c.
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mercoledì 27 giugno 2012


CENTRO SOCIALE INCENDIATO A ROMA «IMMEDIATA CHIAREZZA SU CAUSE»

Il day after, forse, è ancora peggio. Le macerie sono ancora lì, il capannone che ospitava la cucina, la scuola popolare e la sala concerti del Corto Circuito è completamente distrutto da un'incendio divampato ieri mattina all'alba nel centro sociale di Cinecittà. È la seconda volta che il Corto Circuito viene distrutto da un'incendio: la prima volta era nel 1991, a pochi mesi dall'occupazione, quando un gruppo di neofascisti appiccò un incendio in cui morì un giovane che dormiva nei locali del neonato centro sociale, Auro Bruni. Al posto di quel padiglione distrutto dall'incendio oggi c'è un campo di calcetto dedicato alla sua memoria. La scena che si è presentata ieri mattina agli occupanti della prima era molto simile a quella di venti anni fa, la differenza è che questa volta l'incendio sembra essere causato da un guasto elettrico, e che sono passati vent'anni «e in quel posto abbiamo costruito tanto, e ora non possiamo semplicemente togliere le macerie, dobbiamo ricostruirlo». In questi anni il Corto Circuito è stato uno dei centri propulsori dei movimenti a Roma: dalle occupazioni di case, alle esperienze delle tute bianche prima di Genova ai disobbedienti nei primi anni duemila. Qui è nata Action che ha portato in Campidoglio i primi consiglieri comunali "del movimento", prima Nunzio D'Erme ora Andrea Alzetta. Qui in X municipio è nata grazie anche al Corto una delle esperienze amministrative più avanzate su temi come la partecipazione e i servizi sociali con la presidenza di Sandro Medici, qui migliaia di persone mangiano ogni mese a prezzi popolari all'osteria, i ragazzi vengono aiutati nei compiti alla scuola popolare e centinaia di giovani e meno giovani si allenano nella palestra. I ragazzi del Corto sono stati investiti da uno straordinario abbraccio di solidarietà dal quartiere, la città, da ogni parte d'Italia: «anche questo - racconta Davide - ci ha fatto subito rimettere in movimento. Sappiamo che l'unico modo per superare questo momento è non fermarci, andare avanti come siamo abituati a fare». E così è stato ieri sera fino all'una di notte i cancelli del Corto Circuito sono rimasti aperti perché «la gente non se ne voleva andare, voleva testimoniarci la sua solidarietà, dare una mano». Da questa mattina continuano i lavori per montare la cucina all'esterno e proseguono le attività della palestra popolare, gli studenti del vicino Liceo Gullace preparano gli striscioni da attaccare per il quartiere, continua il viavai di persone che vengono ad offrire la loro vicinanza ed aiuto. Per questa sera è poi prevista una grande cena di sottoscrizione nel giardino grazie all'aiuto delle altre cucine popolari di Roma e di tanti cittadini. «Per ogni giorno stiamo costruendo un'iniziativa - continua Davide - per la campagna Senza Corto non SoStare con cui chiediamo una mano a tutti a rimettere in piedi il centro sociale nel più breve tempo possibile». DUBBI SULLE CAUSE. Un intero centro che brucia in pochissime ore, guarda caso alle 5 del mattina, dopo che un analogo episodio era già avvenuto anni prima sempre nello stesso luogo, fa almeno sospettare. «Chiediamo che si faccia immediata chiarezza sulle cause del rogo», ha detto Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del XVII Municipio. «Desta molte perplessità il fatto che nel giro di un'ora le fiamme abbiano potuto avvolgere e distruggere un intero padiglione, nonostante l'intervento deivigili del fuoco. D'altronde già 21 anni fa un attentato incendiario distrusse uno dei padiglioni del suddetto centro, all'interno del quale morì un militante del centro sociale. Non vorremmo che anche questa volta l'incendio non fosse casuale. Purtroppo continuiamo a registrare nella nostra città, nell'indifferenza delle autorità competenti, una crescita esponenziale di aggressioni e provocazioni da parte dell'estrema destra. Nel frattempo esprimiamo la nostra solidarietà al Corto Circuito con l'augurio di poter ricostruire il loro centro più funzionante di quanto era prima». Gli stessi dubbi e la solidarietà al centro sociale sono stati diffusi in una nota da Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra Ecologia libertà nel Consiglio regionale del Lazio.
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